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Autore: KatyLove    03/04/2004    1 recensioni
Ciao a tutti! Ho deciso di intraprendere quest’avventura dove narrerò la vita dei malandrini a Hogwarts; i loro amori…i loro divertimenti…i loro amici…le loro litigate…i loro segreti… Non ho più nulla da dirvi; vi intimo di leggere e commentare perché adesso parte la mia storia. La storia della scuola al tempo di James Potter, Sirius Black, Peter Minus e Remus Lupin dal mio punto di vista…
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

Era mattina.
Gli uccellini cinguettavano allegramente appollaiati sopra i rami più alti degli alberi del parco di Hogwarts! In una stanza sull’ala ovest i malandrini erano svegli e si stavano preparando a una tediosissima colazione quando Black cacciò un urlo che avrebbe spaventato chiunque.
-Per la miseria ragazzi!Devo correre,quella vipera mi ammazzerà…forza andiamo LadyMassey!- strimpellò prendendo di peso il gattino dalla collottola.
-Andate dove scusa?-chiese James ancora mezzo addormentato.
-Da Piton, gli dovevo ridare il gatto ieri sera e me lo sono scordato,corro!!!-gridò lui uscendo in fretta e furia dalla stanza ricordandosi appena prima di chiudere la porta che doveva prendere la borsa coi libri e rimanendo con l’indice schiacciato fra essa e il muro!
-Quella gattina ci darà un sacco di problemi!- sospirò Ramoso
-Non a noi, a lui!- sogghignò Lunastorta uscendo dalla stanza per avviarsi a colazione.

*

Sirius correva come un pazzo giù nei sotterranei e tutti i serpeverde che salivano a mangiare lo guardavano fra lo stupito e l’arrabbiato: uno sguardo che al povero felpato non piaceva;per nulla!
La voce di una ragazza interruppe la sua maratona. La voce di QUELLA ragazza! -BLACK, ma dove caspita eri finito!?!Dovevi riportarmi il gatto, ti ricordi? Ebbene perché non lo hai fatto?-domandò Meg infuriata
-Scusami Piton, è che me ne sono completamente dimenticato, ieri c’era Remus in vena di battutine e…-cercò di spiegare lui ma fu interrotto dalla bionda che faceva con la mano segno di tacere.
-Va bene,va bene! Ti perdono, ma adesso mi dai il micetto?-
-Oh, sì ecco! Tieni ora LadyMassey è tutta per te!- esclamò raggiante Felpato
-LadyMassey?!?- formulò la domanda retorica lei!
-Sì, si chiama così ora!-le sorrise lui.
Margareth sospirò e si rivolse al gattino
-Povera piccola, perché sono stata così stupida da lasciarti nelle mani di questo buono a nulla patentato!-
-Non iniziamo a offendere Margareth!- disse con semplicità lui
-Non ricordo di averti mai permesso di chiamarmi “Margareth”-disse lei acidamente.
-Mi scusi Signorina Piton, pensavo che visto che lei mi da del tu anche io potrei fare la stessa cosa, ma a quanto pare non è così! Vero?-sibilò Felpato.
Meg si spinse una mano sulle labbra come se si fosse accorta in quel momento di ciò che faceva da una giornata intera quando incontrava quel grifondoro.
-Accidenti, speriamo che non mi abbia sentito nessun serpeverde! Con Severus può anche passare ma con Malfoy!- disse pensierosa più a se stessa che al ragazzo che le stava davanti.
-Non mi pare di piacere molto nemmeno a suo fratello miss!-disse piccato Sirius
-Con quella lingua biforcuta non mi stupisce! Va bene, ti do il permesso di chiamarmi Meg ma ora vattene e fila a colazione!- gli intimò lei
-Va bene mamma.-
- Non chiamarmi "mamma"!- sibilò esasperata.
-Va bene.-
Sirius si avviò verso la sala grande e mentre saliva le scale si lasciò sfuggire un sorriso divertito.

