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Autore: Niniel Virgo    29/12/2011    3 recensioni
[Ispirato a Alice: Madness Returns]
La piccola Rose era una bambina come le altre, prima di scoprire di dividere il corpo con Alice Liddell. Da allora la sua vita è cambiata, se in bene o in meglio, questo è da scoprire..
[Dal 3°capitolo.]
Morte. Non ho mai sentito nessuno dei miei coetanei parlare di morte. Ma beh, credo di essere l'unica ad avere nella testa una morta con cui parlare, no?
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'We are all mad here.'
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Caro diario, prima di tutto scusami. Ho scritto la tua prima pagina e sono sparita per due anni, ma ho avuto molto a cui pensare.

L'altro giorno stavo giocando da sola, nel giardino della scuola. Gioco sempre sola, gli altri bambini dicono che sono strana, solo perché sto sempre zitta. E, come sempre quando sono sola, la voce non mi dava tregua.

“Alice. Alice. Alice. Alice.”

Ho scosso con forza la testa, come se potesse bastare a mandarla via.

“Alice. Alice. Alice. Alice.”

Mi sono allontanata dalle maestre. Il parco è molto grande, ma di solito rimaniamo vicino a loro in caso di bisogno, non ci inoltriamo mai in esso.

“Alice. Alice. Alice. Alice.”

Mi siedo a terra, nascondendo la testa tra le gambe.

“Alice. Al-”

“BASTA!” Ho pensato, o forse l'ho urlato. Non ne sono sicura.

La voce si è zittita per alcuni minuti. Ho pensato che forse me ne ero sbarazzata. E invece no, eccola di nuovo.

“Alice.”

“Basta!” Ho ripetuto. “Io non sono Alice!”

Non so cosa sia successo in quel momento. L'unica cosa che ricordo è che ho visto una grande luce bianca, ma non veniva dall'esterno. Veniva da dentro la mia testa.

“Certo che no, Rose.” Ha detto la voce dentro di me, che sembrava molto più sicura di prima. “Io sono Alice.”

“Chi sei?” Ho chiesto, impaurita. Non aveva mai detto se non il proprio nome, in due anni. Perché all'improvviso mi parlava?

“Il mio nome è Alice. Alice Liddell.” Ha continuato lei. Non ci ho mai badato, ma ha una voce davvero dolce.

“Cosa ci fai nella mia testa?” Ho domandato. Mi sono sentita più rilassata, perché sentivo che non voleva farmi del male. Era come se captassi le sue emozioni.

Alice ha sospirato. “Vedi, secoli fa vivevo qui a Oxford, insieme alla mia famiglia. Eravamo felici insieme. Ero una bambina molto curiosa e fantasiosa, mi piaceva apprendere. Una notte, a causa di un uomo che aveva molestato mia sorella, il dottor Bumby” Qui sono sicura di aver sentito la sua voce farsi più tesa. “Che ha incendiato la mia casa, sono morti tutti, tranne me. Ero devastata, così tanto che ho cercato di uccidermi.”

Ho represso a stento un brivido. La morte per me è qualcosa di astratto, per ora.

“Fui internata nel manicomio di Rutledge. Dovrebbe esistere ancora, ne ho viste le rovine attraverso i tuoi occhi.”

“Un momento.” L'ho interrotta, sorpresa. “Tu vedi quello che vedo io?”

“Certamente.” Mi ha risposto, con tono scioccato, facendomi sentire davvero stupida. “Vedo, sento e tutto il resto attraverso te.”

Ho annuito senza dire più nulla, in attesa che continuasse il racconto. Non ho dovuto attendere molto, Alice ha ripreso subito a parlare.

“Quando ne sono uscita, sono stata in cura dal dottor Bumby, che cercava di farmi dimenticare la notte dell'incendio.”

A questo punto ho sentito Alice diventare via via più tesa. “Alice? Che c'è?” Le ho chiesto, perplessa.

“Posso raccontarti un segreto?” La sua voce si è fatta più bassa, simile a un sussurro.

Ho annuito diverse volte, convinta ed elettrizzata. Nessuno mi aveva mai confessato qualcosa, ed ero terribilmente eccitata all'idea.

“Esiste un posto chiamato Paese delle Meraviglie. Nessun essere umano vi è mai entrato, se non io.”

“Raccontami di questo posto, Alice!”

Abbiamo passato ore intere a parlare di quel magnifico paese. Probabilmente è stata colpa mia, che non facevo che chiederle informazioni sul Bianconiglio e sul Cappellaio Matto, ma lei sembrava divertita e lieta di raccontarmi tutto quello che volevo. Fortunatamente potevo comunicare con lei tramite il pensiero e smettere di parlare ad alta voce, o mi avrebbero preso sul serio per matta.

Alla fine, ho ripensato alla domanda che gli avevo fatto all'inizio. “Alice, cosa c'entra tutto questo con il fatto che tu sei dentro la mia testa?”

L'ho sentita tornare immediatamente seria. “Vedi, mentre ero in cura dal dottore, sono stata richiamata dallo Stregatto nel Paese delle Meraviglie, per distruggere il Treno Infernale, creato dal Dollmaker. Durante questo viaggio ho ricordato tutto su Bumby e, una volta tornata a Londra, l'ho ucciso io stessa. Però..” L'ho sentita diventare di nuovo nervosa.

“Però cosa?”

“Non sono sicura di quello che è successo dopo.” Ammette di malavoglia. “Ricordo solo un coltello, sangue e tanto dolore. Poi mi sono ritrovata senza più un corpo, ma non volevo morire. Avevo solo vent'anni. Così, ho vagabondato per un sacco di tempo, fino a quando non mi sono sentita attratta dalla tua anima. Non chiedermi come ho fatto, ma sono riuscita a farmi un posticino nel tuo corpo.”

Al che mi sono incuriosita. “Fa male condividere il corpo con me?”

Alice ha sospirato afflitta. “Un po'. Ma solo perché non mi hai accettato completamente. Allora non farà più male.”

“Come posso fare ad accettarti?”

“Dobbiamo diventare amiche. Devi fidarti completamente di me.”

Ho annuito convinta. “Io mi fido di te.”

Sono certa, anche se non posso vederla in volto, che ha sorriso. “Lo spero, piccola Rose. Lo spero tanto.”

 


   
 
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