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Autore: PuccaChan    27/12/2011    9 recensioni
Cosa accadrebbe se Usagi si stancasse dell'eterna indecisione di Misaki riguardo al loro rapporto e prendesse una decisione molto grave?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi, Nuovo Personaggio, Takahiro Takahashi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“E’ permesso?”
Aikawa Eri fece capolino nella casa, dopo aver aperto con le sue chiavi. Mosse alcuni passi all’interno e si guardò in giro. “Misaki-kun…? Sei qui? Sono io, Aikawa…”
Silenzio.
Nessuno in vista.
Aikawa entrò in soggiorno: era tutto in disordine. C’erano libri, riviste e orsetti di peluche sparsi un po’ dovunque, e odore di chiuso. La cucina sembrava essere in condizioni migliori; il frigo però era desolatamente vuoto. Non c’era proprio niente, nemmeno una bottiglia d’acqua.
Aikawa sospirò preoccupata. Era passata una settimana dalla telefonata di Misaki, e da allora non l’aveva più visto né sentito. Kirishima-san, il suo editore capo, le aveva detto che non stava nemmeno più andando al lavoro, adducendo alcuni problemi familiari; e adesso lei credeva di sapere perfettamente che tipo di problemi fossero.
La redattrice salì al piano di sopra e arrivò nella stanza di Misaki, trovandola vuota. “Misaki-kun, ci sei?” provò a chiamare di nuovo, sempre più preoccupata. Dove poteva essere?
“Aikawa-san.”
La donna sobbalzò al suono improvviso di quella voce dietro di lei; si girò trafelata e i suoi occhi si spalancarono di sorpresa. “Misaki-kun…”
Era proprio Misaki che le era arrivato alle spalle chiamandola… ma, allo stesso tempo, non sembrava più lui. Aveva i capelli arruffati, una camicia di almeno 2 taglie più grande della sua ed era terribilmente pallido; i suoi occhi verdi erano circondati da occhiaie violacee, come se non dormisse da giorni, e quegli stessi occhi, un tempo brillanti e vivaci, erano adesso spenti, come senza vita. Aikawa lo fissò a bocca aperta, trattenendo il respiro senza accorgersene.
“Scusi. Non volevo spaventarla. Ero di… di là, e non l'ho sentita entrare,” mormorò Misaki puntando il pollice dietro la spalla, per indicare la camera di Akihiko.
“No… non importa. È colpa mia che sono entrata senza permesso… ma, Misaki-kun… hai un aspetto orribile! Da quant’è che non dormi? E… come sei dimagrito! Stai mangiando?”
“Oh, in realtà non ho per niente fame in questo periodo… ma sto bene, non si preoccupi…”
“Non stai bene affatto!” lo interruppe Aikawa, alzando la voce. “Adesso ti fai una bella doccia mentre io preparo il tè. Guarda, ho portato i bignè della tua pasticceria preferita! Ti va di fare merenda insieme?” Gli sorrise speranzosa, ma Misaki la guardava inespressivo, come se non si rendesse ben conto di quello che gli stava dicendo.
“Forza, forza! Vai a lavarti! Nel frattempo io preparo tutto!” riprovò lei spingendolo in bagno.
“Ok…” fece il ragazzo, lasciandosi condurre senza protestare.
Aikawa sospirò di sollievo sentendo l’acqua della doccia che scorreva. Poi andò nella sua stanza per prendere dei vestiti: anche lì regnava la più grande confusione, ma riuscì comunque a scovare un paio di boxer, dei jeans e una felpa puliti. Glieli appoggiò sul letto e si guardò intorno, desolata; il Misaki che conosceva lei non avrebbe mai lasciato la casa in quelle condizioni. La situazione doveva essere più grave del previsto.
 

~~~

Stava versando il tè nelle tazze quando Misaki apparve in cucina. Aikawa si voltò verso di lui e gli sorrise, rasserenata; sembrava stare un po’ meglio, per lo meno non aveva più quell’aspetto terribilmente dimesso che l’aveva tanto turbata prima.
“Sei arrivato giusto in tempo, Misaki-kun! Vieni a sederti e mangia un dolcetto” gli disse in tono allegro. Misaki ubbidì e si sedette al tavolo, prendendo un bignè alla crema e dandogli un piccolo morso. Poi bevve un sorso di tè.
“Allora? Ti piacciono?” gli chiese.
“Sì... certo. Sono buoni come sempre. Grazie, Aikawa-san” rispose Misaki a bassa voce, facendole un sorriso così pieno di tristezza che Aikawa dovette girarsi verso il lavandino per non scoppiare in lacrime. Dopo essersi ripresa andò a sedersi davanti a lui; Misaki aveva abbassato la testa e stava fissando la sua tazza di tè. Cosa poteva dirgli?
“Allora, Misaki-kun… il tuo capo mi ha detto che non stai andando al lavoro…”
“E’ così. E mi sa che non ci tornerò mai più.”
“Cosa?” fece lei, sorpresa. “Ma eri così contento di aver ottenuto il lavoro alla Marukawa…”
“Sì, è vero. Ma ormai non me ne importa più niente. Non ha più… importanza…”
La voce di Misaki si spense in un sussurro. Aikawa fissò quella testolina china davanti a lei, sentendosi il cuore stringere di pena. Allungò una mano verso di lui e gli fece alzare il viso; Misaki la guardò con gli occhi lucidi di lacrime.
