Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Rebychan    01/01/2012    4 recensioni
Un libro importante per la famiglia Sakuragi ed una foto antica trascineranno Hanamichi dentro un mistero la cui risoluzione cambierà il suo destino.
Storia liberamente ispirata alla favola "La bella e la bestia".
Post Manga - Pairing: Hanaru
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
24
Ecco qui il nuovo e ultimo capitolo di questa storia.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic nei preferiti, ricordati e seguiti.
Nell'angolo di Rebychan c'è un avviso. Ed in coda ho aperto un angolo ringraziamenti dove fare gli ultimi saluti.
Un ringraziamento speciale comunque va ovviamente a: electra23 che ha commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto prima  al tuo bellissimo commento.  
Buon anno.
Visto che ci sono faccio anche qui gli auguri a Kaede Rukawa. Buon compleanno!
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 24 (ultimo)

Hanamichi mise in quel bacio tutti i propri sentimenti. L’aspettativa che aveva provato quando aveva aspettato Kaede fuori dal sito archeologico per delle ore in attesa che arrivasse conscio che fino a quando gli archeologi fossero stati al lavoro difficilmente sarebbe entrato, l’ansia che gli aveva attanagliato lo stomaco mentre dopo averlo scorto lo aveva inseguito all’interno di quella zona senza riuscire a raggiungerlo a causa di uno strano vento che si era levato se non quando era già in quel grande salone, la meraviglia sentita quando si era accorto che era davvero tutto vero, Laputa esisteva e grazie ad un’energia sconosciuta volava nel Cielo, la rabbia che gli aveva impregnato le viscere a causa della paura provata e che era sfociata nel pugno diretto al viso del Volpino, il dolore che lo opprimeva perché temeva di perderlo, ma soprattutto l’amore che aveva dato origine a tutte quelle altre emozioni e che gli faceva battere forte il cuore, mentre nella sua mente continuava a ripetersi: “Quello che provo deve essere abbastanza. Kaede deve salvarsi. Non può morire.”

Con le braccia che stringevano Rukawa, Hanamichi continuava imperterrito a tenere le labbra su quelle dell’altro, lottando contro il teletrasporto che continuava a scomporre il suo corpo.

Ad un tratto, però la lotta non fu più necessaria.

Il ragazzo dai capelli rossi che aveva chiuso gli occhi, sentì di non avere più Kaede tra le braccia. Le sue labbra prima avvolte da un piacevole calore, ora venivano accarezzata da una fredda brezza. Le sue mani toccavano l’aria.

Aprì le palpebre. Non era più sull’isola del cielo. Era sulla terraferma. Davanti a lui un grosso buco scavava il terreno per centinaia di kilometri in profondità.

Kaede era riuscito a teletrasportarlo lontano.

Disperato e sconfitto pensando di aver fallito il suo compito Hanamichi alzò la testa al cielo, dove scorse l’isola che traballava, allontanandosi.

Si accasciò al suolo piangente.

“NO!”, urlò. Non poteva essere vero. I suoi sentimenti per Kaede non erano stati ritenuti abbastanza. Il Volpino sarebbe morto. A quella consapevolezza, il suo cuore fu trafitto da mille spine. Cominciò ad ansimare a causa del panico. Stava male come mai nella vita.

Eppure tutto quel dolore non era stato ritenuto abbastanza.

Non ci poteva credere.

Fu proprio mentre accovacciato a terra, piangeva come un bambino, tenendosi la testa tra le mani, che accadde quello.

Il suo corpo fu illuminato da una luce calda che riuscì a placare la sua sofferenza.

Si lasciò cullare dal tepore emesso da quell’energia che rifluiva in lui.

Forse si addormentò per qualche istante oppure no. Seppe solo che quando riaprì gli occhi ed il peso della realtà tornò a  schiacciarlo, lui si trovava di nuovo in mezzo al salone del trono sull’isola del cielo.

Batté le palpebre più volte incredulo.

Si guardò intorno.

Scorse Rukawa steso al suolo. Sembrava addormentato.

Il sangue gli si gelò ancora una volta nelle vene.

Possibile che fosse morto? Ma allora lui che ci faceva ancora lì? Cosa era successo? Era tutto un sogno?

Corse immediatamente vicino al Volpino.

Il suo viso era appoggiato al pavimento e lo girò per osservarlo meglio.

Portò la sua guancia vicino alle sue labbra e si accorse che seppur lievemente, stava respirando.

Forse era per quello che Laputa non era ancora caduta dal Cielo.

Anche il suo cuore infatti batteva ancora.

Kaede era ancora vivo!, si disse Hanamichi. C’era ancora speranza!

