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Autore: Cheche    01/01/2012    5 recensioni
In un anno cambiano molte cose, soprattutto a Parigi, in un'epoca come il tardo settecento. Naruto, costretto a marcire per tale lasso di tempo in una umida cella della Bastiglia, viene liberato dai suoi vecchi amici quando l'edificio viene preso con la forza dai rivoltosi. Una volta tornato tutto sarà cambiato, e la cruda realtà cercherà di trascinarlo verso il baratro. Ma... Se tra questi cambiamenti apparentemente negativi comparisse una piccola e calda luce, pronta a mostrargli la via per riemergere dalle tenebre?
[NaruHina. Accenni di ShikaIno e KibaHina.]
[Quarta classificata al NaruHina Contest - III° Edizione: 'saltando nel tempo' indetto da Mokochan e Yume_no_Namida sul forum di EFP, Premio Miglior Trama e Premio Miglior AU]
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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   Epilogo – Ma petite Hinata
 
 
Come la mano di Hinata aveva afferrato quella di Naruto, con una stretta forte e decisa, il ragazzo aveva percepito uno strano calore. Era fredda come al solito, ma era proprio il fatto che fosse rimasta come la ricordava a riaccendergli il petto.
Percepiva l’ansia che la ragazza aveva provato solo poco prima, perché la mano era resa un poco appiccicosa da un velo di sudore. Eppure era stato felice di ritrovarla e che lei fosse rimasta ad aspettarlo mettendo a repentaglio la propria vita, sebbene non l’avesse fatto intenzionalmente.
Con le dita sottili della ragazza strette nella sua presa, Naruto si sentiva forte, e gli sembrava che il mondo avesse improvvisamente ricominciato a girare per il verso giusto. Nonostante ricevesse non poche gomitate negli occhi e molti violenti strattoni, la strada appariva aperta davanti agli occhi dell’ex prigioniero, anzi. Gli pareva addirittura che tutti si stessero scostando per lasciar passare lui e Hinata.
Si voltò a guardarla: voleva assicurarsi della sua presenza, pur sentendo la stretta insolitamente vigorosa della mano di lei. Voleva vedere il suo viso. E, come i suoi occhi incontrarono quelli chiarissimi della ragazza, lei donò al suo amato il sorriso più spontaneo che avesse mai visto, il più ricolmo di amore e gratitudine che fosse mai stato donato a Naruto nei suoi pochi anni di vita. Era paonazza, stanca e terrorizzata, eppure stava sorridendo.
Era convinta che si sarebbero salvati presto, e che avrebbero superato ogni ostacolo. E, effettivamente, fu così.
 
Fuggiva. Scappava dai dolorosi ricordi e dalle macabre visioni senza voltarsi indietro. Mai, neppure una volta.
Da quei fiumi di sangue emergevano volti spenti, con occhi aperti e stralunati, iniettati di color scarlatto, che guardavano il cielo scuro senza vederlo.
Naruto non  voleva rimanere ad osservarli. Quelle erano persone maledettamente familiari, e lui aveva il terrore di distinguere, tra quel raccapricciante mare di facce, il viso di una persona cara.
La guerra porta via tutto, e lui sentiva dietro di sé i passi dei soldati pronti a strappare la sua anima dal corpo, senza pietà alcuna.
E se loro camminavano, mentre lui correva con tutte le sue energie e i muscoli sforzati dall’impeto della fuga, perché sentiva i suoni della loro marcia farsi sempre più vicini?
 
