Mai fidarsi
del nemico.
Quella giornata sembrava non voler terminare, solo la sera prima Mat mi aveva proposto di sposarlo e quella stessa mattina
mi avevo spiegato la sua brillante idea, erano passate solo poche ore eppure mi
sembrava già un’eternità e ancora speravo che fosse tutto un sogno.
Mai come allora desideravo poter tornare in fretta a casa mia per poter
metabolizzare tutto quello che era accaduto, io che amavo praticamente il mio
lavoro non vedevo l’ora di uscire da quell’ospedale.
Quando l’infermiera venne a comunicarmi che l’ultima paziente aveva
disdetto l’appuntamento quasi l’avrei baciata dalla gioia.
Mi sedetti per un attimo dietro la mia scrivania e chiusi gli occhi, la
prima cosa che avevo fatto dopo essere uscita dalla casa di Mat
era stato chiamare Julie, avevo bisogno davvero di sfogarmi con qualcuno che
potesse capirmi.
-Mi ha chiesto
di sposarlo- lanciai di getto appena Julie rispose.
-E me lo dici
così? Ma è fantastico tesoro! Hai visto, lo sapevo che le tue erano solo
paranoie- si congratulò ignara della vera tragedia
-E vuole che
William sia il mio testimone-
Dall’altro lato
del telefono sentii solo una risata.
-Questa è stata
proprio bella, ora dimmi la verità-
Quando si
accorse che non avevo detto nemmeno una parola quasi mi staccò un timpano.
-Cosa? Oh, no.
Dimmi che stai scherzando? A chi è venuta questa idea geniale?-
-A Mat, a chi altri! Vuole che diventiamo amici, che la
smettiamo di farci la guerra almeno adesso che c’è il matrimonio, quindi ha
pensato bene di fare uno scambio di testimoni, e tu sarai il suo-
-Non ci posso
credere, forse sarà la volta buona che diventiate amici-
-Mai! Non
dirlo. Solo il pensiero rabbrividisco. Ma ci pensi? Per colpa sua il mio
matrimonio è rovinato a priori-
-Basta
ignorarlo-
-La fai facile,
non sopporto quelle sue battutine idiote, crede di far colpo, ma in testa gli
do un colpo!-
La mia amica
scoppiò a ridere.
-Prevedo delle
belle risate. Mi raccomando tienimi aggiornata-
Lei ovviamente se la rideva, mentre a me veniva da piangere.
-Dottoressa, se non c’è altro da fare io ho finito il mio turno-
-Non si preoccupi, può andare-
Dovevo solo ordinare le ultime cartelle cliniche e anche io potevo
concludere la giornata, lavoravo come fisioterapista in una clinica privata
avevo sempre desiderato poter aiutare le persone che si trovavano in
difficoltà, solo che in quel momento avevo bisogno io di essere aiutata.
Chiusi tutto, presi la borsa e mi avviai alla macchina, quando accesi il
cellulare trovai delle chiamate di Mat, lo avrei
richiamato a casa se non fossi prima crollata in un sonno profondo.
La prima cosa che feci quando arrivai a casa fu un bel bagno caldo, quasi
mi ci addormentai tanto ero stanca, quando mi decisi finalmente ad uscire
suonarono il campanello e ancora bagnata mi infilai un accappatoio e andai ad
aprire la porta.
-E tu che ci fai qui?-
-Anche per me è un piacere vederti-
Odiavo quando evitava di rispondere alle mie domande, ovviamente entrò
senza che glielo chiedessi, ma cos’altro mi dovevo aspettare da lui.
-Non mi sembra di averti chiesto di entrare-
-Tu hai un problema-
Se era venuto a casa mia per offendere lo avrei ammazzato.
