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Autore: Lady Joanne    09/01/2012    4 recensioni
Sophie e Matthew si amano da sempre e vogliono coronare il loro sogno, c'è solo un piccolo imprevisto di nome William.
Lui è il miglior amico di Matthew nonchè peggior nemico di Sophie, le cose cominceranno a prendere una piega diversa quando Matthew li costringerà a diventare amici.
Gli altarini si scoprono e tutto si complica, cosa accadrà realmente?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai fidarsi del nemico.

 

Quella giornata sembrava non voler terminare, solo la sera prima Mat mi aveva proposto di sposarlo e quella stessa mattina mi avevo spiegato la sua brillante idea, erano passate solo poche ore eppure mi sembrava già un’eternità e ancora speravo che fosse tutto un sogno.

Mai come allora desideravo poter tornare in fretta a casa mia per poter metabolizzare tutto quello che era accaduto, io che amavo praticamente il mio lavoro non vedevo l’ora di uscire da quell’ospedale.

Quando l’infermiera venne a comunicarmi che l’ultima paziente aveva disdetto l’appuntamento quasi l’avrei baciata dalla gioia.

Mi sedetti per un attimo dietro la mia scrivania e chiusi gli occhi, la prima cosa che avevo fatto dopo essere uscita dalla casa di Mat era stato chiamare Julie, avevo bisogno davvero di sfogarmi con qualcuno che potesse capirmi.

 

-Mi ha chiesto di sposarlo- lanciai di getto appena Julie rispose.

-E me lo dici così? Ma è fantastico tesoro! Hai visto, lo sapevo che le tue erano solo paranoie- si congratulò ignara della vera tragedia

-E vuole che William sia il mio testimone-

Dall’altro lato del telefono sentii solo una risata.

-Questa è stata proprio bella, ora dimmi la verità-

Quando si accorse che non avevo detto nemmeno una parola quasi mi staccò un timpano.

-Cosa? Oh, no. Dimmi che stai scherzando? A chi è venuta questa idea geniale?-

-A Mat, a chi altri! Vuole che diventiamo amici, che la smettiamo di farci la guerra almeno adesso che c’è il matrimonio, quindi ha pensato bene di fare uno scambio di testimoni, e tu sarai il suo-

-Non ci posso credere, forse sarà la volta buona che diventiate amici-

-Mai! Non dirlo. Solo il pensiero rabbrividisco. Ma ci pensi? Per colpa sua il mio matrimonio è rovinato a priori-

-Basta ignorarlo-

-La fai facile, non sopporto quelle sue battutine idiote, crede di far colpo, ma in testa gli do un colpo!-

La mia amica scoppiò a ridere.

-Prevedo delle belle risate. Mi raccomando tienimi aggiornata-

 

Lei ovviamente se la rideva, mentre a me veniva da piangere.

-Dottoressa, se non c’è altro da fare io ho finito il mio turno-

-Non si preoccupi, può andare-

Dovevo solo ordinare le ultime cartelle cliniche e anche io potevo concludere la giornata, lavoravo come fisioterapista in una clinica privata avevo sempre desiderato poter aiutare le persone che si trovavano in difficoltà, solo che in quel momento avevo bisogno io di essere aiutata.

Chiusi tutto, presi la borsa e mi avviai alla macchina, quando accesi il cellulare trovai delle chiamate di Mat, lo avrei richiamato a casa se non fossi prima crollata in un sonno profondo.

La prima cosa che feci quando arrivai a casa fu un bel bagno caldo, quasi mi ci addormentai tanto ero stanca, quando mi decisi finalmente ad uscire suonarono il campanello e ancora bagnata mi infilai un accappatoio e andai ad aprire la porta.

-E tu che ci fai qui?-

-Anche per me è un piacere vederti-

Odiavo quando evitava di rispondere alle mie domande, ovviamente entrò senza che glielo chiedessi, ma cos’altro mi dovevo aspettare da lui.

