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Autore: Itsuki86    03/04/2004    2 recensioni
Orlando Bloom, l'idolo delle ragazzine, per lavoro verrà costretto a infiltrarsi in un prestigioso colloge femminile e travestirsi da ragazza... cosa combinerà?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un travestimento perfetto

 

 

 

Un travestimento perfetto

 

 

Alle sei in punto ero davanti allo studio 33. Avevo due occhiaie che mi arrivavano fino alle ginocchia. La notte l’avevo passata girandomi e rigirandomi nel letto facendo strani incubi di me travestito da ragazza che mi innamoravo del mio migliore amico Elijha! Che orrore! Ancora sentivo quel senso di vomito salirmi dallo stomaco.

Arrivò una macchina dai vetri oscurati lunghissima. Ne usci Spilberg insieme a circa 30 collaboratori che mi trascinarono dentro allo studio. Non avevo fatto nemmeno in tempo a rendermi conto di chi erano le persone che mi circondavano che mi ritrovai in mutande!

 

-         Per i capelli dovremmo usare una parrucca con della colla speciale per evitare che cada. Provatele tutte e trovate quella che lo renda più carino e grazioso.  Tu Samantha penserai alle unghie… non vanno bene così mordicchiate le voglio lunghe e che sembrino molto curate. Voi tre studierete tutti i vari tipi di make up, non deve sembrare una donna di strada ma nemmeno una santarellina… insomma la tipica studentessa provocante. Mary… questo è il modello dell’uniforme ma dovrai rimodellarlo un po’ per lui e escogitare qualcosa che gli diano le sembianze di un corpo femminile. Poi penseremo agli altri particolari. Tutti al lavoro!

 

Provai un centinaio di parrucche! Ne provai anche una bionda con dei boccoli lunghissimi ed ero la fotocopia di Shirley Tempol! Rossa, bionda, mora, castana, con le mesches, i colpi di sole… in tutte le salse! Alla fine decisero per un caschetto castano. Ero orribile ma almeno non faceva a cazzotti con i cigli. A proposito di questi… c’è qualcuno che sa cosa vuol dire l’agonia di sentirsi strappare uno ad uno i propri poveri cigli!?

Anche con il trucco non andò meglio. Il mascara mi bruciava negli occhi, per mettermi la matita mi tenevano in cinque (tipo Arancia meccanica), il lucidalabbra non resisteva più di un minuti (lo leccavo di continuo!!).

L’uniforme fu il primo ostacolo che mi parve insormontabile! Con la camicetta e la cravatta non avevo problemi, ma la gonna… la gonna era veramente troppo corta! Per di più mi fecero sistemare per benino il… si insomma il… avete capito no!?... in modo che non sporgesse o non facesse strane pieghe. E questo fu molto molto doloroso! Infine dovevo indossare dei calzettoni che arrivavano al ginocchio e… come ciliegina sulla torta… i tacchi. Erano scomodissimi… non riuscivo a camminare senza sembrare una papera. Alla fine però, guardandomi allo specchio, dovevo ammetterlo… ero proprio un bel pezzo di ragazza!

 

-         allora cosa ne dite? Sono credibile?

 

Lo staff mi guardava orgoglioso, c’era perfino chi aveva le lacrime agli occhi.

 

-         ok… allora ora aiutatemi a spogliarmi e ci rivediamo il giorno dell’inizio.

 

Una risata generale!

 

-         Orlando… abbiamo appena incominciato! Dovrai ancora ricevere delle lezioni sul portamento, provare queste pasticche che ti modellano la voce e infine… devi fare la ceretta caro Orlie.

 

-         La ceretta!? Che problema c’è, io non sono delicato come una donna… sarà una passeggiata!

 

I miei urli si sentivano da tutti gli studi. Credo anche di aver pianto e di aver perso i nervi. Provai a scappare ma non ce la feci. Avevo trenta persone che mi stavano alle calcagne e che non desideravano altro che eliminare i miei peli superflui. La ceretta, il trucco, i tacchi… non capisco perché voi donne vi vogliate torturare così tanto… ma vi stimo molto di più dopo la mia esperienza.

La lezione di portamento fu divertente. Mi spiegò un po’ di trucchi per camminare decentemente. Quello che mi serviva era un po’ di esercizio… quindi per una settimana (dopo di che sarebbe incominciato il film) dovevo camminare con i tacchi in casa.

All’inizio era molto doloroso, poi con l’abitudine divenne solo doloroso. Però c’era da dire che l’avevo preso a cuore questo progetto.

Ero in casa e stavo camminando con i tacchi quando vidi le pasticche che cambiavano la voce, l’effetto era di un’ora. Le provai…

 

-         Sono Orlando! – che sensazione… avete mai provato a respirare l’elio? L’effetto era quello. Facevo a fatica a non farmela nelle mutande dal ridere.

 

-         Sono Orlando e sono un maschione… anzi… mi chiamo Linda, frequento il college e sono molto calda! – dissi davanti a uno specchio! In quell’istante vidi riflesso il reggiseno speciale che mi avevano costruito. Lo provai e ne rimasi sconcertato… l’effetto visivo era impressionante e non solo quello. Erano stupende al tatto… ci stavo quasi provando gusto! Ritornai allo specchio.

 

-         Solo Linda e questo è il mio seno… lo vuoi toccare… ah! Ah! Sono maiala anche da ragazza! –

 

Mi stavo sciogliendo dalle risate quando suonò il campanello. Senza pensarci andai ad aprire.

 

-         Arrivo! – Dissi asciugandomi gli occhi.

 

-         ORLANDO! – urlò Elijha guardando le scarpe.

 

-         CHE STAI FACENDO! HAI I TACCHI!

 

-         Non è come pensi… posso spiegare!- la voce non mi era ancora cambiata!!!!

 

-         LA TUA VOCE MA CHE TI SUCCEDE… ODDIO NO HAI LE TETTE!!!

 

-         No aspetta… vedi… - Non potevo dirgli la verità, doveva rimanere tutto segreto.

 

-         Ebbene si El… A volte mi piace scoprire il mio lato femminile!- Non avevo scelta poi a tempo debito avrebbe capito.

 

-         Oddio Orlie! E pensare che sono sempre io quello che passa per gay… se ti vedessero conciato così. Quella sera quando abbiamo dormito in campeggio allora non era la torcia! In verità l’ho sempre pensato… ma non ti giudicherò… non sono tuo amico perché sei etero. –

 

 mi abbracciò mai poi si scansò subito visibilmente imbarazzato. Avevo una voglia di spaccargli il muso… ma per adesso dovevo mandare giù il rospo. La vendetta è un piatto che va servito freddo.

 

-         Grazie per la comprensione. Sapevo che su di te ci potevo contare. Ora lasciami solo… non mi va che tu mi veda in queste condizioni… addio El! – chiusi la porta facendo finta di asciugarmi gli occhi.

 

-         Ti capisco amico. Ci vediamo.-

 

Che amici! Ti conoscono da una vita ma non ci mettono più di due secondi a giudicarti. Ma mi sarei vendicato… certamente un modo per fargliela pagare l’avrei trovato… AH! AH! AH!

Ora dovevo concentrarmi sul film e sulla palata di soldi che mi aspettavano!  

 

  
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