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Autore: ScarlettBurton    24/12/2011    1 recensioni
Visto che siamo in tema natalizio, mi è frullata in testa l'idea di descrivere il Natale nelle sue forme più genuine, quali l'amore e la condivisione di affetti, da un punto di vista un po'.. insolito. Spero che questa one-shot possa, se non piacervi, almeno farvi sorridere.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era un pomeriggio inoltrato; fuori dalla finestra si potevano ammirare i fiocchi di neve scendere, con leggiadria ed eleganza, a decorare quel freddo venticinque dicembre. Gli elfi domestici, dopo aver sgobbato tutto il giorno con la cucina – quell'anno avevano dovuto lavorare ancor di più, considerando gli illustri ospiti che erano arrivati a scuola – ora si dedicavano ad attività varie: alcuni si dondolavano su piccolo seggiole di legno, altri parlottavano con le loro vocine acuti, altri ancora, laboriosi ed efficienti come sempre, si premuravano di compiere qualche altra piccola faccenda. Ogni tanto un flebile pop interrompeva quel clima di ovattata quiete che regnava sovrano nell'ampia cucina della scuola, segnale di qualche elfo di ritorno. Nessuna di quelle piccole creature pareva accorgersi, in quel clima di totale tranquillità, che mancava qualcuno.
Dobby, che di solito era il più vivace ed allegro fra tutti, e che specie nell'ultimo periodo aveva fracassato i timpani delle puntute orecchie dei suoi compagni con carole natalizie, non si vedeva da nessuna parte; e nessuno pareva rimpiangere la sua assenza, fosse anche solo per il fatto che, dopo una giornata di intense fatiche, era un piacere non vedersi disturbata la quiete da una gracchiante voce canterina. L'altra nota stonata di quella tranquilla orchestra era una figurina tremante, accasciata sul pavimento, sudicia come non mai, distesa accanto ad una grossa bottiglia semivuota. Tutti gli altri elfi, che quel giorno si sentivano particolarmente buoni, si limitavano ad ignorarla. Era insito nella loro natura, provare ribrezzo per una creatura come Winky: lavorava meno degli altri, era anche più fastidiosa di Dobby quando scoppiava nei suoi piagnistei inutili, e per di più passava il poco tempo in cui era sobria ad insultare tutti gli altri. Se nei confronti di Dobby era comune a tutti un'alzata di occhi al cielo, più ironica che contrariata, per Winky i piccoli elfi domestici nutrivano un senso di mal sopportazione, che sfociava, in alcuni casi, nel disgusto. Quel giorno, però, niente e nessuno avrebbe loro impedito di godersi quelle ore di risposo: avevano persino rinunciato a rimproverare quell'elfa, e qualcuno di buon cuore le aveva anche poggiato una spessa coperta rossa, in modo che non prendesse freddo.
All'improvviso, in quel quieto clima intriso di dolcezza e malinconia che solo il Natale sa donare, qualcosa s'infranse. Si udì un CRAC assai fastidioso, che contribuì a molte seggiole rovesciate e piatti rotti; e, all'improvviso, dal soffitto, cominciarono a piovere regali. Di ogni forma e dimensione, dalle carte vivaci e colorate, scendevano giù a fiotti, più copiosi della neve che discendeva dal cielo; e un'allegra musichetta natalizia accompagnava questo mirabile evento, a cui tutte le creaturine assistevano ammucchiate, strette tra loro, gli occhioni a palla spalancati e colmi di meraviglia. Dopo qualche minuto, quell'inconsueta pioggia terminò così come era cominciata; e, dal punto in cui qualche istante prima sembravano apparire dal nulla i doni, apparve Dobby, sorridente e buffamente addobbato di rosso, con una lunga e finta barba bianca. I suoi compagni parvero, se possibile, ancor più allibiti; nessuno riusciva a spiaccicare una sola parola.
- Buon Natale, miei amici! - urlò ad un certo punto il piccolo elfo, stanco di quel silenzio. Vedendo che gli altri, anziché rilassarsi, si ritrassero ancor di più, diede un piccolo sbuffo. - Oh, andiamo, Dobby deve proprio spiegarvi tutto? Questi regali sono per voi! Cosa pensavate che fossi andato a fare, tutto il giorno? - spiegò, col tono di uno che è convinto di dire una cosa ovvia. Nessuno si mosse; alcuni si limitarono a sostituire all'espressione sorpresa una maschera di puro nervosismo: che cosa diavolo si era messo in testa quel folle? Un mormorio astioso cominciò a diffondersi tra gli elfi; finché una voce, stridula e sconnessa, lo zittì all'istante.
- Gli elfi domestici non possono avere regali, Dobby, lo sai benissimo. Gli elfi domestici non sono mica esseri umani! - urlò quella vocina, imperiosa. Winky, chissà come, si era messa in piedi; con gli occhi lucidi, le orecchie flosce e la pelle chiazzata, sembrava più matta che mai.
Dobby, sbigottito, rimase qualche secondo in silenzio, alternando lo sguardo tra Winky e i suoi compagni, che sembravano, una volta tanto, essere d'accordo con lei. Poi, inaspettatamente, cominciò a ridere. - Non credevo – rispose, sghignazzando – che gli elfi, oltre ad essere dei servitori privi di diritti, dovessero privarsi anche dei loro sentimenti. - adesso non rideva più; il suo tono era amaro. - Io ho voluto farvi dei regali, perchè vi voglio bene.. E voi mi ringraziate guardandomi come se fossi un matto. Beh, poco male.. - borbottò infine, con un'amara delusione impressa nella vocina stridula. Gli altri elfi cominciarono a scambiarsi delle occhiate, a disagio; in effetti, stava nascendo in loro la consapevolezza di essersi comportati in maniera assai sgarbata. Nessuno ebbe modo di dire niente, però, che Dobby, preso dalla collera, si smaterializzò, lasciandoli da soli, coi loro sensi di colpa, davanti a vivaci regali di un Natale che si stava rivelando più strano che mai.

