Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Lady Moonlight    31/12/2011    2 recensioni
La giovane Freya Gadamath non conosce quasi nulla di faccende che riguardano Vampiri, Fate, Unicorni ed altri esseri sovrannaturali. Trascorre la sua vita praticando la professione di Guaritrice, cercando di aiutare la gente bisognosa.
Tutto cambia quando il vescovo di Shang la dichiara una strega, condannandola al rogo. Prima che la cerimonia della sua morte abbia inizio, però, un avvenimento improvviso cambia le sorti del suo destino.
Freya avrà salva la vita solo se adempirà al compito che il vescovo le ha assegnato.
Ma lei non ha idea di quanto quell'incarico sia complesso, soprattutto se la questione riguarda un Angelo precipitato dall'Eden.
[Le tenebre dei suoi occhi si fecero più confuse e più minacciose. Respirò, sapendo che ogni boccata d'aria poteva rivelarsi l'ultima, per lei.
Poi la voce assunse sfumature più incerte, quasi avesse intuito la paura che, ora, animava la sua vittima. Sembrava che si stesse gustando il momento, meditando su quale fosse l'istante più ideale per sopprimere definitivamente la preda.
Quando, infine, le tenebre giunsero fino a lei e per lei, la ragazza comprese che il suo destino era sempre stato quello... fin da quando quel gioco aveva avuto inizio.]

Seguito di: Contratto di Sangue-L'ombra del principio
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Contratto di Sangue'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



05

Sentence of Death

 

 


Uno, due, tre secondi. Il tempo sembrava essersi cristallizzato su quell'unica e straordinaria visione di perfezione che Freya aveva dinanzi a sé.
Il prigioniero di Shaber non sembrava essere minimamente cosciente di ciò che avveniva attorno a lui, considerato il sonno in cui era caduto vittima, ma la Guaritrice si domandò se il suo aspetto fisico provocasse un simile effetto in ogni persona i cui incauti occhi venivano catturati da quelli di quell'apparente ragazzo umano.
"La tua espressione..." commentò il vescovo "... è così gratificante che mi chiedo come reagirai quando vedrai ciò che gli ho fatto." sibilò, soffocando una risata.
Freya rimase immobile come una lucertola alla luce del sole, mentre quelle parole le scivolarono sulla pelle simili a mille pugnali. Quella frase assomigliava fin troppo ad una minaccia e portava con sé numerosi quesiti che però non avrebbero ricevuto alcuna risposta. "Forse, dopotutto, potresti trovare un buon motivo per desiderare la morte di qualcuno." sentenziò.
Freya si morse il labbro inferiore, mentre si sforzava inutilmente di concentrarsi su altro che non fosse la voce melliflua di Shaber.
Quest'ultimo si diresse verso lo scrittorio e prese a leggere alcune carte. Freya lo osservò intingere la penna nel calamaio e firmare uno dei tanti documenti che si trovava di fronte senza fare caso a ciò che succedeva attorno a lui. Mostrava una tale arroganza che persino Lucifero, ne era certa, si sarebbe complimentato con quell'uomo.
La Guaritrice tornò a concentrarsi sul prigioniero steso nel letto e studiò con attenzione il ritmo del respiro, i tremiti delle palpebre ed i leggeri sussurri che fuoriuscivano dalla sua bocca. Da quella distanza non riusciva ad afferrare il significato di quelle parole.
"Si sta svegliando." volle sottolineare l'ovvio il vescovo.
Freya ignorò quel suo ultimo commento e, preso un bel respiro, decise di avvicinarsi al giaciglio dello sconosciuto. Il tappetto le provocò del solletico alla pianta dei piedi, ma lei continuò ad avanzare. A pochi passi dal letto si fermò, chinandosi in avanti per cercare di cogliere qualche frammento dei balbettii del ragazzo.
Le parole avevano un suono dolce, con qualche accento più duro, ma erano pronunciate in una lingua che Freya non conosceva. Non le ricordava nessun tipo di dialetto dell'Impero Thogal e non aveva le sfumature tipiche del Regno di Ziltar.
La creatura sussultò e spostò il capo verso la spalla destra.
"...C-Clare..." pronunciò ed una smorfia di dolore contrasse i muscoli del suo viso.
"Clare?" ripeté Freya, senza rendersi conto di aver alzato il tono di voce.
"Non è la prima volta che lo sento pronunciare quel nome." intervenne Shaber riponendo la penna sul tavolino. "Deve nutrire un affetto particolare per questa Clare. Che siano amanti?" domandò alzando gli occhi alla parete affrescata.
Freya scrollò le spalle. Che quella creatura avesse una o più amanti non era certo un dettaglio che a lei potesse interessare.
"Dove sono le ali?" intervenne, resasi conto solo in quell'istante che al ragazzo mancava una cosa fondamentale.
Sentì Arthur singhiozzare e si chiese il motivo di quella reazione. Poteva comprendere che la sua situazione non fosse delle più felici, ma anche per un bambino tredicenne scoppiare a piangere per una simile domanda non era normale.
Nella sua mente si fecero largo le parole pronunciate in precedenza da Shaber ed un terribile sospetto si affacciò nei suoi pensieri. Ricordò le urla strazianti che aveva ripetutamente sentito nel corso di quei giorni e un macigno di ghiaccio le scivolò sul cuore.
L'ex mercenario ricambiò il suo sguardo e con una freddezza inaudita rispose al dilemma che le stava straziando l'anima.
"Gliele abbiamo strappate."
Freya sobbalzò, mentre la sua attenzione veniva catturata da due splendide iridi argentee con sfumature celesti. Sembravano liquide e riuscivano a rispecchiare alla perfezione il suo volto.
Si scostò immediatamente da quello sguardo magnetico che sembrava accusarla in silenzio. Era stato solo un momento, eppure Freya era certa che l'angelo fosse riuscito a leggerle nell'anima.
Si strinse le braccia al petto, desiderando di poter scomparire alla sua vista. Era indegna. Indegna di rimanere al suo cospetto, esattamente come tutte le altre persone presenti in quella stanza. Indietreggiò, sentendosi nuda ed indifesa sotto lo sguardo vigile di
quell'antica creatura.