-Ah si? E quale sarebbe?-
-Semplice! Sono io- sorrise come se avesse appena detto la risposta giusta
di un quiz a premi
-E adesso vuoi un applauso? Questa volta però, devo darti ragione, e dimmi
tu che sai sempre tutto, esiste un metodo per toglierti dalle...-
-Ah, ah. Non si dicono parolacce- mosse il dito come per ammonire una
bambina, lo avrei picchiato sicuramente.
-Dobbiamo mettere le cose in chiaro-
-Noi non dobbiamo proprio un bel niente-
-Si tratta così il testimone di nozze, è scortese da parte tua non trovi?-
-Vai al diavolo!-
Stavo seriamente pensando di cacciarlo fuori.
-Ci andrei volentieri, ma non è ancora il mio turno-
-Se hai finito e mi spieghi perché sei venuto, forse è meglio-
-Non credere di essere l’unica ad aver subito la decisione di Mat, ma la rispetto quindi non ti sbarazzerai di me tanto
facilmente-
-Se non ti conoscessi direi quasi che è una minaccia bella e buona, ma è
solo un tuo modo per sottolineare che mi darai il tormento fino al giorno del
matrimonio, ma non sprecarti caro. Non so come hai fatto a conquistarti la
fiducia del mio ragazzo, ma puoi star certo che con me non attacca. E’ inutile che fai la parte del
buon amico, a te non importa nulla di tutto questo e non ho intenzione di
renderti partecipe dei preparativi-
-Se la metti così sono costretto a dire a Mat che
non si farà nulla-
Brutto stronzo! Ma come si permetteva di minacciarmi.
-Saresti capace di deluderlo così?-
-Tu credi che io non voglia che voi due vi sposiate?-
-Esatto!-
-Beh, hai ragione ma non per il motivo che credi tu-
Alzai un sopracciglio indispettita.
-Io voglio la felicità di Mat, ma non credo che
possa trovarla con te-
-Mat mi ama, con chi altri potrebbe essere felice,
spiegamelo!-
-Ma tu lo ami?-
Il suo sguardo mi penetrò a fondo e quasi dimenticai la domanda che mi
aveva fatto.
-Ma certo che si! Che domande, sono-
Sorrise vittorioso, ma era impazzito?
-Lo sapevo, non ne sei sicura-
-Tu non sa nulla di me, hai capito? Questa conversazione è durata anche
troppo. Fuori di qui, ora!-
-Non credere di potermi tener fuori, Mat ha
deciso che sarò il tuo consulente matrimoniale, cara quindi ti consiglio di
collaborare quando ti sarà passato il dente avvelenato che hai, chiamami e ci
organizziamo-
Stava per andarsene ma si fermò a metà strada e aggiunse.
-Dovresti prendere un po’ di zucchero in più, anche se per addolcire un
limone acido come te ci vorrebbe una cisterna-
Riuscì a pararsi in fretta perché la mia pantofola colpì la porta,
sfortunatamente.
-Ha parlato Mr Simpatia- urlai sicura che avesse
ascoltato.
Osava venire a casa mia a dettar legge su di me e sul mio matrimonio, ma
chi si credeva di essere?
Quel ragazzo riusciva a far uscire il peggio di me, la scaricatrice di
porto che non ero affatto, ero insofferente alla sua presenza, non lo
tolleravo.
Voleva insinuare dei dubbi nei miei sentimenti per Mat,
ma non ci sarebbe riuscito, Mat sarebbe stato felice
con me e io con lui, con chi altri potevo esserlo?
Che nervi! Avevo bisogno di un tranquillante, se volevo arrivare al giorno
del matrimonio, io e Mat dovevamo ancora scrivere la
lista degli invitati, scegliere la data, il luogo.
Lo chiamai giusto per auguragli la buona notte, sentire la sua voce mi
aiutò a dormire meglio, ma non sapevo che i guai erano solo all’inizio.
Quella fu la prima notte che sognai William...
-Buongiorno Amore- mi salutò Mat non appena
arrivai al nostro solito bar, mi baciò e mi strinse a sé.