-Non mi sembra di averti chiesto di entrare-

-Tu hai un problema-

Se era venuto a casa mia per offendere lo avrei ammazzato.

-Ah si? E quale sarebbe?-

-Semplice! Sono io- sorrise come se avesse appena detto la risposta giusta di un quiz a premi

-E adesso vuoi un applauso? Questa volta però, devo darti ragione, e dimmi tu che sai sempre tutto, esiste un metodo per toglierti dalle...-

-Ah, ah. Non si dicono parolacce- mosse il dito come per ammonire una bambina, lo avrei picchiato sicuramente.

-Dobbiamo mettere le cose in chiaro-

-Noi non dobbiamo proprio un bel niente-

-Si tratta così il testimone di nozze, è scortese da parte tua non trovi?-

-Vai al diavolo!-

Stavo seriamente pensando di cacciarlo fuori.

-Ci andrei volentieri, ma non è ancora il mio turno-

-Se hai finito e mi spieghi perché sei venuto, forse è meglio-

-Non credere di essere l’unica ad aver subito la decisione di Mat, ma la rispetto quindi non ti sbarazzerai di me tanto facilmente-

-Se non ti conoscessi direi quasi che è una minaccia bella e buona, ma è solo un tuo modo per sottolineare che mi darai il tormento fino al giorno del matrimonio, ma non sprecarti caro. Non so come hai fatto a conquistarti la fiducia del mio ragazzo, ma puoi star certo che con me  non attacca. E’ inutile che fai la parte del buon amico, a te non importa nulla di tutto questo e non ho intenzione di renderti partecipe dei preparativi-

-Se la metti così sono costretto a dire a Mat che non si farà nulla-

Brutto stronzo! Ma come si permetteva di minacciarmi.

-Saresti capace di deluderlo così?-

-Tu credi che io non voglia che voi due vi sposiate?-

-Esatto!-

-Beh, hai ragione ma non per il motivo che credi tu-

Alzai un sopracciglio indispettita.

-Io voglio la felicità di Mat, ma non credo che possa trovarla con te-

-Mat mi ama, con chi altri potrebbe essere felice, spiegamelo!-

-Ma tu lo ami?-

Il suo sguardo mi penetrò a fondo e quasi dimenticai la domanda che mi aveva fatto.

-Ma certo che si! Che domande, sono-

Sorrise vittorioso, ma era impazzito?

-Lo sapevo, non ne sei sicura-

-Tu non sa nulla di me, hai capito? Questa conversazione è durata anche troppo. Fuori di qui, ora!-

-Non credere di potermi tener fuori, Mat ha deciso che sarò il tuo consulente matrimoniale, cara quindi ti consiglio di collaborare quando ti sarà passato il dente avvelenato che hai, chiamami e ci organizziamo-

Stava per andarsene ma si fermò a metà strada e aggiunse.

-Dovresti prendere un po’ di zucchero in più, anche se per addolcire un limone acido come te ci vorrebbe una cisterna-

Riuscì a pararsi in fretta perché la mia pantofola colpì la porta, sfortunatamente.

-Ha parlato Mr Simpatia- urlai sicura che avesse ascoltato.

Osava venire a casa mia a dettar legge su di me e sul mio matrimonio, ma chi si credeva di essere?

Quel ragazzo riusciva a far uscire il peggio di me, la scaricatrice di porto che non ero affatto, ero insofferente alla sua presenza, non lo tolleravo.

Voleva insinuare dei dubbi nei miei sentimenti per Mat, ma non ci sarebbe riuscito, Mat sarebbe stato felice con me e io con lui, con chi altri potevo esserlo?

Che nervi! Avevo bisogno di un tranquillante, se volevo arrivare al giorno del matrimonio, io e Mat dovevamo ancora scrivere la lista degli invitati, scegliere la data, il luogo.

