L’unica
via di fuga, è perdonare.
Capitolo 11: L’unica
via di fuga, è perdonare.
Harry
si rese conto che la settimana appena trascorsa era stata la più lunga
della sua vita.
Le
ore erano state interminabili, i giorni lunghissimi.
Forse,
si disse, era anche dovuto al fatto, che da quando si erano lasciati dormiva a
malapena: ogni volta che chiudeva gli occhi lo sognava, che stesse dormendo o
meno, Draco era sempre lì.
Per
non continuare a vederlo come sogno, era costretto a
rimanere sveglio, e la cosa di certo non migliorava: se quando chiudeva gli
occhi vedeva Draco davanti a se, quando li riapriva non poteva fare altro che
pensarlo.
Alla
fine comunque, aveva deciso che era meglio rimanere
sveglio, così che non avrebbe dovuto vedere il viso di Draco avvolto in
una maschera di dolore.
Non stava affatto bene.
Niente
di quello che faceva riusciva a tirarlo un po’ su, niente di quello che dicevano Ron o Hermione riusciva a consolarlo. Com’è
che si diceva? Bello dentro, bello fuori.
Harry
pensava che valesse anche per il contrario: dentro era un miscuglio di
sentimenti, tra cui prevalevano dolore, angoscia e senso di colpa. Fuori…bè, non si poteva certo dire
che nell’ultima settimana fosse l’affascinate Harry Potter di
sempre: i suoi capelli erano più scarmigliati del solito, i suoi
bellissimi occhi erano sempre velati da lacrime incombenti, il suo viso e il
suo fisico diventavano sempre più pallidi, aveva perso un paio di chili,
le spalle erano curve e la sua andatura prima orgogliosa, ora era lenta e
strascicata.
Nessuno
preferiva questa versioni di Harry, neanche i suoi
“nemici”: non aveva più voglia, né forza di
rispondere alle loro provocazioni, tanto che alla fine avevano smesso di
tormentarlo. Probabilmente quella era l’unica cosa buona che era venuta fuori dalla loro rottura.
Quando aveva promesso a Draco che lo avrebbe evitato non si era reso
conto quanto poteva essere difficile. Avevano spesso lezione insieme, e per i
corridoi non facevano altro che incrociarsi. Ad Harry
serviva tutto il suo autocontrollo per non alzare lo sguardo e puntarlo verso di
lui. Si limitava ad osservarlo quando lui non se ne
accorgeva… ed era la cosa più triste del mondo sapere che è
solo la persona che hai davanti che vuoi, ed essere consapevole che non potrai
più averla.
Aveva
cominciato a piangere sempre più spesso, rannicchiato in un angolo dove
nessuno lo vedeva. Lasciava sfogare il suo dolore che non finiva mai in aule
vuote finché la crisi non passava, poi usciva con gli occhi gonfi e
arrossati. Non si sentiva mai meglio, mai, neanche dopo aver pianto o aver
lanciato qualcosa attraverso la sua stanza.
Se
gli avessero chiesto di descrivere l’inferno, lui avrebbe semplicemente
risposto “ E’ questo.”
Per
tutta questa seria di motivi, si poteva affermare con assoluta certezza che
Harry Potter non avesse vissuto in quell’ultima
settimana. La sua mente era proiettata sui ricordi passati con Draco, felici e
per questo quanto mai più dolorosi, il suo cuore era fermo al presente,
spezzettato dalla realtà che lo circondava. Per il futuro, nessun
progetto… senza Draco era impensabile.
Harry
pregò il suo dio affinché mai nessuno potesse stare come lui in
quel momento, perso nel dolore, vuoto di qualsiasi cosa.
Inutile
dire che il suo dio non lo aveva ascoltato.
Draco
era steso sul letto, aveva una posizione rigida con
gli occhi fissi sul soffitto.
Pensava…
ad Harry.
Sempre
e solo lui nella sua testa.
