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Temperanza
"I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza [...]"
Platone
Avrebbero potuto ucciderlo, squartarlo, dissanguarlo: due bacchette sarebbero state più che sufficienti anche a renderlo un granello di cenere fumante.
Avrebbero potuto sterminare i suoi compagni, succhiargli via il midollo, far saltare la testa di Silente: ma lui era nero, nero come la notte, e nera era la sua voce – nessun raggio di luce, rossa o verde che fosse, sarebbe mai riuscito ad illuminarlo; nessuna tempesta poteva farlo cadere, nessun Oscuro Signore incutergli terrore.
Una bacchetta saltò, l’altra venne spezzata: Kingsley s’accasciò sorridendo. Sapeva che avrebbe potuto benissimo continuare a combattere con il Ragazzo Sopravvissuto o l’intero Ministero sulle spalle, ma un po’ di riposo al San Mungo, dopotutto, non gli avrebbe fatto male.