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Autore: Lady Joanne    04/01/2012    9 recensioni
Sophie e Matthew si amano da sempre e vogliono coronare il loro sogno, c'è solo un piccolo imprevisto di nome William.
Lui è il miglior amico di Matthew nonchè peggior nemico di Sophie, le cose cominceranno a prendere una piega diversa quando Matthew li costringerà a diventare amici.
Gli altarini si scoprono e tutto si complica, cosa accadrà realmente?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dichiarazione

 

Era passata più di un’ora e la mia posizione restava sempre la stessa, immobile davanti a quell’armadio senza la più pallida idea di cosa indossare.

In realtà ero entrata in panico nel momento stesso in cui avevo ricevuto la chiamata del mio ragazzo, voleva vedermi perchè doveva parlarmi.

Ed ecco che la mia fantasia aveva seguito il suo corso e la mia testa aveva subito fatto scattare l’allarme rosso “MI VUOLE LASCIARE”.

E allora avevo pensato a tutto quello che avevo potuto fare per indurlo a questa scelta e purtroppo non mi veniva in mente niente, niente che avessi potuto fare volontariamente, almeno.

La sua voce era stata maledettamente seria e questo non era un buon segno, avevo conosciuto Mat al college e da allora non ci eravamo più separati, non potevo certo dire che era scoccata subito la scintilla ma lui era così dolce e premuroso che nessuna ragazza avrebbe fatto fatica ad innamorarsi.

Quale donna non vorrebbe un uomo che ti mette al centro del mondo, che ti dedica tutte le attenzioni senza asfissiarti, che riesce a capire ogni tuo pensiero e ogni tuo sguardo.

Io ero il sole, il suo sole e lui come la terra mi girava intorno senza mai invadermi, tra i due la pazza schizzata ero sicuramente io e non potevo di certo trovarmi un ragazzo più pazzo di me, lui era quello che manteneva la calma e cercava di farmi ragionare, quello pacifista, quello romantico che sapeva sempre come sorprendermi.

Ormai non riuscivo ad immaginarmi senza di lui, era diventato il mio punto di riferimento, colui che aveva trascorso con me la notte del mio primo esame cercando di fermare tutte le paranoie, colui che mi aveva sostenuto e asciugato le lacrime quando non avevo superato qualche test dopo averci buttato l’anima, colui che si trovava in prima fila il giorno della mia laurea.

Fui distolta dai miei pensieri dal suono del campanello, corsi come una forsennata sapendo che non poteva essere altro che Julie, la mia migliore amica, aprii la porta di scatto

-Quanto ci hai messo?- gridai

-Ti calmi, per favore? Al telefono non ho capito nulla, ma solo una piagnucolona che urlava “mi vuole parlare” e “mi vuole lasciare”- mi scimmiottò la mia amica come se non fossi già abbastanza isterica.

-Cosa c’è da spiegare? Mat mi ha chiamata chiedendomi di andare da lui perché deve dirmi qualcosa!- urlai come se non fosse ovvio.

-La smetti di urlare? Non ho ancora bisogno di un apparecchio, ci sento benissimo e non mi sembra che ti abbia detto di volerti lasciare o sbaglio?-

-Julie come fai a non capire? Quando un uomo dice di volerti parlare ti vuole lasciare-

-E da quando sei diventata esperta di comportamento maschile? Ti ricordo che tra le due io sono la psicologa-

Senza darmi più agio di parlare, si diresse al mio armadio e lo aprì.

-Vediamo un po’ cosa c’è qui-

Con un dito fece scorrere i diversi abiti e ne prese un paio mostrandomeli.

-Potrebbe andare bene questo, che ne dici?-

Scossi la testa, era troppo elegante non dovevo andare certo ad un galà.

-E questo?-

No era troppo sportivo.

-Ok basta! Indosserai questo e non si discute-

Mi arresi alla sua volontà, quando voleva sapeva essere più testarda di me.

