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Autore: Aryapikkola    02/01/2012    2 recensioni
Allora questa storia è ambientata nel mondo che ha inventanto la Meyer, ma questa storia si concentra su personaggi diversi, la nostra protagonista è sempre una ragazza umana di nome Armony, vedremo come la sua storia la farà scontrare con una realtà che non conosceva ancora e che la sconvolgerà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il resto delle ore cercai di concentrarmi sullo studio, non ero una secchiona, però non prendevo brutti voti. Così mi concentrai e le ore volarono.
Apparte l'ora di inglese che avevo con Mel, naturalmente mi fece un vero interrogatorio su Will, sperai che si calmasse si agitava tanto nella sedia che avevo paura che cadesse da un momento all'altro.
< Cioè e dire che non mi hai detto niente fino a stamattina, tu sei matta. >
< Ma che dovevo dirti, non succede mica niente di che. Pranziamo insieme e parliamo. Non sembra che si sia fatto molti amici, trasferirsi in una cittadina come questa non deve essere facile. >
< Ma dai Arm quello è bello come un dio, se non si riesce a fare lui gli amici allora nessuno può. >
In effetti i tipi come lui, appena arrivavano a scuola erano subito pieni di amici, certo non amici veri. Quegli amici a cui importa solo fare bella figura perchè girano insieme ad un tipo bellissimo.
Speravo sinceramente che William non fosse una persona del genere, odiavo la falsità e l'ipocrisia.
 
 
Stavo appoggiata alla colonna vicina al mensa, non era entrata perchè dando un'occhiata dentro lui ancora non era arrivato così mi misi fuori ad aspettarlo.
Lo notai in lontananza, con i suoi jeans chiari che gli fasciavano benissimo quelle gambe lunghe. Stavo quasi per sorridergli quando notai Cassie insieme a due sue amiche che lo guardavano, neanche fossero cagnolini davanti ad un bel pezzo di carne.
 
Cassie era una di quelle persone che conoscevo dall'asilo, era sempre stata una di quelle bambine super viziate. Ma sopratutto false.
A prima vista ti dava subito una buona impressione, non prendeva mai in giro nessuno e non parlava mai male o in modo scurrile. Sembrava sempre disposta a tutto per aiutare neanche fosse Madre Teresa di Calcutta.
Ma io sapevo che persona fosse, inizialmente anche io ero rimasta affascinata da una persona che sembrava così buona, era impossibile averla in antipatia; a meno che non vedessi davvero come era fatta.
Un giorno a scuola dovevamo aver avuto circa sei anni, una ragazzina le si avvicinò lei era da sola, io era nella parte vicino all'altelena del giardino della scuola mentre loro erano vicino allo scivolo. Cassie era subito dopo dietro di lei aspettando che fosse il suo turno, stavano giocando normalemente. La bambina aveva lo sguardo impaurito mentre guardava lo scivolo, gli doveva sembrare alto, si girò e chiese a Cassie se potevano scivolare insieme perchè lei aveva paura, ma lo sguardò di Cassie era concentrato al bambino che era appena entrato nel giardino. 
Era uno di quei bambini che piacevano a quell'età e Cassie lo seguiva da per tutto a quei tempi.
 
Ero ancora nell'altalena che le guardavo con attenzione, e vidi Cassie spingere con forza la bambina infischiandosi della sua paura, e appena lo scivolo fu libero scivolò subito anche lei per raggiungere il bambino senza neanche scusarsi con quella che prima era la sua compagna di giochi, che in quel momento era seduta a piangere per essere stata trattata in quel modo.
 
Quella bambina era Mel, io la raggiunsi gli diedi il mio fazzolettino per asciugare le lacrime e da quel momento fummo inseparabili.
 
Strano che fosse merito di Cassie per avermi fatto conoscere la mia migliore amica, noi la non sopportavamo ma era grazie a lei che eravamo diventate amiche, senza quell'episodio non avremmo mai fatto amicizia, eravamo troppo timide tutte e due.
 
