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Autore: Misuzu    24/12/2011    2 recensioni
Paige è una ragazza vissuta come una babbana catapultata in un attimo in un mondo magico: cosa succederà dopo aver incotranto i gue gemelli?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Angolo dell'autrice: Ringrazio Otta_Weasley e FrancyWeasley per aver commentato il precedente capitolo.

Da quel giorno iniziarono a succedere un sacco di cose, strane o normali, dipende dal punto di vista e dal periodo della narrazione.  Da quel giorno Paige ed Evelyn iniziarono a frequentare normalmente le lezioni e ogni tanto, nel momento della posta, arrivava qualche gufo che portava una lettera a Paige con su scritto l’ora dell’incontro e il luogo dello stesso; il professor Silente pensava proprio a tutto! Ogni volta che riceveva la lettera (ovvero sempre quando toccava alla lezione di difesa contro le arti oscure, il cui professore era un vero e proprio incompetente) e ogni volta il professor Silente le insegnava un incantesimo davvero fuori dall’ordinario per una ragazzina che stava frequentando semplicemente il terzo anno. Molti incantesimi erano sulla difesa, molti altri sull’attacco; quando aveva tempo libero la ragazza andava in un luogo al di fuori del castello ma non lontano da esso per esercitarsi e, quando non poteva, lo faceva (volontariamente o non) nei suoi sogni, pardon, i ricordi di sua madre. Dopo la scuola trovava comunque il tempo di tenersi stretta la sua amicizia con Evelyn, con la quale si confidava anche se, ovviamente, non su tutto. Chissà come l’avrebbe presa la ragazza se Paige le avesse detto “Sai, morirò prima di avere 20 anni, nel frattempo mi fai compagnia?”. Di certo non era mica uno dei migliori modi per dirlo e anche se le avesse detto solo la prima parte, non voleva alla fine rischiare di essere considerata in una maniera “diversa” rispetto al solito; inoltre, chi le diceva che la maledizione era vera? Nessuno, anche se a dir la verità lei lo sapeva meglio di chiunque altro che quella era la verità, se lo sentiva dentro. Generalmente quando era in compagnia della ragazza non aveva mai quei pensieri e, con quella ragazza, passava la maggior parte della giornata; ma quando anche il solo pensiero si affacciava alla finestra della sua mente, allora apparivano sempre i gemelli che magari la facevano spaventare in uno dei loro più bizzarri modi per farlo. Loro erano gli unici che le facevano dimenticare per davvero la sua maledizione, ciò che fosse e ciò che alla fine le sarebbe accaduto. Così iniziarono a passare i giorni, alcuni erano davvero frenetici (in particolar modo quelli in cui vi era pozioni, che sommergeva sempre di compiti). Durante la metà dell’anno, quindi intorno alle vacanze natalizie, Evelyn ruppe con il suo fidanzato. I primi giorni dopo la rottura non sembrava più lei, sempre cupa senza la minima ombra di un sorriso sul suo volto. Paige le stava sempre vicino, cercava di tirarle su il morale in tutti i modi e con lei  gemelli; le ci volle una settimana intera prima di iniziare a ritornare la classica Evelyn. Da allora Evelyn iniziò a legarsi molto di più con i gemelli che erano con le ragazze ogni qualvolta avessero delle pause, come la pausa pranzo o il ritrovo nella sala comune, anche per il solo cambio dei libri. Inoltre i due erano soliti accompagnare le ragazze a lezione, magari partendo un po’ prima dalla sala comune e per evitare di arrivare loro in ritardo (cosa che a dir la verità non gli interessava minimamente). E quando c’era lezione contro le arti oscure Evelyn e i due gemelli rimanevano da soli, continuando spesso a chiacchierare allegramente dopo aver salutato la ragazza che si dirigeva da tutt’altra parte. Ogni volta la scena non faceva altro che causarle una fitta allo stomaco, spesso le veniva voglia di piangere forse perché si sentiva sola eppure... non le importava gran che, non le doveva importare. Col passare del tempo quella scena iniziò a non causarle più alcun sentimento, anzi, ogni volta che pensava che lei se ne sarebbe dovuta andare precocemente era lieta di vederli così e sperava che la loro amicizia continuasse così. Durante le sue lezioni contro le arti oscure, imparò un sacco di incantesimi potenti con una velocità impressionante, tanto che persino il Professor Silente rimase impressionato (e per farlo impressionare vi assicuro che ci volesse molto più di poco!) . Passarono le vacanze di natale e un giorno, intorno a San Valentino, Evelyn iniziò a parlare con Paige riguardo al fatto che fosse brutto essere sole in quel periodo “Uff, quanto vorrei avere un ragazzo” iniziò Evelyn “Ce lo avevi” rispose l’amica “Ma non era il tipo giusto per me... è anche vero però che avrò un sacco di tempo per trovare la persona giusta per me!” disse allegra “Sai, forse questa che ti sto per raccontare è una stupidaggine, ma si dice che quando due persone sono destinate a stare insieme per tutta la vita, siano in realtà legate da un filo rosso indissolubile e che questo ci venga attaccato quando nasciamo” “Affascinante” fu il commento di Evelyn “Paige, trovo che la cultura babbana sia davvero fantastica... lo sai, un po’ t’invidio dato che io ho vissuto sempre nel mondo magico” “E io non m’invidio affatto... onestamente avrei preferito trascorrere la vita sapendo quella che ero e non come una persona qualunque che ha dovuto sopportare le terribili torture dei suoi cugini. Spero proprio di non ritornarci più!” Disse tornando a fare qualcosa su un foglio bianco. A quel punto Evelyn, incuriosita, vide il foglio “Ma è bellissimo!” disse guardando il disegno; era la sala comune dei grifoni, ma era praticamente identica a quella in cui vi erano le due ragazze. “E’ l’unica cosa che ho sempre saputo fare bene, mi piace disegnare anche se non credo sia una cosa propriamente da maghi” “Sei fantastica, davvero!” continuò a dire la ragazza. L’anno passò in un batter d’occhio anche se molte cose accaddero, come per esempio il fatto che delle persone venissero pietrificate nella scuola e che essa rischiasse di essere chiusa, ma non è molto influente sulla nostra storia.

