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Autore: Zomi    31/12/2011    5 recensioni
Lo spadaccino appoggiò un gomito al tavolo e si puntellò la testa, rimuginando: nausea… vomito mattutino… aumento di peso… stanchezza… dolori ossei… 40 settimane… Dove aveva già sentito tutto ciò?
In un libro forse… o nelle ore di lezione teorica nella palestra del suo maestro di spada… Ma riferito a cosa?
Centrava una donna… un uomo… amore… un uovo, forse… un seme… e poi dopo 9 mesi…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LA FAMIGLIA SI ALLARGA
 

 
-Tu resti qui e non si discute…- il tono di Zoro era perentorio e non ammetteva repliche. Nami però non era della stessa idea del suo compagno di vita.
-Te lo scordi che io me ne stia qui mentre tu e gli altri vi fate ammazzare!!!-
Uno scossone fece tremare la stanza in cui i due litigavano. La rossa si aggrappò al braccio dello spadaccino, accorso a sorreggerla e proteggerla. Un nuovo urto, seguito da un terribile suono di vetri andati in frantumo. Urla e passi veloci, correvano caotici e senza meta lungo il corridoio davanti alla loro stanza.
-Hanno colpito a poppa… Usop vieni presto…- urlava Franky.
Lo spadaccino stringeva Nami forte tra le sue braccia.
-Resta qui, ti supplico…- le mormorava all’orecchio.
Era successo tutto così in fretta. La mattina era calma e tranquilla, nessun pericolo all’orizzonte. Sembrava che l’intero universo si fosse dimenticato dell’esistenza della Sunny e dei suoi pirati. Ma non era così…
Verso mezzogiorno, il cecchino si era messo di vedetta per passare il tempo. Con i suoi occhiali scrutava il confine oceanico in cerca di un’isola.
In lontananza un’ombra aveva catturato la sua attenzione. Un’ombra grande, che si avvicinava sempre più. Aveva messo a fuoco l’immagine e cercato di identificarla.
Vele… cannoni… bandiera blu e bianca…
-Merda…- aveva quasi urlato. –LA MARINA!!!! LA MARINA ALL’ORIZZONTE!!!!-
Tutta la ciurma si era mobilitata, per essere pronta all’attacco ma la nave militare aveva aperto il fuoco con un enorme anticipo.
Tutti i pirati si erano trovati impreparati a quell’improvviso attacco. –Nami…- aveva chiesto Rufy -… il mare è a nostro favore?-
La rossa aveva sorriso. –Certamente capitano…-
Il moro aveva sorriso di rimando, premendosi il cappello sugli occhi e ordinando a Usop di risponder al fuoco. –Se vogliono prenderle, siamo qui apposta per loro..- aveva ghignato. I suoi compagni avevano preso coraggio e si erano preparati allo scontro corpo a corpo. Zoro, invece continuava a fissare la sua amata. No, lei in quel casino non doveva proprio starci. Di sana pianta l’aveva portata a forza verso l’interno della Sunny, portandola nella loro cabina e chiedendole di rimanerci. Era l’unico posto in cui credeva potesse essere al sicuro. Si sbagliava…
Una cannonata fece tremare ancora la nave.
-Ti prego…- urlava il samurai.
-No… non posso lasciarti combattere in quel manicomio da solo!!! No!- protestava lei.
Ancora uno sparo. Altri lo seguirono. Un boato. I due si guardarono negli occhi. Poi lo squarcio della loro stanza li divise.
Una cannonata aveva fatto breccia sulla sponda della Sunny, perforando il muro di legno. Zoro si precipitò sul corpo di Nami, steso a terra.
-Via… fuori di qui…- gridava Sanji sulla porta, tendendo una mano verso lo spadaccino. Uscirono sul ponte dove ormai la polvere da sparo si mischiava al vento. Nami strinse il braccio di Zoro a cui era appoggiata. Il pancione scalciava indemoniato facendole un gran amale.