Scostai quei pensieri dalla mia mente, e vidi William che non guardò neanche per sbaglio nella direzione da Cassiesonobellissimabiondaeallamoda per dirigersi verso di me sorridente.
Non la guardai neanche io troppo concentrata a guardare lui e a ricambiare il suo sorriso.
 
< Ciao Armony >
< Ciao > mi scappò subito in risata quando sentii il tono scioccato di Cassie che non aveva ricevuto neanche uno sguardo, naturlmente non era abituata a passare inosservata.
 
< Ti faccio ridere? > mi chiese con un tono finto offeso mentre sorrideva anche lui.
< Nah, non tu. Ma credo che tu abbia appena spezzato il cuore di una tua fan > risi più forte, non potevo farne a meno, non ero cattiva ma vedersi Cassie che rosicava non era da tutti i giorni. Allora il Karma esiste pensai.
< Sopravviverà alla delusione > disse con non curanza,
non gli importava.
 
Ci diregemmo verso il cibo, non c'era imbarazzo adesso, mi sentivo abbastanza a mio agio. E lui sembrava lo stesso, quando eravamo da soli era più difficile per me non imbarazzarmi, la sensazione della folla mi dava un pò di coraggio e mi comportai normalmente.
 
< Ma tu non mangi? > Avevo notato solo adesso che lui non aveva neanche preso il vassoio.
< No non ho fame > Mi sorrise calmo.
< Tu sei matto, oggi cè anche il dolce! >
< A quanto pare tu invece hai fame eh? >
< Certo > si vedeva che ancora non mi conosceva, ringraziai mentalente i miei geni che mi avevano dato una costituzione che mi permetteva di mangiare quanto volevo. A quest'ora sarei potuta essere una balena.
Ci sedemmo in un tavolo vuoto vicino alla finestra.
< Ti prego dimmi che non sei uno che fissa mentra una persona mangia, perchè non lo sopporto>
La sua risata potente mi colpì adesso si che era di buon umore.
< Dai tranquilla cercherò di non fissarti >
Volevo indagare un pò su di lui, anche se aveva l'aria di uno che non si sbottona molto.
< Quindi dicevi che le tue sorelle sono già andate via. >
< Si sono passate di qua ieri ma erano solo di passaggio >
< Sai tua sorella quella che ho visto io non è che ti assomigli tantissimo > Beh questa era una mezza verità, insomma lei era bionda un pò bassina e non aveva neanche un tratto che lo accomunasse a lui, però avevo notato che aveva lo stesso strano colore pallido della pelle, ma sopratutto era davvero bellissima come lo era lui.
< Beh in verità.. > era quasi incerto a parlare < .. più che sorella sarebbe più giusto sorella adottiva. > il sorriso che fece non arrivava agli occhi. Ecco forse avevo esagerato con le domande.
Lui però continuò a parlare < La sua famiglia mi adottò quando i miei genitori morirono, però li ho sempre considerati come la mia vera famiglia >
< Mi dispiace > Cazzo ero stata troppo invadente, sembrava che il buon umore di prima fosse andato via. Comunque sembrava disposto a ripondere alle mi domande, quindi continuai.
< Quindi della tua famiglia naturale avevi solo i genitori? >
< No, ho anche un fratello più piccolo di due anni, ma è da un pò che non ci vediamo. >
Rimanemmo un pò a guardarci negli occhi, questa fissa di guardarlo non me la sarei mai tolta, ormai lo sapevo. 
Non mangiavo e me ne stavo li a guardarlo come lui guardava me. Non c'era nessun silenzio pensante, sembrava che fosse un atmosfera diversa, cercavamo di scoprire l'uno dell'altro soltando guardandoci.
< Hai perso appetito? > 
< No > gli feci una linguaccia e continuai a mangiare.
L'atmosfera era meno seria, così gli chiesi di come si trovava nella scuola e con i compagni.
< Beh di solito non faccio amicizia facilmente > mi guardò divertito, quindi io era un eccezione?
< Che onore > dissi prendendolo in giro, però in effetti però in effetti mi sentivo fortunata che volesse aprirsi proprio con me. < Però scommetto che anche altre persone muoiono dalla voglia di conoscerti > avevo un tono dolce ma anche preoccupato quando lo dissi, mi dispiaceva se era da solo, ma mi piaceva il fatto io fossi l'unica al momento.
< La maggior parte delle persone qui non vuole conoscermi davvero > Il suo tono era deciso, sapeva che la gente era disposta a fingere un'amicizia solo per stare accanto a un tipo bello come lui.
< Questo è vero, ma sai questo è il peso della bellezza. Madre natura ti ha voluto così e  adesso ti tocca tenere bene aperti dai falsi amici. >
Schietta era il mio secondo nome. 
Lui rise, la sua risata era sincera, non fingeva mai di trovare una cosa divertente era questo che adoravo. I suoi gesti, i sorrisi le risate, quello erano del tutto veri e sinceri. Non fingeva mai.
< Ah così mi trovi bello eh? > il suo sguardo malizioso, mi fece distogliore i miei occhi dai suoi.
< Vuoi anche una medaglia? Comunque è vero e io non sono una che non dice le cose come stanno. La sincerità qui è una qualità rara >
< Sarebbe bello parlare sempre in modo così diretto e libero > sembrava che la sua frase fosse diretta ad un'altro discorso.
< Io lo faccio forse è per questo che la maggior parte delle persone qui non mi vede di buon occhio >
< Gli amici non ti mancano per fortuna > mentre lo disse guardò nella direzione di Angie e Mel ( Mel naturalmente era stata beccata in pieno mentre ci fissava ). Tornò a guardarmi in modo dolce.
< Si è vero > questa volta sorridevo anche io come faceva lui.
< Sai una volta ad un'amica di mia nonna, avevo circa 12 anni e gli ho detto quel vestito gli faceva un sedere enorme, sono stata in punizione per una settimana, ma mio nonno ha riso così forte che quella donna non è più venuta a casa da noi > 
 
