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Autore: NikkiLu    03/01/2012    6 recensioni
Edward Cullen ed Isabella Swan sono vicini di casa, vivono uno di fronte all’altro da quasi sei mesi. Lui è di Seattle, lei di Phoenix. Entrambi si erano trasferiti a New York per motivi di lavoro, lui è un aspirante avvocato, mentre lei lavora al New York Times come segretaria di un pezzo grosso. Non si sopportano. Edward è il classico donnaiolo ed egoista, le donne sono attratte da lui come calamite per il suo fascino (il classico bello ma dannato), mentre i ragazzi si innamorano di Bella per la sua semplicità e la sua dolcezza, e naturalmente per la sua bellezza. Insomma, sono il giorno e la notte, non possono parlare per più di 5 minuti senza litigare. Finchè una sera...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Pov Bella
 
 
Da circa cinque settimane io ed Edward ci vedevamo tutte le sere. Andavamo al cinema, a mangiare fuori, in giro per locali…
Edward si era rivelata una persona totalmente diversa da quella che mi aspettavo. Trascorrere il tempo con lui era diventato il mio passatempo preferito…ed il sesso con lui era qualcosa di indescrivibile. Senza contare il fatto che non frequentava altre persone. Stavamo effettivamente uscendo insieme.
Erano circa le sette di sera, ed ero ancora bloccata in ufficio.
“Isabella ho bisogno che questa sera tu ti trattenga fino a tardi…” disse il mio capo posando un plico di fogli sopra la mia scrivania.
“Come?”
“è un problema?” mi lanciò uno sguardo di disapprovazione. Capì che non ero nella posizione di poter rifiutare.
“assolutamente no”
Afferrai il cellulare e mandai un messaggio ad Edward.
Scusa ma sono ancora bloccata in ufficio…non credo di farcela per le otto.
Ci vediamo domani.
Dopo pochi secondi arrivò la sua risposta.
Non puoi farmi questo…ho una voglia matta di vederti.
Vuol dire che ti aspetterò…
Sorrisi tra me e me. Mai in vita mia ero stata più felice di essermi sbagliata su una persona.
 
Alle 23.30 circa scesi dal taxi. Ero esausta, sfinita. Quella carogna del mio capo mi aveva fatto impazzire. “Isabella qui”; “Isabella qua”…non ne potevo più. Era stata una giornata terribile…ma si sa non c’è mai fine al peggio e ne ebbi la conferma quando, uscendo dall’ascensore mi trovai davanti una bionda che aveva un aspetto familiare. Stava uscendo dall’appartamento di Edward.
“oh, buonasera..” disse guardandomi, facendo la finta stupita.
“ci conosciamo?”
“ci siamo viste fuori da quel locale…eri con Edward, giusto?”
“si, lo conosci?”
“se lo conosco?-disse ridendo- diciamo che la nostra è un amicizia molto intima…che dura da anni ormai” concluse lanciando un’occhiata alla porta di casa sua.
Cosa ci faceva quell’amica molto intima davanti la porta del mio…di Edward?
“tutto bene?” mi chiese con un falso sorriso quando notò la mia espressione allibita.
“si, si…” dissi
“tu cosa ci fai qui?”
“io ci abito” dissi indicando la porta di casa mia.
“oh, menomale che non eri in casa! Altrimenti ti avremmo disturbato..” disse facendomi l’occhiolino.
“cosa?”
“Niente, niente…”
“Adesso scusa…ma devo proprio scappare” disse finalmente.
“Arrivederci”
“è stato un piacere….”
“immagino”
Rimasi immobile a fissare la porta di casa sua per alcuni minuti. Non ci potevi credere: ci ero cascata, mi ero fatta fregare come un’idiota! Mi ero fatta portare a letto come, come…una delle sue solite sgualdrine che offendevo tanto!  Come potevo essere stata così stupida?
Mi fiondai all’interno del mio appartamento continuando a maledirmi. Era uno stronzo, un puttaniere! Mi ero fatta ingannare dalle sue belle parole e dai suoi bellissimi denti perfettamente bianchi! Stupida, stupida, stupida! Andai in camera da letto pronta per andare a dormire e notai sopra la poltrona che si trovava accanto alla finestra la sua maglietta, che mi aveva lasciato e che usavo per dormire. La rabbia arrivò  a livelli sovraumani. La presi tra le mani, andai in salotto e raccolsi tutti le cose di Edward: due Cd, una felpa, un libro, un bracciale (tutte stronzate che mi aveva regalato), il suo spazzolino, il suo dopobarba e gettai tutto all’interno di uno scatolone e andai a posizionarlo esattamente di fronte alla sua porta. Ero arrabbiata, frustrata, mi sentivo presa in giro. Tuttavia non piansi. La rabbia che avevo dentro era troppa.
 Basta, tutta quella pagliacciata era durata abbastanza.
 
