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Autore: Henne029    29/12/2011    2 recensioni
Storia Lyker (Brock Baker e Riker Lynch) a quattro mani.
Leggendo la fanfiction "Blaine Andrerson Presents: the Pips!" ci è venuta l'idea che forse Flint e Jeff potrebbero nascondere qualcosa anche nella realtà, perchè no? :D
Ok, è una pazzia, ma noi siamo pazze quindi c'è poco da fare xD
Il fluff regna sovrano :3
E si, sarebbero entrambi etero, ma who cares?
Speriamo che vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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‘Non è possibile’ pensò Riker mentre si dirigeva con un perfetto estraneo nella sala dei provini, di nuovo.
Aveva davvero accettato di cantare con quel ragazzo senza nemmeno sapere il suo cognome, o quanti anni avesse o …  Mentre la sua mente fantasticava il biondo si ritrovò a sbattere contro una porta, sbatté un po’ le palpebre, giusto per accertarsi di essere ancora vivo, e poi sentì una candida risata dietro di lui.
Si voltò e vide i due fanali azzurri del suo amico fissarlo, allora si paralizzò, di nuovo.
‘Tutto bene?’ Brock si avvicinò a lui inclinando leggermente la testa.
‘Non proprio … ’ Riker scosse la testa ‘Farò un’altra figuraccia, lo so!’
‘Oh no, sarai bravissimo! E se tu farai una figuraccia la farò anche io!’ Il moro sorrise appoggiando una mano sulla spalla de biondo per dargli forza, beh, funzionò.
Entrati in sala il ragazzo più basso si avvicinò ai quattro uomini che Riker riteneva inquietanti e iniziò a parlare con loro.
Lynch stava per farsela sotto, prese a mangiarsi le unghie e muovere le gambe freneticamente, si calmò soltanto quando vide il malefico quartetto annuire sorridendo e Brock che si avvicinava a lui facendo partire la base.
Il biondo iniziò a cantare senza mai spostare lo sguardo dal morettino  che lo guardava soddisfatto e un po’ stupito.

Well you done done me and you bet I felt it
I tried to be chill but you're so hot that i melted
I fell right through the cracks
and now I'm trying to get back
Before the cool done run out
I'll be giving it my bestest
Nothing's going to stop me but devine intervention
I reckon its again my turn to win some or learn some

Iniziò a prendere coraggio, si voltò vero i giudici e poi nuovamente verso Brock dopo il ritornello. Ora era il suo turno, e Riker era davvero curioso di sapere quale voce angelica avesse quel ragazzo.
Well open up your mind and see like me
Open up your plans and damn you're free
Look into your heart and you'll find love love love
Listen to the music of the moment maybe sing with me
Ah la peaceful melody
It's your God-forsaken right to be loved love loved love love

Era senza dubbio molto di più di quanto Riker si aspettasse, era … non riusciva a descriverlo, forse la parola giusta era FANTASTICO?
Il provino andò più che bene, i ‘giudici’ a fine canzone si alzarono e applaudirono per quasi cinque minuti.
I due uscirono dalla sala soddisfatti, specialmente Riker.
‘Ehi, volevo … Volevo ringraziarti!’
Brock sorrise alzando le spalle ‘Di niente, amico!’
‘Se posso fare qualcosa per ricambiare il favore … Posso offrirti un cappuccino?’
‘Ne sarei lieto ma … ‘ Il moro guardò l’orologio e spalancò gli occhi ‘E’ davvero tardissimo! Devo prendere il treno altrimenti non arriverò mai a Phonix in tempo per dormire almeno due ore!’
Riker inclinò lievemente la testa, segno che non aveva capito. Si sa, Riker non è proprio una cima …
Brock intuì che il ragazzo non aveva afferrato così si sbrigò a spiegare ‘Abito lì, sono venuto a LA solo per il provino. Anche se devo ammettere che è una città fantastica! Mi piacerebbe vivere qui … ’
Il biondo fece un sorriso enorme, gli era appena venuto un colpo di genio! La cosa non succedeva spesso, avrebbe dovuto segnarlo sul calendario!
‘Puoi venire a stare da me’ 
Il ragazzo spalancò gli occhi azzurri e iniziò a boccheggiare
‘Non accetto un no come risposta!’ Riker rise e uscì dall’edificio tirando Brock per la manica della giacca.
I due si avvicinarono ad una decappottabile blu, il biondo aprì lo sportello per far entrare l’altro che rimase per qualche secondo in piedi davanti alla macchina senza dire niente.
‘Davvero, non ce n’è bisogno ’ provò a dire, ma Riekr l’aveva già spinto dentro la macchina e stava già per partire.
‘Invece ce n’era bisogno! Mi hai salvato la vita, lascia che io salvi la tua adesso’ rise, mentre Brock fece una risatina agitata.
Il biondino si stupì di se stesso, non era mai stato così audace , aveva preso l’iniziativa una volta o due, per qualche istante pensò di essere pazzo. Ma poi ci ragionò su, insomma, non c’era niente di male, aveva aiutato un amico che aveva aiutato lui. Ma, aspetta … Erano amici?