Continuammo così per tutta la durata della pausa pranzo, lui rideva e ogni volta mi sembrava più bello. Non si stancava di ascoltarmi e così io mi lasciai andare e parlavo più tranquillamente.
La mensa iniziava a svuotarsi si doveva tornare a lezione, ci alzammo senza dire niente mentre ci diregemmo vicino all'uscita della mensa.
< Che lezione hai adesso? >
Io sbuffai me ne ero dimenticata < Ginnastica > il mio tono era lagnoso come quella di una bambina di tre anni.
< Come mai quel tono triste? >
< Il prof mi odia, sa che sono davvero negata, lo fa apposta ad imbarazzarmi >
Il suo sguardo serio adesso era in direzione della palestra, quello che gli avevo detto non gli piaceva neanche un pò. Vedevo i suoi muscoli del collo tesi, e le mani strette in pugni forti.
Senza pensare con la mia mano gli sfiorai il suo gomito, era stato un gesto per tranquillizzarlo, ma era così inaspettato sia da me che da lui che ci concentrammo di nuovo uno sull'altro, era stato un contatto di neanche mezzo secondo ma a nessuno dei due era passato inosservato.
< Oggi non gli darò soddisfazzione a quello scemo > sembrava che volessi farlo stare calmo, anzi non sembrava era propro così.
Lui fece un respiro pronfondo e mi il suo sguardo si fece pi calmo.
< Ok > mi concesse un mezzo sorriso e poi ci dividemmo, non avevo fatto neanche due passi che mi sentii tirai da dietro dal mio zaino, mi voltai sorpresa di vederlo dietro mentre metteva qualcosa dentro il mio zaino, nella tasca esterna.
< Se hai bisogno.. >  Se ne andò veloce come era riapparso.
Ero sorspresa ma curiosa anche di sapere cosa mi avesse messo nello zaino. Appena vidi che non c'era più, mi misi a camminare verso la palestra cercando quello che mi avesse messo dentro alla tasca.
Era un piccolo foglietto, con scrittto un numero di telefono.
 
Il suo numero di telefono.
 