-Zoro…- lo chiamò -… sono più al sicuro con te che non dentro una cassaforte. Dovrai sopportarmi anche in questa battaglia…-.
Il sorriso che sfoggiò doveva servire a rassicurarlo e a coprire il dolore dei movimenti del loro figlio. Lo spadaccino ghignò sollevato. Stava bene.
-Ok, mocciosa… guai a te se ti allontani più di due passi dalla mia ombra…-
Il gruppo lasciò la Sunny, protetta solo da Brooke e da Usop, mentre il resto dei Mugiwara si lanciava a capo fitto in mezzo al marasma di Marine e armi nemiche. Rufy e Franky si occuparono dei soldati sotto coperta, mentre quelli sul ponte dovettero subire gli attacchi della archeologa, di Chopper, Sanji, Zoro e Nami.
In breve tempo vi fu una confusione colossale. Le lame di spade si intrecciavano scintillanti senza pietà. Tutti affrontavano i loro avversari con estrema precisione e velocità, in modo da porre subito fine  a tutto quell’inferno.
Lo spadaccino di bordo teneva sempre un occhio sulla sua cartografa. Era in cinta di 8 mesi e tutto quello non poteva certo giovarle. Ma saperla lì, affianco a lui, piuttosto che da sola e indifesa nella loro stanza, gli dava una grande forza e coraggio. Scalcio due Marine e prese ad combattere con altri tre. Dietro di lui, fulmini e fuoco si intrecciavano a urla di dolore e schizzi di sangue.
La giovane navigatrice si difendeva alla grande, cercando di mantenere sempre un paio di metri tra lei e i suoi aggressori. Non voleva che nessuno di quei schifosi sfiorasse anche solo con la propria ombra il suo piccolo frugoletto. Lo avrebbe protetto fino alla morte.
Si volse verso Zoro, controllando che non ne combinasse una delle sue. Le sue tre lame facevano sbiancare quei poveri soldati. Sorrise orgogliosa di lui. Ma poi, lo vide. Lo vide, quel riflesso argento  e oro tra il ferro delle lame. No, non poteva succedere…
Un ultimo sforzo e Zoro riuscì a far stramazzare al suolo anche quei 3 pidocchi. Ghignava soddisfatto. Alzò il volto, pronto a riprendere a combattere, quando si trovò davanti al naso la canna di una pistola.
Non ebbe il tempo per pensare.
Sentì solamente un grande urto, uno sparo, un urlo, una risata…
Si alzò da terra, da quelle assi di legno dove Nami lo aveva spinto per evitare lo sparo. Si girò veloce verso un movimento arancione dietro di lui. La sua Nami, la sua navigatrice, la sua amata, stava cadendo al suolo con le braccia strette intorno all’addome che si macchiava di rosso.
-NAMIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Si catapultò su di lei e la sorresse per le spalle. –Nami… Nami…- la chiamava.
Lei aprì i suoi begli occhi nocciola e gli  sorrise: -Stai… bene… grazie… al… al cielo…-
-Whahaha… stupida gatta ladra!!! Che volevi fare? Salvare il tuo compare? Idiota…-
Un marine alle loro spalle li derideva. Zoro fissava la sua unica ragione di vita ansimare tra le sue braccia.
-Zoro… lasciala… ci pensiamo noi…- una spinta e due braccia grandi e  pelose che gli rubavano il  dolce corpo della navigatrice dalle sue. Intravide Chopper e Robin riportare la rossa sulla Sunny, attraversando la passerella tesa tra le due imbarcazioni in lotta.
Cos’era successo? Co’era successo?
Il samurai non capiva più niente. Era il sangue di Nami quello che colava dalle sue mani? Era successo davvero?
Lei lo aveva slavato dal colpo d’arma da fuoco di quel bastardo, sacrificandosi?
Una rabbia demoniaca si impossesso del giovane.
–Tu…- ringhiò ormai privo di senno -… preparati a morire lurido figlio di puttana!!!!!!!!!!!!!-
 
Nami sentiva un gran dolore al petto.
