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Autore: Fuores    23/12/2011    1 recensioni
Nero. È questo l'unico colore che riesco a vedere.
Freddo. È l'unica sensazione che riesco a percepire.
Non vi è nulla, neanche una piccola parvenza di profumo. L'unica cosa che sento è il sangue nella mia bocca. Probabilmente mi sono morsa la lingua.
Vuoto. Ecco dove mi trovo.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"ahi..." un altro gemito di dolore mi sfugge dalle labbra.
Da quanto tempo sto camminando? 
Ore?
Minuti?
... Non lo so. Ma non penso abbia importanza ora.
Cado di nuovo.
Il ginocchio, venuto a contatto con la terra, incomincia a bruciare.
Stringo i denti.
Non urlo.
Non devo urlare.
Mi rialzo, ma non muovo un passo.
La vista è offuscata. Gli occhi sono affaticati e bagnati dalle gocce di sudore che scendono dalla mia fronte.
Le orecchie sentono solo il battito del mio cuore, ampliato dal dolore.
La bocca assaggia il sapore ormai noto del mio sangue. Metallico. Caldo.
Mi guardo le mani. Rosso. Sono sporche del mio stesso sangue.
L'aria fa fatica ad arrivare ai polmoni, sostituendo ai respiri colpi di tosse.

Riprendo a camminare.
Un passo.
Un altro.
Le gambe fanno fatica a reggermi, soprattutto la destra, ma, ancora una volta, non m'importa.
Devo andarci!
La foresta è tutta uguale. Non c'è un singolo albero diverso. O forse, sono i miei occhi che non riescono a vedere bene le cose.
Tuttavia, non ho paura, e non mi sono nemmeno persa: ormai questo posto è la mia casa.
Gli alberi continuano a susseguirsi.
La testa mi fa male.
Le gambe non mi reggono più.
... 

Ce l’ho fatta!
Eccolo. È proprio qui davanti a me.
Mi avvicino a lui sempre zoppicando.
Lo guardo.
È strano come tutto abbia avuto inizio qui e come tutto finisce inesorabilmente qui, fra le radici di questo vecchio albero.
Alzo la mano destra e lo accarezzo. Nonostante la forte corteggia, riesco a percepire il suo calore, le sue linfe vitali che scorrono dentro di esso.
M’inginocchio di fronte a lui incurante del dolore.
Mi siedo fra le sue radici e appoggio la schiena al tronco.
Proprio come anni fa.

Grazie.
È stato lui a proteggermi venti anni fa dai lupi, è lui che adesso con il suo calore mi cullerà finché io non avrò chiuso gli occhi per sempre.
Alzo lo sguardo verso il cielo.
Sorrido.
C'e anche lei a vegliare su di me.
La luna piena sta regnando sul suo cielo senza che nessun altro astro possa competere con la sua bellezza.

Un ululato.
In effetti, ora come ora, sono una facile preda.
... C'est la vie! 
Non si può sempre sperare di scappare dalle braccia della morte.
Chiudo gli occhi.
I miei capelli sono mossi da un leggero venticello. È dolce, carezzevole, inadatto per una situazione come questa.
I miei capelli non sono l'unica cosa che viene trasportata dal vento.
Apro gli occhi. 
Alcuni petali di colore rosa tendente al bianco svolazzano liberi nel cielo, incuranti del destino che gli attende. Al naso mi arriva un odore dolce, quasi leggero: ninfea. 
Cosa ci fa qui? Non c'è mai stata in questo bosco e mai ci sarà: non c'è il clima adatto. 
Allungo il braccio e prendo un petalo rosa.
Ora che ci penso nell'oriente ha come significato la resurrezione, annuncia una nuova vita. 
Chissà perché è qui... Risorgerò?
No, direi di no. La cosa mi sembra alquanto impossibile!
Lascio libero il petalo di volare via insieme agli altri.
Abbasso lo sguardo.
È arrivata: la morte mi sta guardando.

Due occhi più gialli del fuoco dell'inferno mi stanno guardando.
Sono due occhi affamati, arrabbiati: sto forse intralciando il tuo territorio? 
Non sono spaventata, sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ma non avrei mai pensato che a portarmi via sarebbe stato proprio un lupo, il mio animale preferito.
Gli sorrido dolce e lui, dopo un secondo di confusione, continua a ringhiare.
Sorpreso? Forse.
Alzo la mano e lo invito ad avvicinarsi. Mi guarda strano: non sa cosa fare, è indeciso se seguire la ragione o l'istinto. Alla fine penso che segua la ragione e mi si avvicina.
Gli faccio annusare la mia mano e poi lo accarezzo.
Morbido e caldo.
Proprio come ho sempre immaginato.
"Deve essere bellissimo avere una pelliccia calda e quattro zampe motrici che ti sorreggono, vero?" 
Fa un piccolo guaito. Ha chiuso gli occhi. Si vede che gli piace il mio tocco... Meglio così.   

Non so per quanto tempo restiamo qui, ma va bene così.
Sto bene.
Tuttavia le ferite continuano a percuotere il mio corpo stanco e affaticato. Non ce la faccio più.
È ora di chiudere gli occhi per sempre.
"posso chiederti...- colpo di tosse- un favore?".
Riapre gli occhi e mi guarda strano, come se riuscisse a capirmi.
Continuo. "ormai è ora che me ne vada, potresti... Potresti rendere la mia morte veloce e indolore? Sono stanca di soffrire..." 
Mi guarda, se possibile, ancora più strano, come se fossi un alieno... Mi capisce veramente?
Non lo so.
Non avrò mai la risposta.
Chiudo gli occhi, per l'ultima volta.   


Nero. È questo l'unico colore che riesco a vedere.
Freddo. È l'unica sensazione che riesco a percepire.
Non vi è nulla, neanche una piccola parvenza di profumo. L'unica cosa che sento è il sangue nella mia bocca. Probabilmente mi sono morsa la lingua.
Vuoto. Ecco dove mi trovo.

Sento uno sguardo su di me.
Sguardo?
Perché qualcuno dovrebbe guardare il mio corpo morto?
... morto?
Ma io... Sono viva! Percepisco ancora il mio corpo, il respiro che entra ed esce dal mio corpo, il battito del mio cuore...
Si, sono viva.
Perché?
Apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo sono due occhi gialli come il sole a mezzogiorno che mi stanno scrutando. 
Sono due occhi seri, quasi preoccupati oserei dire.
Sono gli occhi del lupo. 
Occhi negli occhi.
Oro nell’oro.
Lupo nel lupo.
  
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