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Autore: bells swan    26/12/2011    13 recensioni
(Seguito di "Un fidanzato in prestito")
Cinque mesi sono passati da quando quella settimana ha cambiato la vita non solo di Bella, ma anche di Edward. Cinque mesi sono passati da quando Bella ha chiesto aiuto a Edward, chiedendogli di fingersi il suo fidanzato. Adesso, è giunto per la nostra beniamina di ricambiare il favore...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amor non si comanda... o sì?'
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Non è un avviso, è il capitolo. Esatto, il capitolo! Ma prima, volevo solo augurarvi un buon Natale anche se con quasi un’ora di ritardo >.< Spero l’abbiate passato bene ^^

 

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 Come solitamente succede sempre la mattina di Natale, mi sveglio ben riposato, senza nessuno che mi venga a chiamare prima. Ci vuole un po’ prima che io riesca a connettere bene, ma quando apro finalmente gli occhi al giorno i ricordi della notte precedente mi fanno spuntare un sorriso ebete sul viso.
Bella, però, non c’è. Allungando una mano sul suo posto, noto con disappunto che è freddo, segno che si è alzata da un bel pezzo. Non ho paura che Bella sia pentita, lei non è il tipo. Non l’ha fatto cinque mesi fa e non lo farà nemmeno oggi. Sono abbastanza tranquillo, e anche felice.
Guardo la finestra, nevica. Il giorno di Natale. Non potrebbe essere più bello di così. Do un’occhiata all’orologio sul comodino, sono le dieci e mezza di mattina.
Decido di alzarmi, rimpiangendo il calore delle coperte, e vado a farmi una velocissima doccia bollente. Con i capelli ancora bagnati, indosso dei pantaloni di una tuta e un vecchio maglione nero. Mi cambierò dopo.
Quando scendo giù, noto che non c’è molta confusione, segno che stanno ancora dormendo. Ci sono solo mia madre, mia zia Rosalie e Bella.
Stanno già iniziando a cucinare, mamma dopotutto deve farlo per un battaglione e deve farlo presto se vogliamo mangiare in orario.
Mi gratto la testa quando entro in cucina, senza sapere se posso interrompere il momento ‘tra donne’.
“Amore, buon Natale” esclama mia zia, stritolandomi in un tenero abbraccio.
A fatica, riesco a ricambiare l’augurio. Tocca a mia madre, nemmeno lei si risparmia. Ancora oggi, nonostante i miei quasi ventiquattro anni, non riesco a capire perché le mamme e i parenti che non vedi mai e con il quale non hai nulla da condividere ti abbracciano così forte. Mamma mi vuole bene? Anche io le voglio bene, ma non la stringo così tanto forte! E anche a me zia Rosalie è mancata, ma strozzarla?
Quando riesco finalmente a liberarmi dell’abbraccio di mia madre, mi rivolgo a Bella sperando che abbia ragione: non si sia pentita. D’improvviso, tutte le mie rassicurazioni di stamattina vanno a farsi fottere.
Sorrido quando vedo che sorride, abbassandomi poi verso di lei per darle un bacio. È il primo bacio che le do davanti alla mia famiglia, ma di certo non sarà l’ultimo. O almeno spero.
“Oh, che carini, posso farvi una foto?” chiede mie madre.
Mi allontano da Bella, fissando mia madre. “No, siamo apposto così” mormoro, sedendomi nella sedia vicino alla mia ragazza. È così strano dirlo, ma allo stesso tempo viene anche naturale pronunciarlo.
 
La mattina è passata piuttosto velocemente, fra scarti di regalo e auguri natalizi. Le coppie non si sono scambiati regali, questo è stato rimandato alla notte, nell’intimità della propria camera da letto.
Anche se fino a ieri non eravamo ancora una coppia, avevo comprato un regalo a Bella anche solo per ringraziarla della sua disponibilità a fingersi la mia fidanzata. Adesso che le cose sono cambiate, mi vergogno un po’ a darle il mio regalo. Spero che Bella apprezzi.
 