Come poteva esistere al mondo qualcosa di così potente? Qualcosa di così poco umano? E lui aveva osato strappargli dalla schiena il simbolo della sua forza e fierezza?
"Induce le persone ad avere la stessa reazione in chi lo vede per la prima volta." osservò Shaber, scostandosi dalla sedia che produsse una fastidioso rumore di sottofondo.
L'angelo sembrò ringhiare come un lupo in gabbia nell'udire la voce del suo carceriere. Con un brusco movimento, che Freya non riuscì nemmeno a percepire, voltò la testa nella direzione dell'ex mercenario ed il suo volto teso e guardingo sembrò esprimere quello che la voce non poteva.
"Avrà la vostra testa." deglutì la ragazza esprimendo quello che l'angelo sembrava incapace di dire apertamente.
"Tu invece la desideri ancora a lungo sul tuo delicato collo, vero Freya?" l'ammonì Shaber inducendola a tacere.
Naturale.
Freya indietreggiò ulteriormente mentre quella minaccia ben poco velata le rimbalzava nella mente. Doveva rimanere tranquilla e restare al suo posto se non voleva risvegliarsi in una fossa e ricoperta di terriccio.
Trascinò i piedi fino al fianco di Arthur e fece l'impossibile per cercare di passare inosservata. Si appoggiò con la schiena alla parete ricoperta da un vecchio e logoro arazzo e rimase ad osservare la scena che si stava consumando davanti a lei.
"Sembra che tu sappia pronunciare solo quell'unico nome nella nostra lingua." continuò l'uomo senza staccare gli occhi da quelli dell'angelo. "Se trovassi questa Clare e la portassi fino a te, collaboreresti? Questa ragazza ha un cognome, un titolo nobiliare oppure un soprannome che possa essere utile al fine di rintracciarla?"
L'angelo s'irrigidì per un breve istante, come se quella possibilità lo infastidisse.
"Ah!" sbottò Shaber facendo schioccare la lingua con soddisfazione. "Dunque comprendi le mie parole."
La creatura si agitò, tentando di sedersi sul letto. Le coperte gli scivolarono lungo il corpo, rivelando un torace nudo ricoperto da ferite più o meno profonde. In alcuni punti il sangue era così scuro da sembrare nero. La cosa che però colpì maggiormente la ragazza furono i segni rossi che s'intravedevano lungo i polsi ed una catena che impediva al ragazzo di compiere movimenti troppo bruschi.
"La tua ostinazione nel non voler parlare si rivelerà uno svantaggio solo per te stesso, Michele."
I lineamenti dell'angelo mutarono all'improvviso. I muscoli del torace si irrigidirono, mentre quelli del viso parvero assumere un aspetto animale. La bocca era socchiusa in una sorta di ringhio e la pelle emanava un leggero luccichio dorato.
"Come sapete il suo nome?" intervenne Freya, maledicendosi un istante dopo per aver parlato.
"Quando l'abbiamo catturato aveva con sé un bracciale con inciso il suo nome. Tutti gli angeli lo portano." indicò qualcosa alla se spalle, ma Freya non si voltò. "Lo sapresti se ti prendessi il disturbo di ascoltare le mie prediche. ogni tanto." aggiunse. "Dimentico troppo spesso che tu non credi nell'Antica Religione." sospirò, come se spiegare una cosa tanto banale gli costasse un tremendo sforzo fisico.
"Naturalmente nemmeno io ci credevo, almeno finché questo..." disse indicando l'angelo. "...non è precipitato dal cielo. Forse è più esatto dire Eden." si corresse alla fine.
"E voi volete entrare nell'Eden." sottolineò Freya. "No, mi correggo. Voi dovete riuscire ad accedere all'Eden!"
Freya fece qualche passo in avanti, incerta. Se la sua teoria era esatta, allora... Lasciò fluire i suoi pensieri, mentre ogni frammento si ricomponeva fino a mettere insieme ogni pezzo di quel dilemma. Prima ancora di rendersene conto fece ricorso al suo misterioso, quanto maledetto potere.
La sensazione di un persistente formicolio alla pelle si propagò dalle mani fino alle braccia, per poi concentrarsi sugli occhi. Il bruciore che avvertì alle iridi, non più doloroso come le prime volte che aveva dovuto sperimentarlo, fu quasi rassicurante. Tenne le palpebre chiuse per qualche altro secondo, il tempo necessario per abituarsi alla nuova e inconsueta visione del mondo che le permetteva il suo dono.
Quando li riaprì, fu con una certa soddisfazione che vide il volto di Shaber perdere quel po' di colore che gli rimaneva.
La stanza, ora le appariva avvolta in una coltre di nebbia e più oscura, come se in realtà i raggi del sole non battessero sulle grandi vetrate colorate.
Strani bisbigli e voci sconosciute le stavano sussurrando la restante durata della vita di Shaber.
Novantasei giorni.
Alle spalle dell'uomo, un'ombra, la sua Ombra, fuoriuscì dalla prigione di carne e sangue, senza tuttavia distaccarsi completamente dal corpo del mercenario. Aveva una forma umanoide e tremava come la fiamma di una candela sul punto di spegnersi. Era il tipico aspetto di un'Ombra prossima alla morte.
C'erano altre Ombre attorno a lei. Freya poteva percepirne la forza e la bellezza dal loro
aspetto. Ma le voci si erano fatte più insistenti, più lamentose e stavano cercando di allontanarla da un mondo del quale lei non faceva parte.