-Mi sei mancata-
-Anche tu- sussurrai, sentivo ancora addosso il sogno di quella notte e
volevo che la sua presenza lo facesse sparire.
Ci sedemmo ad un tavolo ed ordinammo.
-Mat non abbiamo ancora parlato della data-
-Credevo non ci fossero dubbi su quella- mi sorrise e non potei che
contraccambiarlo
-8 Marzo- dicemmo entrambi
Quello era un giorno speciale, da lì tutto era iniziato e così sarebbe
continuato per sempre, quattro anni prima Mat mi
aveva fatto trovare milioni di rose nella mia camera al college e da allora non
ci eravamo mai separati.
Sapeva sempre come prendermi, come frenare i miei attacchi isterici, non
riuscivo ad essere arrabbiata più di cinque minuti quando lui era con me,
sapeva come farmi sorridere anche se ero nera di rabbia.
Ecco cosa mi piaceva di noi, quella complicità che c’era, quei litigi dove
ero l’unica ad urlare perché sapeva che uragano potessi essere e poverino era
costretto solo ad assecondarmi in quei momenti di follia.
-Vorrei tanto celebrare il matrimonio nella chiesetta giù in paese-
-Sapevo che me lo avresti detto, e infatti ho già contattato il sacerdote-
Saltai dalla gioia e corsi ad abbracciarlo
-Ma come farei senza di te?-
-E’ per questo che hai deciso di sposarmi o no?-
I nostri due cappuccini e croissant arrivarono giusto in tempo per non
sentire brontolare il mio stomaco, tra un morso e l’altro riuscii a dirgli che
avevo preso appuntamento con un catering e oggi dovevo andare a parlare con la
responsabile.
Avevamo un nostro luogo speciale e lì ci saremmo sposati, c’era una
villetta che affacciava sul lago che aveva sempre catturato i miei pensieri.
Ero solo una bambina quando i miei genitori mi portarono a fare una
passeggiata e avevo subito provato un emozione grandissima nel vedere quel
panorama, sarebbe stato tutto perfetto.
-Vorrei tanto accompagnarti, ma oggi devo andare in tribunale-
-Oh non preoccuparti, posso andarci anche da sola-
-Potresti chiamare Will-
Quasi il cappuccino mi andò di traverso, avevo dimenticato quel
particolare.
-Oppure potrei dirlo a Julie-
Il suo sguardo la diceva lunga, ma non mi arresi.
-Ti prego, Mat! Io non ce la faccio, non ci
riesco a fingere. Non puoi chiedermelo davvero-
Fui salvata in calcio d’angolo dal suo cellulare.
-Mi dispiace devo andare, ma ne riparleremo-
Sapevo che non l’avrei passata liscia, mi lasciò un bacio sulla fronte e
andò via.
La prossima volta che ne avremmo parlato non mi sarei fatta cogliere
impreparata, capivo il suo punto di vista ma doveva capire anche lui il mio,
non poteva pensare di cambiare un opinione che andava avanti da ben dieci anni.
Conoscevo William già prima di incontrare lui, anche se i nostri rapporti
non sono mai stati ottimi, non ci siamo mai rivolti la parola e quelle poche
volte che è accaduto non aveva fatto altro che alimentare l’opinione che avevo
di lui, le ragazze lo amavano, i ragazzi cercavano di imitarlo e lui si sentiva
importante, credeva di essere onnipotente e poter prendere in giro qualsiasi
persona non gli andasse a genio.
Tutta la mattinata fui trattenuta a telefono da mia madre che aveva appena
saputo la notizia da mia sorella.
-Oh tesoro, sono così felice per te. Mi chiedevo quando Mat
ti avrebbe fatto la proposta, state insieme da una vita. Non vedo l’ora di
dirlo alle mie amiche e ai vicini-
-Già che ci sei, metti i cartelloni-
-Come sei spiritosa, cara. Lo so quella è l’aria del matrimonio, adesso ti
sembra di vivere in un sogno-
Mia madre aveva senso dell’umorismo meno di zero, questo ormai era
scontato.
