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Autore: irene862    01/01/2012    1 recensioni
Seguito di:
- dolce e delicata come il miele
- red line
Raccolta: Momenti di vita tra Gerard e Sophie
Dal quinto capitolo:
Lei cominciò a ridacchiare. Eravamo sedute sul divano, una di fronte all’altra.
“Non so proprio dove, quando e perché tu abbia deciso di fargli proprio quel regalo. Che piano strampalato!“
“Hey, mi hai aiutato tu a metterlo in pratica, non dimenticarlo. Anzi sono sicura che senza il tuo preziosissimo aiuto non ci sarei mai riuscita.”
“Mhm … forse. Comunque è bellissima! Mi piace molto. “ rispose lei sorridendo contenta
“Si, è stupenda! E sono contenta di regalargliela”
“E dell’altro regalo? Gli hai detto qualcosa?”
“Ma no, sei matta? Lo conosci, se glielo avessi detto si sarebbe precipitato qui sul momento lasciando baracca e burattini. Tu, mia madre e mio fratello siete gli unici a saperlo”
“Si, hai ragione. Sarebbe impazzito e avrebbe abbandonato set e film mandando a rotoli il suo contratto.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Last time - l'incubo

L’INCUBO

 

 

 

 

“Voglio che Ely non vada più all’asilo!” ringhiò Gerard con tono duro

“Ma che dici?! Ad Ely piace andarci. Da dove salta fuori quest’idea?” domandai confusa

“E’ meglio così. L’asilo è, ormai, una cosa superata e considerata borghese da molti, ormai non ci va più nessuno!”

Alzai gli occhi al cielo “Non essere assurdo!” dissi con tono scocciato

Ely ancora spaventata per il tono e i modi di Gerard, sentendoci litigare si mise a piangere.

“Complimenti! “ dissi scendendo dall’auto, liberandola poi dal seggiolone

Eravamo arrivati a casa ma la nostra discussione non sembrava voler cessare

“Dico solo che la maggior parte dei figli di molti vip non vanno all’asilo … perché dovrei mandarci i miei?”

“Ma ti senti? Senti le cose che stai dicendo? Guarda che sono anche figli miei e non desidero assolutamente che diventino viziati o capricciosi come la maggior parte dei figli dei vip!” replicai rabbiosa

“Cos’è questo baccano?” la madre di Gerard, Maggie, era da noi da un paio di giorni e mai prima di quel momento ringraziai il fatto che fosse lì.

“Ciao Mag, potresti cortesemente portare Ely in camera sua? Suo padre ha deciso di dare di matto, oggi!” la pregai gentilmente

Ely, ancora spaventatissima, era aggrappata tenacemente alla mia maglietta e piangeva a dirotto

“Vai con la nonna, amore. Io arrivo subito” le dissi dolcemente all’orecchio

Maggie, annuì veloce e senza fare domande, prese Ely in braccio e la portò lontano richiudendo poi la porta del salotto dietro di se.

Gerard aveva osservato tutta la scena con sguardo preoccupato e triste, soprattutto guardando gli occhi rossi e lo sguardo spaurito di sua figlia

 “Allora ti sei calmato?” domandai

“Voglio che Ely smetta di andare all’asilo!” rispose lui voltandosi a guardarmi

“Ancora con questa storia? Non ha senso quello che dici, lo capisci vero?”

“Sei tu che non capisci! Io sono Gerard Butler … e sono suo padre. La iscriveremo a scuola quando verrà il momento. Da adesso in poi rimarrà a casa!” continuò lui testardo

“E chi si occuperà di lei? Tu?!? E dove la metterai quando dovrai andartene per poi tornare dopo intere settimane? Eh?”

“Starà a casa con te!” ribattè lui

“Io lavoro Gerard e lo sai! “ risposi seria

“Beh, non vedo altre soluzioni. Io non posso lasciare il mio lavoro. Sono un’ attore!”

“Ah, giusto. Allora dato che tu sei il grandissimo Gerard Butler, uno degli attori più famosi di Hollywood, io dovrei rinunciare al mio lavoro per seguire i dettami che la tua mente ha stupidamente dettato?” risposi furibonda “Non permetterò mai, e dico mai, che i miei figli crescano come un branco di debosciati che a 16 anni hanno già visto e provato tutto della vita. O che a 18 sono dipendenti da alcool, droghe o altre sostanze solo per poter fuggire alla loro vita di vizi e lussi. Scordatelo!” aggiunsi ancora

