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Autore: The Edge Of Darkness    25/12/2011    3 recensioni
AU/What if. Anakin scopre il piano di Sidious e farà di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote. Questo però vuol dire sacrificare sè stesso per salvare la moglie e il figlio non ancora nato. Con l'aiuto di Obi-Wan, riuscirà a cambiare i piani del Signore dei Sith, a costo della sua libertà e rischiando di perdere la vita, nonchè la sanità mentale. Sette anni dopo la sua incarcerazione, inizierà il viaggio per ritrovare la sua famiglia. Un viaggio più lungo e più difficile di quanto potesse pensare. Un viaggio che lo segnerà profondamente, durante il quale crescerà e maturerà. La sua piccola Odissea personale. (Rating Arancione per sicurezza, alcune scene sono un po' forti)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 30 – Far Too Human To Let Go

Sorvolai un paio di volte lo spazio sopra la base. Si trovava in una fitta foresta, formata da piante sconosciute ad alto fusto e proprio accanto a un fiume piuttosto impetuoso. Chi aveva progettato e costruito la base era stato molto saggio scegliere quel luogo, dato che strategicamente parlando era il posto migliore nella zona. Facile da difendere, con molta acqua e una fitta foresta tutto attorno per per nascondersi.

Trovai un buon punto per atterrare e lentamente iniziai la mia discesa, mentre R2 teneva il suo occhio elettronico fisso alla ricerca di ogni presenza imperiale attorno il il punto di atterraggio. A quanto pareva, erano tutti chiusi nella base per proteggerla. Il che era una un'ottima cosa. Non appena il mio X-Wing toccò terra, lasciai il presto delle procedure a R2 e dopo aver slacciato le cinture di sicurezza aprii la cabina e saltai giù. Mi guardai intorno mentre indossavo il mantello.

"R2, per favore, prenditi cura della navetta. Se qualcuno si avvicina, portala lontano da qui. Io non voglio che lo trovino, capito?" Con un fischio basso e lungo mi disse che era d'accordo.

Aveva appena messo piede, o meglio, ruota, sul terreno erboso, ed stava già verificando i motori e gli scudi. Quel piccolo barilotto di latta era instancabile, non c'era modo di distrarlo dai circuiti e le macchine non appena aveva un momento libero.

"E, fammi un favore, mi puoi mostrare di nuovo i piani della base?" Girò è cupola verso di me e puntò il oloproiettore a terra, un attimo dopo la stessa holo che Aleha ci aveva mostrato mi apparve davanti. Avevo due possibilità per entrare. Uno di questi era un piccolo ingresso posteriore a sud-ovest della base. Era una porticina che sicuramente non veniva aperta quasi mai ma con un buon taglio di spada laser poteva essere aperto in un attimo.

L'altro era una una sorta di tubo dell'acqua, un canale artificiale che portava l'acqua dal fiume al serbatoio di stoccaggio di base. Quella era la mia seconda opzione. Altrimenti, se nessuno dei due metodi avesse funzionato, potevo sempre saltare da uno degli alberi sulle mura di cinta. Non era un metodo elegante, ma almeno era efficace. Plateale, ma efficace.

Nel frattempo dovetti trovare una via d'uscita per tutti i prigionieri. Da quello che ho potevo vedere dal blocco delle celle c'era un solo modo sicuro per uscire e avrei dovuto assicurarmi che fosse completamente sgombro nel momento in cui dovevo far passare i prigionieri. C'era un corridoio, tre piani più su, che correva perpendicolarmente al corridoio principale dell'area di detenzione e che portava dritto in una stanza probabilmente utilizzata come sgabuzzino o roba del genere, ma che soprattutto costituiva la connessione tra le due sezioni della base, tramite un condotto di sicurezza che condiceva parte della base che era nelle mani della Ribellione.

Quella era la mia via d'uscita. Era lontano dalle celle, ma era il modo più sicuro per portarli fuori tutti d'un pezzo. Dovevo fare in modo che non ci fosse nessun soldatino a rompere le scatole però.

"Bene. Tieni d'occhio il ComLink, se ho bisogno di aiuto ti chiamo. D'accordo?"

Non credo sia opportuno tradurre letteralmente quello che disse, diciamo solo che se avesse avuto le gambe mi avrebbe mandato a calci in culo verso la base.

