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Autore: Valar Morghulis    03/01/2012    1 recensioni
Attenzione: storia di mia pura invenzione che ha come protagonista un personaggio di Naruto.
La storia del passato di Madara Uchiha. Come è nato, come ha passato la sua infanzia...
Tutto questo per capire come è diventato l'uomo spietato che ha ucciso suo fratello, l'uomo spietato che ha scatenato la quarta grande guerra ninja.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Tobi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Uchiha Madara'
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9° Capitolo



Cinque anni.
Madara ha esattamente cinque anni quando la sua vita si trasforma in un inferno. Non che prima fosse stata tutta rosa e fiori ma dal suo quinto compleanno le cose erano nettamente peggiorate.
Akuma aveva deciso che forse era meglio se il bambino iniziasse ad allenarsi per autodifesa. Parole sue.
In realtà i saggi del clan gli avevano dato un ultimatum: se l'ibrido non imparava a dimostrare la sua vera potenza in poco tempo Akuma sarebbe stato cacciato e deseredato.
Misaki era all'oscuro di tutto ciò, ovviamente, ed era stata molto contrariata dalla decisione presa dall'uomo. Aveva cercato in tutti i modi di fargli cambiare idea, anche con la forza, ma l'unico risultato era stato l'essere sbattuta a terra con violenza.
Era già da un bel po' di tempo che le cose tra Misaki e Akuma erano in crisi. L'Uchiha, stanco di interpretare la parte del fidanzato perfetto aveva iniziato a dimostrare la sua vera personalità, era iroso e facilmente irascibile, bastava un nonnulla per farlo irritare e scattare.
Per quanto Misaki avesse provato a contrastarlo o a fermarlo, per quante volte avesse minacciato di andarsene da qualche parte portandosi con sè Madara, Akuma aveva sempre avuto la meglio. Più forte fisicamente e con un potere più grande, gli bastava poco per mettere a tacere la Hyuuga con le cattive maniere.
A Misaki non restava altra soluzione che abbassare lo sguardo e annuire, inghiottendo tra mille sofferenze l'orgoglio e facendo la brava mogliettina docile ed obbediente. Perché non c'era solo lei a cui pensare, c'era anche il suo piccolo angelo.
E lei aveva notato che quando osava ostacolare Akuma in qualche modo, Madara tornava dai suoi allenamenti pieno di ferite e lividi. Il bambino non si lamentava ne gemeva di dolore quando la madre gli disinfettava le ferite, semplicemente si limitava a stringere i denti e a sopportare in silenzio. Sapeva che se si fosse lamentato Akuma avrebbe infierito ancora di più il giorno dopo, l'avrebbe massacrato.
E Misaki glielo aveva letto negli occhi la prima volta che era successo, trionfante Akuma pareva sembrar dire "Ti ho in pugno, ormai".
Sapeva che la sua più grande debolezza era il figlio, quel figlio per cui aveva abbandonato casa e famiglia, per cui aveva pianto lacrime amare e per cui aveva sofferto tanto. Il figlio che amava più di se stessa.
Quando vedeva Madara e Akuma allontanarsi verso la radura dove sarebbe iniziato l'allenamento correva in camera sua. Piangeva Misaki, singhiozzava sperando che anche quella sera il suo bambino tornasse a casa vivo. Maledicendo la sua stupidità per aver amato un uomo -un mostro- del genere, malediceva la sua debolezza e la sua fragilità.
Ma soprattutto si odiava. Si odiava perché ci era ricascata di nuovo.
Si odiava perché ora aveva un' altra vita a cui badare, un'altra vita che sarebbe stata rovinata dal suo creatore.
Misaki era di nuovo incinta.
Quasi non aveva voluto crederci quando Ayano glielo aveva detto con sguardo disperato. Aveva quasi pensato di abortire, per un attimo lo aveva davvero preso in considerazione, ma poi aveva scosso la testa e aveva deciso che lo avrebbe tenuto.
Ayano sapeva benissimo che inferno stava passando la sorella, più volte si era offerta di venire a "salvare" lei e il suo Madara con alcuni ninja del clan Hyuuga. Misaki aveva sempre rifiutato rendendosi pienamente conto che colpendo Akuma avrebbe scatenato una guerra sanguinosa contro il clan Uchiha e di sicuro non sarebbero stati i possessori del Byakugan a vincerla.
Quando aveva detto a Madara che presto avrebbe avuto un fratellino, il piccolo aveva accolto bene la notizia. Erano seduti sulle rive del lago dove Misaki aveva conosciuto Akuma e guardavano il sole tramontare. Era uno spettacolo meraviglioso che aveva tolto ad entrmbi il fiato per alcuni secondi.


