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Autore: Chamomile    04/01/2012    4 recensioni
"Fammi vedere.." disse Neville avvicinandosi al bancone. Ma dopo un secondo sobbalzò "Hannah, dove hai preso questa pianta?" gridò scioccato.
"P-perchè me lo chiedi? c'è qualcosa che non va?" chiese lei turbata.
Neville si voltò di scatto a fissarla "Lo sai che cos'è questa?"
"Ehm.."
"E' una Byblis liniflora" rispose Neville.
"E cioè?" fece Hannah che stava cominciando a preoccuparsi.
"E' una pianta carnivora australiana" spiegò Neville.
"Una pianta carnivora?" strillò Hannah allontanandosi terrorizzata dal bancone "sei sicuro?"
"Insegno Erbologia ad Hogwarts, Hannah, certo che sono sicuro! Piuttosto, come ti è saltato in mente di comprarla?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Spazio Autrice

Ho chiesto ad Hannah come si fa a perdonare Susan quando ne combina una delle sue, e lei mi ha risposto che lo fa perchè sa che, anche se è uil più incredibile pasticciona che sia mai esistita nel mondo della Magia, in realtà le vuole bene sul serio e farebbe di tutto pur di dimostrarglielo.

Ecco, questo è il mio modo assurdo per dirvi: volete essere tante Hannah?

In cambio vi prometto di tornare con una valanga di oneshot, flashfic, longfic o anche drabble su tutto quello che volete: le avventure di Ernie e Susan? Quelle di Hannah e Neville? Di Friedrich e Amy?  

Non ho parole per ringraziarvi per essere stati dei lettori tanto appassionati e divertenti. Spero davvero che questo capitolo vi piacerà, e di essere riuscita a farvi divertire con Hannah e tutti gli altri! <3


 

Quando, quella sera, Hannah entrò nella Sala Grande, sentì il cuore battere più veloce mentre i suoi occhi correvano da una parete all’altra, incantati.
Il soffitto era più magico e reale che mai: su uno sfondo blu scuro si stagliavano miliardi di piccole stelle luccicanti, alcune delle quali di quando in quando si facevano più luminose, e dopo un volo cadevano giù in una pioggia argentata.
La Sala era illuminata da candele bianche che fluttuavano a mezz‘aria, mentre le pareti erano decorate con ghirlande di foglie e fiori e con drappi riccamente ricamati, dei colori brillanti delle quattro Case.
In un angolo della Sala era sistemato un gruppo di giovani maghi vestiti di blu, che stavano suonando una delle ultime hit del momento, e davanti al palco si era formata una piccola folla di studenti entusiasti pronti a scatenarsi e a ballare.
Hannah cominciò a battere i piedi a ritmo di musica e ridacchiò tra sé immaginando la reazione di Susan se questa si fosse trovata al suo posto: probabilmente sarebbe già stata ai piedi del palco a darci dentro, con una pinta di whisky incendiario in mano.
Dall’altra parte del salone vide Friedrich che stringeva la mano di una biondina che qualcuno gli stava presentando, e nonostante la sua solita timidezza sembrava parecchio felice.
Un attimo dopo notò alcune facce conosciute fare il loro ingresso in Sala: Hagrid, elegantissimo nel suo completo verde muschio, con i capelli e la barba incredibilmente ordinati e lucenti, il professor Vitious accompagnato dalla professoressa Cooman con uno straordinario abito di perline e paillettes (che la faceva brillare più di tutte le studentesse messe insieme).
In coda la professoressa McGranitt che si trascinava dietro per l’orecchio nientemeno che James Potter. La scena non doveva essere nuova per gli studenti di Hogwarts, che ridacchiarono sotto i baffi lanciandosi occhiatine.
“Mi lasci professoressa, mi lasci!” escamò il ragazzo, rosso in viso per la vergogna di essere trattato come un mocciosetto del primo anno.
“Assolutamente no, signor Potter. Ho intenzione di umiliarla per bene. Forse con questo capirà che essere figlio di Harry Potter non fa di lei una star”
“Ma io non ho fatto niente di male, era solo uno scherzo innocente!” protestò lui.
Aveva notato benissimo però, che molte ragazze si stavano godendo divertite lo spettacolo, e ammiccò in loro direzione.
“Come no! Se per lei quello era uno scherzo innocente, non voglio immaginare qual è la sua idea di attentato!” rispose la strega alzando il capo scandalizzata, e non accennando a mollare l’orecchio del malcapitato, ormai prossimo a staccarsi.
James cercò di convincere la McGranitt a graziarlo, l’insegnante cominciò a fargli la ramanzina citando tutte le regole e controregole che aveva infranto con il suo comportamento inqualificabile, e Hannah rideva ormai a crepapelle con tutti gli studenti presenti in sala, quando una voce alla sua sinistra non richiamò la sua attenzione “James Potter è davvero l’erede dei gemelli Weasley”
“Neville!” esclamò la ragazza, e sorrise al giovane professore che stava davanti a lei.
Inutile dire che non l’aveva mai visto tanto elegante: la camicia candida e l’abito nero sembravano essere stati cuciti apposta per lui, i capelli erano lisci e pettinati per bene, le scarpe ai suoi piedi erano lucidissime cosi come i gemelli ai polsi.
Non ci voleva una vista molto acuta per capire che era davvero uno dei cavalieri più affascinanti della festa.
E a quanto pareva oltre a lei se n’erano accorte anche molte altre dame, che cominciarono a guardarlo con occhi bramosi.
Hannah le notò e in un impeto di gelosia afferrò il braccio del ragazzo.
Neville avvampò ma non chiese spiegazioni, e Hannah ne fu ben lieta, perché a dire il vero non era in grado di spiegare bene nemmeno a se stessa perché l’aveva fatto.
Per fortuna in quel momento la band di musicisti attaccò una canzone indiavolata, e tutti, studenti, insegnanti e invitati, volarono al centro della sala per ballare.
“Io sono un pericolo pubblico in queste cose, ma ti va di ballare con me?” chiese Neville sorridendo nervosamente.
In tutta risposta Hannah gli rivolse un sorriso luminoso prima di lanciarsi insieme a lui in mezzo agli altri ballerini.