Strinse di nuovo a sé forte l’altro ragazzo che come risvegliato dal suo calore, aprì a fatica gli occhi.

Quando lo vide le sue pupille furono attraversate dalla paura. Probabilmente temeva di non essere riuscito a metterlo in salvo e che ora sarebbe morto con lui.

Hanamichi gli sorrise. Se fosse stato così, se fosse stato destinato a morire con lui, allora lo avrebbe accettato. Sì, si rendeva conto che era disposto anche a quello pur di stargli accanto.

Quando ci si sposa, si dice sempre fino a quando morte non ci separa. Lui sarebbe andato oltre, nemmeno la morte sarebbe riuscita ad allontanarli.

Lo disse a Rukawa: “Se tu devi morire, allora morirò anch’io.”

“No.”, provò ad obiettare l’altro in un soffio.

Hanamichi però gli tappò la bocca con le dita. “Non dire niente. Se posso stare con te sono sereno. Non  vuoi credermi, ma io ti amo sul serio. Sarebbe più difficile per me vivere senza di te, che morire con te.”

Kaede ancora una volta aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse.

I suoi occhi si inumidirono, mentre le sue labbra si sollevarono in un lieve sorriso.

Fu  quello il preciso istante in cui iniziò a credere che i sentimenti del ragazzo dai capelli rossi per lui fossero reali.

Si strinse a sua volta a lui, appoggiandogli il viso sulla spalla.

“Ti amo anch’io.”, sussurrò.

Hanamichi  sorrise radioso. Finalmente era riuscito a fargli accettare i suoi sentimenti.
 

Gli girò la testa per poterlo vedere in viso, si guardarono un attimo negli occhi e poi si baciarono.

Laputa cominciò a scendere vorticando su se stessa dal cielo. Ormai sembrava che fosse arrivata davvero la fine.

Poi, però ad un tratto la spinta discendente della città si bloccò di scatto. Era come se il tempo si fosse fermato.

E fu in quel momento, che il corpo di Rukawa fu attraversato dalla stessa luce confortevole che solo pochi minuti prima aveva impregnato le viscere di Hanamichi.

Kaede si staccò dall’altro ragazzo incredulo, mentre si guardava le mani illuminate.

Si portò le dita sul volto, a toccarselo perché il calore era così forte, che iniziò a temere che si stesse sciogliendo.

Si ritrovò in piedi, e le sue gambe si staccarono da terra, iniziando a fluttuare nell’aria.

Cosa stava succedendo?

Se fino a pochi istanti prima i suoi sensi erano stati attutiti dalla debolezza della morte, ora invece si risvegliarono in tutta la loro potenza, facendogli male.

Urlò dal dolore mentre i suoi occhi inondati dalla luce bruciavano, la sua bocca era arsa dal calore, il suo naso sperimentava odori di ogni genere confondendolo, le sue orecchie preavvertivano un irritante e continuo suono squillante che gli mandava in tilt il cervello, il suo corpo era avvolto da un invisibile velo ruvido e puntellato di spine.

Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre la luce rapidamente raggiungeva ogni parte del suo corpo, per poi precipitarsi verso l’esterno, uscendo dalle sue estremità in un raggio continuo.

Urlò mentre tutto tornava alla normalità e si accasciava di nuovo al suolo, ansimante, grondante sudore, con gli occhi spalancati  a causa di quanto aveva appena vissuto.

Nonostante quello, però, all’improvviso l’attimo dopo si rese conto che la spossatezza l’aveva abbandonato. Ed anche il dolore era passato.

Ora stava bene.

Sollevò lo sguardo per guardare Hanamichi che lo osservava con la sua stessa espressione sbigottita.

Poco più in là del ragazzo dai capelli rossi Rukawa scorse però un’altra figura avvolta dalla luce che lo aveva appena lasciato. Una figura che lui conosceva benissimo.

Sakuragi notando che Kaede guardava oltre le sue spalle, si voltò per fissare  anche lui la sua attenzione su quel punto.

Una donna bellissima con un sorriso dolce li stava guardando accondiscendente. Era la dea capì.

Gli occhi della divinità ad un tratto furono solo per Kaede, mentre apriva la bocca per dire con la sua voce vellutata: “Finalmente hai capito cos’è importante nella vita. Sei di nuovo mortale. Ed ora potrai vivere una vita che meriti davvero di essere vissuta.”

Avvolse con il suo sguardo di nuovo entrambi i ragazzi, aggiunse: “Siate felici”, e poi scomparve.

I due ragazzi tornarono a fissarsi l’un l’altro increduli.

