Mi guardo indietro e scopro angoli di una città che non ho vissuto, posti su un tram che non ho mai preso. Sedili graffiati, lucidati dal tempo.
Scopro sguardi che non ho incontrato, nemmeno per errore nel riflesso di una vetrina. Scopro rughe che non ho contato, capelli bianchi che non ho strappato e paesaggi che non ho dipinto.
C’è una strana inquietudine in questa lenta esplorazione. Come di colui che scende in un pozzo, si cala e ne palpa le pareti, quasi come con il corpo di una donna: con premura, attenzione, lieve sospetto, timida paura. Profonda voglia di conoscenza.
- Non so nemmeno io cosa vederci in questo testo. Anzi, io lo so. L'autore forse lo sa sempre.
Non lo dice quasi mai. -