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Autore: _Connie    30/12/2011    8 recensioni
«Non vorresti mangiare questo bel frutto, ragazzino?»
A parlare improvvisamente –facendo venire un principio d'infarto alla navigatrice– era stata una vecchia incappucciata, la quale tendeva uno strano frutto metà rosa e metà blu ai due pirati con un altrettanto strano sorrisino.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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[Angolo dell'autrice]
Bene. Dopo non so quanti giorni, eccomi di nuovo qui ad aggiornare. u__u''
Questo capitolo è più lungo dei precedenti (non avrei mai pensato di riuscire a scrivere più delle solite quattro parole striminzite °-°) e, riguardo la questione ''pensieri di Zoro'', non prendetela troppo sul serio. Vedetela più come una delle mie tante congetture mentali. u___u''
A voi! *________* 
 
~Capitolo 5~
 
Il rumore della porta della cucina che sbatteva attirò l'attenzione dei due capitani, che si precipitarono subito verso la figura appena uscita dalla stanza.
«Ohi, Zoroko, hai cambiato idea? Evviva! A cosa vogliamo giocare?»
«Sgrunt!»
Lo sguardo assassino che la spadaccina riservò loro fu più che sufficiente a farli desistere dal loro intento.
«Ma che le prende?»
«Boh!»
Zoroko si avviò con decisione verso uno tra i tanti pesi sparsi per il prato della Sunny – quello da 300 kg, per la cronaca – e iniziò ad allenarsi.
«Uno! Due! Tre!»
«Si può sapere che le prende? Sembra strana...»
«Ho capito!»
Rufiko l'urlò come se avesse risolto il più arcano dei misteri, ma l'espressione ebete dell'altro non mutò.
«Che cosa?»
«Quando Zoroko è particolarmente nervosa, si scarica sempre facendo pesi e allenandosi con la spada. Quindi qualcuno deve averla fatta arrab–»
«Ohi, Zoroko! Che diavolo stai facendo?!»
Neanche ebbe il tempo di finire la frase che una Sanko molto incazzata andò a piantare uno dei suoi tacchi a spillo proprio al centro della fronte della spadaccina.
«Ahia! Sanko, che cavolo ti prende all'improvviso?!»
«Choppeko te l'avrà detto un migliaio di volte: nelle tue condizioni, dopo quello che è successo a Thriller Bark, non puoi sforzarti nel modo più assoluto!»
«Sgrunt! Fatti gli affari tuoi, principessina tappa!»
«Non sono tappa!»
«Se non fosse per quei tuoi stupidi tacchi, non saresti mai alta quanto me!»
«Sei tu ad essere troppo alta!*»
«Ohi, Sanko! Non avrai mica fatto arrabbiare di nuovo Zoroko!»
«No, questa volta è stato Sanji, non io!»
«Perché, non è la stessa cosa?»
Vedere quei due pseudo-capitani intenti a scaccolarsi con la faccia più idiota del loro vastissimo repertorio fece pulsare minacciosamente una dozzina di vene sulla fronte di Sanko; quello che li salvò da chissà quale orribile fine fu la voce della verde che, intanto, si era avviata verso la camera delle ragazze.
«Io me ne vado in cabina.»
«Ohi, Zoroko! Aspettami!»
«Zoroko-chan! Aspetta!»
La voce di Sanji fece voltare la spadaccina che, fosse stato per il suo sguardo, l'avrebbe fulminato all'istante.
«Che diavolo vuoi?»
«Volevo solo sapere il perché ti sia arrabbiata così tanto. Sono stato sgarbato? Non ho fatto qualcosa che avresti voluto? Non–»
«Odio le persone come te.»
Questa fu l'unica frase che uscì dalla sua bocca, prima di entrare nella cabina e chiudersi dentro.
«...Eh?»
«Sanji, certo che sei proprio idiota! Zoro-kun, potresti andare a calmarla un po', per favore?»
«Beh, va bene...»
Il cuoco notò che lo sguardo dello spadaccino si era incupito all'improvviso.
Ma che diavolo prendeva a tutti quanti, quel giorno? Erano forse impazziti?
«Tu, invece, vieni con me.»
