21 marzo.
32 giorni dopo l’incidente.
Londra. Ospedale. Stanza 213.
 
Il silenzio nella stanza era interrotto solamente dal fastidioso rumore dei vari macchinari e dalla voce tremante di una ragazza in lacrime.
<< E’ solamente colpa mia! Sono stata una stupida! Non dovevo lasciarlo andare…lui…non ha fatto in tempo e poi…io ho visto…non sono neanche riuscita a dirgli… >>
Il ragazzo seduto accanto a lei, cingendole le spalle e guardando con gli occhi lucidi il ragazzo a letto, cercava di consolarla come meglio poteva.
<< Shh, tranquilla. Ce la farà, si sveglierà. Lo conosci, è un ragazzo forte, devi credere in lui. Non devi torturarti così, sono sicuro che lui non ti dà nessuna colpa e non gli farebbe assolutamente piacere vederti in questo stato, anzi lui vorrebbe vederti sorridere, non so se te l’ha mai detto, ma adora il tuo sorriso. >> disse stringendola più forte e sorridendole in modo dolce e allo stesso tempo malinconico.
<< Come posso sorridere in questo momento?? E’ colpa mia! E’ tutta colpa mia! Sono stata io! Come posso non accusarmi quando so che è questa la verità?? Quando so che la causa di questo sono io?? Anzi mi sembra assurdo che tu e gli altri non mi incolpiate di tutto ciò, lo sapete benissimo anche voi, se io…se solamente io… >> disse per poi interrompere il discorso tra i singhiozzi e coprendosi il volto, ormai completamente rigato dalle lacrime, con le mani.
<< Noi non ti incolpiamo perché non sei stata tu! Smettila di dire che è colpa tua! E’ stato un incidente, nessuno ha la colpa…e poi se anche ti incolpassimo tu ti sentiresti meglio?? No. Ti tortureresti di più. Quindi basta con queste lacrime, o vuoi che lui >> disse indicando il ragazzo a letto con un cenno della testa << mi picchi quando si sveglierà, perché ti ho fatto deprimere e non ho saputo consolarti e farti sentire felice come sei sempre stata, specialmente in questi ultimi mesi?? >>
La porta si aprì all’improvviso, ma i ragazzi non si accorsero neanche del nuovo arrivato. Era un dottore sui 45 anni, alto, biondo e aveva un’aria stanca e triste.
<< Mi dispiace ragazzi, l’orario delle visite è terminato. In caso ci fossero novità vi avvertiremo e potete tornare domani alla solita ora. >> disse lui poggiando una mano sulla spalla del ragazzo per far notare la sua presenza.
<< Grazie mille dottor Roberts, adesso andiamo. >> disse il giovane senza voltarsi.
Tolse il braccio che cingeva le spalle alla ragazza.
<< Torniamo a casa, ormai è tardi. Verremo di nuovo domani. >>.
<< S-si, va bene. >> rispose lei asciugandosi le lacrime e lasciando la mano del ragazzo sul letto.
<< Si sveglierà, vero dottore? >> chiese speranzosa.
<< Mi dispiace cara, ma questo non lo possiamo sapere. Tutto ciò che possiamo fare ora è aspettare e sperare che esca dal coma. >>.
La ragazza uscì dalla stanza con il viso nuovamente rigato dalle lacrime.
<< Ti prego, torna da noi, svegliati. Abbiamo veramente bisogno di te. Lei ha bisogno di te. >> disse l’altro per poi alzarsi e uscire silenziosamente.






#MYSPACE:
OOOOkkay allora?? che ve ne pare? troppo lento come capitolo?
Lo so, non ci sono nomi, descrizioni...ma tutto a suo tempo! =)
So anche che è parecchio breve come capitolo, ma gli atri sono più lunghi promesso!! ;D
RECENSITE RECENSITE RECENSITE e poi pubblicherò il primo capitolo! =3
-Jas xx