Finché il suono da loro prodotto divenne troppo insostenibile e Freya lasciò che il potere tornasse a tacere nelle oscure profondità della sua anima.
Quando fu certa che i suoi occhi ebbero riacquistato le loro sembianze naturali, tornò a fissare Shaber con un malcelato disgusto nei suoi confronti.
"I tuoi occhi!" esclamò Shaber battendo compiaciuto le mani. "Nessuno mi aveva informato di questa tua stupefacente capacità!"
"Perché nessuno ne è a conoscenza." ribatté Freya con una smorfia.
"Che cosa hai fatto? Cosa hai visto?" domandò eccitato, afferrando Freya alle spalle. "Cosa puoi fare?" continuò imperterrito, stringendo con maggior violenza la presa.
Freya lo allontanò da sé con movimenti così goffi che temette di scivolare addosso al povero Arthur che la stava fissando allibito.
"Novantasei giorni." ansimò per il movimento improvviso.
Il vescovo reclinò la testa all'indietro e la cuffietta rossa che portava in testa gli scivolò a terra, rivelando i capelli castani e le sempre più numerose ciocche bianche.
"Tra novantasei giorni potrò raggiungere l'Eden?" intervenne Shaber, sogghignando. Aveva alzato le mani al cielo, così sicuro del suo trionfo che Freya fu certo di sentirgli mormorare una breve preghiera.
"Tra novantasei giorni..." ripeté la ragazza, senza sentire alcun rimorso mentre stava per svelargli il vero significato delle parole che lui aveva volontariamente travisato. "...Voi morirete." concluse lapidaria.
Shaber piegò la schiena in avanti, assalito da uno dei suoi attacchi di tosse e Freya fu certa di vedere una smorfia di compiacimento sul volto dell'angelo.