Nel frattempo che mi preparavo cominciò senza che me ne accorgessi la mia seduta psichiatrica.

-Julie, ti prego non sono una tua paziente. Smettila di analizzarmi!-

-Non ti sto analizzando cara, voglio solo darti qualche consiglio per evitare che tu dica o faccia sciocchezze-

-E cosa te lo fa pensare?- ringhiai sull’orlo dell’esasperazione.

-Ti vedo un tantino isterica, sai? Qualche seduta ti farebbe bene-

-Julie!-

-Ok la smetto, mi cucio la bocca!- Fece il segno della zip che chiudeva le labbra, ma non ci avrei scommesso.

Uscii dopo un’eternità dal bagno e mi guardai allo specchio.

-Come mi sta?-

Il vestito che aveva scelto Julie per me era bianco e blu con due spalline a reggerlo e una fascia che lo stringeva al petto mentre si allargava a palloncino fin sopra al ginocchio.

-Quando ti vedrà con questo non avrà più voglia di lasciarti-

-Beh, grazie mille! Se era un tentativo di consolarmi guarda che non ci sei riuscita per niente-

Presi tutto quello che mi occorreva prima di uscire e andare al patibolo.

-Andrà tutto bene, me lo sento- mi confortò Julie

La abbracciai e salii in macchina.

Mi aveva chiesto di andare a casa sua, non che distava molto dal mio appartamento ma in quel momento non mi sentivo in grado di camminare con le mie gambe.

Appena finimmo il college Mat mi chiese di convivere, ma io rifiutai

Sarò stata pazza secondo voi? Ma non credevo sarebbe stata un’ottima cosa, non volevo bruciare le tappe, non credevo nella convivenza prima del matrimonio, io era per il bianco o per il nero, per il tutto o il niente, non conoscevo e  nemmeno mi piacevano le vie di mezzo.

Non vuol dire che qualche volta non ero rimasta a dormire da lui o viceversa, ma preferivo così e grazie al cielo lui non era affatto arrabbiato, gli avevo spiegato il mio punto di vista e lui mi aveva capita.

Avevamo cercato due appartamenti carini non troppo distanti tra di loro e da un anno vivevamo lì.

Parcheggiai fuori casa sua e feci due respiri profondi, dovevo mantenere la calma perché stavo già andando in iperventilazione.

Sfortunatamente per me Mat abitava al quarto piano e l’ascensore era rotto, pensai che avevo più tempo per tranquillizzarmi.

Bussai alla porta, ma nessuno mi aprì.

-Mat sei in casa?- lo chiamai

Nessuna risposta. Provai ad abbassare la maniglia che si aprì, la porta era aperta e con mio grande stupore trovai tutte le luci abbassate, poche candele ad illuminare la stanza e un tavolo al centro apparecchiato per due persone

  Non avevo parole per descrivere le emozioni che provavo in quel momento sollievo, felicità.

Mi sentivo una sciocca per aver pensato che lui potesse lasciarmi, come avevo potuto pensare una cosa del genere?

Non mi avrebbe mai preparato tutto questo se fosse stata la sua intenzione,

lacrime di gioia scesero dal mio viso quando vidi un mazzo di rose rosse sul tavolo.

Due braccia mi avvolsero mentre io lo stringevo forte, non riuscii a trattenere i singhiozzi così Mat mi fece sedere.

-Sophie perché piangi?- mi chiese preoccupato.

-Oh nulla. Sono così felice grazie a te-

Lo abbracciai forte ma non sembrò convinto.

-Non mi sembrano lacrime di gioia-

-E che..-

Mi asciugò le lacrime con le dita, cercando di frenarle.

-Cosa? Con me puoi parlare-

-Ho pensato che volessi lasciarmi e quando sono entrata e ho visto cosa avevi fatto per me, mi sono sentita una stupida-

Prese il mio viso tra le mani e mi baciò dolcemente posò la sua fronte sulla mia e sussurrò piano

-Non devi mai più dirlo, ok?-

Quando finalmente mi calmai mi fece accomodare sul divano.

