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Autore: _Kiria_    01/04/2004    1 recensioni
Hollywood è il sogno di tutte le persone che intraprendono la carriera di attore. come se la caverà Noemi alla sua prima esperienza?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

NB:mi spiace ke in questa storia Orlando faccia la parte del bastardo…sappiamo tutti ke nella realtà lui nn è così ma in questa storia volevo ke fosse diverso dal solito smielato bravo ragazzo. In questo capitolo in particolare nn ha un comportamento da vero gentilman…Orlando se mai leggerai questa storia ti prego di perdonarmi!Ho un grande rispetto x te e il tuo lavoro e so benissimo ke nn sei cm io ti ho descritto…^^”

 

Non riuscivo a smettere di piangere nonostante le premure di Jhonny. Lui d’altra parte non sapeva più che fare “Noemi, ti prego, mi preoccupi! Dimmi chi ti ha fatto questo” il suo tono era davvero ansioso. Io non riuscivo a parlare ma solo a singhiozzare e piangere ancora.

“Va bene. Andiamo nella tua camera” mi prese in braccio e si incamminò verso la villa che McFly aveva affittato per tutto il tempo delle riprese. La villa era in stile inglese e molto grande. Al suo interno c’erano più di 1000 stanze. Ogni stanza era una sorta di mini appartamento completo di cucina, bagno e terrazzo.

Entrammo nella villa, semi-deserta se non per qualche cameriera, e ci dirigemmo ai piani superiori.

Johnny si fermò davanti al lungo corridoio e mi guardò sospirando “Noemi, riesci almeno a dirmi il numero del tuo appartamento?” me lo chiese in tono molto calmo.

“E’..è..il..numero..ven…venti” riuscii a dire tra un singhiozzo e l’altro. Lui mi sorrise e si incamminò velocemente verso la metà del corridoio.

“Dove tieni la chiave?” mi chiese fermandosi davanti alla porta.

“Non…non…la chiudo mai” gli dissi.

Lui non fu molto d’accordo “Invece dovresti!” mi sgridò ed entrammo dentro.

Il salotto era molto illuminato e soprattutto ordinato. Dovevano aver fatto pulizia da poco.

Jhonny mi fece accomodare sul divano “Stai qui. Vado a prepararti qualcosa” mi disse dolcemente.

“Jhonny, mi vado a cambiare, ti spiace?” gli chiesi con voce roca. La ritenevo davvero terribile, non sembravo nemmeno una ragazza.

“Certo che puoi!” mi disse uscendo un attimo dalla cucina.

Entrai nella mia camera da letto e chiusi la porta. Nel togliermi l’ingombrante vestito mi tornò in mente il bacio con Orlando. Le lacrime spingevano per uscire ma le ricaccia chiudendo forte gli occhi. Buttai il vestito senza troppe cerimonie sul letto e indossai un lungo e largo maglione grigio e mi sciolsi i lunghi capelli biondi.

Senza neanche mettermi un paio di pantofole, tornai in salotto.

“Sei presentabile, bambina?” mi chiese dalla cucina.

“Dipende dai punti di vista” gli risposi e per la prima volta, dopo trenta minuti schifosi, riuscii a ridere.

Jhonny ritornò con in mano un vassoio con sopra due tazze fumanti di tè.

Lo appoggio sul tavolino di legno davanti al divano e mi porse cautamente la mia tazza “Bevi, ti farà bene” mi disse premuroso. Lo ringraziai con un piccolissimo sorriso e sorseggiai piano la bevanda bollente.

Ci fu qualche minuto di silenzio. Poco dopo fu Jhonny con un colpo di tosse ad interromperlo.

“Ti va di dirmi perché eri in quello stato pietoso poco fa?” mi chiese poggiando la sua tazza sul vassoio.

Abbassai gli occhi. Non mi andava di raccontargli quello che era successo anche perché mi sembrava una cosa stupida.

“C'entra forse Orlando?” chiese sapendo di avere c’entrato il problema.

Voltai di scatto il volto verso la finestra e chiusi gli occhi.

“Noemi, ti prego!” insistette lui questa volta con fare serio.

Mi voltai lentamente verso di lui cercando di non scoppiare di nuovo in lacrime.

“Orlando non mi ha fatto niente, almeno è quello che credo! Voglio dire, non mi ha fatto niente di quello che non mi ha già fatto. Mi ha umiliata come ha sempre fatto” sperai che a Jhonny bastasse come spiegazione.

Lui cercò il contatto con i miei occhi. Solo guardandoli capiva se avevo detto tutta la verità o se c’era dell’altro.

“Non vuoi dirmi il resto. Non importa, vorrà dire che quando te la sentirai me lo dirai tu da sola, ok?” mi disse mettendo le due tazze sul vassoio e alzandosi dal divano. Io annuii con la testa.

“C’è stato un bacio” gli dissi tutto d’un fiato.

“Cosa?” lui si voltò velocemente verso di me. Appoggiò di nuovo il vassoio sul tavolino e si sedette accanto a me.

“Un bacio hai detto?” mi chiese come per avere una conferma ulteriore. Io annuii soltanto abbassando lo sguardo.

“Aspetta un momento, Noemi! C’è dell’altro ancora, non è così? Perché nessuno si riduce come te solo per un bacio” mi disse per spronarmi a dire la verità.

“Ma è una cosa stupida, forse frutto della mia immaginazione da bambina! Dio mio, Jhonny! Eravamo sul set ed era la scena dove i due protagonisti si scambiano un bacio, niente di più niente di meno!” gli dissi alzando la voce seccata da tutte quelle domande.

“Adesso calmati! Se era solo un bacio da film perché ti ho trovata in lacrime in preda ad una crisi? Spiegamelo per favore perché non ci sto capendo molto!” mi disse alzando anche lui la voce.