“Misaki-kun… ti va di parlare?”
“… Di cosa?”
“Beh… lo sai.”
Misaki sollevò per un attimo le sopracciglia in un gesto di stupore, ma non disse nulla. Aikawa non poté fare a meno di sorprendersi; perfino in un momento del genere, davanti all’evidenza, lui si tirava indietro?
“Misaki-kun… puoi parlare di tutto quello che vuoi con me, davvero. Sono qui per ascoltarti. Sono molto preoccupata per te. Sei cambiato, non mangi, non dormi, non vai al lavoro… lo so che è tutto a causa sua.”
Misaki continuava a tacere; aveva iniziato a piangere silenziosamente.
“In effetti… lo so da molto tempo.” Aikawa sorrise teneramente nel vedere un’ombra di panico passare negli occhi del ragazzo. “Perché ti stupisci? Cosa credi, che sia una sciocca?” aggiunse, fingendosi offesa.
“N—no… certo che no…” rispose Misaki tirando su col naso; Aikawa frugò nella borsa che aveva appoggiato sul tavolo e gli porse un pacchetto di fazzoletti di carta.
“Non c’è niente di cui vergognarsi, Misaki-kun. Assolutamente niente. Io sono dalla vostra parte, tua e di Usami sensei, lo sono sempre stata. E mi è tanto dispiaciuto sapere della sua decisione… ma sai cosa mi è dispiaciuto ancora di più? I motivi che l’hanno spinto a compiere questo passo.”
Misaki, che si stava asciugando gli occhi, rimase con la mano sospesa a mezz’aria. Aikawa fece un respiro profondo e lo trattenne per un istante, nervosamente; quello che stava per dire avrebbe potuto essere ancora più doloroso per lui… ma era necessario. Doveva dirglielo.
“Usami sensei mi ha raccontato tutto. Mi ha detto che se n’è andato perché stare con te ultimamente era troppo doloroso per lui. Mi ha detto di come il tuo atteggiamento aggressivo e negazionista non sia cambiato di una virgola in tutto questo tempo… e di come lui ne avesse il cuore spezzato.”
Aikawa parlava lentamente, scegliendo con cura le parole e cercando di ferire il ragazzo il meno possibile; nonostante tutto, però, lo vide sussultare come se qualcuno lo stesse ferendo a morte, e vide i suoi occhi che tornavano a riempirsi di lacrime. Gli prese le mani e gliele strinse forte. “Misaki-kun… sei innamorato di Usami sensei?”
Misaki avvampò di colpo e abbassò di nuovo la testa, senza rispondere. Aikawa aspettò qualche secondo ma, visto che lui continuava a tacere, sospirò e riprese: “Misaki-kun… non te lo sto chiedendo per farmi gli affari tuoi. Ma voglio che adesso tu me lo dica. Io ti sono vicina e sarò sempre tua amica, andrà tutto bene, credimi. Ti prego, rispondi. Sei innamorato di lui?”
Misaki alzò di nuovo gli occhi, sforzandosi evidentemente di non piangere, e assentì leggermente. “… Sì… lo amo…”
“E allora… perché non glielo hai mai detto?”
“Io… io non lo so! N—non lo so a cosa pensavo! Lui… lui non faceva che ripetermelo continuamente, tutti i giorni, e io pensavo che era dannatamente fastidioso… però poi, quando lui mi… t—toccava, era la sensazione più bella che avessi mai provato in vita mia… e avrei tanto voluto dirgli che lo amavo anch’io… e che non desideravo altro che stare sempre con lui… ma non ci riuscivo! Mi mettevo sempre a pensare ai miei genitori, a mio fratello, anche a lei, Aikawa-san… e così non ci riuscivo! E mi dispiace, m—mi dispiace tanto…!”
Il tono di voce di Misaki si era alzato progressivamente mentre parlava, ma verso la fine s’incrinò e lui ricominciò a piangere a dirotto. “Mi dispiace… vorrei tanto rimediare… v—vorrei che lui fosse qui, ma non c’è… e io… io non so più che cosa fare! Che ne sarà di me, Aikawa-san…? Io… non posso vivere senza di lui… s—senza Usagi-san, non conta più niente per me…”
Misaki appoggiò la testa sul tavolo, continuando a singhiozzare. Aikawa aveva ascoltato senza più dire una parola: si sentiva sull’orlo delle lacrime anche lei. Si alzò in piedi, scostando la sedia rumorosamente, e si avvicinò a Misaki passandogli un braccio intorno alle spalle. “Oh, Misaki-kun… quanto mi dispiace! Io… io non immaginavo che tu stessi così male! Gli avevo promesso di non dirti nulla, ma adesso non posso più tacere…”
Misaki smise istantaneamente di piangere e alzò il viso per guardare la redattrice.
“Che… che sta dicendo, Aikawa-san…?”
“Mi dispiace così tanto! Io so dove si trova Usami sensei…”
Stavolta fu il turno di Misaki di scattare in piedi, e lo fece così improvvisamente che rovesciò addirittura la sedia. “Dov’è? Me lo dica, la prego!” esclamò, afferrandole le mani e fissandola. Aikawa ricambiò lo sguardo del ragazzo e sospirò.
“Misaki-kun… te lo dirò, perché non voglio più vederti ridotto in questo stato. Ma tu devi promettermi che ripeterai al sensei le stesse, identiche parole che hai detto adesso a me… e devi giurarmi che non lo farai soffrire mai più.”
“Glielo giuro, Aikawa-san… glielo giuro su quello che vuole!”
 

