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Autore: Zaafira    03/01/2012    1 recensioni
Ginevra Weasley è rispettata e temuta ad Hogwarts grazie alla sua fama di ragazza irascibile che scaglia fatture a chiunque le dia fastidio. Il suo unico difetto era, ovviamente, quello di essere ancora innamorata di Harry Potter, ma un Harry un po' diverso da quello che conosciamo!
E se tra i due si scatenasse una guerra?
E se venissero coinvolti i Serpeverde?
Se vi va lasciate qualche commento, anche le critiche sono apprezzate! Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Aiuto da una Serpe.

 

Daphne Greengrass, in passato, non aveva perso tempo a umiliare Ginevra Weasley.
Non appena si era resa conto che la piccola Ginny, timida e insicura, si stava trasformando da brutto anatroccolo a bel cigno, apprezzata da ragazzi più grandi e di tutte quante le case, decise che a questa tragedia bisognava porre rimedio.
Prima di tutto non poteva tollerare il fatto che anche i Serpeverde notassero quanta grinta e determinazione fosse rinchiusa in quel corpo piccolo e fragile.
Mentre Harry Potter, nonostante avesse imparato a sfruttare le voci che giravano sul suo conto e la sua fama, continuasse a essere la mascotte di Grifondoro e di qualche sfigato Tassorosso e Corvonero, insieme ai suoi amici Ronald Weasley ed Hermione Granger, la piccola Ginny Weasley stava dilagando a goccia d’olio sulle bocche di tutti.
A inizio anno, per esempio, entrò a far parte del Club dei Duellanti, noto territorio Serpeverde, ma soprattutto della più grande delle sorelle Greengrass.
Poco dopo anche Draco Malfoy smise di parlare di lei con tono arrogante e di superiorità, non considerandola mai sua pari, ma nemmeno rifilandole il posto sociale che le spettava per nascita.
Il posto di una Weasley.
Certo che la piccola Ginny non si era mai sognata di uscire con un Serpeverde, né un Serpeverde si era mai sognato di chiederle di uscire.
Così, quando quella sera uno strano elfo domestico la venne a cercare nel dormitorio di Serpeverde - borbottando qualcosa riguardo alla sua purezza di sangue e dicendo che forse “padron Harry Potter ha messo la testa al posto giusto, non come il suo indegno padrino” – e le comunicò che Harry Potter aveva urgente bisogno di vederla, non se lo fece ripetere due volte.
Daphne sapeva benissimo che per avere un ruolo sociale determinante, di tanto in tanto, bisognava dare scandalo.
Ma bisognava darlo con stile, non come Ginevra Weasley, che non perdeva tempo a farsi prendere dalla gelosia o dalla rabbia e a scagliare fatture a destra e a manca.
Harry James Potter era decisamente la persona adatta ad aiutarla e lei, indubbiamente, era la persona giusta a prestargli soccorso.
Potter, del resto, era decisamente famoso e, diciamocelo, particolarmente belloccio, con quei capelli sempre spettinati e quell’aria da bravo ragazzo catapultato in una scala sociale ben complicata.
Quella sera, quindi, uscì dal dormitorio in vestaglia da notte e ciabatte, decisa a fare un po’ di scena.

-Dimmi tutto, Potter, così dopo posso tornare a letto a farmi la manicure. -
- Ma che letto! Daphne, devi aiutarmi, sei la sola che può.
Non mi interrompere, fammi finire.
Mi serve un’accompagnatrice degna di questo nome per la festa di Lumacorno di questa sera e, una persona a caso, ha messo fuori gioco le migliori di Grifondoro.
Non vorrai mica che ci vada con Hannah Abbott, vero? O con Susan Bones? Mi umilierei soltanto a chiederglielo. -
- Primo: mi deprime molto che tu venga da me dopo esserti assicurato che le tue amichette Grifondoro siano tutte quante fuori gioco.
Secondo: è un po’ che non ti fai vedere al Club dei Duellanti e un po’ mi offendi. Anche a Malfoy fai dispiacere, non sa più con chi prendersela.
Terzo: non vorrai mica che tutti vengano a conoscenza delle nostre riunioni serali nella Stanza delle Necessità in quei momenti di crisi post-ChoChang, vero?
Se pensi che a questo possa cedere, non c’è alcun dubbio. -
- Daphne, non essere stupida. Sei una strega sveglia e mi cadi in questi giochetti?
Pensi che sia mia intenzione far sapere a tutti che passavo alcune ore buche con un’amica Serpeverde? Per quanto quelle ore fossero piacevoli, sia chiaro questo. -
- Spiegami un attimo, Potter, perché allora adesso corri dietro a quella scimmietta della Weasley che non ti sei

