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HEART CAPITOLO FINALE
Erano passati tre giorni dalla nascita di Isabel e di Ej, e già i piccoli
sembravano diversi, più grandi. Andrew dopo aver dato una mano alle nascite, era
sparito nuovamente. Di certo non potevo stupirmi! Vampiri, lupi, cure miracolose
e bambini che crescevano a vista d’occhio. No, non potevo stupirmi. Era tutto
normale.
Mio figlio era sorprendentemente cambiato. Iniziava a dire le prime paroline e
a camminare. In quanto ad aspetto fisico….era sempre più bello, come Edward. I
suoi capelli erano ora più lunghi e il suo color bronzeo era schiarito di poco
rendendolo quasi biondo. Le sue guance erano piene e i suoi occhi si erano
fatti vispi e grandi con ciglia lunghe e pupille di un color verde che cambiava
in base al tempo. In quanto a tempo……
Ricordai ciò che era successo a casa Cullen appena tre giorni fa e ripensai al
tocco delle manine di Isabel e Ej. Il tempo allora era cambiato! Tutti avevamo
fatto caso all’accaduto ma nessuno di noi si era soffermato per approfondire
quel pensiero. Eravamo felici e spensierati per la nascita dei due tesori. Non
posso negare che io invece mi ero stranita su tutto ciò. Essendo mamma di Ej e
avendolo tutto il giorno con me, oramai sapevo le sue gioie, i suoi vizi e le
sue paure..e da questo mi ero accorta che in base al suo umore, il
tempo…cambiava. Non volli saltare a conclusioni affrettate e per questo motivo
non feci parola dei miei pensieri, nonostante ciò dubitavo che quel dono era
uno dei poteri di mio figlio. Forse mi sbagliavo, ma era pur sempre solo un
pensiero. Infatti, oggi Ej era felice per la presenza dei Cullen a casa nostra,
e magicamente il tempo era caldo, solare, permettendo a tutti noi di uscire in
giardino.
Osservavo mio figlio che a passi incerti e mani aperte tastava ogni cosa chiedendone
il nome. Era come se Ej era impaziente di conoscere il mondo. Renesmee gli
stava dietro come una dolce mammina apprensiva. Adorava il fratello quanto me e
suo padre. Renesmee era diventata una signorina, più alta, capelli più lunghi e
viso più snello. Vederla accanto a Jacob ormai non era una visione così tanto
diversa. Certo, ancora non era pronta per affrontare l’amore e ciò che li
avrebbe legati per sempre…ma tra i due la differenza di età non era così tanto
ovvia. Jacob appariva come un ventenne e lei come una sedicenne.
“Mam…coè?”.
La manina calda di Ej mi destò dai pensieri. Mio figlio era giunto fino a me
seduta su una delle sedie in vimini del giardino, e mi tastava l’anello che
avevo al dito.
“Coè, coè?”.
Sorrisi al suo dolce modo di chiedere cosa fosse e mi chinai verso di lui.
“E’ un anello”.
Ej osservò la mia bocca muoversi per osservare quella nuova parola, e riguardò
l’anello come per ammirarlo. Subito dopo si guardò le mani come per chiedersi
il perché lui non lo aveva. Renesmee sorrise.
“La mamma ha l’anello perché è sposata con papà. E’ il legame del loro amore”.
Non era esattamente l’anello a legarci e ad avere unito me e Edward nella vita,
ma non volli correggere quella frase così giusta e normale nell’umanità. Se
dovevo pensare a ciò che aveva legato me a Edward…la prima cosa che mi veniva
in mente era: la diversità.La curiosità, il mistero, l’attrazione di voler
l’impossibile.
Alzai gli occhi e come immaginavo, Edward mi fissava sorridendo. Anche lui
aveva avuto il mio stesso pensiero. Jacob, Jasper e Edward se ne stavano in
piedi a osservare la nuova macchina fotografica che Emmett aveva comprato per
fare le foto a sua figlia. Ovviamente gli uomini erano presi dalla tecnologia, mentre
noi donne stavamo comodamente sedute a goderci il miracolo del sole.
Il piccolo Ej mi guardava senza capire e subito dopo si arrese a pensarci e mi
abbracciò per un brevissimo tempo. Immediatamente dimenticò l’anello e continuò
a tastare il resto, come il tavolino e le sedie. Ogni cosa che per lui fosse
nuova era da esplorare.