-Avete già deciso la data? E il luogo? E gli invitati? Quali bomboniere
sceglierai? Oh no, no. Non dirmi nulla, prenderò l’aereo appena possibile e
verrò lì. Dobbiamo scegliere tante cose-
Ecco che mia madre partiva a raffica e non solo, faceva domanda e risposta
contemporaneamente.
-Mamma non c’è bisogno che venga qui, ho già contattato un organizzatrice-
-Ma devo vedere come vanno le cose, su tesoro solo pochi giorni-
Non potevo dirle di no, ormai aveva già deciso quindi perché non
accontentarla.
-Ok ma avvisami in tempo, almeno. Viene anche papà?-
-No purtroppo non può lasciare il lavoro-
Non avrei retto una rimpatriata in famiglia così su due piedi, sapevano
essere morbosi quando volevano, motivo in più per cui mi ero trasferita in un
altro stato.
Era bello stare con loro quando non li vedevi da molto tempo, se già vivevi
sotto lo stesso tetto 24 ore su 24, la situazione era un po’ diversa.
Mangiai un panino al volo e andai all’appuntamento, mi fecero attendere un
paio di minuti e subito conobbi la mia wedding planer.
Già dall’abbigliamento potevo capire che era una persona esuberante e che
amava mettersi in mostra.
-Piacere di conoscerti io sono Lindy-
-Piacere, Sophie-
-Vorrei iniziare a mostrarti dei cataloghi se non dobbiamo aspettare
nessuno-
-No, no sono da sola- la rassicurai.
-Ma come! Volete già sbarazzarvi di me?-
Sperai con tutto il cuore che quella voce non fosse la sua, ma bastò voltarmi
per capire che le mie speranze erano vane.
-Sei arrivato giusto in tempo, tu devi essere lo sposo. Congratulazioni-
Avrei dovuto licenziare quella donna solo per le parole che aveva osato
dire, mi gelai completamente mentre il signorino al mio fianco se la rideva.
-Mi dispiace deluderla, ma non mi è stato fatto omaggio di quest’onore. Io
sono il testimone-
Continuavo a vedere un sorriso sulla sua faccia, contento che qualcuno
fosse riuscito a zittirmi e soprattutto della mia reazione.
-Oh che sbadata! Beh ancora meglio i testimoni di nozze sono i miglior
consulenti-
Si avvicinò quel poco che bastava, giusto per punzecchiarmi.
-Hai visto? Dovresti ascoltare i consigli altrui-
-Stai zitto!- risposi tra i denti, continuando a mantenere un sorriso davanti
alla ragazza, ignara dei miei pensieri violenti.
William scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Lindy,
mi allontanai per sussurrarle
-Non ci faccia caso, il ragazzo ha dei problemi-
La donna fece una faccia dispiaciuta, capendo che qualcosa non andava in
lui.
-Hey, guarda che ti ho sentito!-
Alzai le spalle rassegnata mentre la donna lo guardava quasi con
commiserazione, per quelle rotelle fuori posto che io sapevo che lui aveva.
Cercai di trattenere una grossa risata, sarebbe stato scortese scoppiarle a
ridere in faccia.
Ci fece accomodare nel suo studio e cominciammo a parlare di tutto ciò che
avevamo deciso io e Mat, dalla data alla chiesetta, e
infine la villa che avevamo scelto.
-Sapete già il numero degli invitati?-
La osservavo mentre scriveva quasi avesse una mitraglietta nelle mani.