 
 
 
 
 
 
Mi ero bevuta circa due caffè, mentre aspettavo Mel per quel cavolo di corso, adesso mi ero pentita di non aver chiesto di quale corso si trattava. 
Per fortuna arrivò prima che scappassi per andare a casa, già mi bastava stare a scuola per le lezioni.
Si avvicinò, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
< Sei pronta amica? >
< Mel se non mi piace ti dico subito che me ne vado e lo fai da sola >
< Sei proprio poco fiduciosa > 
Si lo ero, e facevo bene visto che ci trovammo nell'aula di recitazione.
 
< Tu sei matta lo sai vero? > ok adesso ero arrabbiata.
< Arm questo è un corso facile, se ci va bene faremmo delle parti insignificanti e avremmo dei punti in più senza aver fatto niente >
< Ok il ruolo del cespuglio però è mio, che questo sia chiaro. >
La signorina Joice (la prof  di recitazione) era una donna dai capelli arancioni, tutti scompigliati. Era magrissima forse troppo, ma era sempre attiva faceva mille cose al secondo, era difficile stargli dietro. Ma a me era sempre sembrata una persona inteliggente, per alcuni poteva sembrare un pò strana ma io sapevo che non era una cosa brutta essere strani infondo.
 
< Oh ragazze sù sù entrate, allora oggi faremmo giusto un paio di scene a coppie giusto per vedere il talento di cascuno di voi, oggi abbiamo la fortuna di avere sia abbastanza femmine che maschi > 
Oddio era euforica, in effetti eravamo abbastanza, ma solo quando mi decisi a contare quanti fossimo che mi bloccai, e lo vidi.
William mi guardava con aria divertita, mi aveva notata per primo e voleva vedere quando mi fossi accorta di lui, appena incontrai il suo sguardo lui rise silenzioso per il mio viso sorpreso, dopo lo shock iniziale, cercando di non farmi notare dalla prof che continuava a ciarlare sugli esercizi gli chiesi mimando le parole che cosa ci facesse lì. Lui mi guardo e il dito puntò verso la prof e poi alzo gli occhi. Ok la prof lo aveva costretto a farlo iscrivere.
 
Sapevo che lei era famosa per queste cose, alcune volte seguiva per tutta la scuola i ragazzi per convincerli a iscriversi, fino che a questi per disperazione non lo facevano davvero. Mi scappò una risata a immaginarmi la prof che seguiva Will da per tutto.
Forse avevo riso un pò troppo forte perchè la prof e Mel che era accanto a me si voltarono. Per fortuna nessuno delle due mi chiese qualcosa.
Iniziammo con gli esercizii, inzialmente dovevamo essere dovevano essere formate da due persone dallo stesso sesso, quindi io e Mel ci mettemmo in coppia, ci era capitato il bigliettino con scritto « Giulietta e la badante »  e ci misero all'opera con un copione che ci aveva dato la prof.
Ognuno faceva per conto proprio quindi nessuno badava ad altri, io facevo la badante e mi divertii a correre a dietro a Mel che faceva finta di essere Giuletta, non guardammo neanche il copione e visto che nessuno badava a noi lei faceva finta che scappava volesse scappare via con Romeo e continuava a volersi buttare giù dal balcone e io che la rincorrevo per fermarla.
Di sicuro come coppia non eravamo fatte per fare i drammi. 
 
