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Autore: Contessa    28/12/2011    2 recensioni
Hermione sbatté un tacco per terra, arrabbiata.
“Bene. Benissimo. – disse raccogliendo da terra la propria borsa. – Me ne andrò io, brutto… brutto maleducato! – la aprì frettolosamente e cercò d’infilare dentro il foglio. La richiuse con uno scatto, senza accorgersi che il foglio aveva fluttuato per un paio di secondi nell’aria prima di atterrare sul pavimento. – Goditi la stanza, maleducato!” urlò prima di andarsene in tutta fretta.
Draco alzò un’altra volta le spalle. Si avvicinò al foglio e lo raccolse; era una lettera.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo VI

 

 

29/3/1999

 

Hermione era riuscita a liberarsi di Lavanda solo tra il primo ed il secondo piano, dopo quasi venti minuti d’inseguimento. Draco l’aveva vista scendere le scale sbuffando, ed aveva raggiunto velocemente Hermione.

“Come hai fatto a mandarla via? Sembrava piuttosto insistente.” le chiese saltando due gradini per affiancarsi a lei.

“Oh, sapevo che mi stavi seguendo! Sei un codardo. Potevamo inscenare un litigio e farla scappare; lei odia i duelli.”

“Non sono un bravo attore.”

“Comunque alla fine le ho detto che dovevo svolgere un compito assegnatomi dalla McGranitt in qualità di Caposcuola; controllare le aule e cose del genere…”

“Sembra divertente. Penso che me ne andrò anch’io.”

“In realtà mi fa un po’ pena…”

“La McGranitt?”

“Lavanda! Lei e Calì stavano sempre con una ragazza di Corvonero, Lisa Turpin, ma quest’anno lei non è tornata, così stanno ancora cercando qualcun altro per il loro esclusivo trio. Se sono arrivate fino a me vuol dire che hanno già scartato tutte le altre ragazze della scuola, e sono davvero disperate.”

“Dev’essere brutto essere una loro possibile preda. Meno male che io sono fuori.”

“Sono sole. Esattamente come noi.”

“Meglio soli che accompagnati da Lavanda Brown.”

“In realtà alla fin fine Lavanda non è-“ nell’istante in cui sentì il piede sprofondare nel vuoto Hermione si diede mentalmente della stupida per essersi dimenticata del gradino mancante del lunedì; subito dopo cadde, cercando disperatamente di attutire la caduta ai libri che teneva tra le braccia.

“Che cavolo?! Ti sei fatta male? Cos’è successo?” Draco s’inginocchiò e le fu subito accanto.

“Lunedì… cavolo che male!” disse Hermione cercando di rialzarsi. Per poco la borsa non la fece cadere di nuovo, ma il ragazzo la sostenne tenendola per un braccio.

“Dammi la borsa, dai.” le disse tendendole una mano.

“No, ce la faccio, dav-“

“Dammi la borsa senza protestare.” Hermione gliela diede zoppicando un gradino più in alto.

“I libri per terra…” disse la ragazza indicandoli.

“Tornerò dopo a prenderli. Ora è meglio arrivare nella stanza, farti sedere e… farti sedere.” rispose velocemente tenendo lo sguardo fisso sui gradini. Hermione si appoggiò a lui, a disagio; l’anno prima aveva contribuito a sconfiggere il Mago Oscuro più temibile degli ultimi secoli, ed ora bastava uno stupido gradino per farla rovinare a terra.

Abbassò lo sguardo per evitare ulteriori cadute, ma qualcosa di diverso dai gradini attirò la su attenzione: il suo ginocchio sinistro sanguinava copiosamente, e aveva già sporcato l’orlo della gonna.

“Dai, manca solo una rampa… - le disse il ragazzo sostenendola, ma senza guardarla. – Ce la fai?”

“Io… sì, ce la faccio. Ce la faccio anche da sola.” gli rispose scostandolo bruscamente. Draco la guardò, stupito, ma non disse nulla; si limitò a seguirla a distanza ravvicinata mentre lei saliva con fatica gli ultimi gradini.

Hermione si sedette per terra nella stanza, e quando Draco le porse la sua borsa la prese senza ringraziarlo; estrasse la bacchetta e mormorò un incantesimo curativo. Osservò la pelle che si rimarginava velocemente in silenzio.