 

 

Freya non aveva mai provato un dolore fisico così intenso e si lasciò sfuggire l'ennesimo urlo di dolore, mentre la frusta cadeva nuovamente sulla pelle della sua schiena, lacerandola. C'erano stati momenti in cui era stata certa che il suo fisico non sarebbe riuscito a reggere ulteriori ferite, ma l'oblio che aveva tanto desiderato non era mai sopraggiunto.
Un rivolo di sangue le scivolò sul collo, mentre il corpo veniva scosso da un tremito di sofferenza.
"Sai come posso far cessare tutto questo, Freya." le sibilò Shaber all'orecchio, afferrandola per i capelli e piegandole il collo nella sua direzione. Era così vicino che l'odore del suo sudore si mischiava con quello del vino che il vescovo aveva ingurgitato da poco.
Rimase in silenzio, trattenendo un gemito. Perfino chiudere le palpebre era una tortura indicibile.
"Sono trascorsi due giorni e devo dire che contro ogni mia aspettativa hai dimostrato di avere carattere." proseguì l'uomo, sfiorandole le labbra con un dito.
Freya cercò di allontanarsi, ma le pesanti catene che la costringevano contro un muro, la schiena rivolta al suo personale torturatore, le impedivano di ribellarsi.
La lasciò andare e percorse un paio di volte l'intero perimetro della celle in cui era stata rinchiusa precedentemente.
"Quanto credi di poter resistere ancora?"
Il tempo necessario. In verità dubitava che sarebbe riuscita a sostenere quelle torture per altri due soli giorni e Shaber sembrò leggere la disperazione insita nel suo sguardo.
"Conosco quell'espressione. Stai pensando che se ti uccidessi, poi ovunque andrai potrai stare meglio. Sbagli." sentenziò, poggiando la mano sulle ferite della schiena.
Freya urlò, così tanto e così a lungo, che non si stupì del brusco calo d'intensità della sua voce quando tornò a parlare.
"Come ogni altra volta, le tue brillanti deduzioni ti hanno portato sulla strada sbagliata." farfugliò con la poca lucidità che le rimaneva.
Si passò la lingua sulle labbra screpolate, mentre alcune lacrime si mischiavano al sudore del suo volto.
"Sto contando i minuti che mancano affinché quel branco di demoni riesca a distruggere le mura di Shang ed a strapparti le budella da quel tuo corpo morente!" esclamò tirando frustata le catene.
"Il comandante Lynus è stato troppo benevolo con te." sputò Shaber. "Ma, noto con immenso piacere che la tua morale sta venendo lentamente spezzata." Si piegò in avanti e le afferrò il volto con entrambe le mani. "Proprio in questo momento il tuo desiderio più grande è quello di vedermi morto. Stai dimenticando i tuoi ideali e venendo meno al tuo giuramento solo per il fatto di aspirare ad una tale fantasia."
"Ancora novantaquattro giorni." riuscì a vaneggiare un'ultima volta la ragazza.
Shaber cacciò un urlo di pura frustrazione e poi cominciò a borbottare per conto suo su questioni che riguardavano gli angeli, i vampiri e l'Eden.
Freya si chiese se anche Michele avesse dovuto sopportare una simile tortura. Chiuse gli occhi, mentre un senso di sollievo le si trasmise ad ogni muscolo infiammato del suo corpo. Le bastava concentrarsi sul ricordo che possedeva del suo viso per trovare un po' di conforto.
"Cederai! " l'avvertì il vescovo. "Quando il tuo corpo non riuscirà più ad avvertire alcuna sensazione e la tua mente griderà pietà, io sarò ancora qui ad aspettarti! Cederai e quando questo accadrà sarò pronto a concederti il mio perdono! Comprenderai che tutto ciò è stato fatto per il tuo bene, figlia mia!" proseguì Shaber.
È pazzo! È diventato incapace di distinguere il reale dalle sue distorte fantasie personali!
Freya reclinò il capo in avanti, abbandonandosi al dolore che la stava circondando. C'erano alcuni prigionieri attorno a lei che invocavano la morte ed altri che avevano già potuto raggiungere le Case dei Morti.
Che cosa dovrei fare? Lasciarmi morire? No,a Shaber serve il mio aiuto, non mi permetterà di porre fine alla mia vita.
Scosse impercettibilmente la testa. Voleva ucciderlo! Quanto desiderava vedere il corpo di quell'uomo privo della scintilla vitale!
Erano due giorni che quei pensieri oscuri le vorticavano nella mente e lei aveva lasciato che prendessero una strada propria. Più si sforzava di ricacciarli in un angolo remoto della sua mente, più quelli bramavano di essere liberati.
Desiderava che il sangue di quell'impostore fluisse ai suoi piedi, un fiume eterno che avrebbe macchiato per sempre la fredda e inospitale città-fortezza di Shang.
La frusta tornò a massacrarle la pelle e incapace di resistere oltre, Freya tentò qualcosa che
in altre circostanze non avrebbe mai approvato.