 
 *******
 
 
I due ragazzi erano in macchina e stavano chiacchierando del più e del meno, quando il telefono di Brock squillò.
“Pronto?”
“Amore, ciao! Hai già preso il treno?”
Oh merda. In quel momento realizzò che si era dimenticato di avvertire sua madre del fatto che non sarebbe tornato a Phoenix per quella sera e, se fosse stato preso, neanche per quelle a venire.
“Ehm, mamma, ascolta… ho conosciuto un ragazzo ai provini, e mi ha proposto di restare da lui questa sera, così da non dover fare avanti e indietro con il treno…”
“Un… ragazzo?”
In quel momento Brock si rese conto che, detta così, la frase suonava piuttosto ambigua, così disse: ”No, mamma non… è un amico!”
Intanto Riker stava sghignazzando apertamente dal posto di guida, e Brock lo fulminò con lo sguardo. Quello per lui era un momento piuttosto tragico. Sua mamma sapeva essere incredibilmente apprensiva a volte.
Così Riker prese il telefono dalle mani di Brock, con un gesto degno del protagonista di un film di azione giapponese, accostò e attivò il vivavoce.
Intanto Brock stava cercando di riprendere il telefono, dicendo: ”Dai Riker, dammi quel coso…”
L’ultima cosa che voleva era che Riker pensasse che provenisse da una famiglia di alieni, o qualcosa del genere.
“Salve, signora! Sono Riker Lynch, lascia che le spieghi brevemente l’accaduto. Suo figlio mi ha salvato la vita ai provini, letteralmente! Si è offerto di cantare con me perché ero troppo teso per riuscire a farlo da solo, e perciò non vorrei mai che il mio salvatore si sorbisse delle inutili ore di treno. Quindi gli ho offerto di stare da me, dormendo nella stanza degli ospiti, visto che io vivo a Los Angeles, e, se saremo presi, sarei davvero felice di ospitarlo anche durante le riprese.”
Brock era rimasto a bocca aperta. Cavolo, Riker ci sapeva fare con le madri! Soprattutto visto che la sua, a casa, era soprannominata “il sergente di ferro”.
“Beh… ti ringrazio davvero, Riker! Sei stato molto gentile con Brock. Sicuramente non c’è nessun problema a farlo restare a Los Angeles, anzi, penso che per lui sia molto più comodo. Sono contenta che abbiate fatto amicizia! Buona fortuna per domani, poi chiamatemi e fatemi sapere com’è andata, mi raccomando! Ciao Brocky!”
“Arrivederci signora!”
Riker chiuse il telefono e ripartì. Notò con la coda dell’occhio l’espressione assolutamente spiazzata di Brock, e così chiese: ”Che c’è?”
“Tu… sei… un GENIO! Ma dove hai imparato? Cioè, voglio dire, MIA MADRE!”
Riker scoppiò a ridere e rispose: ”Sai com’è, io vivo ancora con i miei e i miei fratelli, anche se abbiamo questo appartamento a LA che ci litighiamo a vicenda… quindi, innanzitutto non spaventarti se piombano in casa con richieste assolutamente assurde, so gestire anche loro. E poi, beh, ho dovuto imparare a corrompere mia madre per farmi uscire la sera.”
Brock ridacchiò e rispose: ”Beh, grazie mille!”
“Non c’è di che” sorrise Riker. “Beh, siamo arrivati.” Disse poi, indicando un palazzo bianco piuttosto moderno.

  
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