-Dovremmo essere settanta persone, ma controlleremo meglio-
-Ok mancano solo sei mesi e dobbiamo decidere l’abito, gli addobbi per la
chiesa e per la villa, i fiori, le bomboniere e il menù. Possiamo farcela!-
Quella donna era esaurita, più di William che al momento se ne stava tutto
silenzioso e fissava dei punti imprecisi, chissà perché quando c’era da fare
baldoria o mettersi in mostra era sempre il primo pronto a fare battutine,
quando invece si parlava di cose serie che non riguardavano lui come il mio
matrimonio, si trasformava.
-Devo lasciarvi un attimo da soli, ma cominciate già a sfogliare questi-
Quando aprii il libro che mi aveva dato, mi persi totalmente tra quelle
immagini, era pieno di foto di varie chiese addobbate, alcuni erano troppo
sfarzosi, altri semplici come piacevano a me.
Ero troppo indecisa, avevo bisogno di un consiglio.
-Secondo me questo è quello più adatto a te- mi sorprese William
La foto mostrava l’entrata principale della chiesa con un velo rosa perla
che cadeva trasversalmente e su un lato era stato posizionato un pilastro
circolare bianco come il tappeto che conteneva dei petali da lanciare al posto
del solito riso.
-Non mi sembra di averti chiesto un parere-
-Scrollò le spalle, senza fregarsene però a quel punto io ero curiosa da
morire
-Perché sarebbe quello più adatto?-
-Allora ti interessa la mia opinione?- sorrise beffardo
-No!- urlai
-Sei così testarda!- sospirò sorprendendomi.
-Allora?-
Volevo una risposta, non poteva evitare di rispondere a tutte le mie
domande.
-Perchè per quanto tu possa essere complicata, ti piacciono le
cose semplici-
Io complicata?
Lo guardai meglio per capire se questa era un’altra delle sue battute, ma
non lo era affatto.
-Quindi io sarei complicata?-
-Non lo immagini neppure-
Non ebbi il tempo di indagare che rientrò Lindy,
quando vide la foto approvò la mia scelta, anche se a dir la verità non l’avevo
scelto io, ma dovevo ammettere che piaceva anche a me, quindi non dissi nulla.
Presi un altro appuntamento con lei e la salutai.
Ancora non avevo capito come faceva William a sapere di quell’incontro.
-Aspetta!- lo fermai fuori al negozio prima che andasse via.
Si girò lentamente incuriosito da quella improvvisa vicinanza che in realtà
non mi spiegavo nemmeno io.
-Come facevi a sapere di oggi?-
Scoppiò a ridere e compresi, Mat lo aveva
informato.
-Saresti venuto lo stesso se te lo avessi chesto
io?-
Si avvicinò e mi inchiodò con i suoi occhi azzurri.
-Mi volevi?-
No, io non lo sopportavo, non lo volevo però...
-Non lo so- fui più sincera di quanto mi aspettassi e a lui non dispiacque
affatto.
Ma cosa mi stava succedendo?
Il mondo cominciava a girare al contrario o ero io quella strana?
Con mille timori tornai a casa, non sarebbe dovuto più succedere, con
William mi sentivo troppo vulnerabile non potevo permettermi di aprirmi con
lui, avrei dovuto difendermi e così sarebbe stato...
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*.* Grazie mille a
tutte per l’incoraggiamento che mi avete dato, siete davvero meravigliose e
come regalo ho cercato di pubblicare il più in fretta possibile.
Secondo voi, questi
due smetteranno mai di litigare?
Sembrano proprio cane
e gatto.
Come vedete qualcosa
sta cominciando a cambiare, ma nessuno dei due lo vuole accettare e così
preferiscono dar voce a sentimenti opposti e mentre magari stanno sorridendo l’attimo
dopo ecco che si riazzuffano.
Il tempo riuscirà a
fare miracoli?
Cercherò di pubblicare
la prox settimana, se tutto va bene e l’università
non scombina i miei piani dovrei farcela lunedì prossimo, nel frattempo un po’ di
suspance fa sempre bene, un bacio a tutte voi ^^ aLbi