Ogni notte era una guerra. Una battaglia in sogno, dove il momento del trapasso coincideva con quello del risveglio, sempre immerso in un bagno di sudore, liquido che si ritrovava a sostituire il sangue caldo che aveva avvertito tanto realisticamente scorrere sulle sue membra fino a poco prima. Gli spasmi che gli parevano quelli della morte erano nient’altro che i movimenti del suo corpo che reagiva all’incubo.
In tutte le macabre battaglie che affrontava ogni notte dopo essersi coricato, Naruto ricordava benissimo l’immagine che la sua mente proiettava di sé stesso. La figura di un vigliacco che fuggiva, abbandonando tutto pur di raggiungere un luogo più rassicurante. E la punizione per la sua meschinità non poteva essere altro che la morte, ricorrente in ogni sogno.
Lui pensava sempre questo, quando si sedeva sul prato a vedere il Senna scorrere davanti ai suoi occhi. Tanti cadaveri si erano persi in quelle correnti, tanto sangue aveva contaminato quelle acque brune. Ormai quelle sponde avevano lo stesso significato di un cimitero, per Naruto. E si ritrovava spesso ad adagiarsi sull’erba, osservando con aria assente il fiume, tomba di uomini valorosi che avevano accettato una morte indegna pur di far valere i propri diritti.
Erano eroi, ed il ragazzo avrebbe voluto essere come loro. Ma era fuggito, e non aveva intenzione di tornare a combattere. Lo stomaco si annodava al solo pensiero.
“Pensavo saremmo stati finalmente felici, e invece tu stai così.” La voce di Hinata sorprese Naruto, che si voltò di scatto verso la sua amata. “Mi fa male vederti di nuovo depresso. Cosa è successo, perché non mi parli?” Disse ancora, ponendosi una mano sul petto prosperoso e stringendo le spalle, esprimendo con tale gesto un vago imbarazzo nel porre una richiesta così diretta.
Si aspettava una risposta secca, di quelle tipo ‘lasciami in pace’, che lì per lì spezzano il cuore, ma che si possono capire e superare.
Non ci fu nulla di tutto ciò.
Hinata notò con stupore come Naruto le sorrise, amaro. “Vieni qui. Ti dirò tutto.”
La giovane si sedette, ma non troppo vicino al suo amato. Lui era strano, e l’idea di poter fare qualcosa di inopportuno la tormentava.
“Perché ti sei innamorata di me, Hinata?” Nominando sé stesso, sul volto di Naruto si dipinse una smorfia.
“Perché sei coraggioso, affronti tutti a testa alta… Oh, insomma, sai bene il perché!” Rispose la ragazza, imbarazzatissima.
“E sono fuggito, comportandomi da disertore.” Aggiunse l’ex prigioniero, con tono amaro. “Ora mi disprezzerai? Non ho combattuto come predicavo il giorno in cui mi hai visto per la prima volta.”
“Non potrei mai disprezzarti! Tu hai combattuto. Ti sei solo reso conto… che guerreggiare è brutto e sbagliato.” Protestò Hinata.
“Ma non posso perdonarmi per essere venuto meno alla mia parola.” Disse Naruto. “Tu mi dici così, adesso. Ma ti stancherai presto di me, ne sono certo.”
“Io ti perdono.” Fece Hinata, avvicinandosi al ragazzo senza accorgersene. Nonostante il fruscio del suo corpo sull’erba, nessuno dei due sembrò avvertire il progressivo accorciamento delle distanze. “E non mi stancherò di te. Tu hai combattuto ed hai vinto. Hai fatto una bella figura, prendendo coscienza di quanta morte porti una battaglia.”
“No, sono fuggito! Sono un vigliacco, capisci?” Naruto piantò i suoi occhi azzurri e tormentati in quelli di Hinata. Lo sguardo della ragazza, però, non cambiò di una virgola. Il viso di lei era vicinissimo, emanava una grande grinta. “Tu, piuttosto, sei coraggiosa a fronteggiarmi in questo modo. Una volta non l’avresti fatto.” Affermò lui.
Udendo queste parole, la ragazza arrossì violentemente. Si ritrasse un po’, facendosi più piccola. Naruto non riusciva a capirla, né a prevederla. In quel momento pensava che se ne sarebbe rimasta ferma in quel modo. Invece lei alzò la testa che aveva tenuto abbassata, quindi premette le sue labbra su quelle dell’ex prigioniero.
Era come la prima volta: anche allora a baciarlo era stata lei. Sorrise a quel ricordo, ma durò poco. Si staccarono, ma Naruto non aveva il coraggio di guardarla con i suoi occhi da ‘vigliacco’. Scostò lo sguardo, lasciando che vagasse sull’erba.
“G… Guardami.” Disse Hinata, timida ma sicura. Prese il volto di Naruto tra le mani e lo costrinse puntare sul suo viso lo sguardo imbarazzato, senza poter evitare i potenti occhi color cristallo della ragazza. “Non sono io ad essere coraggiosa. Se sono diventata quello che sono lo devo solo a te. Se avessi preso esempio da un vigliacco sarei rimasta vigliacca, non ti pare?”
Naruto sgranò gli occhi, sorpreso da quella affermazione. Finalmente cominciò a guardarla sul serio, vedendola in tutta la sua candida audacia. “Già. Me ne ero scordato.”
“Allora non dimenticarlo mai più, d’accordo?” Disse Hinata, sorridendo, sfiorandogli la mascella con le candide dita. “E ora dì di non essere un codardo.”
“Io non sono un codardo.” Obbedì lui, ricambiando il riso della sua amata. “Ora mi merito un altro bacio?”
E la risposta che ricevette furono le calde labbra di Hinata, che in breve si inumidirono di una nuova, agognata passione.
Da quel momento, Naruto sapeva che non avrebbe più avuto incubi. Ed il futuro glielò confermò.
 




Note: Dato che i giudizi di questa storia erano messi sul forum sotto spoiler, non posso fare copia e incolla. Ci ho provato ed è successo un casino, cancellandomi tutta la storia.
Avevo scritto delle note parecchio lunghe, piene di ringraziamenti, perciò perdonatemi se non la farò troppo lunga, ma questo internet del cavolo le ha cancellate tutte.
E così siamo giunti alla fine. Dato tutto quello che ho fatto ai poveri Naruto e Hinata, mi sembrava lecito optare per un Happy Ending, poveri pargoli. Ad ogni modo, non ho avuto modo di approfondire le storie dei personaggi secondari, perchè mi è stato impossibile ai fini della trama. Per questo pensavo di dedicare One Shot a loro per vedere che fine abbiano fatto. Sono curiosa anche io! Voi cosa ne pensate? ;3
Ci tengo a dire che questa fanfiction è per me molto importante, essendo la prima long completata. Come tale mi soddisfa. Io sono una che non porta mai a termine le cose, quindi figuriamoci che traguardo può essere questa storia per me. E, pubblicandola il primo dell'anno, spero di riuscire per il resto del tempo a terminare tutto ciò che ho lasciato in sospeso, e auguro lo stesso a tutti voi!
Vi ringrazio per avermi seguito fin qui. Qualora pubblicassi le one shot di cui vi ho accennato, spero che potrete leggerle e commentarle! Ne sarei davvero felice! <3
Buon anno a tutti!

PS: Volevo dire a Yume che non ho trovato la "e" che ho scambiato per "è". Dato che sarebbe difficile trovare quella minuscola particella in mezzo a questo mare di parole, le sarei grata se me la indicasse, qualora passasse di qui! <3

Banner dei premi (by Yume_no_Namida) 4° classificata + Miglior AU + Miglior Trama
 

  
  
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