7° CAPITOLO: I balrog avanzano
L’elfo
cadde a terra morto.
Elatan
era lì, fermo immobile.
Il
respiro affannoso gli faceva muovere velocemente il petto.
Eccolo lì
l’elfo appena morto, al suo fianco a terra.
E lui
lo conosceva, come conosceva ogni altro abitante dell’isola.
Ora si
guardava attorno spaventato da tanta crudeltà.
Gli orchi
tornarono all’attacco.
- Serrate
le file! – gridò Elatan.
Gli elfi
si unirono formando una doppia linea.
Impugnarono
gli archi.
- Leithio i phillin! -
Una selva
di frecce cadde come pioggia mortale sui nemici, sventandone il primo attacco.
Ma gli
avversari erano tanti e ben organizzati; mentre loro erano confusi e spaesati
dall’improvviso attacco.
Elatan si
voltò verso il porto.
Un brivido gli percorse la schiena: il porto stava per cedere
all’attacco delle fiamme.
E le
grida, quelle grida di anime innocenti.
E
quei versi sovrumani di………
- Non è
possibile! –
- I balrog! – gridò un elfo in avvertimento, ma si sentiva
nella voce un tremolio di paura.
Avanzavano con passo pesante, le membra infuocate ospitavano il male più orribile.
Ed eccoli procedere distruggendo tutto sul loro cammino, le
fruste di fuoco abbattevano crudelmente alberi.
Elatan
chiuse gli occhi ricordando il terrore provato quando attaccarono Gondolin: lui c’era.
I balrog avevano preso d’assedio la città e ne avevano distrutto le porte……..pure Glorfindel
morì salvando tutti i fuggitivi dall’attacco di uno di essi.
Ora era
lui che doveva guidare il suo popolo e sarebbe morto pur di salvarlo, come fece
a sua volta Glorfindel.
Riaprì
gli occhi animati da una vivida fiamma di odio e
vendetta.
Impugnò
il suo arco e scagliò una freccia contro uno di quei
mostri che rallentò per poi riprendere la sua marcia distruttiva.
Un
messaggero era stato mandato per avvisare gli elfi nell’isola che Elatan era
arrivato e di andare ad unirsi alle linee di difesa con lui.
La
notizia arrivò presto e un coro di grida si alzò dall’isola in segno di
fedeltà.
Dopo poco
una folla di elfi arrivò pronta a combattere.
Si
disposero in una linea di difesa perfetta e incoccarono le frecce che vennero scagliate su di un unico balrog
che cadde a terra morto.
Continuarono
ad attaccare così rallentando la marcia degli enormi
mostri.
Laurelin
stava osservando in silenzio i volti dei due feriti.
Ora stavano
meglio, ma sicuramente l’influsso maligno che proveniva dall’
isola non contribuiva alla loro pronta guarigione.
Così si
ritrovava a pensare a quello che stava avvenendo al di là
della striscia di mare che li separava.
- Perché? – sussurro a se stessa.
In
risposta ebbe solo echi di grida lontane.
Gli elfi
stavano retrocedendo: i balrog erano troppi e in più
per ucciderne uno doveva essere attaccato da quasi tutti gli elfi.
Ormai
erano in prossimità delle case e le elfe stavano
organizzandosi per fuggire.
Molte
erano già uscite di casa con i figli che le seguivano.
Si
stavano dirigendo verso la foresta al centro dell’isola, l’unico rifugio
rimanente.
-
Dobbiamo respingerli! – esclamò Elatan, - Forza! -
Gli elfi
tornarono all’attacco più feroci di prima.
Ma i balrog riuscirono a sfondare la difesa e a raggiungere le
case.
La prima
frusta calò e una casa venne distrutta completamente
mentre le fondamenta bruciavano.
Laurelin
ebbe come una stretta al cuore.
Si
sentiva persa, impotente di fronte a quella catastrofe contro la quale non
poteva fare niente per colpa di quella barriera.
Rimase
ferma con gli occhi che vagavano febbrilmente per la stanza in cerca di
qualcosa che potesse aiutarli.
Si fermò
chiudendo gli occhi: non poteva fare nulla………nulla!
Le sue
labbra si socchiusero e una dolce melodia ne uscì.
- Mamma!
-
Una
piccola elfa in lacrime era immobile davanti alla porta di casa sua,
terrorizzata.
Sua madre
stava tentando di raggiungerla disperatamente quando una frusta calò
violentemente sulla casa.
………
Un grido
lacerò il cielo.
La madre
cadde in ginocchio disperata.
Alcuni
elfi la raggiunsero e l’aiutarono a fuggire.
Gli elfi stavano diminuendo.
La difesa
cedeva e i balrog non avevano pietà per nessuno.
Elatan
combatteva senza tregua.
Ma i
nemici erano alle case e presto avrebbero raggiunto la foresta.
Allora
sarebbe stata veramente la fine.
In poco i
balrog li sovrastarono: la fine li aveva raggiunti
presto.
Una dolce
melodia li sfiorò.
I balrog infastiditi si bloccarono e un elfo ne approfittò scoccando una freccia tra gli occhi di uno di
essi che cadde a terra morto.
…….
- Elatan,
bisogna colpirli in mezzo agli occhi! – gridò l’elfo.
Così
tutti fecero: incoccarono le frecce e lanciarono.
I balrog caddero a decine sotto i colpi precisi degli elfi.
Dopo poco
il porto di Alqualonde era salvo.
Ma
non era ancora finita: anche gli altri due porti, Dinlond ed Eldalond, erano
sotto attacco.
Gli elfi
armati di nuova sicurezza e speranza si diressero a sud.
Laurelin
cantava sottovoce quella dolce melodia, quando nella mente le apparve una
cittadella cupa.
Era
abitata da uomini e forse da hobbit.
Un
cartello era appeso fuori dal cancello d’entrata di
quello strano luogo.
La
visione si stava sfuocando, ma riuscì lo stesso a leggere ciò che vi era
scritto.
……Brea……
CONTINUA…
UUUUUUUOOOOOOOOOOOOHHHHH!!!!!!!!!!
Eccomi di
nuovo insieme a voi accanite/i lettrici e lettori! Mi
sa che di lettori (maschietti s’intende!) non ce ne sono…….beh, peggio per loro!!!!! Tessssore, Commentate!
CIAO
Feade