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Autore: IamShe    02/01/2012    14 recensioni
Sono passati cinque lunghissimi anni dalla lotta all'Organizzazione. Shinichi è un detective di successo ed ormai, uomo, all'età di 23 anni avrà il compito di affrontare altri problemi. Che siano di carattere sentimentale o no, è certo di una sola cosa: le emozioni che ha provato, al di là del tempo passato e delle sofferenze patite, rimarranno per sempre in lui. In lui, come in lei.
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"La fissava instancabilmente, tanto che la ragazza si perse nell’azzurro di quegl’occhi che tanto le ricordavano il mare e che tanto le piacevano. Non poté fare a meno di arrossire quando le labbra del ragazzo s’incurvarono in un bellissimo sorriso, che gli illuminava il volto, e che risplendeva in quella sala privando le lampade della loro luminosità." [Estratto del 7° capitolo]
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una vita d'emozioni'
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Capitolo 1:  Incubo di prima estate
 
Non fare quella faccia. Se è andata così era destino. Non siamo fatti per stare insieme.
Non siamo fatti per stare insieme.
Non siamo fatti per stare insieme.
 
“No!”
Si spalancarono improvvisamente in una notte buia e fresca due occhi color cristallino. Gocce di sudore gli cavalcavano il viso, mentre le mani si stringevano nervosamente in pugni. Strabuzzò più volte gli occhi per rendersi conto che stava solo sognando, o meglio, avendo un incubo. Sospirò, e alzando leggermente il torace nudo, cercò di capire dove si trovasse. La stanza era indubbiamente molto grande, rettangolare e ben arredata - constatò - grazie alla fievole luce che, provenendo da un ambiente esterno, probabilmente un corridoio, andava ad illuminare la parete alla sua destra e parte del letto matrimoniale su cui era sdraiato. Girò di scatto il viso, per scorgere una figura femminile al suo fianco, che con un respiro regolare sembrava immersa nel più bello dei sogni. Certo, ora ricordava. Sorrise lievemente e pregò Dio di non averla svegliata con l’acuto lanciato pochi minuti prima. Si voltò alla sua sinistra, in direzione di una piccola sveglia luminosa a forma di cubo. Erano le 6 e 18 minuti. Perfetto!, pensò, avrò un timer incorporato per svegliarmi sempre all’orario giusto! Spostò dolcemente le lenzuola di seta che lo avevano protetto, durante la nottata, dal fresco mattutino e si mise in piedi. Resosi conto di indossare solo i boxer, iniziò una rapida ricerca dei suoi indumenti. Fece due passi in avanti, quando sentì  sotto i suoi piedi qualcosa di ruvido, probabilmente la sua maglietta. La prese e, esultando mentalmente, scoprì che anche il resto del suo vestiario era a pochi centimetri da lui. Si vestì velocemente, cercando di non fare rumore, nell’intento di non svegliare la dolce fanciulla. La guardò con la coda dell’occhio: era coperta dalle sole lenzuola che le si fermavano all’altezza del bacino. I lunghi capelli biondi, leggermente ondulati, andavano a sfiorarle i seni, nascondendoli, mentre il viso era completamente oscurato dal buio della stanza. Ma come si chiama? Bah! Non me lo ricordo neanc… spalancò gli occhi, mentre le sue mani ricercavano qualcosa di cui non poteva fare a meno. Le chiavi. Ma porca di quella…dove le ho messe?! Cercò nei jeans: niente. Nel taschino della maglia: niente. Deglutì e si rese improvvisamente conto di non poter andare via.
“Stai cercando queste?” gli chiese una voce leggermente assonnata. Alzò lo sguardo verso di lei: la ragazza era seduta sul materasso, e mentre faceva oscillare con le dita le chiavi, un sorriso le dominava la faccia. Lui, visibilmente impacciato, avendola svegliata, forse con l’urlo, forse con il trambusto causato nel vestirsi, lasciò andare le mani lungo i fianchi.
“Si grazie. Pensavo di averle nei jeans.” Borbottò lui, mentre si avvicinava a lei nel tentativo di prendersi ciò che era suo.
“Vai già via? Resta ancora un po’! Non ti mangio mica!” Lo stuzzicò lei con fare sensuale. Il ragazzo sembrò non rispondere alla provocazione, prese le chiavi e le diede le spalle.