Pezzi
di ricordi passati insieme si susseguivano senza alcun
ordine: Harry a lezione, Harry che lo baciava, Harry e il suo maglione, Harry
sul suo letto, Harry che dormiva, Harry nudo, vestito, in piedi, seduto,
disteso, dolce, triste, arrabbiato… Harry, Harry sempre e solo Harry. Non
riusciva a non pensarci… negli ultimi sei giorni non aveva fatto altro
che ripetersi che non avrebbe dovuto lasciarsi baciare quell’ultima
volta. Era così arrabbiato con se stesso, perché glielo aveva
concesso, e con Harry per averglielo chiesto. Era stato il più triste
bacio mai dato, pieno di angoscia e malinconia. Ogni
stramaledetto giorno aveva inveito contro Harry per quella richiesta assurda e
inutile sotto ogni punto di vista. Ogni stramaledetto giorno aveva inveito
contro se stesso per il semplice fatto che stava da schifo. Ogni stramaledetto
giorno aveva inveito contro i suoi compagni che gli chiedevano quale era il
problema… ogni giorno senza Harry, sarebbe stato
uno stramaledetto giorno, che non meritava di essere passato in allegria.
Stava
da schifo.
Il
sole che brillava fuori sembrava farsi beffa di lui, il tempo che scorreva
lento gli dava la possibilità di stare sempre più male, per
chiarirgli bene il concetto che non si può
tornare indietro.
Sarebbe
stato solo per sempre.
Lanciare
incantesimi su tutto e tutti non serviva ad attutirgli
il dolore, gridare a squarcia gola non serviva a farlo sentire meglio, correre
disperato nel parco non serviva a niente.
Niente
di quello che aveva provato, serviva
Infine
quella mattina aveva capito che non era arrabbiato perché Harry gli
aveva chiesto quel bacio, non era arrabbiato perché lui aveva accettato,
aveva capito che era arrabbiato e triste e disperato e distrutto perché
non avrebbe mai più avuto Harry tra le sue braccia, non avrebbe mai più potuto passare le sue lunghe dita tra
i suoi capelli disordinati, non avrebbe mai più potuto assaggiare le sue
labbra che avevano sempre un gusto fantastico… niente più baci,
niente più abbracci, niente più amore.
Niente più amore verso gli altri, niente più amore
nella sua vita.
In
quei giorni aveva pensato spesso che se quello era il
risultato, forse sarebbe stato meglio non aver incontrato Harry quella
sera… ogni volta aveva scosso forte la testa e si era detto che anche se
il dolore che sentiva era immenso, quello che aveva provato per Harry, tutto
quello che gli aveva donato, erano infinitamente più grandi
dell’immenso.
Ed
era in quel momento che si riperdeva nei momenti passati con quello che era
stato l’unico ragazzo che era stato capace di scavargli dentro
così a fondo e di fargli capire che l’amore, in tutte le sue
sfaccettature, è sempre bellissimo e travolgente, e ora stava male, era
vero, ma aveva capito che l’amore, valeva la pena di essere vissuto.
Harry
era seduto in aula… la materia, non se la ricordava: era perso nei riflessi oro dei capelli di Draco, che era seduto un
poco più avanti di lui. Nonostante si fosse
più volte ordinato di non guardarlo per prestare attenzione alla
lezione, il suo sguardo era sempre puntato lì, come se lui fosse una
calamita e Draco il ferro che l’attirava.
Un
suono distante accompagnato dallo stridio delle sedie gli fece capire che la
lezione era finita. Uscì lentamente, quando tutti se ne
erano andati. Aveva detto a Ron e Hermione di andare avanti, non aveva
voglia di magiare, voleva nascondersi in aula e piangere.
Girato
l’angolo e lo vide.
Una
camminata lenta la sua, ma pur sempre affascinate. Draco era
lì, a pochi passi di distanza, non si era accorto di lui, o forse
sì, magari stava camminando così lento per farsi raggiungere da
lui.