“Non mi ha baciata come si fa nei film! Non è stato un semplice sfiorarsi di labbra! E’ stato un bacio vero! Un bacio a cui ho risposto lasciando trasportare troppo e che mi ha sconvolta!” gli risposi tra i denti alzandomi in piedi di scatto e stringendo forte i pugni.

“Io lo sapevo…lo sapevo fin da quando ho scoperto che avrei lavorato con lui che ci sarei cascata!” il mio tono ora era più calmo. Ora era Jhonny a preoccuparmi. Mi voltai e lo vidi tranquillamente seduto sul divano con aria pensosa. Aveva lo sguardo fisso su di me.

“Stai pensando che sono una povera stupida ragazzina, vero?” gli chiesi tranquilla.

“No! Sto solo pesando che Orlando è una gran figlio di sua madre! So anche però che tu sei abbastanza in gamba per cavartela da sola ma sappi che se hai bisogno di un consiglio io ci sono!” mi disse alzandosi.

“Mi stai abbandonando?” gli chiesi rabbiosa correndo davanti a lui.

“No! Non lo farei mai! Io non posso mettermi in mezzo ma è ovvio che provi qualcosa per Orlando altrimenti non ti avrei trovata in quello stato. Ma Orlando sta giocando sporco, lui sa che sei molto attratta da lui quindi stai attenta, ok?” mi disse premuroso come sempre. Io annuii con un piccolo sorriso. Lui mi abbracciò forte e mi diede un piccolo bacio sulla fronte.

“Ci vediamo presto, vai a riposarti!” mi disse uscendo.

Aveva ragione. Provavo qualcosa di molto forte per Orlando, nonostante tutto il male che mi stava facendo. Aveva anche ragione sul fatto che non poteva fare molto per me e che dovevo cavarmela da sola. Dovevo mettermi in testa che mi aveva solo presa in giro per divertirsi.

Ero molto stanza e dopo aver fatto una rapida doccia e indossata la mia camicia da notte mi coricai sotto le coperte addormentandomi di botto.

**

Sentivo dei lievi passi nella mia camera. Avevo gli occhi chiusi e un gran sonno e pensai che fosse tutta colpa della gran stanchezza. All’improvviso sentii freddo e qualcosa sopra di me. Aprii a fatica gli occhi e quello che vidi mi fece passare completamente il sonno.

“OR..” non riuscii ad urlare perché Orlando mi coprii la bocca con una mano.

“Buona, bellezza! Non ti agitare tanto, sono qui per farti divertire, tranquilla” disse con un ghigno maligno sulla bocca scoprendomi di più.

Avevo le mani libere. Gli battei qualche pugno sul petto ma non fece alcun effetto “Ma come siamo agitate! Cosa devo fare? Legarti? Sei forse amante del sadomaso?” era sempre più disgustoso. Prese ad accarezzarmi le gambe e a baciarmi il collo. Sentii il mio cuore battere forte ma non per l’emozione ma per la gran paura che stavo provando. Avevo capito cosa voleva Orlando.

“Sai, il bacio di oggi mi ha soddisfatto molto. Ci sai fare ma ho capito subito che in altre cose non sei molto esperta, anzi, credo che tu sia ancora vergine!” mi disse all’orecchio per poi fissarmi. Spalancai gli occhi e lui rise “Ci avrei giurato! Puoi stare tranquilla, non ti farò provare dolore ma solo un gran piacere, solo se tu stai buona e collabori con me” mi disse alzandomi la camicia da notte e facendo scorrere la mano sul mio ventre per poi arrivare ai seni.

Avevo paura e non potevo difendermi. Avevo entrambi i polsi bloccati e ora le sue labbra erano incollate alle mie. Urlare non sarebbe servito a niente. La villa era completamente deserta. Era il compleanno di McFly e tutti gli attori e collaboratori erano alla sua festa che teneva nel più lussuoso ristorante di Los Angeles.

“Ti prego Orlando! Non farmi questo, ti prego” cercai di dirgli mentre le lacrime scendevano copiose sul mio viso.

“Ehi, quanta fretta di avermi! Pregare non servirà a niente, dovrai soffrire un pochino prima” finse di non capire e continuò la sua tortura alzandosi sempre di più la camicia.

“NON VOGLIO! LASCIAMI ANDARE!” ora mi dimenavo. Facendo così Orlando non avrebbe potuto farmi quasi niente.

“STA FERMA STUPIDA!” mi diede uno schiaffo e si slacciò di gran fretta i pantaloni.

“NO! TI PREGO!” urlavo e piangevo mentre Orlando non smetteva di toccarmi. Io desideravo Orlando, ma non in quel modo. Non così. Quello era solo un suo sfogo e non amore.

Smettila! Se non ci stai te ne farò pentire, hai capito?” mi disse stringendo una mano intorno alla mia gola.

Stavo per concedermi a lui ma in qualche modo mi liberai. Riuscii a mettergli una gamba in mezzo alle sue e a tirargli un calcio.

Lo vidi cadere a terra tra le urla mentre io scendevo per scappare.

“BRUTTA PUTTANA! VIENI QUA!” ancora dolorante mi tirò a terra per i capelli e mi salii sopra.

“NOO! LASCIAMI!!” cercavo di dimenarmi ma fu tutto inutile. Qualcosa però lo fermò.

Dei passi provenienti dal corridoio e numerose voci fecero alzare di scatto Orlando.

Lo vidi aprire la porta e correre fuori. Istintivamente la chiusi a chiavi e mi lasciai scivolare a terra scoppiando a piangere.

L’incubo per il momento era finito ma non l’avrei dimenticato tanto facilmente.

 

 

 

 

  
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