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Autore: Sintesi    30/12/2011    1 recensioni
Il miracolo dell'evoluzione, così incredibile, micidiale e devastante, come una scheggia di ghiaccio conficcata tra le costole, così gelida che nemmeno il Sole può sciogliere.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Listen to me, please;


Struggling against the sky.


Io sono vissuto decenni di anni fa, quando ancora l'uomo non sapeva nemmeno di esistere. Quando piante, animali, pesci e meduse potevano solo immaginare quale mondo stava nascendo grazie a loro.
Io sono vissuto ai tempi dei grandi meteoriti, delle stelle, che cadevano dal cielo infuocate e spaventose, magiche a tal punto da fondere le rocce e scindere i mari.
Io sono vissuto, fui il re di tutto. Io sono vissuto, fui potente, uccisi, distrussi tutto ciò che era più piccolo di me.
Niente mi eguagliava, la mia mole era inferiore solo al sole, che bruciava tutto,  e dietro di sé lasciava solo un'enorme scia di fumo.
Io sono vissuto, tutti mi temevano. Nessuno poteva dire di avermi soggiogato.
Ero in guerra con chiunque mi sbarrasse la strada, anche con i miei figli, con i miei parenti, con l'aria che respiravo. Solo il mio cuore mi dettava legge, e con lui la fame e l'obbligo di sopravvivere a qualunque prezzo.
I miei artigli erano fatti per seminare morte, e non mi importava di distruggere un pianeta appena nato, che ancora doveva cercare di mettersi in piedi. Che ancora si meravigliava del susseguirsi del giorno e della notte.
E con l'aiuto della luna io dominavo gli altri, solo il cielo potevo temere, solo il vuoto terribile di un precipizio senza fondo.
Per questo io sono vissuto e dall'alto della mia rupe ruggivo verso le nuvole. Per spaventare ciò che stava più in alto, per richiamare le mie ali perdute. Le mie fauci spalancate grondavano di sangue, i miei artigli famelici bramavano carne, sempre di più, sempre di più … fino ad impazzire.
Solo una cosa riuscì a fermarmi.
Il gelo più profondo, che ebbe la forza di immobilizzare qualunque cosa. Le montagne si coprirono di candide coperte bianche, steli di ghiaccio tintinnavano dai rami degli alberi assopiti dal freddo. Il mio corpo perdeva forza, non c'era più carne da mangiare.
La fame era insaziabile. Il mio corpo si rintanò in una grotta. I miei occhi gialli scrutarono per una notte ancora le stelle spietate che piroettavano nel blu scuro ed infinito del cielo. Poi serrai le palpebre, un rantolo roco sostituì il mio potente ruggito.
Il re doveva cadere, qualcun altro doveva prendere il mio posto.
Io sono vissuto, in una terra crudele, dove l'istinto era il tuo unico vero amico, dove ogni ombra nascondeva un pericolo mortale, dove tutti i giorni era necessario lottare per guadagnarsi il rispetto degli altri. Sono vissuto in una terra cattiva, ma adesso siete voi i malvagi. Siete voi che distruggete, che odiate tutto e tutti. La vostra vita è collegata direttamente con la terra su cui camminate, ma voi non date più retta al vostro cuore, ed ella non può più guidarvi alla sopravvivenza.
Perciò io vi dico questo: presto o tardi urlerete anche voi di rabbia contro il cielo.






   
 
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