Isabel era in braccio a Rosalie, intimidita dal nuovo ambiente. Non conosceva
ancora casa mia, e alcuni volti gli erano sconosciuti. Come quello di Jacob. Da
lì a tre giorni, Jacob non aveva trascorso molto tempo a casa Cullen perché era
sempre da noi,quindi Isabel lo conosceva appena. Anche lei come Ej era
cresciuta. I suoi capelli erano lunghi e semi ricci. Era veramente bellissima.
Inoltre sulle sue guance si dipingeva un color rosso vergogna ogni volta che s’imbarazzava.
“Isabel, dai, vai a giocare”.
Rose incitò sua figlia, che si nascondeva tra le sue braccia. Lei scosse la
testa senza rispondere.
“Rosalie, su questo certamente non ti somiglia ”.
Disse Alice scherzando la sorella. Tutte sorridemmo e Rosalie spiegò.
“Di solito non è timida”.
Mi sollevai appena e chiamai Ej che era vicino al tavolino in vimini.
“Tesoro vieni qua”.
Lui si avvicinò subito ed io gli sussurrai nell’orecchio.
“Porta Isabel a giocare”.
Il piccolo non capì subito e alternò lo sguardo tra la bimba e me. Era come se
aspettasse un’ulteriore conferma.
“Forza, vai”.
Lui sorridente e senza pensieri camminò con passi pesanti e scomposti verso
Rosalie per afferrare Isabel dalla mano. Lei sembrò titubante e Rose la spinse
leggermente.
“Vai Isabel”.
Subito dopo entrambi erano a terra e giocare insieme.
“Credo le servisse la spinta giusta”.
Sorrise Esme alla vista dei due bambini giocare allegri.
Alice fissò Jasper imbronciata.
“Ma gli uomini non si stancano mai? Quanto tempo è passato? Sono attaccati a
quella macchina fotografica da…Un'ora!Due!?”.
“Lasciali perdere, sono fatti così”, rispose Rosalie sorridendo.
“Tu con Emmett ne sei abituata, certo, con quell’orso! Ma raramente Jasper si
incanta sulla tecnologia”.
Rosalie la guardò male per un attimo, ma subito dopo tornò serena a guardare
Isabel. Era molto cambiata dalla nascita della bambina. Non s’irritava tanto
facilmente.
“Ehi ragazzi che ne dite di fare una foto?”, strillò Emmett avvicinandosi a noi
con la macchina fotografica in mano. Edward e gli altri lo seguirono
sorridendo. Alice annuì.
“Non mi dispiacerebbe”.
Rosalie era negativa.
“Non se ne parla”.
“Dai orsacchiottina mia! Dobbiamo provarla”.
La implorò Emmett mentre io finsi di alzarmi per andare verso i bambini. Non
volevo assolutamente saperne di foto. No, non ero d’accordo. Nessuno mi badò ed
io tentai di sparire inosservata, ma Edward mi cinse i fianchi e mi accostò a
sé.
“Dove credi di andare?”.
“Io?”.
Lui annui sorridendo ed io capii esattamente che aveva intuito le mie
intenzioni. Corrugai la fronte e assottigliai lo sguardo.
“Non potresti fingere di non aver capito per una volta?.”.
Edward alzò un sopracciglio e scosse la testa come per pensarci.
“Sì, hai ragione, ma..una foto non è la fine del mondo”.
Bisbigliai appena.
“Per me si!”.
Lui sorrise e mi baciò la guancia. Allo stesso tempo disse vicino al mio
orecchio.
“E poi oggi, come tutti gli altri giorni, sei bellissima. Avrò diritto ad avere
una tua foto?”.
“Hai me! Cosa ti servono le foto?”.
“E se ti perdessi di nuovo?”.
L’atmosfera dolce si ghiacciò subito. Il sorriso che avevo sul volto sparì. Edward
se ne accorse e mi accarezzò sul volto.
“Scusami, sono un’idiota”.
Io rimasi in silenzio per un breve momento. Ero io l’idiota, non lui. Il male
che avevo fatto a Edward non sarebbe andato via tanto facilmente. Mi ero illusa
che con il mio ritorno tutto era cambiato.
“Mi perdonerai mai Edward?”.
Lui rispose subito agitato.
“L’ho già fatto. Non era un rimprovero, scusami. E’ solo una mia paura e dovrò
imparare a condividerci l’esistenza”.
Alzai il volto verso di lui.