“Penso di averti soddisfatto abbastanza stanotte. Ciao bellezza.” Le sorrise mentre attraversando la porta, il Sole, da poco sorto, con i suoi infiniti raggi andava ad illuminare, evidenziando e smascherando, i suoi connotati.  Alto più o meno  1 metro e 75 centimetri. Corpo slanciato, muscoloso si, ma al punto giusto. Capelli ribelli, mori, mai al proprio posto. Naso all’insù, che si andava perfettamente a conciliare con le sue labbra, lievemente carnose, incredibilmente morbide. Occhi: dannatamente azzurri. Fuori dall’appartamento sentì sul corpo una lieve sensazione di calore. Era ormai Giugno, e il Sole incominciava a prendersi il ruolo di assoluto protagonista nel cielo terrestre. Salì in sella alla sua moto e sfrecciò a tutta velocità per le strade di Tokyo. Ma bravo! L’hai sognata di nuovo! Che imbecille! Si maledisse mentalmente, mentre il vento gli scuoteva velocemente la t-shirt. Ma quando la smetterò… maledisse - allo stesso tempo - anche il suo subconscio, che gli stava giocando decisamente un brutto scherzo. Arrivato a destinazione, scese dalla moto e aprì la porta di casa. Diede una rapida occhiata in giro, non scorse nessuno.
“Come sempre sta dormendo” Disse, ridacchiando, a bassa voce, mentre si accingeva a posare le chiavi sul mobiletto d’entrata. Gli venne quasi un colpo quando, giratosi di scatto, si ritrovò il diretto interessato di fronte.
“Mettiamo in chiaro che io non dormo sempre!” Sbottò l’amico, visibilmente assonnato e irritato dalla sua affermazione.
“Heiji!”* Lo guardò fisso, “ma se normalmente ti ci vogliono le cannonate per farti svegliare! Come mai già in piedi?” Domandò, mentre si avviò con l’amico in cucina nel tentativo di trovare qualcosa da mettere sotto i denti per far partire la giornata col piede giusto.
“Mi ha chiamato la centrale. C’è stato un omicidio.” Disse, mentre prendeva con le mani una bottiglia di latte e versava il contenuto in un bicchiere. **
“Ah, incominciamo bene la giornata!” Ridacchiò il giovane, che avvicinandosi a lui gli rubò il bicchiere di mano. L’altro assottigliando gli occhi, con un gesto repentino si riprese la sua colazione.
“Mettitelo tu il latte! Piuttosto, a te è cominciata benissimo! Nottata focosa, eh?” gli chiese, mentre ingoiava tutto d’un botto la sua misera colazione.
 “Lo sai…le donne impazziscono con Shinichi Kudo!” disse, si girò verso di lui e rise di gusto, mentre con le mani prese una fetta di pane e spalmò sopra la nutella.
“Saranno impazzite per venire a letto con te! Malate di mente” La voce incredibilmente divertita, e familiare ai due ragazzi, proveniva da pochi metri distante. La ragazza, appoggiata con la spalla sinistra alla porta, se ne stava in silenzio ad ascoltare la conversazione dei suoi due migliori amici.
“Ma come siamo spiritose! Buongiorno Shiho” Ridacchiò il moretto, mentre le si avvicinava con la fetta di pane in bocca.
“Come sei entrata?” Le domandò inarcando un sopracciglio.
“Dalla porta”
“Ma dai! Pensavo dalla finestra!” mentre un sorriso gli dominava il viso, quello che - lui non capiva perché - faceva impazzire le donne, fissandola capì che come comico non avrebbe avuto molto strada. La biondina di fronte a lui, infatti, non rise. Anzi, assottigliò gli occhi con atteggiamento annoiato.
“Se tu chiudessi la porta quando ritorni dalle tue avventure notturne, non mi ritroveresti qui.”
Heiji rise all’incredibile caratterino che aveva la sua amica.
“Magari non la chiudo proprio per farti entrare!” Le disse Shinichi, sorridendo. Lei, alla vista del suo migliore amico, colui che le aveva cambiato e salvato la vita, colui che forse era riuscito a donargliene una nuova, non poté fare altro che ridere.
Tra di loro vi era davvero un rapporto davvero speciale. Forse più unico, che raro. Un rapporto di fratellanza, di amicizia, di risate, di provocazioni e di conforto a cui nessuno dei tre avrebbe rinunciato. Né Heiji, né Shinichi, né Shiho.
Il moretto diede le spalle ai suoi amici e si diresse verso il suo ufficio. Pochi metri distante. Si era fatto costruire una piccola dependance fuori villa Kudo dove esercitava il suo lavoro, dove era a tutti gli effetti un detective privato. Uno dei migliori al mondo. Secondo i suoi amici, il migliore, anche a causa della sua giovane età. Solo 23 anni.
“Ciao ragazzi. Salutate il grande Shinichi Kudo!” disse il giovane ridendo e sventolando una mano.
I due dietro, risero di gusto. Lui, era pronto per una nuova giornata.

 
   
 
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