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Autore: dark_lady89    25/12/2011    3 recensioni
Il giorno di Natale porta con se tanti ricordi e non sempre sono felici.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Passi che si avvicinano.
Li sento nell’incoscienza del sonno ed ancor prima di capirlo mi vedo estrarre la bacchetta pronto a difendermi da un eventuale aggressore. Così senza pensarci due volte lo immobilizzo. Questi riflessi li ho sviluppati durante la guerra, dove anche un minimo rumore poteva essere un agguato. Ho imparato a stare in guardia, anche mentre dormivo, perché se commettevi anche il più piccolo passo falso, beh eri morto.
Questi ricordi sono come una doccia gelata e gli ultimi residui di sogno scompaiono come neve al sole.
Mi alzo e vado incontro all’aggressore che altri non era che:
«POTTER!» gli urlo con sdegno «ma sei deficiente? Domanda stupida. Certo che lo sei! Quante volte devo dirti che non devi avvicinarti di soppiatto? Ecco! La prossima volta impari.» lo guardo mentre tenta di liberarsi, ma è legato troppo stretto e il bavaglio gli impedisce anche di parlare. Forse dovrei lasciarlo a terra, sarebbe una punizione adeguata. Nessuno può disturbare il mio sonno, e di certo svegliarsi con l’adrenalina a mille non fa bene alla pelle.
Stupido Potter.
Mi dirigo in bagno ignorandolo bellamente. Lui cerca di lanciarmi uno dei suoi  sguardi assassini, ma essere legato come un salame non lo rende per niente minaccioso.
Mi faccio una doccia e me la prendo comoda. Cerco di rilassarmi, visto che il mio risveglio non è stato dei migliori. Ricordare i giorni di guerra mi ha messo uno stato d’ansia addosso ed io odio provare ansia. Non è per niente uno stato d’animo fico, ti fa venire le rughe e le rughe non sono belle, quindi non posso provare ansia.
Punto.
Anche perché io sono bello e le cose non belle non fanno per me.
Esco dalla doccia, mi infilo il mio morbidissimo accappatoio ed esco dal bagno ancora gocciolante.
Vado in camera ed apro l’armadio, mi metto a fissarlo cercando di decidere cosa indossare quando alle mie spalle sento un tonfo, mi volto giusto in tempo per vedere l’idiota-Potter cadere dopo aver cercato di alzarsi.
E’ la scena più spassosa che abbia mai visto, e questo unita alla sua faccia mi fanno scoppiare a ridere.
Rido così tanto che mi vengono i crampi alla pancia.
Rido e lo guardo ma più lo guardo e più rido.
Non riesco a smettere, così in un momento di compassione lo slego. Lo vedo sgranchirsi mentre io continuo a ridere.
Si alza e si avvicina.
Il suo sguardo è di fuoco, se potesse mi incenerirebbe. Poi però mi abbraccia. Io resto un attimo basito ma è solo un momento e lo stringo anch’io.
«Buon Natale, amore» mi sussurra all’orecchio, tenendomi ancora tra le braccia.
Io mi irrigidisco.
E’ Natale, l’avevo scordato.
Io odio il Natale.
Non lo festeggio mai e questo lui lo sa. Sa che da quando i miei sono morti per me il Natale è morto con loro. Era la nostra festa, l’unica in cui ci riunivamo come una qualsiasi famiglia, scambiandoci doni e cercando di non litigare tra noi, perché come si dice: “A Natale si è tutti più buoni” ed era vero. Era bellissimo. Ma adesso è tutto finito e il Natale è diventato solo un giorno triste dove i ricordi mi sommergono senza che io possa farci niente.
«Amore, non fare così. Non deve per forza essere un giorno triste.» lo sento parlare ma non riesco a seguirlo, mi accarezza il viso, asciugando le lacrime che non mi ero accorto di versare.
Vorrei dirgli che ha ragione, perché razionalmente il suo ragionamento è giusto ma non c’è la faccio. Lo scosto da me, vado all’armadio e prendo le prime cose che mi capitano. Ritorno in bagno ed inizio a vestirmi, il tutto senza neanche una parola.
Non faccio caso a cosa indosso. Mi asciugo i capelli con un incantesimo e poi vado. Esco dal bagno come una furia, non lo guardo neanche ma con la coda dell’occhio mi rendo conto che è nella stessa posizione in cui l’ho lasciato, non si è mosso di un millimetro.
Scendo di corsa le scale, apro il portone e finalmente esco.
Mi dirigo verso la Londra babbana cercando di non pensare a niente.
Cerco di tenere i pensieri tristi fuori dalla mente, ci provo con tutte le mie forze ma non ci riesco.
Mi siedo su una panchina. Mi guardo intorno e mi rendo conto di trovarmi in un parco pieno di gente, pieno di famiglie felici che si godono il Natale in modo sereno.
Davanti a me passano un gruppo di persone, tra loro c’è un bambino biondo che non avrà più di dieci anni, mi ricorda me alla sua età, mano nella mano con la mamma e pochi passi più dietro il padre che li segue. Si sorridono, felici di trovarsi insieme.
Non riesco a guardarli così mi alzo e mi allontano mentre una lacrima temeraria mi scivola sul viso.
Mi ritrovo a percorre una strada che non facevo più da un po’.
I miei piedi si muovono da soli ed io non ho la forza di contrastarli. Mi fermo davanti ad un cancello. Lo sfioro con la mano indeciso se aprirlo o no. Poi mi do una scrollata mentale e faccio scattare la serratura. Davanti a me si aprono le porte della cappella nel quale riposano i miei genitori.