<< E' una bel panorama, vero? >> domandò Misaki con voce vellutata giochicchiando con una ciocca dei suoi capelli.
<< Già >> si limitò a mugugnare Madara tremando appena al contatto con l'erba fresca della radura.
Si azzitirono per un momento entrambi ammirando il cielo rosato coperto appena da qualche nuvola.
<< Sai tesoro, devo dirti una cosa molto bella: tra un po' arriverà un fratellino. Contento? >> chiese dopo un po' la Hyuuga spezzando il silenzio che si era creato.
<< Quindi avrò qualcuno con cui giocare? Per fortuna, ero stanco di essere sempre solo >> mormorò lui mentre un piccolo sorriso gli increspava le labbra.
Misaki si portò una mano al petto, all'altezza del cuore. Aveva sentito qualcosa che si incrinava proprio lì.
Madara non gli aveva chiesto come, perché o da dove fosse uscito il nuovo bambino. Semplicemente era felice di non essere più circondato dalla solitudine.
Forse non era stata una brava mamma come credeva? Di sicuro, se lo fosse stata il suo angelo non avrebbe mai sofferto la mancanza di qualcuno o qualcosa. Era inutile e incompetente, come sempre.
Trattenne un lamento e si impose di ritrovare la calma, fece un paio di respiri profondi per riuscirci. Non doveva perdera la testa, non con Madara lì.
<< Izuna >> disse il bambino dopo un po' di tempo non distogliendo le iridi nere dall'acqua del lago.

<< Cosa? >> chiese la giovane donna che gli si era appena seduta accanto.
<< Voglio che si chiami così la creatura che porti nel ventre >> precisò Madara portando l'attenzione su sua madre.
<< E se è femmina? >> insinuò Misaki con un sorrio gentile portandosi dietro l'orecchio una lunga ciocca di capelli.
Un venticello freddo spirò in quel momento facendo rabbrividire le due figure che, tuttavia, non si mossero da lì.
<< E' un maschio, me lo sento >>  rispose risoluto il piccolo alzandosi e avvicinandosi alla mamma e abbracciandola. Misaki lo strinse dolcemente baciando la zazzera dei capelli spettinati. Non importa quanto lei o Ayano provassero a pettinarli, non ne volevano sapere di abbandonare quella forma per una più ordinata.
<< D'accordo, che Izuna sia! >> ridacchiò la Hyuuga strofinando i palmi delle mani sul corpicino del figlio per dargli un po' di soglievo dal freddo.
Rimasero per un tempo imprecisato in quella posizione, godendosi semplicemente la presenza dell'altro come solo madre e figlio possono fare.
<< Che ci fate qui? Muovetevi, tornate a casa! >> sbraitò furiosa una voce maschile.
Madara eseguì rigido l'ordine di quello che chiamava "padre", la rabbia montò il lui metre guarava con rancore e disgusto l'uomo e camminava lentamente verso la piccola abitazione.
Misaki obbedì con lo sguardo chino seguendo il suo bambino, sentendo montare dentro di se una rabbia smisurata e avvertendo in gola un sapore acido che le faceva venire la nausea. Era forse odio quel sentimento che da qualche tempo provava alla vista di Akuma? Probabilmente, non poteva che trattarsi di quello. Si chiese distrattamente e con amara ironia che forse, se non si fosse invaghita di quel mostro, in quel momento poteva essere abbracciata a un uomo che l'amava.
Si morse immediatamente la lingua a quel pensiero, se non avesse fatto l'amore -o meglio sesso- con quell'individuo Madara non sarebbe mai nato. E lui era l'unica persona che le dava forza per continuare ad andare avanti in questo periodo oscuro. Il suo piccolo cucciolo era l'unica cosa che le faceva sopportare ancora la convivenza con quel demone dal viso d'angelo.
Madara era -e sarebbe per sempre stato- l'unico motivo buono da non farle rimpiangere davvero la sua scelta di essersi innamorata di Akuma.
Perché -checché facesse di tutto per convincersi del contrario- lei lo amava ancora.