“Sophie ho deciso così. La discussione è chiusa!” replicò lui secco

“Giusto … tu decidi ed ordini mentre gli altri obbediscono! L’avevo dimenticato. Complimenti … hai appena spaventato tua figlia portandola alle lacrime ed hai spaventato e confuso tua madre. Hai irritato, offeso e ferito me! Sei contento ora? “ replicai ormai sull’orlo delle lacrime

Guardandolo ancora per pochi secondi, presi ed uscì dal salotto correndo poi a rifugiarmi nella stanza di Maggie, dove sapevo di trovarla in compagnia di mia figlia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“E’ questo che ha detto?” mi domandò Maggie

“Già. E non riesco a capire cosa l’abbia indotto a farlo.” le spiegai asciugandomi le lacrime

Appena entrata in camera di mia suocera mi ero fiondata tra le sue braccia e mi ero lasciata andare ad un pianto disperato. Le avevo spiegato l’accaduto riportando le esatte parole di entrambi. Ely era forse la prima volta che ci vedeva litigare e vedendomi poi in lacrime si era fiondata tra le mie braccia scoppiando a piangere anche lei.

“Adesso scendo e gliene dico quattro!” replicò Maggie furente

“No, ti prego.” le ingiunsi prendendole le mani “Non, voglio. Preferisco che si calmi e ci ragioni su … magari cambia idea”

“Non penso che lo farà. Sai com’è fatto. E’ testardo come un mulo! E non cambierà idea se qualcuno non lo fa ragionare” mi spiegò lei con tono dolce

“Si, lo so. Ma ora non ho la forza di combatterlo ancora.” risposi ancora piangendo

“Va bene. Ma ora sdraiati e riposati, sembri esausta”

Annuì e con in braccio Ely mi diressi verso la porta della sua stanza. L’aprì ed uscendo la richiusi alle mie spalle.

Tornai in camera nostra, sperando di non trovarlo.

Ely, nel frattempo si era addormentata e dolcemente la posai sul letto. Le sue manine paffute erano aggrappate tenacemente alla mia canotta bagnata di lacrime e non riuscì a liberarla. Mi sdraiai accanto a lei e, avvolgendola nel mio abbraccio, mi lasciai cullare dal suo lento respiro. Mi addormentai anche io.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ma che ti è saltato in mente? Le hai detto davvero tutte queste cose?” domandò Jared incredulo

“Già.” replicai

Forse non è stata una buona idea chiamare Jared

“Cavoli, Gerard non so come faccia Soph a sopportarti!”

“Ma che cazzo dici? Ti ho chiamato per avere il tuo appoggio!” replicai secco

“Beh, mi sembra ovvio quel che devi fare”

“Continuare con la mia idea e ritirare Ely dall’asilo?” domandai dubbioso

“Certo che no, idiota! Devi scusarti con Soph ma soprattutto con Ely. Sicuramente l’avrai spaventata a morte con il tuo carattere irascibile!”

“Ma … ma… oh lo sai perché mi sono comportato così e detto quelle cose!”

“Certo, che lo so ma forse dovresti dirlo anche a Soph, la tua compagna, la madre dei tuoi figli, il tuo unico amore, ricordi?”

“So chi è Sophie, Jared!” ringhiai piccato

“E allora fa la cosa giusta e piantala con queste stronzate da super-uomo!”

“Tu con Angie cosa fai?”domandai

“Va all’asilo, è logico!” rispose lui con tono ovvio “Chris lavora in ospedale ed io tra turneè, sala di registrazione e serate varie sono nelle tue stesse condizioni. A volte non riesco a vederle per settimane e sto malissimo. Ma ti posso assicurare che non appena ho del tempo libero lo passo tutto con la mia famiglia. Mia moglie ed Angie. Insieme a Chris abbiamo deciso di mandarla all’asilo per evitare baby-sitter o bambinaie. Vogliamo cavarcela da soli e far crescere Angie senza vizi né agi, come fanno tutti i genitori, capisci?”

“Si. Anche Soph la pensa allo stesso modo. Ma perché continuo a sbagliare con lei?” domandai con la testa fra le mani

“Beh a questo posso rispondere io! Tu lo fai perché sei un idiota, ecco perché! Per fortuna hai un amico come me che ti riporta sulla retta via! Ora corri. Va da lei e scusati, scemo!” concluse lui ridendo

Misi fine alla conversazione correndo su per le scale

 

 

 

 

 

 

 

La trovai dolcemente addormentata sul letto, in camera nostra e abbracciata a lei dormiva Ely. Mi avvicinai cercando di non fare rumore e mi accostai al letto. Il suo viso sembrava triste e stanco anche nel sonno mentre gli occhi della mia piccola bambina erano gonfi e bagnati di lacrime.