fumato di striscio per cinque anni interi. -
- Perché, mia dolce Daphne, le persone cambiano. La piccola Ginny mi sta facendo dannare e per quanto io sia carino con lei, lei mi respinge. Voi donne siete troppo calcolatrici. -
-Almeno hai capito che la sua è una tattica.-
- Ha messo fuori gioco tutte le mie amiche perché sperava di umiliarmi nel vedermi arrivare alla festa di Lumacorno da solo, o meglio, di non vedermi proprio metterci piede, in quella dannatissima festa. -
La guardò negli occhi con un sorrisetto malizioso.
- Lo so benissimo, Daphne, che non vedi l’ora di metterle i bastoni tra le ruote. Quindi, vuoi accompagnarmi stasera? -
Lei ricambiò il sorriso.
- Va bene, Potter, ma sappi che mi devi un grosso favore e, al momento che riterrò più opportuno, dovrai ricambiarlo. -
- Ci sto.-
- Parola  di Grifondoro? -
Mai fidarsi delle serpi.
- Parola di Grifondoro. – Acconsentì, suo malgrado. – Magari dopo ci fermiamo a fare un giretto? -
- Non ci pensare, Potter. Sostituire i buchi lasciati vuoti della Chang è un conto, ma sostituire quelli mai riempiti della Weasley è un altro. Scordatelo. -
Detto questo tornò nel suo dormitorio dal quale uscì la bellezza di quindici minuti dopo, bella come Harry non l’aveva mai vista.

Quegli incontri serali erano stati il loro segreto per qualche settimana.
Harry non era triste per la rottura con Cho, ma per una serie di cose. Da quando il suo padrino, Sirius Black, era morto, lui aveva letteralmente perso la testa.
In realtà Daphne Greengrass lo distraeva, lo aiutava a non pensare.
In questo, una calcolatrice come lei, era stata disponibile e perfettamente capace nel compito.
Tra loro si era venuto a creare un rapporto strano, fatto di piccole confidenze e di silenzi.
Non importava che si dicessero qualcosa se non ne avevano voglia.
Se Harry aveva voglia di confidarle qualcosa lo faceva, se no passavano la serata senza parlare di niente.
Si erano conosciuti una sera, anzi, una notte, poco dopo la faccenda al Ministero della Magia.
Harry Potter girava per i corridoi, come sempre, sotto il mantello dell’invisibilità e con la Mappa del Malandrino stretta in mano, quando, a un certo punto, vide la ragazza dietro un’armatura e, controllando sulla mappa vide che Gazza era in arrivo dalla parte destra del corridoio e Mrs Purr da quella sinistra.
Era in trappola, senza dubbio.
Harry non capì mai perché lo fece, forse per l’espressione di terrore che vide sul volto della ragazza, ma si avvicinò a lei e la coprì insieme a lui sotto al mantello.
- Ma che…-
-Stai zitta! Vuoi farci scoprire? -
Lei lo guardò con occhi di riconoscimento, ma cambiò subito espressione. – Bah, sotto il mantello di un Grifondoro, con un Grifondoro, per di più Harry Potter. -
Lui lo guardò con un sopracciglio alzato.
- Va bene, ciao. – Fece per andarsene, portandosi con se il mantello.
-Dai, Potter non fare il cretino! -
- Allora vedi di stare attenta a come parli! -
Nel frattempo Gazza e Mrs Purr si erano incontrati proprio di fronte a loro.
- Micina mia, mi era sembrato di sentire dei passi… anche a te, vero? Troveremo il colpevole! Studenti fuori dal letto! Non imparano mai! – E intanto iniziò ad allontanarsi. – Ai miei tempi era meglio, appesi a testa in giù per le dita dei piedi… Lì si che c’era disciplina, lo faceva uno e gli altri imparavano la lezione, se solo Silente mi ascoltasse! – Rimasero nascosti fino a quando la voce e i passi di Gazza divennero impercettibili.
Dieci minuti dopo erano nella Stanza delle Necessità.

Harry Potter, infondo, doveva molto a Daphne Greengrass.
Lei gli aveva consigliato di smetterla di mettersi tutti quei problemi inutili, di essere più socievole, di farsi due risate, una volta ogni tanto.
Lei gli aveva insegnato che essere famosi aveva i suoi lati positivi, che non voleva per forza dire scherzare su problemi seri, voleva semplicemente dire provare ad essere un ragazzo come tutti gli altri e godersi quel poco che di bello c’è nella vita.
Harry aveva scoperto innumerevoli sfaccettature del carattere di Daphne e sapeva che aveva almeno un milione di lati positivi, ma altrettanti negativi.
Lei sembrava perennemente disinteressata a lui, ma alla fine, se aveva bisogno, non si tirava mai indietro.
Le loro uscite notturne si interruppero alla fine del quinto anno.
E al sesto, oltre a qualche battutina di sfuggita o a qualche sorrisetto, non era successo più nulla di simile.
A parte che Harry,  finalmente, si stava accorgendo dell’esistenza ontologica di Ginevra Weasley e che Daphne veniva controllata dai suoi compagni Serpeverde che non capivano dove lei andasse tutte le sere.
In questo i Serpeverde erano sempre stati molto chiusi.
E Daphne era il loro gioiello migliore.
Anche se Pansy Parkinson pensava di essere la Serpeverde più in luce all’interno della scuola, tutti quanti sapevano che non era assolutamente così.

E quindi, quel venerdì sera, in preda al panico e bisognoso di aiuto, non poteva rivolgersi a nessun altra persona se non alla stessa Daphne Greengrass.

   
 
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