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Autore: Twitch    27/12/2011    2 recensioni
Non so davvero che scrivere qua, anche perchè non so nemmeno se questa fanfic avrà una fine. Comunque preparatevi a qualcosa di triste, in ogni caso. Sono stata ispirata da 16.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Billie, amore, devi portare Rocky II dal veterinario a fare la toeletta!” urlò Adrienne dalla cucina.
“Tocca sempre a me portare questo cazzo di cane a fargli tagliare il fottuto pelo..” borbottò Billie a bassa voce.
“Billie Joe, guarda che ti ho sentito! Non fare tante storie e vai a prendere un po’ d’aria amore, saranno tre giorni che non esci di casa!”
Gli rispose Adrienne con risolutezza mista alla sua solita dolcezza.
“Ok, ok.” Rispose lui poco convinto.

Si tolse le ciabatte dai piedi, prese il cane per il guinzaglio e uscì di casa. Percorse il vialetto lentamente, con il cane che lo trascinava scodinzolando verso la grande macchina nera.
Aprì la portiera, lo fece salire e si mise al posto di guida.
Diede uno sguardo allo specchietto, e per qualche secondo rimase a fissare quei due occhi verdi e stanchi. Si passò una mano tra i capelli bianchi, come faceva sempre, mise in moto e, una volta percorso il vialetto, girò a destra, verso il centro di Berkeley.
La strada scorreva veloce sotto alle ruote, come i pensieri di Billie che vagavano avanti e indietro nel tempo e nello spazio. Il sole ancora alto delle 3 di pomeriggio gli illuminava il viso, come sempre corrucciato.

“Ok Rocky II siamo arrivati” disse parcheggiando la macchina ad una cinquantina di metri dal veterinario. Prendendo il cane in braccio e gli sorrise mentre si faceva leccare la faccia.
Malgrado tutto, amava quel cucciolo, come amava ogni singola creatura che facesse parte della sua famiglia.

Fece qualche passo; i suoi pensieri continuavano a correre, a sfogliare quel grande ‘album di ricordi preziosi’ custodito nel suo cervello.
Ultimamente lo faceva sempre più spesso; infatti dopo aver visto quel video alla tv non aveva fatto altro che continuare a ripercorrere all’infinito ogni centimetro della sua vita, come un adolescente che preme play all’infinito ogni volta che la sua canzone preferita finisce.
Ricordi poco chiari ma comunque perfetti. Come quel 2 luglio di tanto tempo fa così dolce e alcolico. Ricordi nitidi e pungenti, ricordi di concerti e di notti insonni a scrivere canzoni.
Sì, perché ogni canzoni, per lui, era come una cicatrice o come un tatuaggio sul suo corpo: ognuna gli ricordava un esatto momento della sua vita, da quello più gioioso al più doloroso. Ogni canzone era parte di lui, ogni canzone era incastonata nella sua vita e nella sua mente. Erano indelebili, ormai. Dalla prima all’ultima.

‘Starting across the room, are you leaving soon? I just need a..’ iniziò a canticchiare malinconicamente, quando sentì un clacson mischiato ad una voce familiare che proveniva dalla strada. “Nonno Billie, che ci fai da queste parti? Adrienne si è finalmente decisa a buttarti fuori di casa?” Era Frank, che sceso dalla macchina rideva sguaiatamente.
“Non chiamarmi mai più nonno!” rispose Billie con una finta severità ed un lieve sorriso sulle labbra.  “Io sono Billie Joe fucking Armstrong!” gli fece il verso Tré, che sorrideva a 32 denti.

Il sorriso di Tré era splendente, come al solito. Anche i suoi vestiti lo erano; ogni cosa di lui rifletteva la luce circostante e lo faceva apparire ‘come al solito’. Ma Tré aveva smesso di brillare di luce propria da molto tempo. E Billie non era da meno, quella luce che una volta si spandeva dal suo corpo si era nascosta, rintanata in un angolo remoto del suo cuore e sembrava non voler uscire mai più. Solo che Billie non riusciva far altro che riflettere il suo umore cupo al di fuori. Era spento, indossava una tuta grigia e delle scarpe nere. E a parte qualche sorriso a sprazzi, indossava sempre un’espressione piatta, anch’essa grigia.

“A parte gli scherzi, come va Bill?” disse Frank con un tono quasi paterno. “Mh, solito, tu? Ti vedo bene, cazzo!” “Haha grazie, beh diciamo che mi tengo in forma.. Tra l’altro settimana scorsa è passata Ramona e mi ha chiesto se potevo gentilmente sostituire il batterista del suo gruppo per una serata, è stato da paura! Abbiamo suonato insieme per due ore, è stato fortissimo! Poi, la mia piccola col basso ci sa davvero fare!”. Quando Tré parlava di sua figlia gli luccicavano sempre gli occhi, e Billie non aveva voluto interromperlo. “Ah, a proposito di basso! Come sta il nostro Mike?! Un giorno di questi dovremmo organizzare una serata per passare un  po’ di tempo insieme! Anzi, al diavolo l’organizzazione! Venite sta sera” “Ehm, non lo so..” “Su Billie, non accetto un no! Fai quello che devi fare con Rocky Wright II, chiama Mikey e vieni da me! Ora scappo, a sta sera!” Risalì sulla sua decappottabile e ripartì al massimo. Billie sospirò e si disse ‘ecco, un’altra fottuta serata dei ricordi’. Ma poi entrando finalmente dal veterinario, pensò a quanta voglia aveva di passare una serata con quei due, quindi sorrise e inviò un sms a Mike.

“Ti passo a prendere sta sera alle 8, si va da Frank! XOXO”
  
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