Merlino! Non ballavo tanto da … non lo so, credo di non aver mai ballato tanto prima di stasera!” esclamò Hannah senza fiato, sistemando un ricciolo ribelle nell’acconciatura che ormai dava segni di cedimento.
“Sai, neanch’io avevo mai ballato tanto” ammise Neville “e non avrei mai pensato che farlo potesse essere così divertente”
“Davvero?”
Hannah si illuminò: era un complimento, giusto?
I due erano usciti dalla Sala Grande insieme ad alcuni altri invitati e adesso passeggiavano nel prato davanti al castello.
Il Lago rifletteva le migliaia di stelle che brillavano nel cielo sereno e l’aria frizzante era piacevole dopo le luci e il movimento.
Se esisteva al mondo un momento adatto a rivelare ad Hannah quello che provava per lei, era proprio quello.
Neville lo comprese, e fatto un respiro profondo si rivolse alla ragazza “Hannah, c’è una cosa che volevo … vorrei … voglio dirti”
Hannah fece un balzo, ma disse solo “Sì?” tutta tesa ad ascoltare.
Stava succedendo davvero?
E come avrebbe dovuto rispondere? Fino a qualche ora prima la domanda sarebbe stata problematica, ma adesso Hannah non aveva dubbi.
Che dubbi si possono avere quando quella frase incompleta era bastata a farle scappare il cuore dal petto?
“Hannah questi ultimi mesi sono …”
“Sì?”
“Sono stati … o meglio, mi hanno fatto capire che io …”
“Che tu?”
“Io …”
“Professor Paciock!”
Un ragazzino con i capelli rossi si avvicinava correndo verso di loro.
“Hugo, che succede?”
E nel chiederlo, Neville sperò per lui che il castello stesse crollando, o neanche l’amicizia che lo legava da decenni a Ron e Hermione sarebbe bastata a trattenerlo dal metterlo in punizione fino ai M.A.G.O.
“Pare che ci sia una rissa alla serra numero sei” spiegò Hugo Weasley. Lanciò un’occhiata curiosa ad Hannah e compreso il misfatto si affrettò ad aggiungere “è stata la McGranitt a mandarmi a cercarla”
“E nessun altro può fermare quei due?” si informò Neville. Proprio adesso che aveva trovato il coraggio di parlare due delinquenti dovevano fare a pugni? E per giunta in una serra? Da quando una serra era il posto ideale per fare a pugni?
“Il problema è che sono due piante che si stanno azzuffando!” spiegò Hugo, in un misto di disperazione e ilarità.
“Per le mutande di Merlino!” esclamò Neville “Devono essere quelle piante che sono arrivate la settimana scorsa. Non facevano altro che insultarsi da giorni!” e corse dietro a Hugo. Si voltò dopo qualche metro “Mi dispiace, Hannah, faccio in un attimo!”
Hannah gli fece segno di andare “Ti aspetto qui”