Si rifugiò nella sua mente, cercando riparo nello scrigno dei suoi ricordi, e poi quando ebbe trovato la forza necessaria per compiere ciò che si era prefissata, liberò il potere.
Quell'ignoto, terribile, affascinante potere che aveva sempre cercato di sopprimere e di tenere a bada. Perché ogni volta che lo utilizzava il piacere arrivava a dosi così elevate che Freya temeva potesse, un giorno, portarla ad una sua totale dipendenza. Fino a distruggerla.
Ma io non sono umana.
E mentre quella vera e autentica rivelazione, perché nel profondo Freya sapeva di non essere mai appartenuta al genere umano, si faceva strada in lei, un grido del tutto inumano sfuggì alle sue labbra.

 

 

 

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

 

Immagini Michele: qui e qui. Quale preferite? *_*

 

Eccomi, con un nuovo capitolo! Questa volta ho fatto più in fretta del previsto! Cosa ne dite di Michele e del potere sconosciuto che risiede in Freya? E per quale motivo l'angelo invocava il nome di Clare? u_u Non ve lo dico! XD
Importante: Vi segnalo un drabble (Sebastian odorava di sangue) scritta da una mia cara amica su Clare e Sebastian e la sua raccolta dedicata all'universo di Contratto di Sangue. Fatele sapere cosa ne pensa! Renderete felice anche me con le vostre opinioni in proposito! :)
Buon 2012 a tutti!!!! *_*

Ale il capitolo è tutto tuo! Scrivere delle fanfiction sulla mia originale! *_* Ma quanto ti posso adorare? XD * coccola *
By Cleo^.^

Storie in corso:
Romatico

Pirates-L'ombra del tradimento
Opera National-Ricatto d'amore

Angeli&Demoni

Contratto di Sangue-La Guerra Celeste

Storie concluse:
Vampiri

Contratto di sangue-L'ombra del principio

Sovrannaturale

La rivincita delle acque



 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Lady Moonlight