"Va bene vado non ti preoccupare, vado!" Tirai il cappuccio sopra la testa e mi diressi verso la base. C'era circa un miglio tra dove avevo “parcheggiato” la navetta ed il perimetro della base, non era una distanza enorme, ma i cespugli erano piuttosto fitti ed era un po' difficile aggirarli. Gli alberi erano alti e spessi abbastanza da darmi una buona copertura in caso ci fossero telecamere di sicurezza o altre cose del genere. Camminando molto lentamente mi avvicinai alla base e, non appena avvistai il muro perimetrale rallentai ancora di più. Non volevo essere visto. Temevo avessero dei rilevatori di movimento sparsi per la foresta, ma fortunatamente non era quello il caso.

Raggiunto il limitare del bosco, mi inginocchiai dietro uno degli alberi più grandi che trovai intorno a me e sbirciai verso il muro. Vidi almeno sei soldati e due torrette nello spazio di qualcosa di più di un centinaio di metri. Quel posto era pesantemente sorvegliato. Che cazzo, avrei dovuto passare dall'altra parte.

Il che significava passare attraverso il tunnel che portava acqua pulita dal fiume vicino al deposito dell'acqua principale. Avrei dovuto fare un giro più lungo, ma almeno avrei avuto la possibilità di sgattaiolare dietro di loro senza essere notato. E la furtività era la chiave per il successo dell'operazione.

Dovevo essere veloce, perché davanti a me c'era una lunga nuotata. E il tempo passava. Ahsoka mi aveva dato due ore da quando lasciavo la nave ammiraglia della flotta. Erano già passati quaranta minuti. Camminai rimanendo ad un paio di metri dai margini della foresta e raggiunsi il fiume. L'ingresso del tunnel artificiale che entrava nella base era a sud della mia posizione, contro corrente. Non sarebbe stato facile ma con un piccolo aiuto da parte della Forza, era più che fattibile. Avevo nuotato in posti peggiori, dopotutto. Mon Calamari...

Aprii una delle tasche più grandi della mia cintura e afferrai il respiratore aquata. Speravo che funzionasse ancora dopo tanti anni. Una volta che l'ebbi messo in bocca, respirai a fondo e constatai che quanto meno l'aria passava ancora, dopodichè mi immersi fiume e nuotai contro corrente. Era un po' più difficile di quello che avevo preventivato, soprattutto perché i vestiti si inzupparono in fretta e divennero incredibilmente pesanti. Almeno il respiratore funzionava bene e potei respirare normalmente pur stando almeno un metro sotto la superficie dell'acqua, anche se mi ci volle un attimo per adattarmi.

Improvvisamente tutto quello che avevo fatto al corso di volo e durante l'annesso allenamento mi tornò utile. Raggiunsi l'ingresso del tunnel prima di quanto avessi pensato. Quando trovai l'imboccatura, diedi una rapida occhiata fuori dall'acqua, solo per vedere se ci fosse qualcuno di guardia che l'ingresso posteriore. Per fortuna, non c'era nessuno su quel lato del muro di cinta. Un po' di fortuna ogni tanto...

Mi tolsi i capelli dagli occhi e mi guardai intorno. Il tunnel era proprio davanti a me, mezzo pieno d'acqua. Il tunnel era appena largo abbastanza per strisciarci dentro, e non è che avessi molto spazio per muovermi visto che non sono propriamente piccolino. Una trentina di metri passati a strisciare nel tunnel fangoso, raggiunsi una griglia di protezione.

Con attenzione, la tolsi di mezzo con un taglio rapido e preciso e lentamente ripresi a strisciare in avanti. Il tunnel da quel punto era largo abbastanza per starci in piedi, anche se dovetti piegarmi per non sbattere la testa contro il soffitto. Ero immerso in acqua fino ai fianchi, ma almeno ero in piedi. Avevo fango ovunque e dava un fastidio immane, ma l'asciutto era a portata di mano. Lì sotto però era terribilmente buio e per vederci dovetti usare una torcia elettrica.

Da quello che riuscivo a malapena a vedere, la galleria continuava per una lunghezza indefinibile, così continuai a camminare e basta. Mi ricordava quel giorno, sulla Invisible Hand, quando io e Obi-Wan per poter scappare da Grievous e il suo manipolo di droidi avevamo tagliato una delle pareti del serbatoio del carburante della nave. Bella idea. Almeno questa volta è stato solo acqua. Acqua incredibilmente fredda mescolata a fango e muschio, ma solo acqua.