Poi si sorrisero titubanti capendo di non aver bisogno di nessuna altra spiegazione.

Ed all'improvviso furono l’uno sull’altro.

I sentimenti di Hanamichi erano stati abbastanza.

Kaede era salvo. La maledizione era stata spezzata.

Di nuovo si baciarono sfogando per diversi minuti tutta la loro gioia, tutto il loro amore e stavolta fu Laputa ad essere attraversata dalla luce.

Ritornò a navigare nei cieli, mentre tramite quell’energia recuperava il suo antico splendore.

Quando si separarono ed i due ragazzi se ne accorsero notando il salone rimesso a nuovo, rimasero ancora una volta sorpresi.

Kaede però scosse il capo.

Sentiva dentro di lui rifluire l’energia del magnete più forte che mai. Quella però sarebbe stata l’ultima volta.

Un tempo nel sentirla avrebbe subito pensato a cosa avrebbe potuto fare con tutto quel potere.

Probabilmente sarebbe riuscito anche adesso a conquistare paesi e città, se avesse voluto.

Ma quel desiderio apparteneva a Mepala. E lui non era più quell’uomo. Hanamichi aveva ragione.

Lui ora era semplicemente Kaede Rukawa a non desiderava essere nient’altro di diverso.

Adesso che finalmente il sortilegio  era stato spezzato ed era di nuovo un mortale, doveva anche diventare un ragazzo come tutti gli altri. Era quello il suo unico sogno ora.

Riferì la sua decisione ad Hanamichi.

Il ragazzo dai capelli rossi gli chiese: “Sei sicuro di quello che vuoi fare? Non potrai più tornare indietro. A volte potrebbe essere divertente girare il mondo con quest’isola.”

Hanamichi si guardava intorno con gli occhi colmi di meraviglia. Quel posto era talmente magnifico e magico da annichilirlo.

Era un’isola che voleva. Ed il palazzo in cui si trovavano era così sontuoso da essere degno del principe che Kaede era stato.

Rukawa scosse il capo di nuovo. “Avere troppo potere è deleterio. Io lo so. L’ho provato. Se continuassi a farci affidamento, non posso garantire che non commetterei gli stessi errori del passato. Il mio piano iniziale non cambia. Devo immergere Laputa nelle profondità marine. E poi mi staccherò dal magnete, in modo che tutto quel potere vada perduto, per sempre.”

“Se è questo ciò che vuoi davvero, allora  fallo pure. Io dopotutto mi sono innamorato di Kaede Rukawa,  e non del principe di Laputa.”

Kaede sorrise impercettibilmente  felice di avere accanto una persona che lo capiva così bene, da obiettare sì le sue decisioni quando non le trovava giuste, ma d’appoggiarle quando sapeva che erano davvero importanti per lui.

Prima però di abbandonare del tutto i suoi poteri, voleva fare un regalo all’altro ragazzo.

Lo portò ad ammirare ogni anfratto del magnifico palazzo in cui si trovavano e poi uscirono all’area aperta.

Laputa era proprio com’era un tempo.

Con i suoi verdi prati, le sue casette caratteristiche, i fiumi che la solcavano.

Gli fece vedere il panorama che si scorgeva dalla città, mentre volava alta nel cielo. Il mondo visto da quel posto privilegiato era fantastico.

Tutto ciò era bellissimo, si rese conto Hanamichi. Tanto che si ritrovò a dire di nuovo: “E’ davvero un peccato che tu voglia far scomparire l’isola.”

“Sì, è meravigliosa.”, confermò Kaede  con una nota nostalgica nella voce. Lui lì c’era vissuto, anche se ormai erano passati millenni, “Ma non posso fare altrimenti. Non voglio più commettere gli errori del passato.”

Hanamichi lo abbracciò per rassicurarlo. “Non li commetterai. Ci sarò io ad impedirtelo. Capisco però che tu non voglia correre rischi. A dirla tutta poi non è la città la cosa più bella di Laputa, né  lo è il palazzo reale, o il panorama che si scorge, oppure ancora il potere del magnete. E quella cosa meravigliosa anche sell’isola andrà perduta so che non scomparirà tanto presto.”

Rukawa corrugò la fronte e guardò Hanamichi chiedendogli con gli occhi di cosa parlasse.

Hanamichi ridacchiò furbo. “E’ una cosa che mi appartiene.”, aggiunse poi dandogli un altro indizio.

Rukawa però ancora non riusciva a capire a cosa si riferisse.

Il ragazzo dai capelli rossi allora finalmente si decise a rivelare l’arcano. “Sei tu, Kaede, la cosa più bella di Laputa. Sei bellissimo e sei mio.”

