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Autore: EffieSamadhi    26/12/2011    2 recensioni
La Tana, 31.10.1981
Un bambino non riesce a dormire. La guerra è ovunque, la guerra sta cambiando il mondo.
Ma poi, improvvisamente, finisce.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Gufi a mezzanotte

Settima classificata al contest “That night” indetto da Rowizyx su Writers Arena Rewind. A onor di cronaca, riporto il giudizio:

 

                               Settima classificata: EffieSamadhi – “Gufi a mezzanotte” con 7,813

 

La storia è molto carina: il piccolo Bill Weasley che si sveglia e riflette sulla situazione che lui e la sua famiglia stanno vivendo, di cui lui non dovrebbe sapere niente – o almeno così vorrebbero i suoi genitori – ma che ovviamente respira e intuisce, malgrado i suoi undici anni scarsi. Sono esperienze che ti portano a crescere più in fretta del previsto, anche se vissute solo di lontano, e mi è piaciuta molto la commistione d’ingenuità infantile e pensieri da piccolo adulto che attraversano la mente del protagonista. L’unica cosa a livello di trama che non mi è piaciuta è la totale assenza di riferimenti agli zii Fabian e Gideon: la guerra ha toccato molto da vicino la famiglia Weasley, anche se posso immaginare che Molly abbia cercato di tenere al sicuro i figli da questa tragedia, per cui mi è proprio mancato questo dettaglio nel quadro che Bill ha della guerra. A livello di grammatica non ci sono problemi, salvo qualche ripetizione nell’ultima parte.

 

Grammatica e sintassi: 7,5

Capacità espressiva: 7,75

Rispetto parametri e traccia: 8

Originalità e creatività: 7,5

 

 

Gufi a mezzanotte

 

 

Bill Weasley avrebbe compiuto undici anni di lì a un mese, e avrebbe trascorso l’Halloween successivo alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Ammesso che esista ancora una scuola di magia, il prossimo Halloween.

Bill Weasley era ancora un bambino, ma sapeva che cosa stava accadendo nel mondo. C’era la guerra, ed era per questo motivo che l’orologio della cucina tendeva a stazionare su ‘Pericolo mortale’. Non che i suoi genitori condividessero le loro opinioni con lui, certo. In fondo, Bill Weasley era solo un bambino.

Eppure l’avevo sempre immaginata diversa, la guerra.

Bill non aveva mai visto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato aggirarsi nei pressi della Tana, e nessuno aveva mai parlato di Mangiamorte a spasso per Ottery St. Catchpole. Pertanto, la guerra doveva essere qualcosa di subdolo, misterioso, qualcosa che si infiltrava nei buchi della vita e la faceva saltare per aria dall’interno.

Già, dev’essere proprio così.

Bill non riusciva a prendere sonno, quella notte, ma era troppo orgoglioso e testardo per rifugiarsi in camera dei genitori. Tanto più che, essendoci sei bambini più piccoli di lui a cui badare, probabilmente sarebbe stato meglio lasciarli riposare in pace. Scese in cucina in punta di piedi, convinto che un bicchiere di succo di zucca l’avrebbe aiutato a trovare la quiete necessaria per un buon riposo. Mentre riappoggiava la caraffa sul ripiano accanto ai fornelli, alzò gli occhi sul paesaggio oltre la finestra: il cielo non era mai stato così nero.

Ad un tratto, un gufo reale planò proprio nella sua direzione, fermandosi a mezz’aria in attesa che qualcuno gli aprisse. Bill appoggiò il bicchiere e si affrettò a farlo entrare, ben sapendo quanto potevano diventare irritabili i gufi, se li si lasciava aspettare troppo. Slegò la lettera e guardò il pennuto librarsi nell’aria fredda di inizio novembre.

Soltanto quando ebbe richiuso la finestra, Bill prestò attenzione alla forma e al destinatario della lettera. Il suo cuore di bambino mancò un battito, quando distinse una netta linea nera bordare la pergamena. La mamma gli aveva spiegato che quella linea nera si applicava alla pergamena quando si doveva indicare la morte di qualcuno. Dopo un istante di smarrimento, Bill si riscosse: qualcosa gli diceva che quella lettera portava novità di infinita importanza.

Sarebbe valsa la pena di privare i genitori di un po’ di riposo.

   
 
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