La signorina Abbott?”
“Sì?”
Hannah guardò la ragazza che le stava davanti, e riconobbe la biondina che all’arrivo qualcuno stava presentando a Friedrich.
“Sono Amy. E’ arrivato un gufo per il professor Paciock, e mi hanno detto che era con lei”
“E’ andato alle serre, ma tornerà presto”
“Le dispiace se la lascio a lei?” Amy le consegnò una busta piena di timbri e fece segno con la testa verso il castello “Io …”
“Hai qualcuno che ti aspetta dentro” la anticipò Hannah. Era difficile non capirlo, visto che la ragazza saltellava praticamente sul posto.
“Sì. Grazie mille!” e Amy la salutò con la mano prima di affrettarsi di nuovo verso il portone d’ingresso del castello.
Hannah esaminò la busta. Si trattava di sicuro di qualcosa di importante per essere stata recapitata senza aspettare la mattina dopo.
Chissà cos’era? Lesse l’indirizzo sotto il nome del mittente: Slovenia.
Slovenia!
Adesso la curiosità era bruciante. In fondo che male c’era a leggere? Avrebbe richiuso la busta con un incantesimo.
Dopo essersi accertata che nessuno degli invitati nei paraggi stesse guardando dalla sua parte, Hannah strappò la busta e tirò fuori il foglio che vi era dentro.

Direttore del Reparto di Erbologia, Hannah? Stai scherzando?”
Neville aveva gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore.
“Guarda tu stesso” disse Hannah mettendogli in mano la lettera.
Mentre Neville la leggeva, Hannah sentì che c’era solo una cosa da fare. E quella cosa era tornare alla locanda, augurare buona fortuna a Neville e apprestarsi a dirgli addio.
Che genere di strega avrebbe dovuto essere per non capire la grande opportunità che Neville aveva dinnanzi?
Il suo lavoro in Slovenia finalmente riceveva un premio, e che premio, per Morgana!
Lei sarebbe rimasta lì ai Tre Manici di scopa e gli avrebbe scritto spesso.
Come fa una vecchia zia. O sua nonna Augusta.
Per un attimo si immaginò con in testa l’avvoltoio impagliato preferito di Augusta Paciock e quasi si mise a ridere, nella tragicità del momento.
Ma la voglia di ridere le passò subito quando vide che gli occhi di Neville brillavano nello scorrere la lettera.
Era felice.
Certo che lo era, perché non avrebbe dovuto?
Forse perche prima stava per dichiararsi?
Sì, forse era proprio questo che stava per fare prima che Hugo Weasley arrivasse a interromperli.
Ma sarebbe stato un terribile sbaglio.
Improvvisamente aveva freddo. Improvvisamente voleva tornare ai Tre Manici di scopa per piangere tutte le sue lacrime.
“Torniamo a casa?” disse evitando gli occhi del ragazzo.
Neville riemerse dalla lettura “Come hai detto?”
“Vorrei andarmene” ripeté Hannah in tono brusco.
“Ma certo” disse Neville sorpreso.
“E tra parentesi credo che dovresti accettare quel posto”
Neville era sempre più stupito e confuso “Dici che dovrei?”
“Sì” confermò Hannah fissandosi ostinatamente le scarpe“è una grandiosa opportunità”
“Lo è di certo ma …” cominciò Neville lentamente.
Eh no, carino. Pensò Hannah, non mi renderai tutto più difficile di quanto già non sia!
“Ma cosa?” fece quindi la ragazza, simulando un tono allegro e disinteressato “perché mai dovresti restare?”
Fu il colpo di grazia.
Neville piombò nella confusione più completa: che si fosse solo illuso?
“Sì, hai ragione” disse “forse farei bene ad accettare”
Avrebbe fatto subito i bagagli e sarebbe partito l’indomani.

