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Autore: Lilith of The Thirsty    30/12/2011    1 recensioni
Qualcuno mi sollevò da terra con innaturale delicatezza e calmò i presenti con poche parole mentre mi trasportava lontano da tutto quel rumore, le mie iridi incontrarono quelle del mio salvatore e in un attimo il mondo mi crollò addosso.
Occhi cremisi come il sangue mi fissavano crudelmente, i capelli neri lunghi incorniciavano un volto scarno e pallido che ghignava crudelmente; invocai mentalmente l’aiuto di Edward ma il dottore rise sfacciatamente.
“E’ inutile principessa, ormai nessuno farà più niente per aiutarvi! L’impero cadrà così come cadrete tutti quanti voi!” esclamò infervorato mentre i miei occhi si chiudevano e rimanevano prigionieri in una fitta oscurità.
Come aveva predetto Edward la scintilla dell’insoddisfazione si trasformò nell’ondata rivoluzionaria che avrebbe distrutto per sempre la nostra vita e l’impero di Russia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 1
Rivelazioni

 
 
“So cosa sei!” esclamai all’uomo appoggiato delicatamente sul balcone di marmo bianco della residenza di mio padre: Nicola, zar di tutte le Russie.
“Sentiamo Anastasia…” la sua voce era calma e controllata, intrisa di sofferenza e dolore appresi negli anni.
Fissai quel ragazzo vestito con gli abiti della festa che si teneva ora nel nostro palazzo, l’aria gelida dell’inverno in Russia era a mala pena sopportabile nonostante le vesti pesanti che indossavo mentre lui sembrava non farci caso.
La sua pelle era soda e liscia, di una compattezza che non aveva l’equivalente nel genere umano, calda di un calore diverso, come una statua intiepidita dal sole.
Quel ragazzo bruno aveva movimenti tranquilli e uno sguardo sereno; i capelli erano di color bronzo lucido e la carnagione simile alla seta: bianca, splendente, perfetta. Aveva due occhi neri quasi trasparenti, profondi come abissi infernali.
Le ombre lo accarezzavano affettuose ma al tempo stesso timorose, era immerso nel buio del balcone e lo distinguevo a malapena. Inspirai a fondo l’aria gelata e cominciai ad avanzare verso di lui più decisa e sicura che mai.
“Edward, la tua pelle è fredda e non risente dei cambiamenti climatici, non ti fai mai vedere alla mattina, non mangi nulla alle feste e…” dissi mentre prendevo tra le mani una collana con una croce d’argento benedetta e la puntavo contro di lui con forza, l’oggetto brillò con una luce azzurrina mentre Edward si tirava indietro.
“Non entri in chiesa e ora ne ho l’assoluta certezza: tu sei un vampiro!”
“E ora cosa vorresti fare? Andare in giro e urlarlo al mondo intero? Lo sai che non ti crederà mai nessuno oppure, ti fermerò prima io…”
Scorsi un luccichio di denti nell’ombra dove si era rintanato, non volevo accusarlo ma dovevo capire perché era diventato un mostro.
“Sei stato tu ad uccidere alcune delle nostre serve prosciugandole del loro sangue e a morderne altre vero?” domandai un po’ timorosa della sua risposta.
“No, sono state vittime di qualcun altro… Qualcuno di molto vicino alla vostra famiglia. Ma questo non mi sembra né il posto né l’occasione per parlarne…” disse gelido mentre io afferravo la manica della sua giacca nera supplicandolo di svelarmi tutto.
Per mesi avevo tentato di smascherarlo e ora che ci ero riuscita volevo sapere tutto, non importava a cosa sarei andata incontro.
 

***

 
 
