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Autore: cinderella5281    10/08/2006    3 recensioni
Herwild City. Quartieri malfamati e oscuri in contrasto con quartieri alti.. Amy Jefferson, 15 anni, vive in un posto con assolutamente troppa violenza, per i suoi gusti.. Ma l'arrivo di Justin potrebbe sconvolgerle la vita.. È la prima ff che scrivo con questo carattere un po' drammatico, quindi non aspettatevi troppo.. ^-^" I consigli sono più che accettati!! :D
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

“Amy, quell’articolo dev’essere finito entro giovedì.”
“Questo giovedì?”
“Sì, lo voglio pubblicare al più presto.” Brianna Zander mi scrutò per un istante. “Pensi di non farcela?” aggiunse poi in tono di sfida con un sorrisetto amichevole.
“Oh, ce la farò! Eccome se ce la farò!!” le risposi ridendo.
Il campanello suonò proprio in quell’istante. Misi i miei appunti nella borsa ed uscii dall’aula.
Mi chiesi se ce l’avrei fatta davvero a finire quell’articolo. In quel periodo tutti i professori ci caricavano di compiti e verifiche, per poter dare il giudizio di fine semestre. Lato positivo? Meno di due settimane alle vacanze di Natale! Battaglie di neve, pupazzi.. uno spasso, insomma.
E invece no. Non ho mai saputo esattamente perché sono sempre stata così elettrizzata all’idea di vacanze natalizie, dato che le mie prospettive di divertimento finiscono sempre nel restare in casa a guardare la tv, cercando di ripararmi dal freddo, mentre fuori continuano a suonare allarmi per colpa di troppi poveracci senza soldi che pur di non dimostrare di trovarsi in una cattiva situazione economica e chiedere aiuto, spaccavano le vetrine dei negozi e rubavano regali fantastici da regalare a figli troppo costosi.
Il solito schifo, insomma.. Alla fine la neve non cambia niente in questa cazzo di città. Niente persone più gentili, niente saluti più affettuosi, niente 'Hey, fermati a guardare che splendore questo candido velo bianco che ricopre il grigiore delle strade.' , niente di quel famoso 'spirito natalizio' su cui sono stati fatti centinaia di film.
Perché? L’ho detto. Questa città è uno schifo, lo è sempre stata, e lo sarà per sempre.
Ah, quanto vorrei cambiare queste parole e metterle sulla bocca del mio principe azzurro, mentre io mi trasformo in una bellissima principessa.. Ti amo, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre. Non sarebbe fantastico? Certo, pura fantasia e troppi film, lo so. Ma ormai si sa; la piccola Amy ama sognare.. La piccola Amy ama sognare..