*

Quando Sirius entrò in sala grande tutti al tavolo di grifondoro erano molto impegnati a rimpinzarsi di leccornie per accorgersi che stava arrivando il loro migliore amico!
Black stava andando a sedersi ma non riuscì a fare un passo che si sentì stringere da dietro.
-Meg?!?- bisbigliò il giovane
-Oh Black, mio fratello mi ha dato il permesso, posso sedermi con voi!- esclamò sorridente la ragazza scostando un ricciolo biondo dagli occhi.
-Ma io non ti ci voglio bellezza!- la prese in giro il grifondoro
-Posso farti una richiesta?- domandò Meg con forzata gentilezza.
-Fammi indovinare: non ti devo chiamare nemmeno "bellezza"?-
-Sei molto acuto Black!-
-Sirius- precisò immediatamente lui.
-Davvero parecchio Black.- insistette lei.
-Io ti prometto che non ti chiamerò nè mamma, nè bellezza, ne vipera nè in nessun altra maniera ma tu per favore non chiamarmi Black!- replicò lui esasperato.
-Va bene. Ma posso sapere quando ci sediamo?-chiese lei curiosa
-Quando MI siedo, bimba!- disse il ragazzo
-Avevi promesso!- gli ricordò Meg
-E va bene, Meg! Forza andiamo!-e detto ciò si incamminarono verso il tavolo dei grifondoro!

*

-Ciao Felpat…hei un attimo; LEI che ci fa qui !?!- esclamò James mentre osservava la bella Meg che si sedeva accanto a Sirius.
-Oh, bé vedi lei…insomma…vorrebbe unirsi al nostro gruppo!-balbettò Black in preda al panico, non aveva calcolato di dover spiegare la situazione ai suoi amici!
-Ma è una serpeverde!- disse turbato Peter
-Però lei odia la sua casa, vero Meg? Diglielo!- replicò Elizabeth che aveva gli occhi gonfi e lucidi.
La bellezza dagli occhi scuri annuì vigorosamente e Sirius non mancò di tormentarla anche in un’occasione così critica!
-Che c’è, hai perso la lingua?- le disse perfido
-Fai silenzio!-sibilò la serpeverde
-Se no che mi fai?- la provocò lui
-Quello che sto per fare: picchiarti!- puntualizzò la ragazza
-Dai smettetela, state dando uno spettacolo patetico!- intervenne Beth sorridendo
-Ha iniziato lui!- si difese prontamente Margareth.
Sirius le mostrò la lingua da perfetto maleducato e tutta la tavolata scoppiò in un’allegra risata!
-Margareth sei dei nostri!!! Nessuno riesce a tener testa a Felpato…ma ora finalmente qualcuno prenderà il toro per le corna!- la rassicurò Ramoso mentre si teneva la pancia dal ridere e Sirius arrossiva violentemente.
Presto tutti si immersero nella favolosa colazione che li aspettava sulla tavola di cedro. La ragazza dai riccioli d’oro che era entrata da poco fra i malandrini stava chiacchierando allegramente con Beth e Lily, quando, guardando Black, si accorse di quanto fosse scuro in volto!
Si avvicinò lentamente a lui e gli sussurrò in un orecchio
-Scusa!- il grifondoro la guardò ad occhi sgranati e piano piano sul suo viso si allargò un luminoso, sincero sorriso.
-Scuse accettate!-

*

Al tavolo di serpeverde Severus Piton guardava sua sorella che rideva e chiacchierava felice con quei ragazzi che quattro o cinque anni prima gli avevano dichiarato guerra!
Sembrava estremamente serena e realizzata…come, lui se ne era accorto, non era mai stata nella sua casa autentica. Lì con quei Marauders come li chiamavano gli altri grifondoro era sempre allegra, soprattutto con quel Black, strano come lui lo odiasse e lei invece lo trovasse…interessante! Margareth Piton non era mai stata una ragazza molto socievole, preferiva starsene in camera sua a riflettere su argomenti idealistici come il senso della vita (cose di cui lui non era mai riuscito a interessarsi) piuttosto che prendere in giro le matricole o duellare coi nemici delle piccole bische che via via che il tempo passava si andavano creando anche all’interno della prestigiosa Hogwarts. Non poteva credere che Meg fosse il tipo da chiacchiere zuccherose e discorsi melensi, non poteva crederlo! Con gli amici che le aveva presentato non aveva particolarmente legato, come non ci aveva preso confidenza lui del resto, al contrario però in un modo o nell’altro non c’era giorno che non si scambiasse due parole anche se erano spesso e volentieri insulti con quell’odioso grifondoro dagli occhi di ghiaccio che in quel momento le sedeva accanto! Con quel…Sirius Black…