15:27
 
“Tombola!” esclama improvvisamente Alice, saltando giù dalla sedia e facendo spaventare tutti. Ritorna alla tavola fissando i soldi con sguardo libidinoso, oserei dire. “Venite dalla mamma” sussurra, prendendo in mano i soldi.
“Ma che diamine, è già la terza volta che questa qua vince!” si lamenta mio zio Caius.
Alice nemmeno si degna di rispondergli, ripone i soldi nel borsellino, infilandoselo poi fra le gambe. All’inizio, le avevo chiesto il motivo. Lei mi ha risposto che così nessuno si sarebbe avvicinato a prenderglielo. In effetti ha ragione.
“Basta, non gioco più” mormora ancora zio Caius alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il salotto. “Vado dagli unici amori della mia vita: birra, televisione e divano. Loro sì che non mi tradiranno mai!” esclama, offeso dal fatto che Alice abbia vinto per l’ennesima volta.
“Va bene, io ho finito” mormora improvvisamente zia Rosalie, prendendo in braccio la figlia e alzandosi dalla sedia. “Vado a vedere un po’ di televisione con Caius, chi vuole farmi compagnia è il benvenuto.”
Bella si volta improvvisamente verso di me con sguardo stanco. “Vado con lei, mi sono stancata di giocare a tombola” spiega, alzandosi anche lei.
“Sì, vengo pure io” concorda mia madre. “Scegliete il film, io vado a prendere qualcosa da mangiare.”
Di lì a poco, metà dei presenti vuole andare a fare compagnia a zia Rosalie. Ovviamente, tutte femmine se si esclude mio zio, che scommetto sarà scappato visto come stanno adesso le cose.
Come richiamato dai miei pensieri, spunta di nuovo. “Che ne dite, visto che le femmine si sono tolte dalle scatole, di giocare noi maschi a carte?” chiede stiracchiandosi.
Ho voglia di andare da Bella ma sono tutte femmine e mi ritroverei l’unico maschio. No, meglio evitare e stare qui.
 
18:03
 
“Ehi.”
Mi volto con la testa già sapendo chi è la ragazza che mi ha abbracciato per il collo. “Ehi” mormoro di rimando, scostandomi per permettere a Bella di sedersi sulle mie gambe.
Noi maschi stiamo ancora giocando a carte, ma io ho perso e rimango a fissare gli altri. Siamo in tanti, i turni veri e propri durano un sacco. Ne abbiamo già fatti tre e devo dire che ho vinto parecchio. Prima di perdere metà di soldi nell’ultimo turno.
“Vado in salotto? Ho chiesto ad Alice se vi avrebbe infastidito…”
“No, va tutto bene” le rispondo, osservando le carte di mio zio Caius, seduto vicino a me, il mio mento sulla spalla di Bella.
Adoro questa ragazza. Bella non è come le altre, non si è imbarazzata la ‘mattina dopo’. L’ha voluto quanto l’ho voluto io, non mi ha dato la colpa di una possibile seduzione. Davvero, Bella non è come le altre ragazze, e non voglio farmela scappare.
“Osserva, Bella, e guarda come vince un vero uomo” dice improvvisamente zio Caius. “Trentuno, cazzo!” esclama, buttando a terra le carte.
A seguire, una serie di borbottii che fanno sgranare gli occhi a mio padre. “Ou!” rimprovera, lanciando un’occhiata a Bella.
“Oh no, potete dire qualsiasi cosa, non preoccupatevi. Non mi infastidisce” mormora sorridendo, capendo l’antifona. “Però se volete che vada via…” continua alzandosi ma ricadendo su di me quando glielo impedisco.
“No Bella, puoi stare tranquillamente. È solo che gli uomini si fanno prendere la mano… un po’ troppo pesantemente” giustifica la famiglia mio padre.
“Sì ma va bene. Fate come se non ci fossi” li invita con un sorriso.
“Hai visto Carlisle? A posto, posso dire tutte le parolacce che voglio” esclama contento zio Caius, battendo le mani.
Seguendo il consiglio di Bella, il resto del gioco trascorre abbastanza allegramente, tra battute e esclamazioni varie. Passa un’altra oretta abbastanza serenamente, prima che Bella decida di alzarsi per andare ad aiutare le altre che stanno iniziando a preparare da mangiare. A quel punto, le parolacce non si contano più.
 