“Ehy, ma mi senti??” La voce di Austin mi riportò immediatamente alla realtà.
“Austin Camden, che visione!” lo salutai con sarcasmo.
“Ma su quale pianeta eri? Sembravi in trance..” Mi mise un braccio intorno alla spalla tirandomi a se con un po’ troppa energia, dato che gli caddi quasi addosso.
“Ma guarda che maleducato! Ragazzaccio cattivo!” gli dissi poi con tono severo, dopo aver ritrovato l’equilibrio.
“Scusa, mamma.” ribattè lui fingendosi sconvolto per l’accaduto.
Ci fissammo per un secondo poi, senza riuscire più a trattenerci, scoppiammo in una risata fragorosa.
Dopo esserci.. ricomposti, cominciammo a vagare fra i corridoi della scuola, cercando di evitare i soliti spintoni di ritardatari e prepotenti.
“Allora, Austin, che mi racconti?” gli chiesi con noncuranza.
”Oh-oh.. che ho fatto? Cosa ti serve? Hai scoperto cose imbarazzanti su di me?” Lo guardai divertita con aria interrogativa. “Beh.. tu non sei una che fa questo genere di domande, no? E conoscendoti..”
“Quale tipo di domande? E.. conoscendoti.. cosa?”
“Oddio, dai.. Nessuna domanda vaga, con te.. Niente ‘ciao, come butta?’ o ‘come stai?’ . Insomma, sì.. sei una che va subito al sodo. Una che ama sapere quello che è venuta a chiedere al più presto, o sbaglio?”
Faccio finta di pensarci un attimo. “Sai, credo tu abbia ragione. Ma ho una mia filosofia a riguardo. O più che altro è un lato del mio carattere. Hai mai sentito dire quella frase che dice ‘C’è gente che parla, parla, parla.. finchè trova qualcosa da dire.’ ? Ecco, io semplicemente non sono una di quelle persone. Non amo parlare di cose inutili: spreco di tempo.”
Austin rise, guardando per un attimo il pavimento. Poi posò il suo sguardo su di me. “Lo so, ti conosco bene ormai.. cosa credi? Per questo mi preoccupa il tuo ‘che mi racconti?’..”
Feci qualche altro passo lungo il corridoio, assaporandomi quel mio momentaneo silenzio. In fondo io amavo parlare, e pensandoci la cosa mi faceva sorridere. Avete presente Veronica Mars? Bene. Credo di assomigliarle un pochino. Certo, non sarò un’investigatrice.. ma quante volte ho ficcato il naso negli affari degli altri ricavando notizie per i miei articoli? Austin mi ha sempre detto che prendo questo fatto della giornalista un po’ troppo sul serio, per una quindicenne che scrive ‘solo’ per il giornale scolastico. Mah.. dato che sembra comunque essere l’unica cosa che mi riesca fare, continuerò a farla. Forse anche perché è l’unica cosa che mi distrae un po’ dall’inferno che c’è appena esco di casa..
Sapevo che l’avrei forse un po’ deluso con quella risposta. Ma la cosa infondo mi divertiva.
“Ho deciso che per gli amici qualche chiacchiera inutile posso anche concedermela.” gli sorrisi, ma non durò molto: una voce alle nostre spalle cancello subito ogni traccia di allegria dalla mia faccia.
“Scusa, Hammond, hai detto gli amici? Ma quanti ne vedi?” Lucas. Uno dei ragazzi più pericolosi della scuola. Il che era tutto dire, dato che praticamente tutti, dalle nostre parti, avevano a casa almeno un’arma.. Eppure, chissà per quale motivo, tutti lo temevano.
“Puntuale come sempre, eh, Luc?” gli dissi con finto sarcasmo.
“Attenta, ragazzina.. attenta.” disse col suo solito tono aggressivo. Comunque decise di allontanarsi. Tirai un sospiro di sollievo. Non sapevo perché quel ragazzo ce l’avesse tanto con me.. infondo non gli avevo mai fatto niente di male..
“Allora..” disse Austin decidendo di non fare commenti su Lucas, “che programmi hai per oggi?”
“Penso che mi dedicherò al mio articolo. La Zander lo vuole entro giovedì.. Ho ancora parecchie informazioni da cercare, quindi è meglio che comincio prima possibile.” spiegai.
“Ah, capisco.. Senti, se vuoi ti posso dare una mano con l’articolo, così magari dopo puoi venire da me.. Sai.. mia madre deve lavorare fino a tardi e dovrei occuparmi di Hannah..” mi disse speranzoso.
Hannah era la sorellina di Austin. Aveva cinque anni, ed era una peste! Spesso, quando Austin doveva curarla, andavo a dargli una mano.. Non ci guadagnavo niente, ma certo era sempre meglio trovarmi a casa del mio migliore amico con una peste che non ci lasciava tranquilli per un secondo piuttosto che restare in casa a deprimermi.
Ma quella volta avevo altri programmi per la mente..
“Mi dispiace, ma ‘stasera mi voglio dedicare interamente al mio articolo. Vedrai, sarà una bomba!!” dissi orgogliosa.
“Di che si tratta?” mi chiese leggermente incuriosito.
“Hai presente tutte quelle storie che hanno fatto ultimamente riguardo alla fabbrica di orologi del paese?” Austin fece una faccia pensierosa, cercando di ricordare.
“Ma sì, dai” gli spiegai, “quella che sta nei quartieri alti.. Hanno licenziato quasi tutto il personale per assumere gente che a quanto pare non ha referenze..”
“Ah, sì.. ora ricordo. Hanno fatto vedere qualcosa al telegiornale.. una protesta da parte di tutti quelli che sono rimasti senza lavoro per via di questi licenziamenti..”
“Esatto! A quanto pare è intervenuta la polizia e c’è stato un macello.. Un tipo ha detto che erano tutti favoritismi, o qualcosa del genere.. ma non si è capito un granché.. poi è scappato..” feci una piccola pausa.
“E tu hai intenzione di scoprire il grande mistero della fabbrica di orologi? Eccitante!” disse ironicamente. Gli diedi una piccola spinta.
“Ma come osi! Comunque.. la Zander mi ha chiesto di fare un piccolo rapporto.. cioè, praticamente dovrei fare un articolo spiegando cos’è successo.. Ma non mi va di fare un copione dell’articolo uscito ieri sul giornale..”
“E quindi hai deciso di scoprire se gli alieni hanno attaccato Herwild City?”
“Oh.. non sai quanto mi spiace deluderti.. Ma voglio semplicemente intervistare qualche persona.. Beh, certo.. se proprio dovessi scoprire qualcosa di interessante, potrei decidere di andare un po’ più a fondo nella faccenda..”
“Ah, certo.” mi disse Austin, ridacchiando. “Beh.. ora devo andare.. Se per caso il tuo tour di interviste si rivelasse un flop, la mia porta sarà sempre aperta!”
“Ok. Però ti consiglio di chiuderla, la porta: io sono capace a suonare il campanello.. e Hannah non è un genio a trovare le chiavi!”
Ci mettemmo a ridere, poi ci salutammo e io me ne tornai a casa.
  
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