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Autore: Eradil Max Alexander    05/01/2012    0 recensioni
Lyla è una tranquilla ragazza che abita a Lake Louise in Canada.
la vita nel piccolo villaggio turistico montano scorre tranquillo tra una passeggiata sulle rive del lago e il lavoro nella bottega dello zio dove dipinge i massi che racoglie.
fino alla notte in cui sul suo balcone non trova un uomo confuso e ferito con una strana ferita vicino alla clavicola....da quel momento per lyla nulla sarà più come prima. la sua vita cambierà irrimediabilmente costretta ad affrontare una realtà di cui non immaginava nemmeno l'esistenza.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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silver moonlight 27

Dal bagno provenivano rumori attutiti, forse connor voleva approfittare della sua assenza per scappare e questo non poteva permetterlo.

Chiuse gli occhi e fece un enorme respiro, provando a calmare il senso di panico che aveva cominciato a provare.

Si rialzò in piedi e inciampando nei suoi stessi piedi tornò in bagno dove si aspettava di vedere connor già con una gamba fuori dalla finestra pronto a fuggire.

Invece lo trovò ancora li, coricato a terra con le mani intrecciate sugli occhi.

- hai sbollito tigre?-

  • tu. Taci.- disse furiosa.

Poi si allungò sopra al lavandino per prendere del cotone e il disinfettante.

  • sissignora.- fu il commento divertito di connor.

Lyla gli lanciò un'occhiataccia che lo zittì, senza però togliergli il ghigno furbo dal viso.

Imbevendo il cotone con una generosa dose di disinfettante lyla cominciò a pulire il petto di connor. Ma più sangue riusciva a levare dalla ferita alla clavicola più la familiare sensazione di inquietudine che era sua compagna da tutto il giorno riacquistava spazio dentro di lei.

  • ma che diavolo...- credeva ormai di averle viste tutte. Ma quando infine l'ultima incrostazione di sangue venne lavata via, lyla capì che quello era solo l'inizio di un qualcosa che avrebbe cambiato le vite di molte persone, ma soprattutto, la sua e quella di connor.

  • lo sapevo...lo sapevo che....- si sentiva una stupida. Ci era cascata in pieno. Quel bastardo l'aveva ingannata con una facilità disarmante. Si era lasciata convincere che fossero stati entrami vittime di un nemico fantasma. Ma li l'unico nemico era lui. Lo provava quello che aveva appena visto.

  • Sapevi cosa? Lyla calmati per favore.- connor si mise seduto sul pavimento e la afferrò per le braccia cercando di calmarla.

Con un gesto violento lei si liberò della presa di connor e si allontanò, mettendo quanta più distanza possibile tra di loro nello spazio ristretto del bagno.

  • non osare toccarmi mostro!- lyla continuava ad arretrare camminando come un ragno sulle mani e sui piedi fino a quando non raggiunse la porta che dava sulla sua camera da letto.

  • Lyla fermati per favore! Cosa...?- gli occhi di connor si spalancarono quasi al loro massimo. Raggelò all'improvviso quando vide lyla tornare con una lampada da comodino in mano.

La fronte era corrugata in un'espressione amareggiata e delusa.

Una calma innaturale si impossessò di lei, ma i suoi sensi erano rimasti sull'attenti, tesi al massimo per captare il minimo segnale di pericolo che venisse da connor.

Lui però rimase formo immobile sul pavimento sbigottito e allarmato dalla piega improvvisa che avevano preso gli eventi.

  • lo sapevo che non mi sarei dovuta fidare delle parole di un uomo che fa quello che hai fatto tu. Sono stata una stupida imprudente.- la voce che provenì dalla sua gola era estranea, era la voce della sua metà cattiva e dura. Di solito era una ragazza simpatica e gentile, ma quando veniva presa in giro si trasformava in un'altra persona.

Connor cominciava a temere seriamente per la propria vita quindi alzò le mani in segno di arresa, come facevano i criminali nelle serie tv poliziesche.

Aprì lentamente la bocca temendo che un gesto brusco potesse far scattare lyla verso di lui, colpendolo alla testa.

  • lyla, per l'amor di dio, fermati.-

  • non tirare in mezzo le divinità connor, con me non attacca. Non sono cristiana.- lyla brandiva l'abat-jour di tessuto plissettato rosa come una pistola, pronta a fare fuoco.

  • ok, ok. Niente Dei, anche se in questo momento avrei bisogno del loro aiuto.- vedendo l'espressione di lyla farsi ancora più feroce, connor deglutì rumorosamente e si fece serio.

  • seriamente lyla, non ci sto capendo più niente. Calmati, abbassa quell'affare e dimmi cos'ho fatto questa volta. Perchè io non ne ho idea.-

  • non prendermi per il culo. Mi hai fregata una volta, non capiterà una seconda.- con un cenno del capo gli indicò il punto al di sotto della spalla, sulla clavicola dove stava disinfettando la ferita che aveva macchiato i suoi vestiti costosi.

Connor con la mano cercò di tastare il punto leso con delicatezza per il timore di sentire dolore; ma quando non trovò niente, nemmeno una piccola lesione a indicare che era stato aggredito, alzò lo sguardo su lyla per dirle che era sorpreso tanto quanto lei. Ma l'unica cosa che vide furono le lacrime di rabbia che le scendevano lungo le guance arrossate e la lampada che scendeva verso la sua testa. L'ultima cosa che sentì prima di piombare in un universo di luci bianche gialle e blu fu il rumore delle ossa del suo cranio che si spezzavano in decine di piccoli pezzi. Poi il nero lo avvolse completamente e cadde sul pavimento del bagno in una pozza di sangue che si allargava sempre di più intorno alla sua testa come l'aureola di un demone.


   
 
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