Non durò molto l'esercizio, questa volta ci toccava scegliere un compagno dal sesso opposto, e vidi William scappare da Amber per rifugiarsi vicino a me e senza consultarmi disse 
< Ciao compagna > aveva un sorriso imbarazzato mentre cercava di scappare da Amber che adesso mi guardava malissimo.
Non gli risposi mi limitai a ridere cercando di contenermi, le occhiate di Amber erano la cosa che mi divertivano di più.
< Dai pesca, prima che Amber mi tolga di mezzo per averti tutto per se >
Pescò immediatamente appena arrivò la prof con il cappello dove conteneva i biglietti.  Appena tirò fuori il biglietto lo lesse senza farmelo vedere.
< Sù fammi vedere è così brutto? > Lui si voltò verso di me, il suo sguardo era neutro, però vedo l'ombra di divertimento, mi porse la sua mano e mi disse < E' pronta signorina Bennet? >
Ecco perfetto adesso si che avrei fatto la figura dell'idiota.
< Non dirmi che sei Mr. Darcy > Mi diedi una manata in fronte in tono scherzoso, ma questa volta ero seria, mi imbarazzava dover recitare proprio con lui che faceva uno dei personaggi che più adoravo. Assurdo.
Vidi con la coda dell'occhio Mel che cercava di non ridere e mi guardava, aveva capito subito quella scema della mia amica, me l'avrebbe pagata questo è certo.
< Tranquilla tanto nessuno fà caso a noi > lo disse per tranquilizzarmi, ma il problema non erano gli altri, ma ero io. Vederlo recitare la parte di Mr Darcy non avrebbe aiutato il mio povero cervellino a concentrarsi.
Comunque neanche avessi scritto in fronte sfigata, la prof decise che ci voleva vedere uno alla volta.
Per fortuna gli altri non la prendevano troppo seriamente, certo seguivano le battute ma non recitavano un gran che bene.
Vidi Mel fare un pezzo del « Sogno di una notte di mezza estate » con Brain, non era brutto come ragazzo ma a quanto pare la situazione lo metteva abbastanza in imbarazzo perchè non staccava gli occhi dal copione e sbagliava qualche parola.
Era il nostro turno e io già mi vedevo morta di infarto, non avevamo più parlato, forse anche lui era in imbarazzo.
La prof ci diede il copione e la scena naturalmente era la parte finale del libro. 
Iniziò subito senza preavviso 
< Se proprio vuole ringraziarmi, mi ringrazi allora soltanto per sè. Non tenterò di negare che il desiderio di fare cosa grata a lei non abbia aggiunto forza alle altre riflessioni che mi hanno guidato a quel passo. Ma la sua famiglia non mi deve nulla. Nonostante il mio rispetto per loro, io so di aver pensato sontanto a lei> fece una pausa, io ero completamente stupita, il suo modo di parlare era perfetto, come se lo parlasse tutti i giorni. Non aveva neanche bisogno di guardare le sue battute sul copione. Riprese lentamente, facendo un passo verso di me.
< Lei è troppo generosa per prendersi gioco di me. Se i suoi sentimenti sono ancora quelli che erano lo scorso aprile, me lo dica subito. Il mio affetto, i miei desideri sono immutati; ma una sola parola da parte sua basterà a farmi tacere per sempre su questo arogomento. >
Quasi non respiravo, avevo tenuto il fiato sospeso fino a quel momento. Mi ripresi in fretta, e guardai nel mio copione, notai soltanto adesso che avevamo per fortuna solo una battuta a testa, ma dovevamo compiere delle azioni mentre recitavamo.
Buttai fuori tutte le preuccupazioni e mi dimenticai di essere Armony, adesso ero Elizabeth.
Mi avvicinai verso di lui (rossa in viso come peperone), non lo guardavo negli occhi, feci un'altro passo verso di lui e questa volta lo guardai negli occhi, era teso quanto me. Non so se per via della vicinanza o del fatto che stessimo recitando.
< I miei sentimenti sono completamente mutati.. > Gli presi le mani e le tenni vicino al mio viso, il fatto che le sua mani fossero gelide lo notai dopo, ero troppo a concentrata a vedere il suo sguardo terrorizzato in direzione delle nostre mani (forse non aveva letto il copione la mia parte). Feci l'ultima cosa che diceva il testo; avvicinai ancora di più le sue mani alla mia bocca e depositai un bacio nel modo più delicato possibile, adesso anche io ero terrorizzata. La scena era finita, c'era un silenzio assurdo, tutta questa storia era assurda. 
Eravamo due ragazzi che non si staccavano e che si guardavano terrorizzati, quel momento finì per fortuna, ed entrarmi ci staccammo, la mancanza che sentii dopo cercai di riccaciarla indietro con forza. Ognuno si diresse al proprio posto in silenzio.
< Stupendo > il tono della prof non mi piaque neanche un pò. 
Mi misi affianco a Mel che mi guardò ma io ero troppo concentrata a guardare le mie all star che a ricambiare lo sguardo.

Avevo già detto che tutta questa situazione era assurda?
  
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