22:57
 
“Cinquantanove.”
“Terno!” esclama Alice, urlandolo quasi, e prendendo i soldi che le spettano.
“Vaffanculo, Alice!” esclama mio zio. All’inizio credevo che scherzasse, ma adesso credo di dovermi ricredere. Cazzo, fa sul serio!
“Sessantadue. Ottantanove. Diciotto.”
“Quaterna!” grida mio zio Caius, alzandosi dalla sedia per quanto è felice e prendendo immediatamente i soldi dal tavolo. “Tiè!” esclama in direzione di mia sorella che lo fissa incenerendolo con lo sguardo, alzandole in contemporanea il dito medio.
Credo che vincano solo loro perché il resto della famiglia è talmente impegnato a ridere che nemmeno ha più la forza di controllare se i numeri che escono sono anche nelle proprie cartelle.
Mio padre, che fa la tombola, è l’unico al momento in grado di reggere il compito, pur ridendo anche lui. “Novanta. Settantotto. Venti.”
“Cinquina!” esclama Alice, saltando anche lei dalla sedia e prendendo la vincita.
Mio zio stavolta si comporta da uomo maturo, limitandosi solo ad ucciderla con lo sguardo. Decisamente più maturo che prenderla a parolacce.
“Quarantaquattro. Trentotto. Sedici. Cinque. Sessantanove.”
Mio zio scoppia a ridere. “Figurati se questo numero in particolare non mi facesse vincere. Tombola!” urla, alzandosi talmente forte da far cadere addirittura la sedia per terra.
“Ma che cazzo!” si lamenta Alice, piagnucolando come una bambina. “Aspettavo solo il nove, il ventiquattro e l’ottantotto.”
“Mi dispiace tesoro mio, becca e porta a casa” sussurra tutto contento mio zio, posando i soldi nel portamonete. “Che ne dite di un’altra partitina?”
 
4:23
 
Dire che sono stanco è un eufemismo. Sto dormendo letteralmente in piedi, tanto che non appena entro in camera mia, seguito da Bella, mi getto a peso morto a letto. Subito, Bella è vicino a me, distesa accanto. E come cinque mesi fa, mi accarezza i capelli.
“Credo di aver esaurito tutte le scorte di energia per i prossimi vent’anni. Tuo zio e tua sorella dovrebbero fare un duo comico…” spiega.
Sento, attraverso l’intonazione della sua voce, che sorride.
Senza muovermi col corpo, muovo solo la testa nella sua direzione per poterla osservare liberamente. È bellissima, con quel poco trucco sul volto ormai quasi inesistente viste le molte ore passate da quando si è messa il make-up. Le sorrido.
“Hai ragione” sussurro, chiudendo gli occhi. Ho già detto che dormo letteralmente in piedi?
Una forte fitta di piacere mi contorce lo stomaco quando sento le labbra morbide di Bella lasciarsi un casto bacio sulla fronte.
“Lo vuoi vedere il tuo regalo?” domanda. Non aspetta che io le risponda; si alza e va verso la sua valigia estraendone un piccolo pacchetto.
Non è tanto pesante, noto quando lo prendo in mano. Impaziente di vedere cos’è, scarto il mio regalo. Sorrido quando vedo che è un profumo Bulgari. Porto al naso il profumo, per sentirne l’aroma. “È perfetto” mormoro.
“Sì, lo so. Sai, io sono fissata con i profumi maschili… ne vado pazza. Quindi se piace a me piacerà anche a te” spiega Bella.
Scoppio a ridere. “Buono a sapersi! Adesso tocca a te.” Mi alzo per andare a prendere il pacco che ho conservato nel cassetto dell’armadio. Spero le piaccia, anche perché mi è costato tanto. “Apri.”
Bella scarta il suo regalo. Per un attimo rimane interdetta, ma capendo di che si tratta sgrana gli occhi. “Mi hai comprato… IL libro?” È incredula, spero in senso positivo.
“Al contrario tuo, non è che mi piaccia molto… però vai pazza per le scarpe, e Alice mi ha consigliato questo libro.”
Christian Louboutin’, un libro di trecentocinquantadue pagine che contiene il catalogo di tutte le sue creazioni.
“Ma ti sarà costato una fortuna, non è giusto!” esclama, contrariata. E tuttavia, fissa con sguardo perso il libro, iniziando a sfogliarlo quasi con riverenza.
Centoventi dollari, per la precisione.
“No, te l’ho fatto con piacere, non importa” rispondo.
Aggrotto le sopracciglia quando scuote la testa.
“Aspetta qua” si limita a dire, prendendo la sua valigia ed entrando nel mio bagno personale.
Prima di vederla comparire nuovamente, aspetto cinque minuti buoni. Ma ne vale la pena. Esce avvolta semplicemente da un accappatoio, il mio accappatoio, e i capelli mossi sciolti sulle spalle. Indossa delle scarpe dal tacco alto, altissimo, che mi porta a chiedermi come faccia a non cadere mentre cammina. Compie tre passi, e tuttavia è ancora un po’ lontana dal letto dove sono seduto, poi mi fissa.
“Okay. Tu mi hai fatto un regalo costoso e io ti ho fatto la sciocchezza del secolo.” Vorrei interromperla e dirle che si sbaglia, che mi è piaciuto un sacco il suo profumo, ma continua. “Perciò voglio ricambiare. Questa cosa mi costa davvero tanto, per cui…” È imbarazzata. Non avrei mai pensato di poter vedere Bella imbarazzata. Quasi mi diverto. Fa un enorme respiro e sorridendomi agitata apre l’accappatoio.
Certamente, è logico pensare che indossa un completino intimo. Pure uno scemo lo capirebbe. Soltanto, non mi sarei mai immaginato che tipo di completo indossasse.
 