*

La colazione era finita da un pezzo e tutti gli studenti erano tornati alla loro abituale routine. Le lezioni erano riprese regolarmente e i piccoli maghi non avevano neppure un attimo di riposo!
Anche i quattro Marauders si stavano dirigendo verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure…

-Felpato, vecchio mio! Dimmi un po’…ti sei studiato bene la lezione?-chiese James al ragazzo che gli stava accanto.
-No!- rispose molto semplicemente Black
Lunastorta sbuffò e sorrise ironicamente –Ha troppe cose a cui pensare in questi giorni, vero Sirius?-
Il ragazzo lo guardo storto –Che intendi dire?- esclamò sospettoso.
-Ma nulla di nulla, da quando in qua uno non può parlare a vanvera!?!- rispose il castano con un mezzo sorriso.
-Remus, non prendermi in giro, perché potrei non rispondere delle mie azioni!- lo avvisò Sirius. Il lupo mannaro lo guardò –Oseresti dirmi che Margareth Piton non ti affascina nemmeno un pochino?- domandò accusatorio.
-Assolutamente!- rispose l’animagus
-Assolutamente Sì o assolutamente NO?- lo punzecchiò Ramoso
-Sentite ragazzi tronchiamo questo discorso ok?-
I due si rassegnarono e insieme continuarono a percorrere il lungo corridoio.