Sanji riuscì appena a sentire le parole dell'altra, prima di essere afferrato per la manica e trascinato di nuovo in cucina.
«Che diavolo è preso a quei due?!»
Sanko emise un profondo sospiro.
«Tu e Zoro-kun non parlate mai, vero?»
«Non vedo l'utilità di parlare con un'alga senza cervello come lui!»
«Ma se l'aveste fatto, ora avresti già capito cosa li ha infastiditi.»
«E-ecco, io...»
«Ho capito, te lo dovrò spiegare io. Zoro-kun avrà accennato qualche volta al proprietario... anzi, alla proprietaria della sua spada bianca, no?»
«Beh, sì. Si chiamava Kuina, mi pare...»
«Esatto. Fin da piccola, Zoroko era in grado di battere tutti gli spadaccini del suo villaggio, anche gli adulti; ma, essendo femmina, nessuno credeva che sarebbe diventata la più forte del mondo, come, invece, lei desiderava. Questo, col passare del tempo, la fece demoralizzare davvero molto. Kuino – così si chiamava nel nostro universo – era l'unico che riuscisse sempre a batterla. Dopo l'ennesima sconfitta, Zoroko non riuscì più a trattenersi e si sfogò con l'altro. Kuino si arrabbiò tantissimo per quell'atteggiamento arrendevole, così fecero una promessa: uno di loro sarebbe sicuramente diventato lo spadaccino migliore del mondo. Purtroppo, come sai, il giorno dopo...»
Si lasciò sfuggire un altro sospiro.
«Per questo motivo non sopporta le persone che, anche con le migliori intenzioni, fanno differenze tra uomo e donna. Credo che sia anche lo stesso motivo per cui Zoro-kun spesso si irrita quando fai dei favoreggiamenti alle donne.»
«Adesso capisco.»
In quel momento, Sanji non poteva fare a meno di sentirsi un perfetto idiota.
Anche se lo conosceva da tempo, anche se vivevano sulla stessa nave, anche se era arrivato a dare la sua stessa vita per lui... solo ora si rendeva davvero conto di non conoscere per nulla i pensieri che passavano per la testa di quello stupido spadaccino.
E sapere che, al contrario, la sua controparte di un altro universo li conosceva fin troppo bene per il semplice fatto che, con l'altra, ci parlava, gli fece provare una strana sensazione di malessere.
Frustrazione, forse.
«Siete proprio due idioti.»
La risata che gli arrivò alle orecchie lo fece destare dai propri pensieri.
«Per prima cosa devi scusarti con Zoroko e, per seconda, dovresti parlare con Zoro-kun.»
«E cosa dovrei dirgli, scusa? Anche se provassi a parlargli, ricominceremmo a litigare come al solito.»
«Dovresti almeno fargli capire che tu ci tieni a lui, a dispetto delle apparenze.»
«Tsk. Più facile a dirsi che a farsi.»
Nell'esatto momento in cui un profondo sospiro uscì dalla bocca di Sanji, l'espressione della cuoca si fece subito seria.
«Non mi dirai mica... che ti piace Zoro?!»
Per poco l'altro non si strozzò con la sua stessa saliva.
«M-ma che diavolo vai farneticando?!»
«Sarà, ma intanto sei diventato tutto rosso... Comunque, calmati, scherzavo!»
Era una parola calmarsi dopo aver preso un mezzo infarto.
Per aiutarsi, prese una delle sue amate sigarette e l'accese. Fumare lo aiutava sempre ad allentare la tensione.
«Va be', stasera cercherò di farmi perdonare da Zoroko-chan cucinadole esattamente gli stessi piatti che preparerò per i maschi.»
«Sono certa che ti perdonerà.»
Sanko si diresse verso la porta che conduceva sul ponte della Sunny.
«E sono certa che risolverai la questione anche con Zoro.»
Il sorrisino che accompagnò queste parole, pronunciate dalla bionda prima di chiudersi la porta alle spalle, non piacque per niente all'altro.
Proprio per niente.
 
 
*Sanji è più basso di Zoro di un centimetro, quindi, dato che io sono bastarda, ho pensato che Sanko lo fosse ancora di più rispetto a Zoroko. Muahahahahah.
  
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