-Volevo aspettare la fine della serata per chiedertelo, ma date le circostanze credo che neanche io resisterei. E pensare che tra i due dovevo essere io quello nervoso e non tu- ridacchiò

-Ma di cosa stai parlando?-

-Ti amo, Sophie. Sei diventata parte di me, sei diventata una costante della mia vita e so per certo che senza di te sarei perso, ho preso la mia decisione già tanti anni fa e ne sono più convinto che mai, ti voglio al mio fianco, voglio potermi svegliare accanto a te, e potermi addormentare col tuo respiro nel mio. Voglio fare dei progetti di vita, per la vita, con te. Voglio poter gridare finalmente al mondo intero che sei mia e nessuno potrà portarti via da me-

Le lacrime che tanto avevo fatico a far smettere, ora scendevano silenziosamente, senza rumore, complici di quella dichiarazione che stava facendo sciogliere il mio cuore perché mai avevo sognato quelle parole prima di allora.

Mat si inginocchiò di fronte a me, prese una scatolina e la aprì mostrandomi un anello sottile che si intrecciava in una rosa candida e trasparente come se fosse stata di cristallo.

-Vuoi sposarmi?-

Due parole. Dodici lettere. Poteva un essere umano avere tanto amore da esplodere? Poteva un cuore contenere così tanta gioia?

Non sapevo di esserne capace, ma guardavo gli occhi di Matthew lucidi quanto i miei e leggevo dentro di lui le mie stesse emozioni.

-Si-

Mi infilò l’anello al dito e lasciò perdere anche la scatolina, mi prese tra le braccia e mi baciò come mai aveva fatto prima.

Quella fu la notte più bella e indimenticabile della mia vita, ci amammo incondizionatamente, perdermi con lui fu indescrivibile.

Le nostre mani intrecciate, i nostri respiri incatenati, i nostri sguardi innamorati, eravamo solo noi due e nessun altro, il mondo intorno non esisteva più, potevamo restare così per sempre...

 

Il mattino seguente mi ritrovai abbracciata a lui con un braccio che mi circondava il fianco e l’altra mano sulla mia.

Mi sentivo così bene, così beata.

Avevo tutto quello che una donna poteva desiderare una casa, un lavoro, degli amici e un fidanzato nonché futuro marito, suonava proprio bene quella parola.

Mi voltai ad osservarlo, era così tenero quando dormiva con i suoi capelli ribelli più scompigliati del solito, sembrava proprio un bambino.

-Buongiorno- sussurrò non appena aprì gli occhi.

Lo guardai senza parlare.

-Svegliata prima?-

Annuii con la testa accoccolandomi a lui, la sua mano scorreva lungo la mia schiena provocandomi mille brividi.

-Non devi andare a lavoro?-

Scossi la testa

-Comincio questo pomeriggio-

-Allora abbiamo ancora un po’ di tempo- sussurrò prima di baciarmi.

-Eh no! Non mi distrai così facilmente, dobbiamo parlare del matrimonio-

Scoppiò a ridere

-Ecco il mio uragano in azione-

Intanto fantasticavo, già sognando l’abito da sposa, il ricevimento, le bomboniere, i testimoni.

-Che bello! Julie sarà così felice di fare da testimone, chissà se riuscirò a farle indossare un abito color pesca, che ne pensi?-

Alzai gli occhi per vedere la sua faccia quando mi accorsi che non mi ascoltava per niente.

-Hey- gli pizzicai il braccio -Sto parlando da sola?-

-No, scusa. Dicevi?-

-Parlavo di Julie come testimone, ma a cosa stavi pensando?-

-Ho un’altra idea per i testimoni-

-Quale?-

-Avevo pensato ad uno scambio, Julie sarà la mia testimone e William sarà il tuo- sorrise della sua trovata che di geniale non aveva niente.