Kaede sapeva di essere un bel ragazzo. E tante persone nella sua lunga vita gliel’avevano detto, ma mai come in quel momento quel complimento gli aveva scaldato il cuore.

E se gli era piaciuto così tanto era perché proveniva dal ragazzo che amava.

Arrossì lievemente, mentre di nuovo cercava le labbra dell’altro per baciarlo. Non si sarebbe mai stancato della sua bocca. Se non fosse stato necessario respirare, gli sarebbe stato appiccicato per sempre.

Ormai era quasi l’alba si rese conto Rukawa. Era giunto il momento di inabissare la città. Aveva preso la sua decisione definitiva. Laputa doveva andare distrutta.  

Aspettare che la luce del sole li  illuminasse poteva essere pericoloso. Capì. Qualcuno poteva accorgersi di quello che stavano per fare e tentare di impedirglielo.

Teletrasportò lui e Hanamichi sulla terraferma, nella spiaggia, vicino a Kanagawa, e fece immergere Laputa, su quel mare, adagiandola nelle profondità marine dell’oceano.

Poi con il potere rimastogli, ordinò al magnete di smettere di funzionare.

La pietra obbedì.

E fu così che Kaede rimase da solo. Non aveva più nessun potere eccezionale, come era stato fino a quel momento, da quando era nato.

Provò una sensazione strana.

Era come essere nudo.

Corrugò la fronte tremando.

Hanamichi fu di nuovo su di lui, e di nuovo il suo calore lo scaldò.

Aveva perso qualcosa, la capacità di essere eccezionale senza sforzarsi, ma nel contempo aveva trovato qualcos’altro, la forza di diventare qualcuno contando soltanto sulle proprie capacità. Si disse.

Aveva in fin dei conti già raggiunto quel risultato con il basket. Ora l’avrebbe perseguito anche nelle cose di tutti i giorni.

Ora finalmente era un ragazzo come tutti, che cresceva ed invecchiava.

Era un ragazzo come il suo Hanamichi.

Sarebbero cresciuti ed invecchiati insieme. Sì, sarebbe accaduto proprio quello perché loro al contrario delle altre persone avevano la consapevolezza che ciò che li univa era vero amore, dopotutto il loro legame era riuscito a spezzare un sortilegio millenario ed era stato benedetto da una dea.

Mano nella mano i due ragazzi si accinsero a tornare a casa.

Hanamichi voleva avvertire suo nonno e sua madre che era andato tutto bene.

Anche Rukawa voleva rivederli, ma non più come Mepala, bensì come il ragazzo che era ora, innamorato del nipote e del figlio.

Un ragazzo come tanti. Kaede continuava a ripetersi quella frase come un mantra. Ed era felice come mai nella vita della possibilità che gli era stata concessa, di poter finalmente vivere una vita normale.

Sì, più il tempo passava, più il potere di Laputa gli sembrava solo un sogno. E insieme a quel "sogno" scompariva anche il suo passato, cancellandosi come una scritta sulla sabbia.

Non gli apparteneva più. Lui ora era una persona completamente diversa.

Fu per quello che quando Hanamichi ricordandosi di una cosa disse sorridendo: “Il libro! Bisogna cambiare il finale. Ti sei salvato.”, lui scosse li capo affermando: “No. Lasciamolo così.”

Hanamichi lo guardò sbigottito. “Perché?”

“Perché è il libro su Mepala non su di me. Mepala è morto davvero con Laputa. Io ora sono semplicemente Kaede Rukawa e voglio esserlo fino alla fine dei miei giorni.”

Per comprovare la sua decisione, tirò fuori dalla borsa a tracolla che aveva ancora con sé le pagine del libro che contenevano il finale felice per il principe in cui c’era scritto che si era salvato grazie al grande amore, e le gettò in mare.

La carta si impregnò d’acqua e scomparve risucchiata dalle onde in poco tempo.

Hanamichi intuì la verità dietro quel gesto.  

Rukawa voleva lasciare alla gente che avrebbe letto il libro, era ancora intenzionato a farlo pubblicare, un alone di mistero sulla vicenda.

Visto che Laputa era scomparsa dal sito archeologico, anche il principe doveva avere fatto la stessa fine.

Altrimenti qualche pazzo dopo la lettura avrebbe potuto mangiare la foglia e cercarlo e lui voleva essere lasciato in pace, libero di vivere una vita normale.

Che bella parola la normalità, pensò il ragazzo dai capelli rossi.

Anche lui, in fin dei conti, aveva bisogno solo di quella.

Sorrise ed i due ritornarono ad incamminarsi verso casa, consapevoli solo del loro amore.