Razza di idiota!

Le coprì entrambe con un lenzuolo e mi sedetti sulla sedia a dondolo, che Sophie usava per raccontare le storie della buonanotte a Josh ed Ely, per poterle continuare ad osservarle.

Cosa le dirò quando si sveglierà? E lei cosa risponderà? Riuscirà a perdonare le mie parole arroganti e la mia stupidità? Ed Ely?

Continuai a lambiccarmi il cervello con quelle ed altre domande per almeno un’ora prima che si svegliassero.

 

 

 

 

“Mhm …” mugulò Sophie svegliandosi lentamente

D’istinto mi avvicinai, le gambe si mossero da sole e fecero quei pochi passi che ancora mi separavano da lei. Le mie mani corsero a toccarle il viso e accarezzarle poi i capelli.

Lei riconobbe subito il mio tocco, sgranò gli occhi e s’irrigidì.

Era ancora arrabbiata?

Si, lo era eccome. Infatti mi fece segno di uscire e parlare fuori per non svegliare Ely, che ancora dormiva placidamente. Feci come richiestomi e lei mi seguì per poi chiudere la porta. Scendemmo le scale e arrivammo in salotto.

“Amore … ascolta mi dispiace” le dissi cercando di avvicinarmi a lei

“Ah, ora sono amore … beh, certo! E ti dispiace? Ti dispiace di cosa Gerard? Ti dispiace di aver spaventato tua figlia con la tua sceneggiata insignificante? Ti dispiace di aver fatto la figura dell’idiota davanti a tua madre? Ti dispiace di avermi ferita, Gerard? O di aver ideato un progetto campato per aria, seguendo un impulso del momento? Dimmi, di cosa ti dispiace?”

Era furiosa e non aveva torto. Avevo esagerato, come al solito. Non avevo riflettuto bene. Avevo agito d’istinto e avevo sbagliato.

“Ascolta, tesoro … hai ragione! Hai perfettamente ragione, ok? Mi sono comportato come un perfetto idiota, lo so. E mi spiace! Ho sbagliato e mi dispiace.” dissi con occhi bassi

“Oh, lo so che ti dispiace. Ti credo. So che sei dispiaciuto, ti conosco. Lo sei sempre”

“Sapevo che mi avresti perdonato, amore mio. Lo speravo, in realtà” le dissi sorridendo e avvicinandomi  come per abbracciarla

“Già. Ma questa volta non lo farò. Tu fai sempre così ... prima mi ferisci, magari mi offendi e poi chiedi scusa. Ed io ti perdono perché ti amo. Non so portare rancore, soprattutto a te. Ma questa volta no. Non voglio! Cazzo, ogni volta è sempre la stessa storia. Tu che non ti curi di cosa dici, che dici quello che ti passa per la testa senza pensare. Tu che decidi e non ascolti gli altri. Non ascolti me! E anche questa volta è stato così. Non ti sei fermato ad ascoltarmi, non ti sei fermato a pensare, sei andato dritto come un treno senza sentire niente e nessuno. Solo che questa volta io ero in mezzo ai binari e con me c’era pure tua figlia. Hai esagerato!” mi accusò lei

“Hai esagerato! Hai spaventato Ely e non ti è importato nulla. L’hai vista piangere a causa tua e non ti è importato nulla!” continuò lei

“No, non è vero!” tentai di ribattere ma lei alzando una mano mi intimò di tacere

“Stai zitto e lasciami finire! Ha pianto fino a stancarsi e si è addormentata ancora piangendo. Non riuscivo a capire le motivazioni che ti avessero indotto a dire quel mucchio di scemenze. Ti conosco! So che non le pensi quelle cose. Mi hai ferita! Hai detto che il mio lavoro non è importante, che io non sono importante…”

“No, adesso aspetta. Io non ho mai detto questa cosa.”

“E’ come se l’avessi detta!” mi interruppe lei urlando e scoppiando a piangere

“In pratica, tu sei più importante! Tu e il tuo lavoro, tu e il tuo mondo hollywoodiano… tu, tu e ancora tu. Mentre io e i tuoi figli facciamo solo da contorno!”

“Ma no, cosa dici? Non è così” dissi tentando ancora di avvicinarmi

“E invece si. Ed io ora sono stanca! Non voglio continuare … non riesco più a sopportarlo! Sai ho tollerato già abbastanza. Tu e il tuo lavoro … dio non ci sei per settimane, per mesi addirittura!”