Mi sedetti sul mio letto e mi avvolsi in una pesante coperta mentre la luce della candela faceva brillare i miei occhi verdi e i capelli rossicci sullo specchio appeso alla parete di fronte a me.
Edward si avvicinò alla finestra e si appoggiò al muro rimanendo immobile come una statua per qualche minuto, poi rivolgendosi a me disse “Cosa sai di noi creature della notte?”
“Voi esseri siete il male, è questo che mi hanno insegnato a credere…”
“Il male è un punto di vista, Dio uccide indiscriminatamente e così faremo noi, perché nessuna creatura di Dio è come noi… Nessuno è simile a lui quanto noi. Io sono un cacciatore infallibile, un demone in forma umana. Una statua, né vivo né morto, un essere maledetto per l’eternità, una creatura del sangue che cammina dove agli uomini non è consentito.” disse con voce lugubre mentre fissava la notte scura all’esterno della mia finestra.
“ Noi siamo vampiri” continuò “ predatori perfetti e veleno per gli umani. Creature terribili che esistono dalla notte dei tempi la cui natura è completamente legata alla vostra. Senza di voi noi moriremo perché è quel liquido che scorre nelle vostre vene che ci fa vivere.”
“Tu non sei malvagio!” fu l’unica cosa che riuscii a dire mentre la sua risata risuonava nel silenzio della mia stanza; assomigliava ad un limpido tintinnio di bicchieri di cristallo che ti spezzano il cuore, lo mangiano, lo disintegrano.
“La mia esistenza avrà un senso fino a quando esisteranno al mondo persone da uccidere, persone con cui sfamerò il mio cadavere per poter sopravvivere nelle epoche che si succederanno fino alla fine dei tempi, questa è la mia condanna e la mia maledizione: la solitudine è il peggiore dei mali. E tu dici che io non sono malvagio? Uccidere è perverso e far soffrire ancora di più…”
“Ma tu hai il mondo hai tuoi piedi! Puoi vedere cosa succederà in futuro e ingannare il tempo per sempre. Sei un essere straordinario e bellissimo…” dissi con un vago accenno di rosso sulle mie guance.
“E’ vero, ma ricorda che anche l’essere più forte ha delle debolezze.” concluse fissando le sue mani diafane che rivelavano alcune vene sottilissime al di sotto della pelle.
“Io credo che tu per vivere abbia bisogno di provare un po’ di gioia, forse riusciresti ad apprezzare la tua vita perché in fondo non sei lontani da noi…”.
“Uccidiamo per vivere, beviamo sangue di estranei perché il nostro fisico lo richiede e proviamo piacere nel farlo, un piacere folle e inatteso. Rifuggiamo dal sole e siamo accolti dalla luna e dalle tenebre perché speriamo che l’oscurità ci copra dagli insulti e dalle malelingue che cercano solo di ferirci e screditarci, la notte ci lascia fare tutto quello che vogliamo senza insultarci. Persino Dio ci ha abbandonati…” concluse fissando la mia croce che brillava debolmente appoggiata al mio petto.
“Perché hai scelto questo vita se non la volevi?” chiesi perplessa.
“Perché mi è stata imposta, io non ho mai voluto essere così! Qualcuno mi ha trasformato, qualcuno che tu conosci molto bene perché vive con la tua famiglia…”.
Lo fissai allibita mentre tentavo di collegare chi, oltre ad Edward (il nostro musicista di corte), fosse un vampiro ma la risposta me la diede proprio l’essere immortale che avevo davanti.
“La mia vita fu disintegrata nell’istante stesso in cui conobbi quel medico, Rasputin. Mia madre soffriva terribilmente e lui era l’ultima speranza dato che in Russia tutti lo osannavano come “colui che raggira la morte”. Mia madre si riprese mentre, poco dopo, morì  mio padre. Vidi ogni cosa ma ero ancora troppo piccolo per parlare e quando cominciai a crescere, provai disgusto per come mia madre avesse ceduto alle lusinghe di un medico e lo avesse sposato. Quando tentai di ucciderlo non sapevo che cosa fosse e solo nell’istante in cui venni trasformato e la mia famiglia venne distrutta capii a cosa ero andato incontro. Giurai che se mai fossi rimasto vivo lo avrei trovato e ucciso perché nessuno meritava la mia stessa sofferenza. Rasputin ha distrutto intere casate e non sono riuscito a salvare nessuno, sono solo un essere inutile, non riesco nemmeno ad avvicinarmi a lui! Temo e odio il mio stesso creatore perché ha ancora un enorme potere su di me e sulla mia coscienza… Ora che sai la mia storia che senso vuoi che abbia per me la vita?”
“E cosa ti spinge ad andare avanti?”
“La vendetta…” pronunciò con astio sulle labbra.
“Non ti credo, Rasputin non può essere così malvagio come dici! Cura mio fratello e aiuta mia madre, ci aiuta tutti! Stai mentendo!” gridai mentre le immagini di quell’uomo pallido si succedevano nella mia testa in una sequenza orribile.
“Nessuno può essere sicuro che ciò che chiama realtà non sia solo un’illusione. In fondo, non è forse vero che le persone vivono immerse nel torpore dei loro preconcetti?
Questo ci limita e decide le nostre capacità, facendoci temere e odiare cose che non abbiamo ancora visto o conosciuto.” disse dolorante fissandomi negli occhi e scuotendo piano la testa.
Non seppi perché ma mi ritrovai a piangere, lacrime salate scesero sulle mie guance senza freni mentre tentavo di scacciare dalla mia mente quella scomoda verità.
“Non sempre le persone che riteniamo importanti sono animate da buone intenzioni. So che il suo nome era Grigorij Rasputin. Ma chi era realmente? Che tipo d'uomo era? L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle… Tutto questo mi ha riportato alla mente il 5 novembre: un giorno che non dimenticherò mai insieme all’uomo che mi ha condannato per sempre ad una vita fatta di tenebre e sangue.”
Lo fissai attonita mentre apriva la finestra della mia camera e spariva lasciandomi da sola con queste parole nella testa “Lui non è quello che sembra. Le idee sono pericolose Ania, il vostro popolo non vi ascolterà per molto e lui ne approfitterà come sempre e questa volta non riuscirò a fermarlo. Mi dispiace…”.
   
 
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