Quel tunnel sembrava senza fine, ma dopo un tempo che mi sembrò una vita intera trovai un'apertura alla mia sinistra. Non era nemmeno chiusa, neanche una grata o un cancellino, niente. Salii i tre pioli della scaletta arrugginita ed entrai in quella che sembrava il deposito principale della base.

C'erano scatole di varie dimensioni e botti di duracciaio sparsi ovunque, ammucchiati intorno alle mura uno sull'altro. Era ovviamente un deposito di qualche tipo. Aprii una delle scatole plastacciaio per ritrovarmi davanti un compartimento pieno di mine di prossimità.

Che branco di imbecilli. Mai, mai, lasciare materiale esplosivo, così tanto soprattutto, in una parte così debole della base. Chiunque con una fiamma ossidrica può passare attraverso una griglia di protezione!

Mi venne in mente un'idea. Presi due pacchetti di mine e mi avvicinai alla porta del magazzino. Aspettai un paio di secondi, concentrandomi così da poter capire se ci fosse qualcuno dall'altra parte. Potevo sentire i passi intorno a me, ma niente di vicino alla porta. C'erano molti soldati ai piani superiori, ma nessuno al mio stesso livello. In quel modo potei proseguire certo del fatto che almeno finchè restavo lì non avrei incontrato nessuno.

Aprii la porta e uscii.

Cercai di dare una sistemata i vestiti zuppi e mi tirai indietro i capelli che continuavano a finirmi davanti agli occhi, ma non ottenni granchè. Erano troppo bagnati e infangati. Strizzai il mantello, e lasciai una pozza piuttosto consistente ai miei piedi, ma almeno aveva smesso di gocciolare. Quando finalmente fu almeno decente abbastanza da essere indossato, anche se reso pesante ed esteticamente osceno dall'acqua e dal fango me lo misi sulle spalle, tirando su il cappuccio fino sopra il viso. Era il momento di entrare in azione.

Ma le cose vanno mai come ci si aspetta. Mai. Se trovare l'ingresso giusto era un po' difficile, farmi strada strada verso la base lo fu ancora di più. Era un labirinto impazzito pieno di attività, con gente che si muoveva su e giù per i corridioi di ogni piano e non fu facile trovare la direzione giusta trovare la giusta direzione, considerando che ogni volta che sentivo parlare o mi accorgevo che qualcuno si stava avvicinando doveo o cambiare direzione o nascondermi da qualche parte, e non era sempre facile trovare una stanza vuota in cui infilarsi.

A dire la verità, un paio di volte fui costretto ad agire per evitare di essere scoperto. Dovetti spezzare più di un collo pur di rimanere nell'anonimato, per non parlare di più di un trucco mentale. Ero stato fortunato, perchè non sempre funzionava. Alcuni cloni erano più deboli di altri, e con quei cloni specifici, ho dovetti usare la forza. Non la Forza, voglio dire che a volte ho dovuto abbatterli, ho dovuto usare la forza bruta.

Una volta riuscii a distrarre un soldato in modo da muovermi senza essere notato, ma che fu solo fortuna. Un paio di volte ho dovuto rompere qualche collo e nascondere i corpi, cose del genere. Cercai di rimanere nascosto che che potevo, ma a volte non riuscii a passare così inosservato come avrei voluto. Inzuppato com'ero, facevo un rumore infernale.

Tutto intorno a me sentivo i movimenti febbrili dei soldati e degli impiegati della base, e più mi muovevo lì dentro e più mi convincevo che Vader era vicino.

Troppo vicino per i miei gusti. La sua eco nella Forza era quasi insopportabile. Potevo sentire quella eco maligna che stritolava la Forza intorno a me, oscurando tutto, molto più di quel che potessi immaginare. E voglio dire, ho visto quello che il Lato Oscuro può fare, ho vissuto i suoi effetti collaterali sulla mia pelle più di una volta, conoscevo più bene quello che sentivo intorno a me.

Mi concentrai sul mio lavoro ma la sensazione di oscurità non se ne andò. Dovetti spingermi a superarei i miei limiti a sopportare quella eco, ma riuscii a resistere. Dannazione, l'ultima volta che ci eravamo visti, ci eravamo quasi uccisi a vicenda, ma non era arrabbiato in quel momento. Proprio in quel momento, in quel frangente lì su Daltarra, potevo sentire la sua ira.