“Quindi dubiterai sempre di me?”.
Edward rimase sbalordito, senza parole. Sospirò e mi fissò negli occhi.
“No, non dubito di te e mai lo farò. E’ solo che ho sempre vissuto con la possibilità
di viverti accanto o scegliere di non farlo, e quando ti ho sposata ho escluso
la possibilità di perderti. Quando è successo…per me, è stato devastante. Non è
colpa tua, ma mia. Mi sono accorto di quanto debole io sia senza di te. Ho
paura che questo possa farmi cambiare ai tuoi occhi. Ho paura che tu possa
vedermi….diverso”.
Ogni pensiero di Edward era sempre e comunque contro di lui. Edward si
colpevolizzava in ogni momento. Lui non aveva mia agito male e queste parole
per me erano…banali.
“Tu sei diverso ai miei occhi. Ma solamente perché sei speciale, unico e
completo. La possibilità di perdermi è finita. Io starò con te sempre e
qualsiasi cosa accadrà, anche la peggiore, l’affronteremo insieme”.
Edward mi sorrise e mi baciò.
“E’ basta! Ma voi due non la smettete mai?!”.
Ovviamente era Emmett. Edward continuò a baciarmi senza dargli ascolto e lo
fissò come per rimproverarlo. Emmett sbruffò e si dedicò momentaneamente a
fotografare Isabel e Ej. Subito dopo vidi Rosalie ed Alice alzarsi e
affiancarsi agli altri per la foto. Io rimasi immobile. Edward era consapevole del mio “no”,ma questa volta
volevo stupirlo.
“Io da quel lato”.
Indicai un punto preciso del giardino. Edward al mio fianco rimase sorpreso e
allo stesso tempo felice.
“Prima però volevo ringraziarvi tutti”.
Smisi di sorridere e fui seria per un attimo. Guardai tutti e infine i due
nuovi piccoli.
“Grazie a tutti. Se non fosse per voi..loro non sarebbero qui. Mi siete stati
sempre vicini e avete reso le mie scelte facili. Sono fiera di far parte di
questa famiglia”.
Alice e Rose si commossero, ovviamente senza lacrime, mentre Jasper e Jacob
sorridevano leggermente con occhi comprensivi. Edward mi strinse più forte e mi
baciò la fronte mentre Renesmee mi abbracciò. Ej e Isabel ci guardarono stupiti
senza capirci nulla.
“Grazie a te amore mio”.
Rispose Edward ad alta voce. Gli altri annuirono senza parole e come al solito
fu Emmett a rompere il ghiaccio.
“Bene! E dopo i ringraziamenti…..la facciamo questa foto?”.
Sbuffano tutti al suo finto non interesse per i sentimenti e ci mettemmo in posa
per la foto. Jacob si offrì di farla, mentre Renesmee teneva a bada i due
piccoli.
Come sempre noi Cullen eravamo elegantissimi e aggraziati, dono ormai della
nostra natura, ma oggi particolarmente il nostro stile nell’abbigliamento era
indiscutibile come se tutti noi sapevamo di dover fare una foto. Rosalie
indossava una mini gonna blu con dei tacchi neri. I capelli erano legati in una
coda e aveva una maglia nera che si racchiudeva sotto il seno da una cintura.
Emmett portava dei pantaloni bianchi e una camicia bianca, insieme ad una
giacca nera. Jasper aveva dei comodi jeans scuri e una camicia bianca con tanto
di giacca grigia e cravatta. Anche Alice aveva dato un cambio ai capelli, tirandoli
indietro con un po’ di gel. Portava un pantacollant nero, con una maglia
vestito particolare e colorato. Edward……come sempre…era bellissimo. Portava una
maglia bianca e una giacca nera, insieme con un jeans nero e un paio di
occhiali (oggetto inutile ma elegante) con un vetro trasparente, sul giallo. Era
favoloso. Io avevo indossato un vestitino grigio celeste con scarpe nere e
cinta nera. I miei capelli erano racchiusi in un’alta coda. Edward sorrideva
verso Jasper mentre Emmett si appoggiò a Edward. Io ero accanto a mio marito e
tentai di mettermi in posa. Rosalie era alla mia destra e subito dopo Jasper
con Alice.
Lo scatto ci immortalò in quella posizione.
Sicuramente era una bella foto, con tutti noi perfette creature
indistruttibili. Noi eravamo come quello scatto…immortali e intoccabili dal
tempo.
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