Alcol e James Potter sono una pessima combinazione.

«Vedi, credo di avere un problema».
James spostò lo sguardo al libro di Storia della Magia posato sul tavolo.
«Che problema?»
«Mi sono innamorato».

Calò un silenzio carico di tensione, e James degludì per la centesima volta nel giro di due minuti.
«James» il modo in cui ripeté il suo nome lo fece rabbrividire.
«Ecco...» la ragazza si guardò le scarpe in evidente imbarazzo, poi alzò lo sguardo verso di lui e gli rivolse un sorriso raggiante. «Ci pensavo da tempo, vedi, e... ecco, pensavo che non sarebbe male se io a te uscissimo insieme, qualche volta».
Un colpo. La mascella di James atterrò pericolosamente a terra.

Chiuse gli occhi e respirò piano.
Era solo questione di secondi, e il suo piano sarebbe potuto andare in frantumi.

«Sei Fred? Che ci fai tu fuori dal dormitorio, piuttosto?» brontolò, nonostante gli volesse fare una lunga ramanzina su quanto fosse irresponsabile uscire a girovagare per il castello a tarda notte. «Dovrei toglierti dei punti».
«Ma non lo fai perché sono troppo bello per meritare questo».

«Mi sono scocciata, Fred!» esclamò, il volto paonazzo dalla rabbia. «Non puoi farli usare ai primini, è vietato, lo dirò a tua madre se continui...»
«Classica ramanzina da Prefetto Perfetto» sospirò Fred. «Perce sarebbe fiero di te. Ma tranquilla, Hermione, sei carina lo stesso».
Le sorrise, e lei, colpita e imbarazzata dalle sue parole, non obiettò quando le sfilò la scatola dalle mani.

«Ricapitoliamo. Tu scriverai una poesia – molto poco convincente, aggiungerei – a Lily, lei cadrà ai tuoi piedi, uscirete insieme, vi sposerete e farete tanti bambini tra cui uno, Hugo».
«Harry».
«Harry» ripetè Remus, esasperato.

«Lillina...»
Lei alzò lo sguardo verso James.
«Zitto. Sei un idiota» piagnucolò.
«Scusami, Lillina...»
«Smettila di chiamarmi Lillina, James!» sbottò.

«Che ti succede, Granger?»
«Fred» La voce di Hermione tremò leggermente. Per lei era difficile confidarsi perché preferiva tenersi tutto dentro. «Cosa faresti se tutto ad un tratto, la tua vita si ribaltasse?»
«Mangerei cioccolato tutto il giorno» rispose lui. «E poi... beh, mi vanterei con le ragazze della mia vita drammatica. Oppure starei seduto su dei gradini assolutamente patetici».
Hermione si voltò, stupefatta. Non le importava più che vedesse i suoi occhi.
«Come hai detto?» sussurrò.
«È bello sedersi sui gradini. Sono scomodi e quando ti alzi le chiappe sono innaturalmente piatte e fredde».

«Cominciamo. Allora: cara Evans...»
James si sedette sul letto, afferrò una piuma e la intinse nel calamaio, poi cominciò a scrivere ciò che gli dettava Sirius in una pergamena rosa contornata da cuoricini.
«Sono estremamente felice di dirti che ti amo...»
James sorrise, complimentandosi silenziosamente per la genialità di Sirius.
«Da quando avevamo undici anni...»
Appunto.
«Di scegliere me anche se Sirius è più figo...»
Silenzio.
«E che se continui a non calcolarmi, rimarrò vergine per sempre».

«James?»
«Mh?»
«Ho fame».

Rircordava che la gente lo fissava con una strana espressione: erano sorpresi che un Malfoy stesse con lei.

Lily si affacciò alla porta, i capelli ingarbugliati e un’aria stravolta e assonnata.
«James, ti sembra il momento di fare il domestico?» sbottò, con gli occhi ridotti a fessure.

«Non ti avrei mai dovuto sposare! Non puoi comportarti così!»
«Stai zitta, puttana!»
Severus chiuse gli occhi.

Era notte inoltrata, e la guerra esisteva.