Palpatine doveva averlo mandato lì a vegliare sulla sua base, ma noi lo avevamo preso alla sprovvista in qualche modo. Era veramente incazzato, lo sentivo chiaro e tondo. Ma io avevo qualcuno per cui combattere, ed ero troppo umano di lasciarsi andare. Non potevo. Avevo giurato sulla Forza stessa che avrei fatto tutto il possibile e anche di più per proteggerla, e non potevo lasciarla andare solo perché mi trovavo nello stesso edificio della mia nemesi. Non potevo. Mi fermai per un attimo, feci un respiro profondo e cercai di smettere di pensare a Vader, sostituendo quel pensiero con la fortissima, indistruttibile determinazione di riportarla a casa sana e salva.

Per riaverla con me. Quel pensiero mi tenne insieme e mi aiutò a concentrarmi anche se la Forza intorno a me si muoveva così rapidamente che a volte mi faceva girare la testa. In ogni caso trovai la rampa di scale che portava al piano superiore e le imboccai. Lì c'era molta più attività. Dovetti fare molta, molta attenzione.

Improvvisamente sentii che qualcuno si avvicina e mi nascosi in una stanza alla mia sinistra. Troppo tardi. Avvertii la presenzadi qualcuno che si avvicinava e mi concentrai su di esso.

"Dannazione ..." mormorai. Afferrai l'elsa della spada e aspettai. Il soldato aprì la porta e sbirciò dentro, la canna del blaster puntato lontano da me. Non potevo permettermi di aspettare troppo, così mi mossi più in fretta che potevo e utilizzando la Forza gli strappai il blaster dalle mani.

"Che cazz. .." Non potè finire la sua imprecazione. Feci un passo verso di lui e accesi la lama. Gli passai la lama proprio attraverso il cuore, uccidendolo all'istante. Cadde a terra ma fui abbastanza veloce a supportare il suo cadavere prima che cadesse a terra facendo più rumore di un motore a iperguida rotto. Lo trascinai lontano dalla porta posai il più delicatamente che potevo sul pavimento, poi frugai nelle tasche della sua cintura porta attrezzi. Non aveva le chiavi di cui avevo bisogno, ma aveva un olodisco programmato con una mappa olografica della base. Quello poteva essere utile. Aveva un'altra cosa utile. Un comunicatore imperiale. Presi il casco e tolsi la cuffia. Non avevo bisogno del microfono, ma il ricevitore sarebbe piuttosto utile. In quel modo potevo ascoltare le loro conversazione e scoprire se ero stato avvistato o no. Mi infilai l'auricolare e poi uscii. Il corridoio era vuoto. Fantastico! Ero libero di muovermi come volevo, almeno per un po'.

Studiai un attimo la mappa per un attimo poi andai verso sud. C'era un'altra scala che portava dritto all'area di detenzione. Facendo sempre molta attenzione, mi diressi verso le scale, ma questa volta andai un po' più veloce.

Era una di quelle situazioni in cui l'unica regola è "essere veloce o essere morti". Tutte le operazioni in assetto one-man-army sono una questione di fretta. Aprii la porta della scala e praticamente corsi di sopra, di due piani. Ancora nessuna attività Imperiale lì.

Ed era strano. Certo, avevano bisogno di controllare i prigionieri e i ribelli fuori... ma solo uno scontro diretto con un soldato soldato da quando ho fatto un passo nella base? Quel giorno stava diventando sempre più strano ogni minuto che passava.

Stavo per aprire un'altra porta quando sentii una strana eco attraverso la Forza, qualcosa di strano, un misto di paura e determinazione, mescolato con qualcosa di nuovo, qualcosa che non sentivo da anni. Qualcosa che provavo ogni volta che ero con Padmé. Rra vicino, ed era spaventata. Dovevo muovermi!

Praticamente feci saltare la porta entre la aprivo solo per ritrovarmi davanti ad una piccola squadra di stromtrooper e un paio di ufficiali.

"Oh, merda ..." Mormorai mentre accendevo la spada laser nel momento stesso in cui davano l'ordine di sparare su di me

"Abbattetelo!" gridò uno degli ufficiali.