Ignorò
una vocina che diceva di passare oltre senza degnarlo di uno sguardo.
Gli
si affiancò. Draco fece finta di non vederlo… almeno così
parve, ma lui non voleva essere ignorato,
-
Ciao Draco.-
-
Ciao.- Non era un saluto allegro il suo, tutt’altro.
Draco
continuava a camminare, a testa bassa, ma Harry si era
stufato, voleva vedere i suoi occhi, voleva parlare con lui. Andava bene anche
parlare del tempo, bastava sentire la sua voce, prolungare quella conversazione
che era finita con un “ciao”.
Così
gli si parò davanti in modo che Draco fu
costretto a fermarsi e ad alzare lo sguardo per vedere per quale motivo Harry
gli aveva bloccato la strada.
In
realtà lo sapeva, o almeno così credeva, e non sapeva se era una
buona o una cattiva cosa: sarebbe riuscito a resistere? Ma
lui, voleva davvero resistere?
- Mi
manchi.- Harry puntò il suo sguardo sugli occhi di Draco, che evitarono
accuratamente di restituirglielo: non voleva fargli capire niente.
- Mi
manchi davvero Draco, così tanto che sembra
assurdo. Mi manchi come l’aria può mancare
ai polmoni e come l’acqua ad un pesce, mi manchi come il sonno ad un
insonne, come il cibo all’affamato. Mi manchi Draco… io, non credo
di farcela ancora, non credo di poter piangere almeno sei volte al giorno ancora per molto, non credo di poter resistere
ancora a lungo senza averti. E lo so Draco che manco anche a te, lo so
perché la tua faccia è triste, non mangi come si deve da una
settimana, stai sempre nel tuo dormitorio, ti fai vedere solo a lezione…-
-
Sì è vero, Harry, mi manchi, mi manchi
da impazzire, io sto da cane e oltre al non mangiare, non dormo neppure, penso
a te, sempre e solo a te. E non riesco a piangere per quante lacrime ho
versato, non riesco a respirare bene perché è come se avessi un
macigno sul petto, mi sembra di non vivere veramente senza di te, non sono
più io, non sono più quello che eri riuscito
a farmi diventare, né quello che ero prima di conoscerti, non sono
nessuno, sono invisibile, senza scopo senza te. Ma sai
qual è la mia regola, Harry? Non quelle dei Malfoy,
non quelle della scuola o quelle della strada. L’unica regola che
ho è “non tornare indietro”. -
-
Non esistono regole in questo momento, non quando
siamo entrambi distrutti, non quando ci siamo solo tu e io, nessuna regola,
nessun controllo insieme, me lo dicevi sempre prima di fare l’amore, me
lo hai detto quando ci siamo incontrati veramente, me lo hai detto quando ti ho
detto che un Malfoy e un Potter non sarebbero mai potuti stare insieme, e
adesso Draco io lo dico a te.
Nessuna
regola, nessun controllo.
Io e
te, Draco. Il resto, non esiste.-
Draco
chiuse gli occhi. Continuava a ripetersi nessun controllo, nessuna regola,
mentre le immagini si susseguivano dietro le palpebre: la prima volta che si
erano visti sul treno, gli anni passati a litigare, l’incontro
ravvicinato quattro mesi fa, lo sgabuzzino tanto stretto dove si erano baciati,
il giorno di Natale, la sua stanza mentre facevano
l’amore, il piacere che aveva provato ogni volta che Harry lo baciava, lo
abbracciava, lo accarezzava. Era tutto fantastico. Poi, altre immagini, la
faccia sconvolta di Harry quando aveva baciato Blaise,
il mese orribile senza di lui, la loro riappacificazione, la scoperta di Finnigan, il loro ultimo bacio, Harry che sussurrava
“ti amerò per sempre”.
Non
tornare indietro… Ma aveva ragione Harry, quella regola non doveva essere
rispettata, non questa volta.