Tre giorni dopo
 
Bella per favore rispondi! Cazzo sono tre giorni che mi eviti! Cosa significa quella scatola? Bella porca puttana rispondi!”
Ascoltai l’ennesimo messaggio lasciato in segreteria da Edward. Mi stava urtando il sistema nervoso. La mattina sgattaiolavo via dal mio appartamento ad un’ora indecente per non incontrarlo, e la sera invece correvo come una pazza, sperando di non incontrarlo nell’ascensore. Ero riuscita ad evitarlo per ben tre giorni, ma sapevo benissimo che non sarebbe potuta andare avanti così. Prima o poi avrei dovuto affrontarlo, meglio poi però. Ancora non ero psicologicamente pronta. Lui mi stava tartassando di messaggi. Quella mattina era venuto persino in ufficio ma per fortuna Angela, la receptionist gli aveva detto che ero in riunione. Alle 13 uscì dal mio ufficio per andare a pranzo. Quando uscì dall’edificio mi sentì chiamare. Merda. Sapevo che era lui, ma avrei voluto sbagliarmi così mi voltai e quando mi scontrai con quegli occhi freddi, iniziai a camminare a passo spedito.
(Suggerimento musicale:
http://www.youtube.com/watch?v=1Jc44jjFesQ&feature=related)
“Bella!”
Ignorai quella voce, e continuai a camminare velocemente, sperando di non cadere da quei tacchi altissimi. Cavolo, quel giorno avrebbe dovuto indossare un paio di jeans e scarpette, non tacchi e tubino. Cercai di farmi spazio tra la folla che camminava nel marciapiede. Urtai un sacco di persone che, molto probabilmente, mi mandarono a quel paese. Ma non le ascoltai. Il mio problema era un altro in quel momento. Così prosegui.
Mi sentì afferrare per un braccio.
“hey!”
“LASCIAMI!” dissi stizzita, ma lui non accennò a muoversi.
“tu ed io dobbiamo parlare”
“io non ho niente da dirti! E adesso lasciami!”
“Bella perché ti comporti così!” disse con tono stanco, guardandomi negli occhi.
“certo che hai proprio una bella faccia tosta!” risposi, liberandomi dalla sua stretta.
“Bella che diavolo ti prende? che è successo?”
“è incredibile! Continui a prendermi in giro! Sai cosa c’è? C’è che mi sono stancata…sono stufa di stare male! Io lo sapevo, sapevo che sarebbe andata a finire così! Sei uno stronzo! Anzi no, sei il più grande stronzo che abbia mai conosciuto…e credimi se ti dico che ne ho incontrati tanti! Per una volta, una fottutissima volta che mi affido al mio istinto, a quello che sento…speravo di, di aver fatto la cosa giusta! Invece no! Sai perché? Perché quelli come te non cambiano! A quelli come te non gliene frega niente degli altri! Hanno la loro bella macchina, il loro bel lavoro, il loro bel cappotto…l’importante è quello! No? vi divertite a prendere in giro la gente! Ma sì, spezziamo il cuore di Bella! Chi se ne frega! Portiamocela a letto! Io ti odio! Ti odio come non ho mai odiato nessuno in vita mia! Ti odio perché per la prima volta ero contenta di essermi sbagliata su una persona, perché per una fottutissima volta stavo bene e ti odio perché mie hai illuso! ” dissi sputandogli in faccia tutta la verità. Avevo gridato e me ne accorsi quando, terminata la mia arringa, notai la gente che passava guardarci in modo strano.
“Bella cazzo! Non capisco a cosa tu ti stia riferendo!”
“ah non lo capisci? Vallo a chiedere alla tua amica bionda che ti piace portarti a letto quando sono al lavoro! Quella che era a casa tua l’altro giorno!”
“non me la sono portata a letto!”
“oh certo come no…raccontala a qualcun altro” dissi avvicinandomi al bordo della strada per cercare un taxi.
“Bella te lo giuro! Fammi  spiegare!”
“NO! Non voglio sentirti parlare mai più! E non ti voglio nemmeno vedere!” fermai un taxi.
“Bella….” Sussurrò mentre entravo all’interno.
“non ho più niente da dirti…”
Il taxi partì e finalmente riuscì a piangere.