Quell’anno, a differenza dei due precedenti, Paige non andò a casa dei signori Weasley, bensì ritorno per sua sfortuna nella casa che non avrebbe mai più voluto rivedere. Non perché avesse voluto, sia ben chiaro, ma perché lo zio inviò una lettera dicendo che lei sarebbe dovuta tornare quell’anno. I gemelli, quando lo seppero, furono molto più che infuriati; proprio quell’anno che sarebbero dovuti andare in Egitto e magari fare una vacanza insieme lei non ci sarebbe stata. Quando arrivò alla stazione non c’era nessuno ad aspettarla e, in fondo, se lo immaginava. La stazione non distava molto da casa sua, circa una decina di minuti a piedi; pensando a ciò si era sempre domandata come avesse fatto a non accorgersi mai che il mondo magico era così vicino a lei. Presa tutta la sua pazienza, si diresse verso quella terribile prigione che l’avrebbe rinchiusa per 3 mesi; arrivata suonò e la porta le fu aperta. Nulla era cambiato in quel luogo, tutto era nello stesso posto in cui se lo ricordava. I suoi zii erano seduti su un divano del salotto e il fatto che la loro nipote fosse tornata dopo tre anni di assenza non era importante, anzi quasi un fastidio per loro. –Perché mi avete fatta venire?- chiese Paige vedendo di non essere importante, ma almeno per avere un chiarimento: sapeva di essersi condannata a 3 mesi di prigionia, ma sapeva anche che almeno per quell’anno non sarebbe stata un peso per la famiglia Wesley. “Volevamo una domestica per le faccende quest’estate, ma non ne abbiamo trovata nessuna; poi ci siamo ricordati che tu non facevi nulla e così ti abbiamo chiamata. Tu farai i servizi e noi ti daremo vitto e alloggio, che ne pensi?” “Va bene” disse la ragazza, pensando in realtà ad una situazione molto peggiore. E così, giorno dopo giorno, faceva le pulizie in casa (che per fortuna non era molto grande) fino a che non arrivò la lettera di Hogwarts e ricominciò un nuovo anno.

  
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