Qualcosa di viscido e caldo le colava lungo l’intero e gonfio ventre. Mani morbide e forti la sorreggevano.
-Che è successo?-
Usop? Era forse stato Usop a parlare?
-Cazzo… che è successo?-
Franky? C’era anche lui? Ma perché urlavano tutti quanti?
Vide il cielo oscurarsi. No, forse non era il cielo a essere stato reso più scuro. Era entrata sotto coperte. E ora?
Non era l’infermeria quella?
Un dolore atroce in mezzo alle gambe. Accidenti, le si erano rotte le acque. Riprese conoscenza e tornò al presente.
Zoro.. il Marine con la pistola… lo sparo…
Cercò di alzarsi ma Robin la tenne distesa sul lettino.
-Nami.. tranquilla andrà tutto bene…-
La rossa annuì, ma non riuscì trattenere un urlo di dolore sentendo un bruciore infernale allo sterno.
-Accidenti… ha colpito il diaframma, la pallottola è nel diaframma. E ha le doglie…- la voce di Chopper nel panico. Ma che aspettavano? Dovevano far nascere suo figlio e poi pensare a lei. Lui poteva soffocare in assenza d’aria nella placenta.
Un altro colpo doloroso. Una doglia e un calci dal ventre. Stava soffocando, lo sapeva.
-CAZZO!!!!!!!!!!!!!- urlò in preda al dolore Nami. Il dottore non sapeva che fare e Robin stava piangendo silenziosamente. Doveva fare qualcosa. Qualcosa. Ma cosa?
La navigatrice prese un profondo respiro per trattenere le grida di dolore.
-CHOPPER…- disse quasi strappando il lenzuolo a cui era aggrappata -… TI ORDINO DI FAR NACSERE I MIEI FILGI! È SUBITO!!!-
Le sfuggì un grido. Robin la guardò senza parole: -Figli?-
Il medico scosse la testa:-Potresti non resistere a …-
-È UN ORDINE. COME TUO SUPERIORE TI ORDINO DI FAR NASCERE I MIEI FIGLI E SOLAMENTE DOPO DI PENSARE A ME. ESEGUI!!!!!!-
Chopper tremò a quelle parole. Scosse la testa e iniziò, deciso, ad armeggiare affinché i due bambini nascessero. Nami e il medico si erano infatti accorti che erano due gemelli, quelli che la giovane navigatrice portava in grembo. Se ne erano resi conto durate una visita.
-Strano..- aveva mormorato il medico -… sento due cuori-
-Bhè uno se permetti è mio…- aveva ridacchiato Nami.
-No, intendo: due cuori nell’utero, come se…-
-… come se fossero di due persone distinte?-
Si erano fissati negli occhi e erano giunti alla stessa conclusione. –Mi sa che tu e Zoro dovrete pensare ad altri due nomi di riserva…- aveva riso raggiante la renna insieme alla navigatrice. Anche quello faceva parte del loro piccolo segreto. Un regalo per il futuro padre.
La cartografa gridò disperata.
Sentiva che le ossa si stavano divaricando in modo disumano e terribilmente doloroso. Strinse i pugni e si morse il labbro inferiore, cercando di resistere. Doveva resistere per Zoro e per i suoi due figli.
-Robin…- chiamò con un filo di voce la sorella.
-Robin… promettimi che… che se non dovessi farcela AAAAAH….-
La mora la sorresse e le asciugò il sudore dalla fronte, mentre il lampadario dell’infermeria traballava per un altro colpo di cannone.
-Non dire così… ti prego…- piangeva impaurita per la sorte della sorellina.
-…promettimi che gli educherai… evitando che… AAAH… che diventino buzzurri come il padre…. MMMH… ti prego…-
Robin annuì. La rossa sorrise e chiuse gli occhi sfinita.
Un urlo la richiamò. Qualcuno le praticav il massaggio cardiaco energicamente.
-Ho tolto il proiettile... passami ago e filo per ricucire Chopper...-
Cercava di riaprire gli occhi, ma era senza energie. Voleva solo riposare. Ma il suo orgoglio smisurato, non le avrebbe permesso di buttare la spugna così facilmente.