 
 
Pov Edward
 
“Cosa le hai detto?”
“Edward non capisco perché tu ti stia arrabbiando così tanto...io non le ho detto proprio niente!”
“Invece io so che tu le hai detto qualcosa!”
“senti stai facendo una tragedia per niente. L’ho incontrata nel pianerottolo di casa tua, mi sono presentata e…”
“vai avanti!”
“niente le ho lasciato capire che tra me e te ci fosse qualcosa- disse sorridendo- ho detto solo la verità” concluse avvicinandosi ulteriormente a me e cominciando ad accarezzare la mia gamba in modo molto provocante.
Mi alzai di scatto dal divano, furioso.
“non è la verità!”
“no? non è vero che andavamo a letto insieme?”
“andavamo! Usa il passato Tanya!”
“ecco, allora credo di non aver usato il passato” disse ridendo.
“sei una stronza!”
“andiamo Edward volevo solo divertirmi un po’! mi sono sentita rifiutata e lo sai che quando una donna si sente ferita nel suo orgoglio diventa…cattiva”
“vattene!”  le dissi indicando la porta del mio ufficio.
Si alzo ed uscì sculettando.
Era incredibile, quell’arpia era riuscita a rovinare tutto. Mi sedetti sulla poltrona del mio ufficio, coprendomi il volto con le mani. Dopo diversi minuti di
riflessione presi il telefono e digitai il numero di Bella.
 
Ciao sono Bella, evidentemente non posso rispondere, quindi lasciate un messaggio dopo il beep. Grazie”
 
“Bella sono ancora io. Per favore dammi l’opportunità di spiegare. Rispondi…”
Dopo aver atteso diversi secondi attaccai. Non aveva proprio intenzione di parlarmi. Decisi di tornare a casa tanto a lavoro ero inutile, non riuscivo a concludere niente: avevo la mente altrove. Erano già le sette e trenta quando raggiunsi casa. Riuscì a vedere  dall’esterno dell’edificio che la luce all’interno della casa di Bella era accesa. Entrai di corsa all’interno del palazzo. Una volta di fronte la porta di Bella cominciai a bussare. Niente.
“Bella sono io apri”
“no”
“dai Amore”
La porta improvvisamente si aprì, Bella mi venne incontro aveva lo sguardo incazzato, così indietreggiai automaticamente.
“Come mi hai chiamato?”
“Amore” risposi
E proprio in quel momento mi tirò un sonoro ceffone.
“Finché mi chiami cinica e frigida passi, tanto su sei semplicemente un idiota che colleziona slip come trofei...invece se c’è una cosa che mi fa veramente incazzare è l’ipocrisia. TU NON SAI COSA è IL RISPETTO! FIGURIAMOCI SE SAI COSA è L’AMORE! ADDIO!” disse rientrando in casa e sbattendola porta.
Rimasi per qualche secondo a fissare quella porta bianca. Non sapevo se fosse il casi di finirla lì o di insistere. Ma io ci tenevo a lei, non volevo che finisse tutto.
“hai ragione…io non so cos’è l’amore…perché non sono mai stato innamorato!! Bella è stato tutto un malinteso! Perché non mi vuoi credere? Io con Tanya non ci sono stato a letto…o meglio ci sono stato due, forse tre volte ma prima di incontrarti...l’altro giorno è venuta a casa mia per provarci, ma l’ho respinta. Le ho detto di te, di me, di noi… non deve averla presa bene e ti ha detto quelle cose…io non so più cosa fare per fartelo capire. È te che voglio. Bella tutto questo è così strano per me…io mi sto innamorando di te! Quando non sono con te mi manchi e quando sono con te vorrei che il tempo di fermasse, vorrei passare tutto il giorno con te a parlare, ridere, scherzare, fare l’amore…se questo non è amore, che cos’è? Dimmelo tu perché io non lo so..” conclusi infine.
“senti Bella io capisco che adesso tu non mi voglia vedere…però mi devi credere. Facciamo una cosa tra un’ora io sarò sul ponte di Brooklyn, ti aspetterò lì…”
 

 
 
Ciao a tutti!! allora per prima cosa un enorme grazie a tutti colore che hanno recensito o che hanno semplicemente letto. Ho deciso di fare una mini fan fiction…composta di 3 capitoli, quindi il prossimo sarà l’ultimo! J
Che dite Bella si presenterà all’appuntamento?? Mmm…. 

  
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