 
 
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Rimango letteralmente a bocca aperta. Spalancata. Non è nulla di vedo-non vedo, è una semplice gonnellina che copre solo i glutei, e una specie di giacchetta con maniche a tre quarti. Il tutto rigorosamente rosso. La fa tanto diavolessa, e questo basta per farmi sentire un qualcosa smuoversi nel mio basso ventre.
“Devo essere contenta della tua reazione?” domanda timorosa Bella.
“Ehm… io…” Davvero non so che dire. Ma da dove ha tirato fuori quella cosa diabolica? “Sei bellissima. Sì, bellissima…” continuo, squadrandola da capo a piedi.
Si avvicina di più, portandosi al letto. L’attiro a me, facendola sedere sulle mie gambe, a cavalcioni.
“Quando hai comprato questo completo?” chiedo, stendendomi. È chiaro come andrà a finire la serata.
“La scorsa settimana io e Alice siamo uscite. Il negozio d’intimo è una tappa importante e da non tralasciare, abbiamo visto questo e l’ho voluto provare” spiega, slacciandomi i bottoni della camicia.
È molto più sicura adesso.
“Devo pensare che l’hai preso per te oppure per un possibile altro ragazzo?” chiedo, inarcando un sopracciglio. La scorsa settimana non stavamo ancora insieme.
“Non so… a me piace questo completo ma non penso di poterlo indossare per andare a scuola” risponde ironica. “Più che altro, penso di averlo preso inconsciamente per te…” rivela sorridendomi.
Sorrido sulle sue labbra quando si abbassa per baciarmi.
Non ho avuto molte donne, diventare pediatra è tutt’ora la mia priorità e lo studio è al primo posto. Tre ragazze con le quali sono stato al liceo e all’università. Eppure, con Bella è tutto diverso.
Prima era solo sesso, adesso… Noto la differenza con la quale Bella si dona a me, in tutto e per tutto. Volevo bene a quelle tre ragazze, mi erano simpatiche altrimenti non ci sarei mai stato, e lo stesso era per loro ma l’amore era una cosa ben lontana. In me si fa sempre più strada la convinzione di essere innamorato di Bella.
“Edward?” mormora Bella alla fine, la testa sul cuscino mentre ancora le bacio il viso con dolcezza.
“Che c’è?” sussurro, puntellandomi su un gomito e posando il mento sul palmo della mano per poterla osservare meglio.
“Tu credi che io sia pazza?” chiede fissandomi. È seria, e la cosa mi fa aggrottare le sopracciglia.
“Perché dovresti essere pazza?” domando, fissandola confuso.
“Perché è da pazzi credere di essere innamorati di una persona quando passi con lei solo nove giorni” spiega. La sua espressione non è affatto cambiata, è sempre seria.
Riesco a capire il riferimento alla nostra situazione. Una settimana cinque mesi fa e due giorni adesso. Ecco il nostro lasso di tempo.
Serro le labbra, decidendo di essere sincero con lei. Poso la fronte sulla sua e chiudo gli occhi. “Siamo pazzi in due, allora.”
È diverso pensare di amarla dal crederlo con fermezza. È molto diverso.
“Quindi non sono pazza se ti amo?” continua, sussurrando.
“Io non sono pazzo, eppure ti amo.”
È anche diverso ammettere di amare una persona attraverso i pensieri dal pronunciarlo ad alta voce. Però è vero.
Vedo Bella sorridere leggermente. Ricambio, lasciandole un delicato bacio. Niente di malizioso, niente di passionale. Un semplice contatto. Un bel contatto, però.
 