Quando si svegliò il giorno dopo, Hannah guardò fuori dalla finestra della sua camera e vide un ammasso di nuvole grigio piombo che incombevano sopra il villaggio di Hogsmeade minacciando pioggia.
Scesa al piano di sotto, senza neanche sapere che ora fosse, la ragazza si mise meccanicamente a rassettare.
La sera prima, vedendola rientrare Sue le aveva chiesto spiegazioni, ma lei non le aveva dato alcuna risposta, sapendo che l’amica avrebbe di sicuro tentato di farle cambiare idea. E se già era difficile combattere contro quella parte di se stessa che per tutta la notte le aveva dato dell’idiota, Hannah sapeva che le parole di Susan avrebbero fatto crollare le sue difese.
Stava lucidando lo stesso boccale da quasi mezz’ora, completamente immersa nei suoi pensieri, quando un rumore la fece riscuotere.
Neville stava scendendo le scale con una valigia in mano e trascinandosi dietro con l’altra un baule che a giudicare dal rumore doveva essere stato chiuso per miracolo.
Il ragazzo aveva anche sottobraccio il suo mantello da viaggio, e l’aria di uno che non aveva chiuso occhio.
“Vai già via?” chiese Hannah presa alla sprovvista.
“La Passaporta offerta da Hogwarts partirà tra mezz’ora” disse Neville. Adesso che era arrivato in fondo alla scala mollò il baule con uno sbuffo e appoggiò il mantello allo schienale di legno di una delle sedie.
“Oh.” Hannah non sapeva cosa fare. Avrebbe tanto voluto trattenerlo lì, ma sapeva che non c’era modo. “Posso offrirti una tazza di tè, o qualcos’altro?”si premurò “Sarai affamato e in viaggio chissà cosa ti propineranno”
Neville si illuminò quasi nel vedere la sua premura, ma declinòl’offerta accorgendosi delle lancette dell’orologio appeso sopra la porta del locale. “Grazie infinite, ma non credo di potere accettare …” disse accennando alla porta.
“Già, hai ragione. Allora ciao”
“Sì. Grazie di tutto”
E afferrato il baule, Neville corse fuori dal locale prima che Hannah si fosse decisa se era meglio abbracciarlo o no.
“Figurati” disse guardando la porta che si chiudeva sbattendo. Proprio in quel momento la pioggia cominciò a scrosciare fuori e Hannah sospirò.
Tra un po’ sarebbe andata a svegliare Susan e poi … si bloccò. Guardandosi intorno aveva visto un mantello su una sedia. Per Morgana!
Senza pensarci un attimo lo prese e si lanciò fuori dalla locanda. La stradina del villaggio era ancora vuota, e il pavimento di ciottoli era lucido e scivoloso, ma Hannah corse più velocemente che mai.
Dov’era quel dannato stupido? Perché non lo vedeva in fondo alla strada? Che si fosse Smaterializzato?
Incurante di quest’ultima ipotesi gridò “Neville! Neville Paciock!”. Continuò a correre lungo il sentiero, stringendo il mantello tra le mani, e finalmente lo vide.
Era a pochi metri da lei, fermo come se fosse appena stato colpito da un incantesimo Pastoia Total-Body.
“Hannah?” il ragazzo la guardava incredulo “Cosa?”
Hannah lo raggiunse e gli porse il mantello ormai zuppo “Avevi dimenticato questo”
“Ma guarda” rise Neville prendendolo dalle sue mani.
“Proprio come il giorno del tuo arrivo” disse Hannah sorridendo “Quella volta però era il registro”
“Sì, e tu mi sei corsa dietro e mi hai salvato dalla McGranitt” completò Neville, e aveva l’aria di qualcuno che stava avendo una rivelazione “Se non ci fossi stata tu non so proprio come avrei fatto, Hannah”
“Oh, non è niente di speciale” alzò le spalle lei “E’ solo che a volte ti serve una Ricordella”
“No, Hannah” disse Neville e le prese il viso tra le mani “ è di te che ho bisogno” poi, prima che lei avesse il tempo di dire qualunque cose, si abbassò e la baciò sulle labbra.
Il mantello scivolò per terra inzaccherandosi completamente, ma nessuno dei due ci fece caso: Hannah aveva gettato le braccia al collo del ragazzo e risposto alle sue parole baciandolo a sua volta.
E non c’è dubbio che si sarebbero beccati un raffreddore colossale, dopo essere stati per tanto tempo lì sotto la pioggia a baciarsi e a sorridere come due stupidi, se il sole non avesse fatto proprio allora capolino tra le nuvole, diradandole in un attimo.
“E adesso?” disse Hannah quando l’apparire delle prime persone per la strada non li costrinse a riprendersi.
Intendeva chiedere se lui sarebbe partito lo stesso, ma Neville finse di non aver capito “Adesso credo che sia il caso di informare Susan, non te lo perdonerebbe mai se non fosse la prima a saperlo e” accennò alla vetrina davanti a cui si trovavano, che era proprio quella di Madama Raspberry “non credo che ci vorrà molto a diffondere la notizia per tutto il villaggio. Mi toccherà prepararmi alle prese in giro dei miei studenti”
Hannah gli lanciò uno sguardo che avrebbe dovuto essere minaccioso, ma per qualche strano motivo non riusciva a smettere di sorridere “Paciock, non so proprio a quale notizia tu ti stia riferendo” disse prendendolo per un braccio e cominciando a camminare verso i Tre Manici di scopa.

La piccola via adesso era piena di maghi e streghe che iniziavano le attività e le compere della giornata, e il sole illuminava l’allegro spettacolo che questi offrivano. “Ma puoi spiegarmelo mentre facciamo colazione, se ti va”.

 

 

 

 

 

  
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