~~~

Più tardi Aikawa si congedò, non senza prima essere scesa al konbini più vicino per fare un po’ di spesa a Misaki ed essersi accertata che si fosse calmato. Misaki l’accompagnò alla porta, abbracciandola calorosamente.
Bene. Adesso che sapeva dove si trovava Usagi, non doveva fare altro che raggiungerlo. Del resto, anche Usagi una volta aveva fatto qualcosa di simile per lui… Misaki si sentì l’ennesimo groppo alla gola a quel ricordo, ma lo ricacciò indietro coraggiosamente e sorrise, per la prima volta dopo tanti giorni.
“Sto venendo da te, Usagi-san…”
Ma non subito. Prima, c’era qualcun altro con cui avrebbe dovuto parlare.


****
 

Eccomi qui con il nuovo capitolo! A dire il vero non ne sono pienamente soddisfatta, ma tan'tè... fatemi sapere cosa ne pensate, e niente paura: nel prossimo episodio vi svelerò finalmente dov'è finito il nostro beneamato sensei! Devo però anticiparvi che NON sarà da solo... suvvia, non fate quella faccia! Se siete delle brave e solerti lettrici, che leggete sempre l'introduzione prima di passare alla storia vera e propria, avrete notato che ho inserito un "nuovo personaggio"; se invece non lo siete, beh... peggio per voi.
^_*

  
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