Mi avvicino lentamente alle lapidi, ho il cuore in subbuglio, manco da questo posto da troppo tempo.
Gli sono di fronte, fermo e immobile. Non riesco a respirare, vederli qui è un tormento. Non riesco ad accettarlo, non riesco a lasciarli andare.
Le mie ginocchia cedono, e mi ritrovo inginocchio appoggiato sulle mani.
E le lacrime non le controllo più. Piango. Piango per la loro mancanza, piango per l’ingiustizia della vita. Piango tutto, come non ho mai fatto. Quando le lacrime finiscono non provo più niente, solo rabbia.
Sono arrabbiato con loro perché mi hanno lasciato solo, se ne sono andati senza di me, lasciandomi indietro.
Dei passi dietro di me mi avvertono di non essere più solo, poi delle braccia mi stringono in un abbraccio stretto, e l’odore familiare di Harry mi entra dentro. Mi lascio andare contro di lui e altre lacrime prendono a scendere senza che io possa fermarle. Lo sento stringermi di più cercando di confortarmi.  Ed in questo momento capisco che non sono solo, c’è Harry con me.
«Grazie» lo sussurro piano, con la voce graffiata dalle lacrime.
«Draco non devi ringraziarmi, io sono qui per te. Io ti am-…» non lo lascio finire e lo bacio. Cerco di fargli capire quanto sia importante per me, quanto io lo ami, quanto sia felice di averlo accanto e come vorrei averlo al mio fianco per sempre. Lo sento sorridere e interrompere il bacio, ci ritroviamo entrambi con il fiatone poi mi accarezza le guance e sorride di nuovo «Ti amo tanto» lo dice prima di schioccarmi un bacio a stampo ed in quel momento mi rendo conto di essere felice.
Oggi è Natale ed io sono felice, e questo è solo merito di Potter, pazzesco!
….
Ci smaterializziamo a casa. Un attico nel centro di Londra, super lussuoso e super moderno che  condividiamo da quasi tre anni.
Appena tocchiamo terra, Potter mi prende in braccio ed inizia a salire le scale. E’ euforico, sprizza felicità da tutti i pori. Arriviamo davanti alla nostra stanza e lui senza posarmi entra.
Mi guardo intorno meravigliato. Non riesco a riconoscere la stanza, non sembra la stessa di questa mattina. Su ogni superficie ci sono petali di rose. Delle candele disegnano il percorso fino al letto, ed esattamente al centro del materasso c’è un piccolo astuccio. Lui mi lascia andare, appoggiandomi lentamente a terra. Mi fa segno di avanzare ed io lo faccio.
Mi avvicino lentamente, salgo sul materasso e prendo in mano l’astuccio.
Prima di aprirlo gli chiedo con gli occhi cosa sia ma lui sempre senza parlare mi fa segno di aprirlo. E’ in fibrillazione così lo accontento.
Dentro ci sono due anelli. Due vere d’oro sottili.
Lo guardo sorpreso, non credendo ai miei occhi.
Non può essere quello che penso. Non può.
Harry mi toglie di mano l’astuccio, stacca gli anelli e me ne porge uno.
Io lo prendo  senza parlare.
Poi lo vedo alzarsi ed inginocchiarsi. Mi prende la mano e mi guarda negli occhi.
« Draco Lucius Malfoy, vorresti farmi l’onore di diventare mio amico, mio compagno e mio amante per l’eternità ed unirti con me nel sacro vincolo del matrimonio?»
Io sono bloccato. Non so cosa dire. Non ho mai pensato a questa eventualità, ed ora ritrovarmelo davanti ed in ginocchio mentre mi chiede di sposarlo, mi ha spiazzato.
Lo guardo torturarsi le labbra con fare nervoso e capisco di dover dire qualcosa. Ma cosa?
Il silenzio si protrae ed Harry comincia a perdere sicurezza. Vedo il suo sguardo oscurarsi e diventare freddo.
Lo sento allontanarsi ed in questo momento comprendo a pieno cosa è successo.
Gli blocco le mani con le mie, impedendogli di allontanarsi. Poi mi alzo portando lui con me.
Lo fisso e un lieve sorriso comincia ad affiorare sul mio viso.
«Si, Potter. Lo voglio.» mi esce un tono solenne, serio e innamorato.
Vedo i suoi occhi accendersi poi mi abbraccia e mi solleva da terra tenendomi stretto.
Restiamo così non so per quanto. poi finalmente mi bacia.
Ci baciamo e tutto il resto sparisce, ci siamo solo noi.
La passione ci divora rendendoci suoi schiavi, ci spogliamo e ci perdiamo l’uno nell’altro. Facciamo l’amore e tutto sembra nuovo, come fosse la prima volta ed è stupendo, raggiungiamo il piacere insieme e ci lasciamo cadere sul letto.
Restiamo così, abbracciati. Senza parlare, solo sentirci, pelle contro pelle, anima contro anima e cuore contro cuore.
Sto per appisolarmi quando sento il bisogno di parlare.
« Sai Potter? Questo, grazie a te è diventato il giorno più felice della mia vita. Grazie a te sono riuscito a perdonare i miei per essere morti, grazie a te sono riuscito a lasciarli andare, grazie a te ho ricominciato a vivere, una vita intera non basterà per ripagarti di tutto quello che hai fatto.»
«Draco io non ho fatto niente, e non ho bisogno di niente. Mi basta solo che tu prometta che resterai al mio fianco per sempre, tutto il resto non conta.»
«Te lo prometto.»  lo bacio e tutto quello che sento è felicità.

Natale, che giorno magnifico!




Buon Nataleeeeee.
Piccola sorpresa per voi, ci tenevo a postarla entro oggi.
Sicuramente ci saranno degli errori ma domani la ricontrollerò e rimedierò di sicuro.
Ora scappo, un bacio a tutti.
Buone Feste!
   
 
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