*

I malandrini giunsero tutti sani e salvi fino all’aula di difesa contro le arti oscure e stavano aspettando che gli ultimi ritardatari, intrattenendosi con chiacchiere poco costruttive o troppo serie!
-Lupin, sai che studieremo oggi?-chiese un compagno di corso al prefetto che si stava sedendo fra Sirius e Beth.
-Credo i mollicci ma non ne sono certo, però è quello che ha accennato il professor Trhorn la lezione passata- rispose il lupo mannaro con un sorriso.
Il giovanotto che gli aveva posto la domanda riprese tranquillamente a parlare con i suoi amici lasciando il povero Lunastorta con un pugno di mosche e non accennando neppure a un grazie!
-Accidenti che maleducato, non ti ha nemmeno ringraziato!- esclamò Lily irritata
-Forza Evans, a Remus non importa di quello che la gente fa o non fa!- si intromise James con un sorriso accalappiaragazze o che doveva sembrarlo!
-Potter, puoi smetterla di mettere bocca su tutto?- gli chiese spazientita la grifondoro dai ridenti occhi verdi.
-Hei rossa, solo perché non ti ho ancora convinto ad uscire con me non vuol dire che puoi zittirmi con quel tono!- la ammonì Ramoso.
-Fai silenzio stupido e non chiamarmi “rossa”!- si infiammò immediatamente la ragazza.
-Rossa!- la provocò lui con una linguaccia.
-Stupido!-
-Rossa!-
-Stupido!-
-Rossa!-
-Stupido!-
-Rossa!-
-Stupi…!-
-Potter! Evans! Fate silenzio!- gridò la voce del professore .
I due alzarono lo sguardo e si trovarono faccia a faccia col naso aquilino del professor Trhorn e coi suoi occhi indagatori; il professore era un uomo piuttosto basso e magrolino, che però incuteva timore in tutti i suoi alunni a causa del suo irrimediabile caratteraccio e di certo lo sguardo furibondo che aveva in quel momento non aiutava la paura a diminuire, anzi, per dirla tutta, Lily e James erano paralizzati dal terrore come tutti i compagni dei due malcapitati!
-Ci scusi professore!-mormorarono in coro spaventatissimi
-Che non si ripeta più, bè ora iniziamo la lezione che oggi sarà sui…mollicci!- urlò il professore con voce cavernosa -Prendete appunti e preparatevi perché dopo la spiegazione inizieremo con la pratica e a turno ognuno di voi affronterà questa creatura pericolosissima!-
Un grande rumore di pergamene e penne tratte fuori dalle borse di cuoio e poi…silenzio, un silenzio rotto solo dalla concisa spiegazione dell’insegnante!
-I mollicci amano i luoghi bui e chiusi, gli armadi,le antine dei lavandini, le pendole e tutto il resto, il nostro è chiuso nel cassetto della mia scrivania!Il molliccio è un Mutaforma! Prende quindi le sembianze di ciò che ritiene ci spaventi di più! Visto che siete parecchi dovrete avanzare uno per volta perché altrimenti confondereste il molliccio e mandereste all’aria la lezione!-sbraitò Trhorn secco lasciando con il fiato sospeso gli studenti, per poi riprendere -L’incantesimo per respingere un molliccio richiede una smisurata forza mentale. Dovete costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente pensandola intensamente e poi pronunciare la formula: Riddikulus! Avete capito tutti?- parecchi segni d’assenso.
-Bene partiamo con le dimostrazioni! Io chiamerò il vostro nome e voi vi farete avanti senza esitazione, compreso?- Altri assensi.
-Benissimo! Iniziamo! Evans Lily- gridò rabbioso il professore
Lily avanzò e si ritrovò da sola davanti alla scrivania dell’insegnante che puntò la bacchetta verso il cassetto del suo banco. Un getto di scintille sprizzò dalla punta dell’arnese impolverato e colpì la maniglia. Il cassetto scattò in avanti e ne uscì un grosso pipistrello nero
-Riddikulus!- strillò isterica la grifondoro.
L’animale si ritrovo senza ali e cadde a terra con un tonfo dopo il professore lo rimise nel cassetto con un incantesimo di trasporto e chiamò con voce tonante -Black Sirius!-
Felpato si avvicinò con fare deciso e con uno schiocco il cassetto si spalancò di nuovo e ne scaturì una donna mostruosa: la Casterna; regina delle paludi.
-Riddikulus!- esclamò Sirius.
L’essere emise un lamento spaventoso e poi si ritrovò senza un capello aggrovigliato in testa. -Continuiamo! Potter James!- disse pigramente Trhorn
Ramoso prese il posto dell’amico e dal cassetto uscì un vampiro con la bocca sporca di sangue.
-Riddikulus!- borbottò il moro.
I denti del vampiro si staccarono in istantanea e la sua mano ossuta e pallidissima coprì le sottili labbra bianche, mentre il basso Trhorn diceva –Minus Peter!-
Tremante Codaliscia si avvicinò alla cattedra e dal cassetto volò via un serpente a sonagli che dopo la balbettata formula di Minus divenne un piccolo uovo insignificante.
-Minus, i serpenti sono ovovivipari e non depongono e uova!- disse rassegnato il professore di difesa contro le arti oscure –Lupin Remus!-
Lunastorta balzò in avanti e l’uovo sparì. Sembrava che si fosse volatilizzato almeno finché il ragazzo non gridò
-Riddikulus!- a una luminosa sfera bianco argentea che si librava nell’aria.
La palla si spense tutto insieme e parecchi si chiesero che cosa fosse stata ma i loro ragionamenti furono interrotti dalla voce del professore che esclamava quasi con rabbia:
-Moody Elizabeth!-
Beth corse al posto di Remus e lui non fece in tempo ad allontanarsi che la sua paura divenne un turbine di lingue di fuoco e la biondina gli cadeva tra le braccia svenuta.
-Lupin, che aspetti, portala in infermeria!- gemette il professore.
Il giovane annuì e caricandosi di peso la ragazza priva di sensi sulle spalle uscì dall’aula avviandosi a passo di marcia verso l’infermeria…

CONTINUA…
  
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