-Cosa?- urlai scattando dal letto.

-Mat, no! Non farmi questo, no, no, no. Non se ne parla-

Mi alzai furiosa andando in cucina.

Come poteva chiedermi questo? Come?

Sapeva quanto odiassi il suo cosiddetto miglior amico, io non lo sopportavo perché voleva che fosse il mio testimone, nel giorno più importante della mia vita.

-Amore, per favore- mi supplicò

-Perché? Dammi un buon motivo! Dannazione, sai quanto non lo sopporti, io lo odio, lui è solo un pallone gonfiato che si crede di essere il migliore del mondo, il più bello, il più intelligente. Aaah che rabbia!-

Il diavolo che era in me si risvegliava ogni volta che sentiva il suo nome o lo incontrava, era dai tempi del liceo che odiava quel ragazzo, tutti lo veneravano quasi fosse un Dio e lui si era montato la testa.

-Perché siete le persone più importanti della mia vita. Tu sei la mia fidanzata e futura moglie e lui è il mio migliore amico, non sopporto l’idea che appena vi vediate diventate cane e gatto, non voglio dover scegliere tra voi due, ma vorrei che un giorno ci sedessimo tutti quanti a tavola come delle persone civili-

-Sai che non potrà mai accadere, anzi non capisco come siete diventati migliori amici, siete così opposti-

-Non è come credi, lui è un bravo ragazzo. E’ una persona davvero leale, ce ne sono pochi come lui, dovresti solo imparare a conoscerlo e dargli un occasione-

-Sinceramente William che conosco io “sonobelloemenevanto” non è come lo descrivi tu-

Mi guardò con i suoi occhi da cucciolo bastonato.

-Quindi tu vorresti che fosse lui il mio testimone perché stando a stretto contatto potremmo imparare a sopportarci?-

-Beh l’idea non è proprio quella ma ci sei andata vicino-

Sbuffai più volte, Mat mi aveva proprio incastrata.

-Sappi che se non riuscirò a tollerarlo, mando tutto all’aria-

-Credimi non te ne pentirai, anzi lo chiamo per farlo venire qui così gli diamo anche la bella notizia-

Andò a prendere il cellulare lasciandomi da sola e in più nera di rabbia, non era un mistero che anche William odiava me, era reciproco il sentimento, sicuramente non avrebbe fatto i salti di gioia.

Mi preparai una tazza di latte e presi i cereali dalla credenza, ingurgitai un cucchiaio stracolmo rischiando di strozzarmi solo per cercare di impegnare la mia bocca in qualcosa di utile, evitando di dire tutte le diavolerie che mi stavano passando nella testa, masticavo come un cavallo senza preoccuparmi di far rumore, ma ero troppo furiosa al momento per rendermene conto.

Ero costretta a trascorrere i momenti più belli ed emozionanti della mia vita con quel brutto idiota, non stavo nella pelle.

L’abito nuziale, i fiori, gli addobbi, il fotografo...più ci pensavo e più diventavo nera, non che non avessi già pensato di farmi aiutare da un organizzatrice, da sola non ce l’avrei mai fatta ma l’entusiasmo scemava se doveva essere lui ad accompagnarmi, di certo Mat era in buone mani con Julie cosa che non potevo dire di me.

Bussarono alla porta ma non mi scomodai, conoscevo già il soggetto.

-Amore vai ad aprire tu? Sono in bagno-

Bingo!

Ovviamente i miei sospetti erano fondati.

-Che visione celestiale- mi provocò William

-Taci, idiota!-

-Ma come siamo zuccherose-

-Hai finito?-

Ignorò totalmente la mia domanda e si buttò sul divano come se fosse a casa sua, come se io non ci fossi, lo lasciai perdere anch’io come si diceva “il miglior disprezzo è la noncuranza” e così feci.

-Ciao Will, hai fatto in fretta- lo salutò Mat appena entrato in cucina.