Lo chiamai giusto per auguragli la buona notte, sentire la sua voce mi aiutò a dormire meglio, ma non sapevo che i guai erano solo all’inizio.

Quella fu la prima notte che sognai William...

 

-Buongiorno Amore- mi salutò Mat non appena arrivai al nostro solito bar, mi baciò e mi strinse a sé.

-Mi sei mancata-

-Anche tu- sussurrai, sentivo ancora addosso il sogno di quella notte e volevo che la sua presenza lo facesse sparire.

Ci sedemmo ad un tavolo ed ordinammo.

-Mat non abbiamo ancora parlato della data-

-Credevo non ci fossero dubbi su quella- mi sorrise e non potei che contraccambiarlo

-8 Marzo- dicemmo entrambi

Quello era un giorno speciale, da lì tutto era iniziato e così sarebbe continuato per sempre, quattro anni prima Mat mi aveva fatto trovare milioni di rose nella mia camera al college e da allora non ci eravamo mai separati.

Sapeva sempre come prendermi, come frenare i miei attacchi isterici, non riuscivo ad essere arrabbiata più di cinque minuti quando lui era con me, sapeva come farmi sorridere anche se ero nera di rabbia.

Ecco cosa mi piaceva di noi, quella complicità che c’era, quei litigi dove ero l’unica ad urlare perché sapeva che uragano potessi essere e poverino era costretto solo ad assecondarmi in quei momenti di follia.

-Vorrei tanto celebrare il matrimonio nella chiesetta giù in paese-

-Sapevo che me lo avresti detto, e infatti ho già contattato il sacerdote-

Saltai dalla gioia e corsi ad abbracciarlo

-Ma come farei senza di te?-

-E’ per questo che hai deciso di sposarmi o no?-

I nostri due cappuccini e croissant arrivarono giusto in tempo per non sentire brontolare il mio stomaco, tra un morso e l’altro riuscii a dirgli che avevo preso appuntamento con un catering e oggi dovevo andare a parlare con la responsabile.

Avevamo un nostro luogo speciale e lì ci saremmo sposati, c’era una villetta che affacciava sul lago che aveva sempre catturato i miei pensieri.

Ero solo una bambina quando i miei genitori mi portarono a fare una passeggiata e avevo subito provato un emozione grandissima nel vedere quel panorama, sarebbe stato tutto perfetto.

-Vorrei tanto accompagnarti, ma oggi devo andare in tribunale-

-Oh non preoccuparti, posso andarci anche da sola-

-Potresti chiamare Will-

Quasi il cappuccino mi andò di traverso, avevo dimenticato quel particolare.

-Oppure potrei dirlo a Julie-

Il suo sguardo la diceva lunga, ma non mi arresi.

-Ti prego, Mat! Io non ce la faccio, non ci riesco a fingere. Non puoi chiedermelo davvero-

Fui salvata in calcio d’angolo dal suo cellulare.

-Mi dispiace devo andare, ma ne riparleremo-

Sapevo che non l’avrei passata liscia, mi lasciò un bacio sulla fronte e andò via.

La prossima volta che ne avremmo parlato non mi sarei fatta cogliere impreparata, capivo il suo punto di vista ma doveva capire anche lui il mio, non poteva pensare di cambiare un opinione che andava avanti da ben dieci anni.

Conoscevo William già prima di incontrare lui, anche se i nostri rapporti non sono mai stati ottimi, non ci siamo mai rivolti la parola e quelle poche volte che è accaduto non aveva fatto altro che alimentare l’opinione che avevo di lui, le ragazze lo amavano, i ragazzi cercavano di imitarlo e lui si sentiva importante, credeva di essere onnipotente e poter prendere in giro qualsiasi persona non gli andasse a genio.

Tutta la mattinata fui trattenuta a telefono da mia madre che aveva appena saputo la notizia da mia sorella.