“Il mio sangue.” disse infine la ragazza.

“Come?”

“Il mio sangue. Ti fa schifo il mio sangue, vero? – rispose alzando lo sguardo su Draco. – Ti aspettavi forse fango?”

“Io non-“

“Non mi hai guardata nemmeno una volta.”

“E’ che… - Draco sospirò, passandosi una mano sul viso. - E’ che…”

“Che cosa? E’ che non riesci nemmeno a guardare il mio sangue? Non è contagioso, tranquillo.” disse in tono acido. Si morse il labbro inferiore quasi con ferocia per trattenere altre parole.

“No, no, io…”

“Ho visto il modo in cui non mi guardavi! Sembravi disgustato, e-“

“E’ che ho paura del sangue! – esclamò Draco all’improvviso. -  Di tutto il sangue. Non solo del tuo.”

“Come, scusa?”

“Hai capito benissimo, non lo ripeterò. Mai più. – disse scuotendo la testa. – E poi quella roba mi ricorda… mi ricorda la guerra.” Aggiunse voltandole le spalle.

“Io non-“

“Non lo sapevi? Non è esattamente una cosa che amo dire in giro.” la interruppe irritato.

“Guarda, per favore. E’ solo una sbucciatura. E’ già guarita.” disse Hermione, in tono dolce. Lui si girò, ma solo per un attimo.

“Sei ancora tutta sporca di… di sangue.” disse indicando con gesti vaghi di una mano la gonna e la gamba della ragazza. Hermione si ripulì con un colpo di bacchetta, sbuffando.

“Ora è tutto a posto. Puoi guardare.”

Draco si avvicinò lentamente, e si sedette vicino a lei.

“Stai… bene?” le chiese. Sembrava sinceramente preoccupato.

“Sì. Sto bene, grazie.” rispose Hermione stupita.

“Comunque è tutta colpa tua. Visto cosa succede a parlare bene della Brown?” disse con un sorriso. Hermione ridacchiò.

“Già, già, tutta colpa mia. La prossima volta starò più attenta. E magari guarderò con più attenzione le scale.” rispose passandosi una mano sul ginocchio ormai guarito; al posto della ferita c’era solo un piccolo segno che sarebbe scomparso nel giro di qualche giorno.

Si guardarono per qualche secondo, imbarazzati, poi Draco distolse lo sguardo e si alzò.

“Vado a prendere i tuoi libri. Non vorrei mai che qualcuno passando di lì te li rubasse.”

Uscì prima che Hermione potesse dire qualcosa, e probabilmente fu meglio così; stava per dire qualcosa di stupido. Non sono più come Lavanda e Calì, pensò mentre lo aspettava. Non sono più sola.

 

***

 

31/3/1999

 

Hermione aveva ormai perso ogni speranza di vederlo, quando lui arrivò. Erano quasi le sette e mezza.

“Oh. Ciao. – disse Draco; non dissimulò abbastanza in fretta la sua sorpresa. – Non pensavo che… fossi qui.”

“Stavo studiando e ho perso la concezione del tempo. Sai com’è…” rispose lei girando distrattamente le pagine di un libro che aveva in mano. Lo chiuse di scatto quando si accorse che era al contrario, sperando che lui non l’avesse notato.

“Uhm, credo che non mi sia mai capitato di perdere la concezione del tempo studiando, no... - ribatté lui con un sorriso nervoso. Hermione fece un sorriso di circostanza, rimettendo il libro nella borsa. Non aveva molta voglia di ridere, dopo averlo aspettato per almeno tre ore. – Come… come va il tuo ginocchio?”

“Bene, bene. Era solo una sbucciatura, te l’avevo detto.” rispose la ragazza passandosi una mano sul ginocchio ormai guarito. C’era ancora una leggerissima ombra più chiara, un po’ come quella lieve traccia di profumo che le era sembrato di sentire ogni tanto durante quel pomeriggio solitario.

Draco s’infilò le mani in tasca e fece qualche passo nella stanza. Era solo un’impressione o quel giorno le stava più distante del solito?