-Certo, hai detto che era una cosa importante ed eccomi qui- ricambiò la stretta di mano.

Possibile che solo io vedevo la sua falsità?

Matthew dovette notare il silenzio che era calato nella stanza, ovvero la quiete prima della tempesta perché decise di mettere fine sganciando la bomba, si avvicinò a me e mi prese per mano.

-Ho chiesto a Sophie di sposarmi e lei ha accettato-

Descrivere la sua faccia non era possibile, dire che gli occhi uscirono fuori dalle orbite e che la mascella quasi gli cadeva a terra, era troppo riduttivo.

Dopo un paio di minuti sembrò riprendersi e si congratulò con noi.

-Wow! Congratulazioni, allora...ma..non è troppo..affrettato?-

-Ma cosa dici? Non potrebbe esserci momento migliore- rispose il mio ragazzo abbracciandomi.

-Avete appena finito il college e trovato un lavoro, forse dovreste aspettare-

Sbuffai, era contrariato ne ero sicura, non poteva accettare la felicità del suo migliore amico.

-O forse sei tu a non accettare che io e Mat siamo felici insieme-

Feci finta di non notare l’occhiataccia che mi rivolse il mio ragazzo, ma non potevo ignorare il suo comportamento che di amichevole e fraterno non aveva un bel niente.

-Cosa? Che vorresti insinuare? Che io speri contro di voi? Se Mat è felice lo sono anche io per lui, anche se non capisco cosa ci possa trovare in te non sono così meschino da sperare nella sua infelicità. Cercavo solo di farvi notare anche gli svantaggi-

-Non venire a fare la parte della vittima con me, non credo ad una singola parola di quello che dici, cerchi solo di nascondere l’evidenza cioè che tu non sei d’accordo. E per la cronaca anche io non capisco come Mat ti abbia scelto come suo miglior amico, perché un amico dovrebbe gioire con lui e non rosicare-

Stava di certo per ribattere quando si intromise Mat.

-Adesso basta! Will che diavolo ti prende? Volevo condividere la notizia con te e stai rovinando tutto. Sophie, ti prego di non agire sempre d’impulso. Siete le persone più care che ho e vorrei che almeno per il nostro matrimonio arrivaste ad un punto d’incontro. E’ per questo che volevo che Will fosse il tuo testimone-

L’amico lo guardò scandalizzato, ma di certo non era l’unico.

-Spero tu stia scherzando-

-Nient’affatto! Non fraintendermi ma vorrei davvero che voi iniziaste a comunicare e non potrai rifiutare, perché sarebbe come rifiutare di essere i mio testimone-

Mat quando voleva, sapeva come mettere alle strette qualcuno e anche questa volta ci riuscì, non mi stupivo affatto che avesse scelto di fare l’avvocato, le sue arringhe sapevano essere davvero convincenti.

-Tu hai accettato?- mi chiese stupito Will.

Scrollai le spalle, cos’altro potevo fare?

Non potette fare altro che rassegnarsi anche lui.

-Se è questo quello che vuoi-

-Si è quello che voglio- ribadì Mat come se non fosse già evidente

Li lasciai da soli in cucina senza aggiungere altro, avevo sentito già abbastanza e non avevo voglia di vedere ancora quella faccia di schiaffi, già era troppo pensare che in quei mesi l’avrei visto spesso.

Al solo pensiero, credevo di vomitare.

Mi lasciai cadere di getto sul letto, non sapevo ancora che il mio peggior incubo era appena cominciato e le cose sarebbero pian piano precipitate.

 

 

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Salve a tutti!

E’ da un po’ che avevo in mente questa storia e finalmente sto cercando di metterla su carta, dovrei aggiornare l’altra storia ma sapete meglio di me quando l’ispirazione arriva è meglio lasciarla scorrere libera.

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuarla ovviamente :D

Aspetto le vostre opinioni, un bacio albi ^^

   
 
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