-Oh tesoro, sono così felice per te. Mi chiedevo quando Mat ti avrebbe fatto la proposta, state insieme da una vita. Non vedo l’ora di dirlo alle mie amiche e ai vicini-

-Già che ci sei, metti i cartelloni-

-Come sei spiritosa, cara. Lo so quella è l’aria del matrimonio, adesso ti sembra di vivere in un sogno-

Mia madre aveva senso dell’umorismo meno di zero, questo ormai era scontato.

-Avete già deciso la data? E il luogo? E gli invitati? Quali bomboniere sceglierai? Oh no, no. Non dirmi nulla, prenderò l’aereo appena possibile e verrò lì. Dobbiamo scegliere tante cose-

Ecco che mia madre partiva a raffica e non solo, faceva domanda e risposta contemporaneamente.

-Mamma non c’è bisogno che venga qui, ho già contattato un organizzatrice-

-Ma devo vedere come vanno le cose, su tesoro solo pochi giorni-

Non potevo dirle di no, ormai aveva già deciso quindi perché non accontentarla.

-Ok ma avvisami in tempo, almeno. Viene anche papà?-

-No purtroppo non può lasciare il lavoro-

Non avrei retto una rimpatriata in famiglia così su due piedi, sapevano essere morbosi quando volevano, motivo in più per cui mi ero trasferita in un altro stato.

Era bello stare con loro quando non li vedevi da molto tempo, se già vivevi sotto lo stesso tetto 24 ore su 24, la situazione era un po’ diversa.

Mangiai un panino al volo e andai all’appuntamento, mi fecero attendere un paio di minuti e subito conobbi la mia wedding planer.

Già dall’abbigliamento potevo capire che era una persona esuberante e che amava mettersi in mostra.

-Piacere di conoscerti io sono Lindy-

-Piacere, Sophie-

-Vorrei iniziare a mostrarti dei cataloghi se non dobbiamo aspettare nessuno-

-No, no sono da sola- la rassicurai.

-Ma come! Volete già sbarazzarvi di me?-

Sperai con tutto il cuore che quella voce non fosse la sua, ma bastò voltarmi per capire che le mie speranze erano vane.

-Sei arrivato giusto in tempo, tu devi essere lo sposo. Congratulazioni-

Avrei dovuto licenziare quella donna solo per le parole che aveva osato dire, mi gelai completamente mentre il signorino al mio fianco se la rideva.

-Mi dispiace deluderla, ma non mi è stato fatto omaggio di quest’onore. Io sono il testimone-

Continuavo a vedere un sorriso sulla sua faccia, contento che qualcuno fosse riuscito a zittirmi e soprattutto della mia reazione.

-Oh che sbadata! Beh ancora meglio i testimoni di nozze sono i miglior consulenti-

Si avvicinò quel poco che bastava, giusto per punzecchiarmi.

-Hai visto? Dovresti ascoltare i consigli altrui-

-Stai zitto!- risposi tra i denti, continuando a mantenere un sorriso davanti alla ragazza, ignara dei miei pensieri violenti.

William scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Lindy, mi allontanai per sussurrarle

-Non ci faccia caso, il ragazzo ha dei problemi-

La donna fece una faccia dispiaciuta, capendo che qualcosa non andava in lui.

-Hey, guarda che ti ho sentito!-

Alzai le spalle rassegnata mentre la donna lo guardava quasi con commiserazione, per quelle rotelle fuori posto che io sapevo che lui aveva.

Cercai di trattenere una grossa risata, sarebbe stato scortese scoppiarle a ridere in faccia.

Ci fece accomodare nel suo studio e cominciammo a parlare di tutto ciò che avevamo deciso io e Mat, dalla data alla chiesetta, e infine la villa che avevamo scelto.

-Sapete già il numero degli invitati?-

La osservavo mentre scriveva quasi avesse una mitraglietta nelle mani.

