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Autore: Dorothy257    28/12/2011    1 recensioni
[Dark Fall]
Uno strano messaggio.
Un'area abbandonata.
Un antico mistero.
Strane presenze di secoli passati.
E due ragazzi che capiranno che, anche se non c'è nessuno, non sono soli.
[Storia basata sull'omonimo videogioco, fatevi catturare dall'atmosfera misteriosa di Dark Fall e intraprendete questo viaggio con me, non ve ne pentirete.]
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dark Fall.


Capitolo 1, Message number one.    
             

 




 
Mia stava camminando per le trafficate strade di Londra, procedendo a zig-zag tra la miriade di passanti che pullulavano sui quei marciapiedi nell’ora di punta. I suoi stivali scamosciati con il tacco battevano sull’asfalto con un ritmo regolare e leggermente di fretta. Erano già le 13.25 e dopo soli quarantacinque minuti sarebbe scaduto il suo giornaliero tempo a disposizione per la pausa pranzo. Aveva deciso di tornare a casa per cambiarsi la giacca di pelle nera nella quale si stringeva nel tentativo inutile di riparasi dal freddo. Un berrettino rosso di lana calato sulla sua testa le copriva gran parte delle orecchie e rendeva ancora più lucidi ed intensi i suoi capelli bronzei.  
Svoltò a destra, rincuorata di essere entrata nella sua via. Estrasse dalla borsa un mazzo di chiavi e, a colpo sicuro, inserì quella giusta nella serratura del portone. Fece i due piani di scale quasi di corsa più per riscaldarsi che per guadagnare tempo. Una volta in casa si fece avvolgere dal tepore sprigionato dai termosifoni e, quando riaprì gli occhi, si accorse che la spia luminosa della segreteria telefonica stava lampeggiando.


Si avvicinò al mobile, vi appoggiò sopra le chiavi e premette il pulsante di ascolto.
Una voce metallica poco dopo cominciò a parlare: «Messaggio uno del Ventinove Settembre: Ciao Mia sono io Dan.», riconobbe subito la voce; si allontanò per sfilarsi la giacca, «Se ci sei rispondi, ti prego! Si sono io, tuo fratello.», qualche secondo di silenzio,«Oh speravo che fossi in casa, so cosa stai pensando,”Chiama solo quando è nei guai!”, beh sono nei guai, guai grossi! Sono ancora a Dorset, non sono il solo qui, ci sono due studenti dell’università di Weymouth: Polly e Nigel. Cacciatori di fantasmi, come Ray ci crederesti? Beh io non ci credevo. Ma adesso si.»


Mia si avvicinò alla segreteria telefonica incuriosita; non era da suo fratello parlare in quel modo. «Devi partire subito, ho bisogno che tu venga qui. Andrei dalla polizia ma mi riderebbero in faccia. Cacciatori di fantasmi!!!!! Penso che qualsiasi cosa stessero cercando li abbia trovati … e ha trovato pure me, aiutami per favore sei sempre stata brava in questo genere di cose.
Se parti subito puoi prendere l’ultimo treno da Paddington a Weymouth. Da Weymouth prendi un taxi e vai a Dowerton Station è abbandonata, ti aspetterò lì, ho davvero bisogno del tuo aiuto.», di nuovo silenzio.


«Prima arrivi meglio è, questo luogo mi sta facendo impazzire, ho cercato Polly e Nigel prima ma non sono riuscito a trovarli da nessuna parte, non se ne sarebbero andati  senza avvertire. Tutto è iniziato pochi giorni fa quando,», si interruppe, e cominciò a sussurrare: «Lo sento!! Lo sento!! È proprio fuori dalla porta!! Sussurra! Sta sussurrando il mio nome!!! Sa il mio nome devo aprire la porta, devo aprire la porta.».
Sentì il cigolio di una vecchia porta che veniva aperta, seguirono poi degli strani rumori in lontananza simili a latrati di cani e versi di pipistrelli. Poi un rumore più forte, e più vicino. Forse un battito di ali, forse qualcosa che stava strisciando o che forse veniva trascinato. Non riusciva a capirlo.

 
Mia ingoiò un paio di volte, aveva un’aria preoccupata, guardò l’orologio a muro di fronte al mobiletto: le 13.40, «Bene.», pensò. Tolse il cappotto dall’appendiabiti nell’ingresso, se lo infilò e si avvolse in una morbidissima sciarpa. Quando fu sul punto di prendere il mazzo di chiavi un occhio le cadde sulla foto che si trovava proprio li accanto. Ritraeva lei e Ray il giorno del compleanno di quest’ultimo. Un sorriso le affiorò sulle labbra e le scappò in un sussurro: «Ray…», ci vollero pochi secondi prima che realizzò quello che le stava passando per la mente ed urlare il nome del ragazzo.  
Afferrò le chiavi con impeto e si catapultò fuori dall’appartamento alla velocità della luce, facendo sbattere porta e portone.


To be continued…   

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N/A
Ed ecco qui che Dorothy si è buttata in una nuova avventura!
L'idea di pubblicare la storia mi è venuta dopo aver letto l'ultimo capitolo postato da serenity 92 nella categoria videogiochi (sez. Tomb Raider).
Come dice il titolo stesso, il racconto si riferisce all'omonimo videogioco e avevo cominciato a scriverlo (sottoforma di sceneggiatura per film *svarionavo già a quell'età!*) molti anni fa, senza mai portare a termine niente. Questa mi sembra l'occasione giusta per riprendere! :D
Che dirvi, la storia sarà un mix tra trama del gioco (quindi vi saranno riferimenti non espliciti alle soluzioni) e parti inventate da me o semplicemente riadattate.
I personaggi di Mia e Ray mi appartengono, in quanto sono usciti completamente dal mio cervellino poiché il protagonista del videogioco è solamente uno; ma io dico: "quale persona sana di mente andrebbe da sola in un posto abbandonato?". Ed ecco quindi spiegato il perché di queste due new entries!
Spero che l'idea vi piaccia e che apprezziate il lavoro sia che conosciate o meno il gioco. Inoltre (aggiungo solo questo se no poi rischio di risultare logorroica) mi farebbe molto molto molto [...] molto molto piacere se mi lasciaste un commentino per farmi sapere cosa ne pensate, consigli, insulti ecc ecc.  :)
Bacioni, Dorothy.-

   

  
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