Nessuna
regola, nessun controllo.
Io e
te, Harry. Il resto non esiste.
Aprì
gli occhi, Harry era lì, i capelli scarmigliati, gli occhi gonfi, due
cerchi neri sotto le ciglia, il viso pallido, ma comunque
bellissimo.
In
quel momento si sentì bene, sollevato da tutti gli orrori degli ultimi
giorni.
Un
sorriso illuminò il suo volto, un altro sorriso
illuminò quello di Harry.
Draco
disse:
-Io
e te, Harry. Il resto non esiste.-
-
Nessuna regola, nessun controllo.-
Continuavano
a sorridere, poi decisero, più o meno nello
stesso istante che avevano bisogno di qualcos’altro.
Si
avvicinarono e si baciarono. A lungo e intensamente.
Quando si staccarono erano entrambi al settimo cielo.
Draco
prese per mano Harry, poi disse sorridendo:
-
Non capisco perché cedo sempre così facilmente quando sei tu a
chiedermi qualcosa.-
Harry,
sempre sorridendo rispose:
- Mi
ami Draco, sono sicuro che faresti tutto per me, tutto.-
-
Già… ne sono sicuro anche io.- “adesso…”
Si
baciarono ancora e ancora.
-
Non fare mai più sesso con nessun altro Harry, mai più.- Disse
serio Draco.
- Lo
sai che non lo farò mai più. Solo te, per sempre.-
Entrambi
sapevano che sarebbe stato così, per sempre
insieme.
- Ti
amo, Harry.-
- Ti
amo anche io.-
Rimasero
lì, in corridoi a baciarsi, incuranti delle lezioni che avevano perso
del tempo che trascorreva.
- Io
e te, Harry. Il resto non esiste.-
- Io
e te, Draco. Il resto non esisterà mai più.-
Fine.
Ciao a tutti!
Naturalmente quello scorso
non poteva assolutamente essere l’ultimo capitolo… un bel lieto fine lo preferisco quasi sempre… soprattutto in
questa storia dove ho fatto passare le pene dell’inferno ad entrambi! Non
potevo assolutamente scrivere che questo sarebbe stato l’ultimo cap la scorsa volta, altrimenti sarebbe
andata a finire che ne scrivevo un altro!
Cmq, io, naturalmente, avrei tirato dritto, ma non sono Draco, e
sono un po’ testarda quindi…
Fatemi sapere se vi è
piaciuto il finale o anche solo la storia in generale. Io naturalmente,
aspetterò impaziente i vostri commenti!
Quindi ringrazio immensamente che mi ha seguito fin dall’inizio,
chi ha commentato tutti i cap, e chi
commenterà questo.
Sarà banale dirvelo,
ma senza di voi non avrei mai continuato.
Ci vediamo(si fa per dire)
alla prox se ci sarà!
Un bacino a tutti!
fann1kaoriyuki:
questa è la fine… troppo sdolcinata… forse. Cmq ho scaricato la tua ff(
perché su internet ci posso stare poco, appena la leggo ( e sarà
presto) ti lascio un commentino!
Francesca Akira89 : in realtà non l’avevo fatto apposta, ma mi
è venuto così e un’altra cosa da scrivere proprio non mi
veniva in mente! Questo finale è meglio del precedente?
mysa_3:
eccoti accontentata… li ho fatti riconciliare! Sono contenta che il cap precedente ti dia piaciuto, molto onorata!
Severus_Pyton:
Adesso è finita davvero… che ne pensi?
katiuz: in effetti
Harry tutte le colpe non le aveva, ma Draco è tipo geloso… credo,
e così ha fatto un po’ il melodrammatico!
Alba: sei entrata nella
mia testolina e hai visto come sarebbe andata?!?
Probabilmente no… sono io che sono stata un po’ troppo
banale… spero che comunque sia carino questo cap!
Goten:
tutto per il verso giusto…credo… che ne pensi?