-Dovremmo essere settanta persone, ma controlleremo meglio-

-Ok mancano solo sei mesi e dobbiamo decidere l’abito, gli addobbi per la chiesa e per la villa, i fiori, le bomboniere e il menù. Possiamo farcela!-

Quella donna era esaurita, più di William che al momento se ne stava tutto silenzioso e fissava dei punti imprecisi, chissà perché quando c’era da fare baldoria o mettersi in mostra era sempre il primo pronto a fare battutine, quando invece si parlava di cose serie che non riguardavano lui come il mio matrimonio, si trasformava.

-Devo lasciarvi un attimo da soli, ma cominciate già a sfogliare questi-

Quando aprii il libro che mi aveva dato, mi persi totalmente tra quelle immagini, era pieno di foto di varie chiese addobbate, alcuni erano troppo sfarzosi, altri semplici come piacevano a me.

Ero troppo indecisa, avevo bisogno di un consiglio.

-Secondo me questo è quello più adatto a te- mi sorprese William

La foto mostrava l’entrata principale della chiesa con un velo rosa perla che cadeva trasversalmente e su un lato era stato posizionato un pilastro circolare bianco come il tappeto che conteneva dei petali da lanciare al posto del solito riso.

-Non mi sembra di averti chiesto un parere-

-Scrollò le spalle, senza fregarsene però a quel punto io ero curiosa da morire

-Perché sarebbe quello più adatto?-

-Allora ti interessa la mia opinione?- sorrise beffardo

-No!- urlai

-Sei così testarda!- sospirò sorprendendomi.

-Allora?-

Volevo una risposta, non poteva evitare di rispondere a tutte le mie domande.

-Perchè per quanto tu possa essere complicata, ti piacciono le cose semplici-

Io complicata?

Lo guardai meglio per capire se questa era un’altra delle sue battute, ma non lo era affatto.

-Quindi io sarei complicata?-

-Non lo immagini neppure-

Non ebbi il tempo di indagare che rientrò Lindy, quando vide la foto approvò la mia scelta, anche se a dir la verità non l’avevo scelto io, ma dovevo ammettere che piaceva anche a me, quindi non dissi nulla.

Presi un altro appuntamento con lei e la salutai.

Ancora non avevo capito come faceva William a sapere di quell’incontro.

-Aspetta!- lo fermai fuori al negozio prima che andasse via.

Si girò lentamente incuriosito da quella improvvisa vicinanza che in realtà non mi spiegavo nemmeno io.

-Come facevi a sapere di oggi?-

Scoppiò a ridere e compresi, Mat lo aveva informato.

-Saresti venuto lo stesso se te lo avessi chesto io?-

Si avvicinò e mi inchiodò con i suoi occhi azzurri.

-Mi volevi?-

No, io non lo sopportavo, non lo volevo però...

-Non lo so- fui più sincera di quanto mi aspettassi e a lui non dispiacque affatto.

Ma cosa mi stava succedendo?

Il mondo cominciava a girare al contrario o ero io quella strana?

Con mille timori tornai a casa, non sarebbe dovuto più succedere, con William mi sentivo troppo vulnerabile non potevo permettermi di aprirmi con lui, avrei dovuto difendermi e così sarebbe stato...

 

__________________

*.* Grazie mille a tutte per l’incoraggiamento che mi avete dato, siete davvero meravigliose e come regalo ho cercato di pubblicare il più in fretta possibile.

Secondo voi, questi due smetteranno mai di litigare?

Sembrano proprio cane e gatto.

Come vedete qualcosa sta cominciando a cambiare, ma nessuno dei due lo vuole accettare e così preferiscono dar voce a sentimenti opposti e mentre magari stanno sorridendo l’attimo dopo ecco che si riazzuffano.

Il tempo riuscirà a fare miracoli?

Cercherò di pubblicare la prox settimana, se tutto va bene e l’università non scombina i miei piani dovrei farcela lunedì prossimo, nel frattempo un po’ di suspance fa sempre bene, un bacio a tutte voi ^^ aLbi

 

   
 
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