“È stato un piacere averti per Natale” mormora mia madre, abbracciando Bella.
La mia famiglia partirà domani mattina, verso le sette dovrà essere già a Seattle per prendere l’aeroporto, mentre Bella, che abita a New York, può ritornare a casa anche oggi. L’accompagno io con la mia macchina, e vedremo quello che si deve fare con suo padre.
Lui è ancora convinto che io sia gay…
È chiaro che adesso Bella e io stiamo insieme. Dopo una dichiarazione come quella di ieri notte, non può essere altrimenti.
“Ciao Bella, tanto noi ci vediamo anche domani no?” domanda Alice, abbracciandola.
“Certo!” esclama Bella ridendo. Dopodiché, passa a salutare gli altri.
Zio Caius, dopo aver salutato Bella, mi si avvicina insieme a Alice. “Allora? Vi siete messi veramente insieme?” sussurra, sorridendomi.
Lo fisso sorpreso. E lui come…?
“Gliel’ho detto io oggi pomeriggio” spiega Alice. “Tranquillo, l’ho detto solo a lui. È nostro complice, Edward, e poi…”
“E poi non ti puoi dimenticare della nostra scommessa!” continua Caius.
Non mi da fastidio, stranamente, che Alice abbia detto la verità a zio Caius. Più che uno zio, potrebbe perfettamente essere nostro fratello. Nostro fratello maggiore, per essere più precisi. Quale zio ti da una scatola di preservativi come se ti avesse dato una penna?
Ritornando al presente, aggrotto le sopracciglia. “Quale scommessa?”
“Quella che abbiamo fatto io e Alice! Lei dice che vi sposerete entro i tre anni a partire da luglio, io dico tra i tre anni ai cinque” mi ricorda.
Sbuffo, nemmeno degnandoli di una risposta.
È questa scommessa che mi ha fatto impazzire la vigilia di Natale. Insomma, Bella e io nemmeno stavamo realmente insieme e questi mi vanno a parlare di matrimonio? E poi anche la questione di Jessica… avrei preferito che Bella fosse gelosa di lei, almeno mi avrebbe fatto intendere che prova qualcosa per me. Invece, prova amore per me e non è gelosa perché in fin dei conti Jessica si è comportata bene. Meglio così, senza dubbio. Ringrazio il mio scoppio d’ira, altrimenti chissà se saremmo arrivati a metterci insieme in così breve tempo!
Cinque minuti passano prima che io possa prendere per mano la mia ragazza – è così strano dirlo!
“La tua famiglia è fantastica” mormora non appena saliamo in macchina.
“Sono felice che ti piaccia, mi aspettavo che scappassi a gambe levate” rispondo divertito.
“No, davvero, li adoro. E, non te la prendere se te lo dico, ma adoro in particolar modo tuo zio Caius.”
Sorrido. “Non me la prendo”, e sono sincero. “Anche lui ti ha preso in simpatia, davvero. Tutta la mia famiglia, poi c’è Alice che ti ama, quindi…”
Bella ride, una risata gioiosa. “La amo anche io se è per questo!”
 
 

Spazio autrice

 
*Bella ha già chiamato la sua famiglia quando Edward scende in cucina.
Allora, ed eccoci arrivati all’ultimo capitolo della storia :) Esattamente, l’ultimo. Il prossimo sarà un epilogo con un salto temporale di quanto? Tre anni? Cinque? Chi vincerà la scommessa, Caius o Alice? A voi la risposta, anche se io la so già e non la cambierò xD
Come ho già detto, la storia è davvero molto semplice, quindi nessuna tragedia e nessuna prima volta/dichiarazione complicata. Mi è piaciuta la loro dichiarazione, e ho sempre voluto che fosse così.
Sono soddisfatta, sì. E spero non abbia deluso le vostre aspettative.
Per il prossimo e definitivo ultimo capitolo, ci rivediamo prima dell’Epifania – vi avevo detto che la storia non sarebbe durata molto e che intendevo terminarla prima del 7.
Buon Capodanno, se non ci sentiamo fino a quel giorno :) A voi e famiglia!

   
 
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