Nessuno dei due lo disse all’altro, però entrambi dopo che Hanamichi aveva nominato il libro, per un attimo si erano ritrovati a pensare alla stessa cosa ovvero alla descrizione su Mepala presente nel tomo, riflettendo sulla situazione attuale di Rukawa.



Ora Mepala come Mepala in fin dei conti era morto sul serio. Il principe di Laputa non esisteva più.

Dalle sue ceneri era nato Kaede Rukawa, un ragazzo che voleva solo essere come tutti gli altri e vivere una vita comune.

Si potrebbe dire che però fossero ancora tre i colori che lo caratterizzavano: il blu, il nero ed il rosso.

Il blu dei suoi bellissimi ed espressivi occhi e dei nuovi cieli che avrebbe imparato a solcare stavolta in modo figurativo usando solo le proprie forze, con Hanamichi al suo fianco.

Il nero dei suoi fantastici e morbidi capelli, ma anche delle tenebre da cui era stato salvato dallo sprofondare da Hanamichi, e di cui si sarebbe sempre ricordato per impedirsi di commettere gli stessi errori del passato.

Il rosso, il colore dei capelli del ragazzo cui voleva bene, che erano per lui come un faro nella notte, che lo guidavano verso una vita nuova. Il rosso, il nuovo colore del suo cuore, che aveva imparato cosa significava amare e che batteva più vivo che mai nel suo petto.



Kaede era vivo ed insieme alla persona che amava. Tutto il resto non contava più. La leggenda del ragazzo millenario poteva essere dimenticata. Ora sarebbe iniziata la leggenda di un ragazzo normale. Una leggenda cui ogni persona può dare vita. contando solo sulle proprie forze. E quella era l’unica leggenda di cui lui si sentiva veramente fiero di essere il protagonista.

FINE CAPITOLO 24

FINE IL RAGAZZO MILLENARIO

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Con questo capitolo si conclude questa fic iniziata circa un anno fa.
Secondo me era l'unico finale possibile e spero vi sia piaciuto.
Ho voluto postarlo oggi, perchè è il compleanno di Rukawa, e visto che si parla di una specie di rinascita, un pochino a tema è.
Sì, questo capitolo lo si potrebbe definire la sua vera fic di compleanno.
Gli faccio ancora una volta oggi così TANTI AUGURI. BUON COMPLEANNO ADORATO VOLPINO.
Ne approfitto inoltre per fare a voi gli auguri di BUON ANNO!
Chi oggi nel mio forum vorrà aderire alla festa di Compleanno per Kaede Rukawa, postando qualcosa per lui, che può essere qualunque cosa, da scrivergli una fic oppure postargli un disegno, o semplicemente fargli gli auguri questo è il link dove fare la propria donazione: http://otakurclub.forumfree.it/?t=59189151
Non è necessario presentarsi al forum, basta che scriviate e basta. Ringrazio già fin d'ora chi parteciperà all'iniziativa.
BUON COMPLEANNO KAEDE RUKAWA.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto.
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI:

Essendo questa fic finita volevo ringraziare

- con una calorosa stretta di mano ed un bacio sulla guancia le venticinque persone che l'hanno messa tra le seguite, ovvero:
astarte85  
auretta
aury  
bichan
dome
falketta
FeuerBringer
flor83
GioRock
HPalessandra
Jack and Carly love
Lady_Girl
Leanis87
Millennia Angel  
moirainesedai
nami78
Necrolay
RedComet
sagitta
Shin_86
sissychan
Sumire
Toru85
vampire_zero
xetide

- con un bacione sulla guancia ed un caloroso abbraccio la persona che l'ha messa tra le ricordate ovvero:
FeuerBringer

- con due baci uno sulla guancia, uno sulla fronte ed un abbraccio appassionato le sei persone che l'hanno messa tra le preferite ovvero:
asietta80
electra23
FeuerBringer
inu92zac97
sagitta
Willow

- con un abbraccio lunghissimo e tanti baci appassionati dappertutto compreso la bocca le persone che hanno contribuito ai cinquantuno commenti, soprattutto ovviamente coloro che hanno commentato con costanza, ovvero:
karasunohime
seika
Toru85
RedComet
Lady_Girl
mancini
Willow
xetide
Koa_chan
sissychan
aury
bichan
electra23
Lan

Grazie a tutti! E' anche merito vostro se sono riuscita a portare a termine questa fic.
Per ora non ne inizierò altre, visto che ne ho altre due in corso, ma spero presto di ritrovarvi da qualche altra parte.
Un bacione. Arrivederci.
Rebychan
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Rebychan