“Cosa dovrei fare? E’ il mio lavoro Soph! Lo sapevi che sarebbe stato così! ”

“No, non è vero! Mi avevi promesso che ci saresti stato! Mi avevi promesso che saremmo stati noi, io e i bambini, la tua priorità. E invece no! Sei tu e il tuo lavoro. Sempre! Ora sono stanca e non voglio più andare avanti così. Non posso sopportare oltre!” concluse scoppiando a piangere di nuovo e fuggendo dalla stanza

Arrivata alla porta con una mano sulla maniglia si voltò verso di me “Voglio il divorzio, Gerard” disse con voce chiara guardandomi negli occhi.

“Noooooooooooooooo!!!” urlai

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo sentì muoversi ed agitarsi nel letto, farfugliava parole senza senso di cui non riuscivo a capire il significato.

Stava forse avendo un incubo?

Mi girai verso di lui per riuscire a capire cosa stesse dicendo ma continuai a non capire nulla. Iniziai a scuoterlo in modo da poterlo svegliare.

“Gerard? Gerard … svegliati.” dissi toccandogli appena il braccio

“Ti prego … non dicevo … non ero io!” disse quasi gridando

“Tesoro, svegliati! E’ solo un incubo!” lo rassicurai. Aveva la fronte imperlata di sudore

Lui pian piano aprì gli occhi e mi guardò con sguardo vacuo e meravigliato insieme

“E’ stato solo un sogno!” ripetei accarezzandogli il viso con gesti delicati

“Solo un sogno … solo un sogno” ripeteva lui come un mantra

“Amore, tranquillo. Ormai è passato. Era solo un brutto sogno” lo rassicurai e poi, esattamente come facevo con Josh o Ely, lo accarezzai stringendolo al mio petto.

Lui mi strinse tra le braccia con forza fin quasi a farmi male. Non dissi niente, non mi lamentai né altro. Sicuramente qualcosa lo aveva turbato parecchio. Solo quando lo sentì rilassarsi tra le mie braccia, lo scostai dolcemente e guardandolo negli occhi “Cosa hai sognato?” gli domandai

“Mi sono spaventato da morire, Sophie. Ho fatto un sogno assurdo in cui litigavamo a causa mia e tu e i bambini mi lasciavate. Ti ho detto delle cose orribili, ho fatto piangere Ely e tu poi volevi il divorzio.” sussurrò lui aggrappandosi ancor più a me

“Il divorzio?” chiesi confusa

Lui annuì “Si ed è stato bruttissimo. Dio, ti ho detto delle parole orribili che non ho mai nemmeno pensato, ti ho offeso in maniera imperdonabile. Mi dispiace!” continuò lui sempre a bassa voce

“Amore, guardami” gli ingiunsi “Era solo un sogno.”

“Si, ma ti ho ferito e ti ho fatto piangere. Ho fatto piangere anche Ely … e poi c’era anche mia madre e poi …” sembrava confuso “Ti prego non mi lasciare!”

“Ascolta amore, non hai detto quelle cose. Le hai solo sognate. Hai avuto un incubo tutto qui. Tranquillo.”

“Ma io … ed Ely …” continuava lui

Era confuso e sembrava davvero molto scosso. Il sogno doveva averlo davvero colpito.

“Guardami” gli ordinai decisa “Io sto bene, non sto piangendo ed Ely è di là in camera sua. Dorme serena nel suo lettino. Noi stiamo bene! Non hai detto quelle parole, Gerard, le hai solo sognate.” dissi prendendogli il viso tra le mani

Lui mi guardò per diverso tempo, occhi negli occhi e poi ancora un poco triste annuì

Ci sdraiammo nuovamente sotto le coperte ed io mi accoccolai al suo corpo caldo. Lui mi abbracciò stretta. Era rigido e tremava ancora leggermente. Inspirò ed espirò profondamente un paio di volte.

“Non mi lascerai, vero?” sussurrò stringendomi al suo corpo caldo

“No, amore. Non ti lascio. Non potrei mai farlo. Ti amo così tanto … soffro lontano da te!”

“Ti amo, Sophie. Ti amo da morire. E senza te e Josh ed Ely non sarei niente."disse stringendomi di più. Mi baciò con dolcezza le labbra intrecciando lo sguardo al mio.

Respirò ancora lentamente. Il soffio caldo del suo respirò mi solleticava il collo. Inspirò ed espirò profondamente un altro paio di volte come se stesse cercando di inalare l’odore della mia pelle, il mio profumo naturale.

Solo allora si rilassò e, con il mio corpo accanto al suo, chiuse gli occhi. Restai sveglia e stretta a lui per molto tempo, cullata dal suo respiro lento e profondo.

  
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