Quando poi Izuna era nato Madara si era subito attaccato a lui. Senza che Misaki gli chiedesse niente si era impegnato a proteggere il nascituro a costo dela propria vita, proclamando fieramente che gli allenamenti svolti fin'ora servivano proprio a quello. Ayano aveva sorriso intenerita per un secondo, Misaki avea scosso la testa e l'aveva abbracciato stretto ridendo divertita, Akuma si era limitato ad una smorfia disgustata ed era uscito dalla stanza.
I giorni trascorrevano più o meno serenamente. Le visite di Ayano avvenivano sempre più raramente a causa del suo ruolo di capo-clan. Akuma andava all'accampamento Uchiha sempre più frequentemente e trascurava l'allenamento del primogenito e non degnava di un'occhiata il secondo figlio.
Madara, Misaki e Izuna passavano quasi tutto il tempo assieme. Madara adorava sempre di più la madre, era totalmente dipendente da lei e dalla sua dolcezza, aveva imparato a voler bene a quello scricciolo dai radi di capelli neri che era il suo fratellino e -per quel poco che passavano insieme- sopportava male il padre, limitandosi a lanciargli occhiate astiose per tutto il tempo degli allenamenti.
Le cose erano precipitate nuovamente tre anni dopo la nascita di Izuna, quando Akuma, messo sotto pressione dai vecchi saggi, era esploso.
Letteralmente esploso.
La sua furia cieca aveva messo a soqquadro tutto quello che aveva trovato in giro per la casa, come un uragano che porta distruzione al suo passaggio. E la cosa era stata sopportabile fino a quando si era limitato alla demolizione delle sole stanze. Ma quando iniziò a prendere di mira gli abitanti di quella dimora, fu il caos.
Madara non dimenticò mai cosa accadde quel giorno.


Angolo autrice:
Salve! Sono tornata!
Scusate il tremendo ritardo. Non posso usare la scusa della mancanza di ispirazione perché avevo tantissime idee in mente, nè quella dello studio perché le vacanze di Natale mi hanno dato un sacco di tempo libero. Semplicemente ogni olta che aprivo un foglio nuovo di Word la pagina completamente bianca mi metteva ansia e la chiudevo per dedicarmi ad altro. Quindi scusa, davvero. Scusate eventuali errori presenti nel testo!
Scusate anche la monotonia di questo capitolo, ma mi serviva un introduzione per il prossimo che sarà quello incisivo, che darà un senso alla storia ecco. Il flashback l'ho scritto prima di tutto il capitolo, l'ho dovuto solo aggiungere quindi se trovate incongruenze o ripetizioni tenete presente che l'avevo scritto molto prima.
Vorrei ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente e chi ha messo la storia tra le preferte, ricordate e seguite. Grazie davvero.
Prima di andarmene vorrei comunicarvi che ho scritto l'epilogo della storia ancora prima di scrivere il prossimo capitolo. So che non ve ne fregherà niente ma volevo dirvelo tutto qui. So che non ha senso ma sono mezza rincoglionita dal sonno quindi straparlo.
Ora vi lascio in pace!
Baci
Angel_Madara12

  
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