Abbastanza facilmente, riflessi i loro colpi, facendoli rimbalzare verso il mittente, ammazzando o mutilando a morte molti di loro mentre camminavo attraverso il gruppo. Ogni passo che facevo, uno o più soldati caddero a terra, morti. Lasciai i due ufficiali per ultimi. Uno di loro estrasse la pistola dalla fondina, ma gli taglia l'avambraccio appena fece il movimento, per poi mozzargli la testa con un unico movimento della spada, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo.

L'altro ufficiale, terrorizzato, corse verso l'altra porta cercando di fuggire, ma con una spinta veloce attraverso la Forza lo mandai a terra con gli altri, anche se vivo e ancora in un unico pezzo. Camminai verso di lui, spostando con un calcio l'ufficiale decapitato. Appena fui al suo fianco mi inginocchiai accanto a lui. Lo guardai mentre cercava di fuggire via da me, ma lo fermai, afferrando l'orlo della sua uniforme.

"Tu sei?" gli chiesi, stranito dalla mia stessa calma.

"Tenente Piet". balbettò.

"Piacere di conoscerti tenente. Ora, io so che non è il modo migliore per conoscerso ma ho fretta di raggiungere un certo luogo. Per favore, puoi indicarmi la strada per l'area di detenzione?"

Tentai il trucco mentale su di lui, e dal cambiamento di espressione sul suo volto, funzionò perfettamente.

"Terza porta sulla destra, prendi l'ascensore e vai al secondo piano sotterraneo. avrai bisogno di una chiave speciale per arrivare a quel piano." rispose, docile come un cucciolo bantha.

"Hai quella chiave?" gli chiesi-

"Sì". Si frugò nella tasca sinistra e afferrò una tessera magnetica.

"Eccola" presi la tessera.

"Grazie tenente. Apprezzo molto il tuo aiuto. Ora, se qualcuno ti fa domande su questo casino, dì loro che è stato Anakin Skywalker a farlo. Sapranno chi stai parlando."

"Sì, signore. Lo farò signore."

"Bene. Ora, perché non dormi un po'? Sembri stanco."

Fu così facile! E lo ammetto, mi divertii un sacco a fottergli la mente. Quando l'ho lasciato, stava dormendo come un bambino. Mi diressi verso l'ascensore come mi aveva detto e intanto ascoltai attentamente le comunicazioni interne alla base.

Qualcuno stava cercando di entrare in contatto con i soldati di quel piano, perché i rumori della sparatoria si erano sentiti praticamente in tutta la base. Era i problema principale dei blaster. Erano rumorosi come l'inferno.

Quando presi l'ascensore, inserii la chiave magnetica al suo posto e spinsi il pulsante del piano. E ci volle un po' per arrivare al piano giusto ma non appena feci un passo fuori dall'ascensore mi ritrovai davanti ad un corridoio pieno di soldati.

Eddai, che palle! Un uomo non può neanche cercare di entrare di nascosto da qualche parte e passare inosservato?" Brontolai mentre rifacevo la scena di prima, accendendo la spada mentre mi sparavano addosso con tutto quello che avevano. E i colpi che potevano risultare pericolosi per me, venivano rapidamente rispediti al mittente con un paio di movimenti.

Caddero sul pavimento come un manipolo di soldatini giocattolo. Questi nuovi cloni erano seriamente disfunzionali, erano veramente pessimi. Mi mancavano i cari vecchi cloni di Fett. Quelli erano veri guerrieri, come loro fonte. MI feci strada attraverso la piccola folla di fronte a me lasciando una scia di cadaveri e arti mozzati dietro di me.

Questo è il lato peggiore di scontri ravvicinati. Il disastro che ci si lascia alle spalle. Controllai che non ci fossero sopravvissuti, ma non ce n'erano. Ne avevo spinto uno contro il muro così frote che il casco era incrinato in un paio di punti. E quelli erano considerati quasi indistruttibili. Beh, avevano anche iniziato a risparmiare sulle forniture militari.

Non potevo liberarli in quel momento però. Ma molti di loro stavano battendo contro i muri e le porte chiedendo cosa stava succedendo. E dovevo dire loro qualcosa!

"Aspettate qui, sono qui per salvarvi. Datemi solo un momento!" gridai.