 

 

*

 

 

Una piccola elfa domestica stava zampettando lungo un corridoio deserto, al quinto piano. Dal nulla apparì una piccola porta lucida, nera; senza pensarci più di tanto, entrò nella stanza delle Necessità, con aria decisa dipinta sul piccolo viso.
Dobby era lì, rannicchiato sul pavimento, ad accoglierla con un'aria rabbuiata ed un pessimo umore. Non si era aspettata nulla di meglio.
- Dovresti tornare in cucina. - disse con voce stridula Winky, non trovando le parole adatte per dirgli qualcosa di più profondo.
- Per una sera potrete fare a meno del pazzo Dobby. - rispose l'altro, stizzito. Non era abituata a sentirlo così: in genere era lei quella scontrosa e depressa, non lui, sempre così allegro e buono con tutti. La piccola elfa trasse un sospiro; quindi si avvicinò piano piano a Dobby, accoccolandosi di fronte a lui.
-Io non posso fare a meno di Dobby nemmeno per qualche minuto. Le cose mi sembrano sempre molto più tristi quando non ci sei. - ammise, con tono leggermente imbarazzato. Le guance marroncine si tinsero di rosa. L'altro la guardò, meravigliato e confusamente felice; passò un lungo dito marrone su quelle guance imbarazzate, una nuova espressione dipinta sul viso.
-Mi hai fatto un bellissimo regalo, Winky. Dobby ti vuole bene! - esclamò, con rinnovata allegria. L'altra si limitò a sorridergli; e, presolo per mano, si smaterializzarono nelle cucine.
Qui l'Elfo Libero trovo una nuova e forse più grande sorpresa ad attenderlo. I regali che aveva lasciato quando era corso via non c'erano più; al loro posto, c'era la piccola folla dei suoi compagni, che sembrava essere in attesa proprio di lui. Si schiarì la gola, come per dire qualcosa; ma subito fu zittito dalle loro occhiate, felici e rilassate, e dalle loro manine che lo abbracciavano e lo spingevano in avanti, nella direzione in cui in genere c'erano le quattro enormi tavole della sala Grande. Una di queste era imbandita di ogni leccornia, come ogni volta che v'era un pasto; ma con un'occhiata all'orologio e un tuffo al cuore, Dobby si rese conto che non poteva esser ora di cena. E, cosa ancor più meravigliosa, al tavolo erano accomodati dei sorridenti Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley, che non gli erano mai sembrati belli come in quel momento.
-Buon Natale, Dobby!- esclamarono tutti in coro, elfi ed umani; e fu lì, seduto fra la sua gente e i suoi amici, che il piccolo elfo si sentì veramente felice, per la prima volta in tutta la sua lunga, esistenza, che fosse il venticinque dicembre.













Piccolo esperimento senza troppe pretese. Buon Natale a tutti voi! :3

  
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