“Oggi pomeriggio ho avuto da fare. – disse il ragazzo. Hermione annuì lentamente. – Dopo le vacanze verrò qui tutti i giorni a studiare. I M.A.G.O. si avvicinano.” aggiunse. Era un invito a raggiungerlo o a stargli alla larga?

Hermione raccolse velocemente le proprie cose e si alzò.

“Già, lo so. – disse pulendosi la gonna. – Allora ci… be’, immagino che ci… - il discorso che si era preparata per tutto il pomeriggio era svanito improvvisamente dalla sua memoria. – Insomma, buone vacanze.” concluse lapidariamente.

“Anche a te.” rispose Draco con un cenno della testa.

Si guardarono per qualche secondo. Hermione tossicchiò. Fece un passo verso di lui, poi si diresse verso la porta.

Si fermò accanto lo stipite; tamburellò le dita sul legno, si grattò la fronte, ed infine se ne andò. Non era così che aveva immaginato il loro saluto, ma non ebbe il coraggio di tornare indietro e fare ciò su cui aveva fantasticato. Non si accorse nemmeno di aver dimenticato il mantello nella stanza. Fu Draco a notarlo.

 

***

 

2/4/1999

 

Aveva resistito alla tentazione a malapena un giorno. Durante la mattinata si era fermato per due volte all’altezza del terzo piano, prima di tornare verso la propria camera; nel pomeriggio si era detto che una visitina non gli avrebbe fatto di certo male. Giusto qualche minuto.

Era rimasto nella stanza quasi due ore, ad osservare con sguardo vacuo il mantello che lei aveva dimenticato.

Erano rimasti meno di venti studenti, lui compreso. Sembrava che a nessuno importasse veramente dei G.U.F.O.  e dei M.A.G.O.; erano troppo felici di essere sopravvissuti alla guerra per sprecare le vacanze a scuola, lontano dalla propria famiglia.

Lui aveva scritto a sua madre che sarebbe rimasto a Hogwarts per studiare, e lei non aveva obiettato; probabilmente era già abbastanza felice per il fatto che lui avesse ripreso a scrivere loro. Gli aveva anche spedito un uovo di cioccolato.

Prese il mantello appoggiato con cura su una sedia malmessa e lo buttò per terra con rabbia.

Dopo cena tornò per rimetterlo a posto.

 

***

 

3/4/1999

 

Avrebbe davvero voluto fare una passeggiata nel parco, ma quel giorno un acquazzone tremendo aveva deciso di passare la giornata a Hogwarts, così dovette accontentarsi della solita stanza. Cercò di non pensare al fatto che il castello aveva almeno un altro migliaio di stanze.

Guardando il simbolo di Grifondoro sul mantello, si ricordò che il rosso era stato il suo colore preferito; il rosso delle rose che sua madre coltivava nel loro giardino. Aveva optato per l’azzurro quando suo padre aveva iniziato a parlargli di Hogwarts e delle sue Case, e di come Grifondoro fosse la culla di tutte le persone più stupide ed odiose. Aveva usato proprio quei termini. A Narcissa non piaceva che usasse parole troppo forti con lui, quand’era piccolo.

L’azzurro che tanto amava era svanito da tempo dagli occhi di sua madre, però; ora rimaneva solo una pallida imitazione di quel colore così vivo e magnetico. Sembrava che la signora Malfoy si fosse spenta.

Draco andò a cena chiedendosi perché si sentisse così solo, se i Grifondoro erano tutti stupidi ed odiosi.

 

***

 

4/4/1999

 

Dopo pranzo mangiò l’uovo di cioccolato che gli aveva mandato sua madre; era molto buono.

Pensò che sarebbe stato bello offrirgliene un pezzo, invece di allungare la mano verso un mantello vuoto.

 

***

 

5/5/1999

 

Il tempo era migliorato, ma Draco pensò che faceva troppo freddo per passeggiare all’esterno. Cercò di studiare un po’, ma dovette riconoscere che lei aveva ragione: i suoi appunti di Trasfigurazione erano davvero illeggibili.

“Non ammetterò mai che avevi ragione. Probabilmente mi sono abituato alla tua bella scrittura.” disse al mantello.

 

***

 

6/6/1999

 

Quel giorno faceva abbastanza caldo per uscire, ma altre persone avevano già avuto la sua stessa idea. Non voleva vedere gli altri studenti, perché sapeva già che loro non avrebbero voluto vedere lui.

