~'CAUSE WE BELONG TOGETHER NOW

Ero nel pieno di una noiosa giornata d’agosto, il solito clima londinese rispecchiava perfettamente il mio stato d’animo in quel momento: cupo e turbato.
I ragazzi erano occupati quasi tutto il giorno con interviste in radio, servizi fotografici e apparizioni televisive. Dove avrei trovato il coraggio di dargli quell’orribile notizia?
Composi velocemente il numero di Zayn, e neanche dopo tre squilli un coro allegro e disordinato di voci maschili mi salutò con un“Hey babe!”, a quanto pare ero in vivavoce. La loro allegria mi sommergeva e mi contagiava ogni volta. Non volevo preoccuparli mettendo fine alla loro felicità, così sospirai e risposi “Ciao idioti, come sta andando?” nascondendo ogni traccia di tristezza dalla mia voce. Adoravo prenderli in giro chiamandoli in qualsiasi modo offensivo, ma più di tutto adoravo le espressioni da cuccioli offesi che mi proponevano, che erano seguite sempre da un mega abbraccione di gruppo, per farmi perdonare.“Sempre dolcissima, tu!” ed ecco che arrivavano le lamentele dei cinque, sottoforma di scherzosi piagnucolii “Oh, andiamo, lo sapete che è una forma d’affetto, la mia!” dissi con la tipica voce coccolosa di chi si vuol far perdonare.
“Ossì, certo!” disse ironico Louis, “Sì, lo sappiamo che infondo ci vuoi bene, principessa”.
Ho sempre odiato i nomignoli, ma quando Liam o uno degl’altri ragazzi mi chiamavano in un modo particolare non mi dispiaceva, anzi, l’adoravo!
“Vas happening, girl?” disse Zayn rivolto a me. Era la sua solita frasetta, ma mai come questa volta mi stava tirando da bocca quell’orribile notizia che con tanta cura stavo cercando di trattenere. “Ehm.. niente, mi annoiavo e volevo sentirvi, tutto qui. Vi va se stasera passate da me? Mia mamma preparerà la pizza!” proposi io con tono invitante “Stasera da te a mangiare la pizza? Ossì che ci va!” rispose euforico il moro, seguito dai cori da stadio dei ragazzi. “Benissimo, vi aspetto alle 8” riattaccai subito, non sopportavo più di dover fingere.
Camminavo avanti e indietro per il salone alla ricerca delle parole giuste da dire, ero agitata. Il campanello della porta attirò la mia attenzione, corsi ad aprire; cinque ragazzi con cinque sorrisi smaglianti mi folgorarono, e mi contagiarono, li accolsi tutti con un abbraccio e li feci accomodare in salotto. “Allora, com’è andata la giornata, superstars?” esordii io, dando il via alla conversazione.“Faticosa ma soddisfacente!” rispose tranquillo Liam, Zayn annuì, seguito da un più euforico Niall che aggiunse “E’ stato meraviglioso! Ovunque andavamo c’erano fan in delirio!” “E pronte a palparci il culo!” continuò Louis, scandalizzato e nello stesso tempo sarcastico. “Già! E una fan ha tentato di tagliarmi una ciocca di capelli!” esordì perplesso Harry, mentre accarezzava i suoi amati ricci, seguito a ruota da Louis che aggiunse un “Ooow, povero Harry” . Ecco, questa era una tipica serata con i One Direction, impossibile restare seri. Come avrei potuto rinunciare a tutto questo?
Il buon profumino proveniente dalla cucina aumentò il nostro appetito, e dopo poco mia mamma fece capolino in salotto con due vassoi di pizza Margherita, la mia preferita, li poggiò sul tavolo e si accomodò sulla poltroncina. Era arrivato il momento. Inutile dire che i ragazzi, dopo urla di gioia e cori di ringraziamenti per mia mamma, erano letteralmente con la testa nei piatti; sembravano dei cannibali. Io e mia mamma ci guardammo divertite, ma ahimè di lì a poco avrei interrotto quell’allegra atmosfera. Mi feci coraggio e iniziai: “Ragazzi, devo parlavi” “Hey, che succede?” domandò preoccupato Liam, notando il mio tono serio. Mi voltai per un secondo verso mia madre che mi fece coraggio e rivolgendomi ai ragazzi dissi “Mia mamma è stata trasferita a Manchester per lavoro, traslochiamo dopodomani” pronunciai queste parole tutto d’un fiato, ad occhi chiusi, come quando si manda giù uno sciroppo amaro, solo che dopo un po’ il gusto amaro della medicina passa; ma quello di questa notizia, passerà altrettanto velocemente?
I ragazzi rimasero per qualche minuto immobili con le bocche spalancate, finché Niall, con le lacrime agl’occhi non mi corse tra le braccia urlando “No, non è possibile, dimmi che non è vero!” –Insomma Horan, fai l’uomo, non rendere tutto più difficile!- avrei voluto urlargli, ma l’unica cosa che mi venne da fare, fu ricambiare il suo abbraccio accarezzandogli la chioma bionda. Vedevo appannato, gli occhi mi si erano riempiti di lacrime, li chiusi, non volevo piangere. Mi staccai dall’abbraccio di Niall e fissai i volti ancora increduli dei ragazzi, Zayn con gli occhi lucidi e la voce rassegnata disse “No, non puoi andartene! Mi, cioè ci, mancheresti troppo” “Vieni a stare da noi!” propose Harry, quasi come un ordine, seguito da cenni di approvazione di tutti gli altri. Mi s’illuminò il volto, cercai lo sguardo di mia mamma, sperando con tutta me stessa che mi desse una risposta affermativa, ma con un’espressione più seria che mai disse “Oh andiamo ragazzi, siate ragionevoli! Avete quasi tutti diciotto anni e siete famosi, da un momento all’altro potreste partire per un tour, e Ilaria che fine farebbe?” “Io ne ho quasi venti,-ribatté Louis-e bhe, la porteremo con noi in tour!” avrei voluto baciarlo e stritolarlo con uno dei miei abbracci in quel momento, ma mi contenni, mia madre non si era ancora convinta. “Oh, dai mamma! Mi hai strappato alla mia vita già una volta, e ora che ho trovato la mia felicità qui, non puoi portarmela via!” cambiai tattica, magari così l’avrei convinta. Quei cinque traviati mentali erano davvero diventati qualcosa di fondamentale per me, non potevo lasciarli così, di punto in bianco. Dopo svariati tentativi finalmente riuscimmo a convincerla; il giorno seguente mi sarei trasferita nell’immensa villetta di fianco alla mia che tanto invidiavo, abitata da cinque bestie identificate col nome di One Direction. Essendo stata da sempre figlia unica, sarei riuscita a vivere in mezzo al caos e al disordine di cinque teenagers famosi e per di più nel pieno di una crisi ormonale?