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Autore: MarieAntoinette    24/12/2011    0 recensioni
Questa è una storia inventata su dei personaggi storici veramente esistiti, Federico Barbarossa e la sua seconda moglie Beatrice, contessa di Borgogna. Può sembrare noiosa come trama, ma in realtà loro sono gli unici ad essere veramente esistiti, gli altri personaggi sono frutto della mia immaginazione e di quella di una mia cara amica. Ci siamo impersonificate in loro, è una storia che pochi possono capire.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi parecchi giorni da quando scrissi la lettera a Iuliana e da allora riprendemmo a scriverci quasi ogni giorno.
Mi rispose subito e mi rincuorai di sapere che ero ancora una delle sue più care amiche.

“Dolce Beatrice,
mi ha rallegrato così tanto leggere vostre notizie che non esito neanche un attimo a rispondervi.
La mia casa è sempre aperta alla vostra illustrissima famiglia reale, però vorrei proporvi un’idea su cui ho riflettuto stamani: una gita, assieme ai nostri mariti, nelle terre della contea di Ponticagnano, per omaggiare la nostra cara amica Rafella I di Ponticagnano !
Ricordate quanti pomeriggi trascorremmo tutte insieme a ricamare, a parlare delle nostre aspettative sul futuro?
Se vi aggrada ciò, rispondetemi e inizierò anche a preparare tutto per il vostro arrivo.
Non dimenticate di portare quanti più domestici possibili, qui a Napoli, specie nel mio rione, c’è un forte clima di tensione. Menomale che mio marito è sempre attento, gli altri signorotti sono nulla in confronto ad egli!
Se non risulto troppo invadente, mi ricordo che qualche anno fa mi scriveste di un certo conte, Giuseppe I di Acerno, come si è risolta la questione? Confidatevi con una cara amica, vi farà solo bene.

                                                                                                                                                               Vostra,
                                                                                                                                                              Iuliana I Borbone, signora del rione Sanità del Regno di Napoli.

 

Immagino le tensioni che si sono create, molti uomini volevano avervi per moglie, come quel duca della contea di Ponticagnano, Beaver III von Klein, o sbaglio?
Siete una donna molto bella, mia cara Iuliana, il signor Nazaretto è veramente un uomo fortunato, e perciò vi esorto a non dare confidenza a nessuno di quegli uomini che tanto vi ardono, perché finireste per recare dolore solo a voi stessa.
In ogni caso, a voi posso confidare i miei sentimenti, so che siete una persona di buon cuore e che non tradireste mai la mia fiducia.
La verità è che il conte mi affascina, e non poco, mi ha completamente stregata, i miei pensieri sono rivolti solo a lui, come lo è il mio cuore.
Il mio caro Barbarossa è un marito fedele,ma, vedete, non ha la passione e l’affetto che dimostra il conte, non posso resistergli e ciò mi turba, perché mi duole recar un tradimento a mio marito.
Ma come si dice, al cuor non si comanda!”

“Non mi ricordi quel duca, mio marito l’ha affrontato ed è finita male, ha ordinato di incendiare tutti i possedimenti a Ponticagnano !
Che orrore, che pena il mio povero conte!
In seguito a quanto avvenuto, mi sono recata a porgergli le mie scuse, ma poi è successo quel che è successo, l’avete detto stesso voi, al cuor non si comanda!
Mio marito, per fortuna, non ne sa niente e mai ne dovrà venire a conoscenza.
Comunque posso comprendervi, mia cara! Custodirò il segreto, la corte non lo dovrà sapere, mai! Siete l’imperatrice e se ciò viene scoperto, avverrà una rivoluzione!”

Lessi la lettera di Iuliana giunta in quel momento con eccessiva curiosità.
Le sue parole mi erano di enorme conforto, non ero la sola! A volte certi sbagli vanno commessi, soprattutto nelle nostre vite, in cui non abbiamo avuto neanche l’occasione di seguitar l’amore ma abbiamo dovuto cedere alle pressioni delle nostre famiglie.
Strinsi la lettera al mio petto e cominciai a pensare al mio Giuseppe, ai nostri incontri segreti, al nostro amore di cui mai si parlerà nei libri di storia, ma che rimarrà solo nei nostri cuori.
Una domestica interruppe i miei pensieri, dicendomi che il bagno era pronto.
Mi rilassai nella vasca e ripresi da dove ero stata interrotta: il mio compito era quello di essere una buona moglie, capace di gestire ogni situazione e di recar supporto a mio marito, e non mi sembra di aver mai rinunciato ai miei doveri, quindi meritavo anche io ciò che volevo, e io volevo il mio prode conte.
Uscii dalla vasca e mi guardai allo specchio: ciò che vidi era una donna sulla trentina, dalla carnagione pallida, i capelli biondi e boccolosi e gli occhi azzurri, ma non era il ritratto della felicità, nonostante la sua bellezza.
Ordinai alle mie domestiche di prepararmi l’abito più bello che avessi, quel giorno avrei riconquistato la mia felicità e sapevo già chi mi avrebbe aiutata.

  
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