Bene, ora era solo una questione di pulire le via d'uscita, e fino a quel momento, sarebbe stata la cosa più facile da fare. Il modo ce l'avevo già in testa. Avendo già ucciso tutti i soldati dell'area di detenzione, nessuno aveva chiamato rinfornzi, quindi la via era libera fino al punto che mi interessava. Ringraziai la Forza per i piccoli favori.

Il famoso corridoio e la porta erano tre piani sopra, e c'era un solo modo per raggiungere quel livello. L'ascensore. Una sola via d'uscita. Sembrava una sorta di legge, una frase che ricorreva in continuazione quel giorno!

Ricordate il mine di prossimità? Beh, ne avevo sei e le posizionai in punti strategici per tutto il tragitto dall'uscita dell'ascensore fino alla stanza con il corridoio di collegamento alla parte di base in mano ai Ribelli. Una misura di sicurezza più che un vero e proprio modo per far del male ai soldati. Quelle bombe fanno un rumore infernale quando esplodono, e potevo sentirle anche da tre piani più in basso.

Ero sempre più impaziente, attraverso il ComLink sentivo cose che non mi piacevano, roba tipo "Invia più truppe all'area di detenzione." o "Abbiamo un intruso. Trovatelo e uccidetelo!" Non mi lasciavano molto tempo. Avevo una squadra intera di bombardieri in attesa del segnale per poter volare sul pianeta e radere al suolo la base, avevo poco meno di un'ora per portarli in salvo.

Appena misi 'ultima mina, mi precipitai di nuovo verso l'ascensore e poi giù verso le celle.

"Ahsoka, mi ricevi?" La chiamai attraverso uno dei comlink

"Qui Ahsoka." rispose lei. "Come stai?"

"Zuppo fino al midollo e con un striscia di cadaveri troppo lunga dietroi". risposi.

"Ti hanno scoperto?"

"No, almeno non sanno chi è l'intruso. Ascolta, chiama le truppe sul lato della base conquistata, sto per aprire le celle."

"Bene. Chiamateci quando siete fuori".

"Senz'altro. Ci si vede!"

Utilizzando la stessa chiave che Piet mi ha dato, aprii la prima cella. L'uomo all'interno saltò come una molla quando vide la porta scorrevole aprirsi. Beh, credo che la vista di uno Jedi bagnato, coperto di fango fino ai capelli con la spada laser accesa non sia il massimo per uno già spaventato come potevano essere i prigionieri.

"Sono Atton Rosh, sono qui per portarvi in salvo!" dissi in tono di comando. Non so perché usai il mio nome falso. Semplicemente mi uscì così, come se nulla fosse.

"Chi?" chiese, ancora impaurito. Era pallido come un lenzuolo pulito di fresco.

Feci spallucce. "Non abbiamo tempo. Basta che ti di me, sono uno Jedi, esci di qui e prendi uno di quei blaster, potremmo averne bisogno dopo.” risposi. "Vai verso l'ascensore e aspettami. Ho un piano."

"Come hai fatto ad entrare qui?" chiese mentre prendeva uno dei blaster.

Aprii una delle porte. Ancora nessuna traccia di lei. "Ho strisciato attraverso un canale dell'acqua, dai usciamo di qui!" per esperienza personale, le persone che sono sotto shock, spaventate o preoccupate tendono a rispondere meglio ad un tono di comando, anche se può sembrare maleducato o indifferente.

Stessa scena ripetuta sei volte e per sei volte dovetti ripetere le istruzioni fino a quando aprii l'ultima porta.

"Sono Atton Rosh e..."

Mi bloccai a metà frase, assolutamente ammutolito.

Lei era lì. Sana e salva. Proprio come la ricordavo. Bella come sempre, mozzafiato anche in quella situazione terribile.

Improvvisamente, mi si seccò la gola e giuro sulla Forza che sentii il cuore saltare un battito o due.

"Anakin!"


Ohilà, buon Nasale a tutti! (cit)

Allora, forse non tutti sanno che questo capitolo, almeno la sua versione in inglese, è andato online esattamente un anno fa. Avrei potuto tradurlo e postarlo già un paio di settimane fa ma ho deciso di aspettare e di metterlo online la notte di Natale anche in questo caso. Perchè? Perchè è una sorta di regalo che vi faccio, finalmente i due si ritrovano, anche se c'è la mia solita interruzione strategica. Il prossimo è quasi peggio, ma cercherò di metterlo online il prima possibile. Divertitevi e ancora Buon Natale a tutti!!!!

   
 
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