Con un ultimo respiro affannoso, Nami spalancò gli occhi e spinse contro la fatica che la attanagliava.
Un pianto.
No, due pianti. Uguali ma di tonalità diverse.
-Un maschietto e una femminuccia…- sentì piagnucolare felice Chopper.
-Kuimer… Ryuk…- iniziò a piangere la neo mamma.
 
Il ponte era ricoperto di polvere e sangue. Mille corpi erano abbandonati al suolo. Ma lui no. Quel schifoso figlio di troia non era ancora andato all’altro mondo. Zoro, avanzava cieco dalla rabbia , verso l’unico individuo ancora in piedi in quel letamaio.
-Tu…- mormorò baritonale e senza più senno.
-Muori-. Impugnò con forza la sua katana e saltò verso il Marine.
-Zoro no!!!-
Rufy. La voce del suo migliore amico lo richiamò. Si fermò ancora armato e lo guardò.
-Fermati fratello… lei sta bene. È nelle mani di Chopper ora…-
Lo spadaccino grugnì. –Bene? Lei sta bene? Le ha sparato. Ha ucciso mia moglie e mio figlio, questo lurido pezzo di merda…- alzò la lama al cielo e fissò assassino l’uomo che piangeva rannicchiato ai suoi piedi. Una pozza di urina gli bagnava i pantaloni.
-Calmati… non la senti forse…-
Alle parole di Sanji, Zoro alzò il volto al cielo e si mise in ascolto. Urla di disperazione giungevano dalla loro nave.
-Nami- sussultò e corse verso la passerella.
Saltò sul ponte erboso e si diresse verso l’infermeria. Al suo arrivo, le grida erano cessate.
Che succedeva? Che cavolo stava succedendo?
Batté con forza i pugni sulla porta chiusa. Nessuno gli aprì. Si inginocchiò stremato e appoggiò la fronte sulle assi dell’uscio.
Sentiva passi e rumore di tessuti spostati, leggeri mormorii.
Ansimava per la paura di averla persa. No, no, non poteva perderla. Non poteva essere succes…
-Zoro…-
La porta si era aperta improvvisamente e lui si era sentito chiamare da quella dolce e melodica voce della sua mocciosa. Alzò gli occhi e la vide.
Seduta sul lettino ortopedico, una leggera camicia a ricoprirla al posto dei suoi vestiti inzaccherati di sangue. In braccio due esserini minuscoli.
Si avvicinò cauto.
Si sedette vicino a lei e si lasciò baciare senza dire una parola.
Due? Due?
Cercò di balbettare qualcosa, ma le mani di lei, accarezzandolo, lo zittirono.
-Ti presento Ryuk…- e alzò un bellissimo bambino dai capelli rossi ma molto somigliante a lui, -…e Kuimer…- una bambina di capelli color menta.
-…i nostri figli-
Una lacrima.
Per la prima volta nella sua vita, Zoro versò una lacrima di felicità. Nami, prontamente, l’asciugò con un bacio.
-Oh Nami…- ebbe il coraggio di sussurrare. I due appena nati si mossero nelle braccia della madre e aprirono gli occhi. 2 paia di enormi occhioni nocciola e ebano lo osservavano rapiti. Lo spadaccino sorrise.
-Mi hai fatto prendere un colpo…- ghignò alla compagna.
-Va tutto bene ora…-
-E allora…- si intromise Rufy -… come sono? Sono brutti come il padre o no?-
Tutti risero, anche Zoro che non se la prese per quella battuta.
Finalmente ora poteva abbracciare i suoi due pargoletti e la loro bella mamma.
-Ti amo...- mormorò.
-Anch'io...- rispose Nami.
La famiglia si era allargata di due nuovi componenti. Due piccoli terremoti che li avrebbero resi pazzi di gioia e risate. Due piccoli vulcani d’amore e di guai. Due piccoli Mugiwara insomma… 

   
 
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