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Autore: Sherlock Holmes    24/12/2011    3 recensioni
Un pendolino davanti agli occhi.
Due uomini intrappolati nei propri sogni... Nei propri incubi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HOLMES
Watson si sdraiò su quello che pareva un pavimento in vetro.
- Se ne sono andati!- esclamò, felice.
- Sì? Davvero?- domandai.
- E lei che ci fa qui?- mi chiese.
- Oh, mi scusi se l’ho salvata, Watson…-
Fu colpito dalle mie parole.
- Già, è vero. Allora, devo ringraziarla.-
 
Non capivo.
Se aveva superato la sua paura più grande, il suo incubo, perché eravamo intrappolati ancora nella sua mente?
 
Mi accostai a lui.
- Ah! La mano!- esalò, con un gemito di dolore, afferrandosela.
- Che ha?-
- L’ho sbattuta contro qualcosa…-
Aggrottai le sopracciglia.
- Non ci si fa male nei sogni…-
Watson mi osservò:- Questo non è un sogno, è ipnosi. Ciò che accade qui si riflette nella realtà.-
- Allora sa che è sotto ipnosi?-
- Certo! Tra poco mi sveglierò, allo schiocco di dita del dottor Friedrich.-
“Cosa?”
- Schioccare le dita non serve… Me lo ha rivelato lui stesso…-
- Ma che dice, Holmes? Beh, Holmes… Insomma, lei è una proiezione della mia mente.-
- Non proprio…-
- In che senso?-
Come potevo riuscire a spiegarglielo?
- Sono entrato nella sua mente, per salvarla. Sono l’Holmes della realtà.-
Watson arrossì.
Non avrebbe mai voluto rivelarmi la sua paura… E, invece, l’avevo parzialmente vissuta con lui.
- Bene.- affermò, schiarendosi la voce. - Non capisco perché l’ha fatto, dato che il dottore poteva svegliarmi in qualunque momento…-
- Non è così, Watson!-
- Le assicuro di sì. Ho letto così tanti trattati di Freud…-
Quindi, il doktor mi aveva mentito… Perché?
- Ho chiesto al dottor Friedrich di eliminarmi il sogno ricorrente a cui ha appena assistito, Holmes.-
- Aspetti… Ciò che è successo non rappresenta la sua paura più grande?-
Mi fisso, straniato, per poi affermare con certezza:- No.-
Mi alzai in piedi, cominciando a camminare, avanti e indietro.
- Che sta facendo, Holmes?-
- Rifletto.-
- Riguardo a che cosa?-
- Il freudiano mi ha mentito riguardo a come uscire dallo stato d’ipnosi… E scommetto che non ha intenzione di schioccare le dita per riportarci nell’universo della realtà.-
Watson si mise a ridere. – Oh, andiamo, Holmes!-
- Quando ho accennato al tedesco di una possibile trappola ai miei danni, si è messo a tremare. Non per paura della sorte di Watson… Ma per timore della sua sorte, se avessi scoperto che tutto questo è stato macchinato per incastrarmi!-
Watson si alzò, cupo:- So già dove vuole arrivare…
- Altrimenti, perché chiedere un consulto su un paziente psicologicamente malato ad un chirurgo?-
- Il suo ragionamento sembra non fare una piega…-
Alzai la nuca, mettendomi una mano tra i capelli:- Moriarty.
Solo il professore avrebbe potuto organizzare quest’intrigo così sottile e subdolo…
Ma perché? Perché intrappolarmi nella mente di Watson?
- Che facciamo, Holmes?-
Mi misi le mani in tasca.
- Il doktor mi ha rivelato che per uscire dall’ipnosi si deve affrontare la propria paura più grande.-
- Quindi, sia lei che io…-
Annuii.
- D’accordo… Qual è il suo incubo peggiore, Watson?-
- Io…-
Non voleva confidarsi. A dir la verità, non voleva farlo nemmeno il sottoscritto… Ma era necessario.
- Avanti, Watson… La esterni e la affronti.-
In quell’istante, Watson ebbe un’illuminazione.
- E’ un modo perfetto per ucciderla, Holmes…-
- Cosa?-
- Nell’ipnosi, ciò che accade nella mente riverbera nella realtà…-
- E quindi?-
- Ecco perché Moriarty ha pianificato tutto questo…-
Scossi la testa:- Per la prima volta, non capisco che intende, Watson.
Il mio socio alzò la nuca, e mi fissò negli occhi:- La mia paura più grande… E’ quella di vederla morire, Holmes.-
Quest’ultima frase sembrò rimbombare, nella sala di vetro in cui ci trovavamo.
 
Improvvisamente, sentii un dolore lancinante al petto.
Abbassai lo sguardo e vidi allargarsi una rosa di sangue sulla mia camicia.
Posai la mano su quella chiazza rossa.
Ebbi un giramento di testa che mi fece crollare pesantemente a terra.
- Holmes!- gridò Watson, afferrandomi alle spalle, per evitare di farmi sbattere contro il duro pavimento.
- No… Come… Oh, no… No! Oh, mi dispiace… Holmes, Holmes… Non chiuda gli occhi, ascolti la mia voce…-
- Wa…Watson…-
- Non si sforzi! Oh, che cosa ho fatto…-
- Va… va bene così… Così, uscirà da qui…-
Sentii qualcosa di umido e tiepido cadere sul mio collo.
Una lacrima.
Una lacrima di Watson.
 
Avevo paura di morire.
Chi non l’aveva mai avuta?
 
La mia paura più grande era, però, quella di vedere la morte di Watson.
Io e il mio amico avevamo lo stesso timore. Uno riflesso nell’altro.
Non lo dissi ad alta voce, in modo che Watson, almeno lui, si salvasse da questa trappola diabolica.
 
I miei sensi si offuscarono…
 
E poi, fu il nulla.
 
POV WATSON
- NO! HOLMES, SI SVEGLI!-
Nessuna reazione.
Avevo cercato di fermargli l’emorragia, senza alcun risultato.
- Holmes…- mormorai, scuotendolo.- Holmes, la prego… Non può abbandonarmi…-
Mi tremarono le labbra, e gli occhi ridivennero umidi.
Avevo timore ad ascoltare se aveva battito.
Avevo timore di quello che avrei potuto non sentire.
Non poteva essere morto.
Non doveva.
Allungai la mano tremante e gli tastai il polso.
Non sentii nulla.
 
- Holmes…-
  
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