Studiò per tutto il pomeriggio.

“Al prossimo compito d’Incantesimi prenderò Eccellente.” disse prima di andare a cena.

 

***

 

7/4/1999

 

Non riuscì ad aprire libro; era troppo agitato.

“Domani. – disse sorridendo al mantello. – Domani.”

 

***

 

8/4/1999

 

“Hermione! Bentornata!” esclamò Lavanda lasciando cadere rumorosamente la forchetta nel piatto. Si alzò ed abbracciò la ragazza con trasporto.

“Ciao anche a te, Lavanda. Quanto… quanto affetto.” disse ridacchiando nervosamente. Evidentemente lei e Calì non avevano ancora trovato qualcun altro.

“Oh, qui ad Hogwarts è stato un mortorio durante le vacanze. Ti aspettavo per avere un po’ di notizie dal mondo esterno! – disse risedendosi ed indicandole il posto accanto a sé – Calì arriverà tra poco, e non mi perdonerebbe mai se sapessi qualcosa prima di lei, quindi aspetta un attimo a raccontare, ok?”

“Ma certo…” disse Hermione annuendo lentamente. Non ricordava di averle mai detto che le avrebbe raccontato qualcosa delle sue vacanze.

“Come stanno Harry e Ron? E Ginny? Hai visto qualcun altro durante le vacanze? Sei stata a Diagon Alley? Tra poco iniziano i saldi! Temo che dovremo accontentarci di Hogsmeade anche per quest’anno, eh?”

“Oh, stanno bene, sono-“

“No, devi aspettare Calì! Volevo solo portarmi avanti con le domande!” la interruppe ridendo.

“Ah, già, già… allora intanto raccontami qualcosa tu. Come sono andate le vacanze qui?” le chiese iniziando a mangiare.

“Oh, il solito, niente di che. Io e Calì siamo rimaste per studiare, ma alla fin fine abbiamo concluso ben poco. Sai, sono rimasti anche quei due Corvonero di cui ti avevo parlato…” disse facendole l’occhiolino.

“Certo, sì… bene! – rispose Hermione con un sorriso poco convinto. Ricordava di quell’accenno, ma aveva immagazzinato l’informazione tra le cose inutili. – E’ rimasta tanta gente?”

“No, no, giusto una ventina di persone… di solito rimaneva molta più gente, ma tutti vogliono stare con la propria famiglia, capisci? A me e Calì è andata abbastanza bene, sai, le nostre famiglie non sono state praticamente toccate dalla guerra… Comunque oltre a noi due è rimasto anche Seamus, poi Hannah e Justin, ed ovviamente i due ragazzi Corvonero. – altro occhiolino. – Di Serpeverde solo Malfoy e qualche piccolino, poi-“

“Aspetta, Malfoy?”

“Sì, Malfoy. L’ho incrociato ieri sulle scale. – rispose facendo spallucce. - Ho visto anche la McGranitt con un vestito orrendo, persino per i suoi standard!” aggiunse ridendo, ma Hermione ormai non l’ascoltava più.

 

 

Innanzitutto vorrei scusarmi per il ritardo… scusate, davvero! >___< Tra studio, lavoro, influenza ed incontri con i vari parenti queste settimane sono state pienissime, e questo è il primo giorno in cui riesco finalmente a mettermi al pc per più di cinque minuti.

Poi vorrei ringraziare Elisadi80 e Bambolinazzurra per le recensioni: il primo capitolo è stato scritto così apposta per mettervi curiosità, ma manca ancora un bel po’ a giugno… Draco e Hermione si stavano avvicinando, memtre in questo capitolo non è tutto rose e fiori. Credo che nel prossimo ci sarà un bel litigio… spero che vi sia piaciuta questa parte più dedicata a Draco.

Un piccolo appunto: il riferimento che fa Hermione al fatto che Draco si aspettasse di vedere del sangue è dovuto al soprannome in lingua originale, Mudblood. Mud significa proprio fango, ma nella traduzione italiana mi sembra che venga reso semplicemente con Sanguesporco.

Come sempre spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! J

A presto,

Contessa

   
 
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