Anime & Manga > Gintama
Segui la storia  |       
Autore: Samurai Riku    05/01/2012    1 recensioni
A Gintoki Sakata viene commissionato il recupero di un oggetto speciale, da un individuo altrettanto speciale, che darà inizio alla più grande impresa che i tuttofare si siano ritrovati di fronte.
La Yorozuya si trova a capo di un grande e affascinante mistero, legato ad un'antica leggenda. Gintoki, Shinpachi e Kagura dovranno lottare per l'onore del Giappone e dei samurai, in una storia ricca di azione, comicità e avventura.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

< La mattina successiva riprendemmo il nostro viaggio verso Nagoya. La squadra della Shinsengumi che ci faceva da scorta era stata dimezzata… in pratica rimasero solo Kondo, Hijikata e Okita. Gli altri furono costretti dal principe Hata a riaccompagnare a Edo l’idiota stesso e il suo consigliere, per spiegare al Bakufu il piccolo incidente con l’animale spaziale. Tutto sommato la nostra missione procedeva bene… >

< Basta Shinpachi!! Tua voce simile a gracchio di cornacchia!! >

< Che cosa!? Ma sta zitta! È mio compito spiegare a chi ci segue cosa è successo! Non vedi che c’è un fermo immagine sulle campagne che stiamo attraversando?! >

< Sì, ma tua voce da fastidio! Se qualcuno deve fare riassunto che abbia bella voce!! >

< La mattina successiva riprendemmo il nostro viaggio verso Nagoya. La squadra della Shinsengumi che ci faceva da scorta era stata dimezzata… >

< Questo l’ho già detto io Gintoki!!! >

< Ma io ho una voce più profonda e suadente! >

< Non è vero!! Da quando la tua voce è suadente!?! >

< Finitela di fare casino voi tre! Non sapete nemmeno fare un riassunto come si deve!! Ci penso io: il viaggio verso Nagoya continuava; Edo era lontana alle nostre spalle e tutti ne sentivano la mancanza e la nostalgia del suo cielo colmo di sogni e brillante di speranze struggeva i nostro animi. Il prode comandante della Shinsengumi Isao Kondo conduceva deciso i suoi uomini verso la meta, ma dentro di se si sentiva fragile e vuoto, lontano dalla sua amata Otae!! >

< Smettila di dire fesserie Kondo!!! >

< Tu solo patetico gorilla!! >

< Siete crudeli! Un uomo non può nemmeno esprimere i suoi sentimenti, ora?! >

< Ma sei smielato!! Un’altra frase simile e mi si cariano i denti! Anzi, mi aumenta il diabete! >

< Che fine ha fatto il vostro romanticismo?! >

< Volete morire, bastardi?! Già non vi sopporto normalmente, dovete tirare per le lunghe anche il riassunto?! >

< Toshi!! Diglielo anche tu che un uomo non può vivere senza amore!! >

< Io vivo per la maionese. >

< Che vita triste la tua… >

< Da che pulpito proviene la predica!! Spero che ti venga un collasso per tutto lo zucchero che mangi!! >

< A te la maionese ha annegato il cervello!! Sempre se ne hai uno!! >

< Ci risiamo… basta voi due!! >

< Non intrometterti Shinpachi! È una questione d’onore! >

< Ma quale onore!!??!! State parlando di dolci e maionese!! >

< Famoso saggio dice: chi si somiglia si piglia! >

< Scusa ragazzina, chi l’avrebbe detto? >

< Tu non sai gorilla? Il grande Ieyasu Tokugawa! >

<< eyasu Tokugawa non ha mai detto nulla di simile!!! L’hai di sicuro letta su Jump! >

< Questi solo inutili dettagli, Shinpachi! >

< Ehi, come siamo finiti a parlare di Tokugawa partendo dal riassunto? >

< Tu e Hijikata vi siete messi a litigare… >

< A dire il vero prima Kagura ha insultato la voce di Shinpachi, poi Kondo si è messo a dire cavolate e solo dopo io e Sakata abbiamo litigato. >

< Hai seguito tutto?! E io che credevo ti facessi i fatti tuoi da mattina a sera! >

< Non sono un egocentrico come te!!! >

< Aaah… perché ho l’impressione che questo sketch non finirà mai… >

< È facile Shinpachi, basta togliere il fermo immagine! >

< E come si fa!?!? >

< Una bella esplosione è più che sufficiente! >

< Sogo! Dove sei stato tutto questo tempo?! >

< Dormivo.  >

< ……ah. >

< Idiota! Se fai saltare in aria il fermo immagine non possiamo proseguire con la storia. >

< L’importante è che tu muoia, Hijikata! >

< Bastardo!!! >

< Aah! Mi sono stancato!! Quanto dovrebbe durare il viaggio? >

< Non lo so, Gintoki… forse quattro giorni. >

< Bene!! Mattino, sera! Mattino, sera! Mattino, sera! Mattino, sera!! Passati quattro giorni! >

< Hai uno strano senso del tempo, Gin. >

< Così la facciamo finita!! Visto?! È cambiato anche il fermo immagine!! >

< Finalmente Nagoya!!! >

 

Dopo quattro lunghi giorni di cammino raggiunsero finalmente la città di Nagoya. Senza esitazioni, sotto i raggi tiepidi di un sole svanente, si diressero al tempio custode della leggendaria spada Kusanagi.

-Finalmente!- esclamò Kagura.

-Uff… certo che è stato sfiancante questo riassunto!- sbuffò Gin.

-Per colpa di chi…?- mugugnò Hijikata con una sigarette tra le labbra.

-Anche tua, Toshi!!-

-Sentite, come si chiama il tempio in cui dobbiamo andare?- domando Okita.

-Atsuta, mi pare. I monaci di quel tempio hanno il compito di custodire la Kusanagi, anche se solo una copia.- spiegò Shinpachi.

-Speriamo possano aiutarci, altrimenti questo viaggio sarà stato inutile… e qualcuno dovrà restituirmi tutte le munizioni che ho usato.-

-Te lo scordi, Okita!!-

Raggiunsero l’ingresso del tempio. Le alte mura decorate con bassorilievi circondavano il vasto giardino. Il portone di legno definito con particolari in oro era sbarrato.

-Ok… chi bussa?- domandò Kagura.

-I tempi buddhisti sono sempre aperti ai viaggiatori.- disse Gin -Shinpachi, aiutami.-

-Sì!-

I due spinsero con tutta la loro forza il pesante portone, entrando nel sacro terreno Atsuta.

-Era ora!!- esclamò Sogo.

-Certo che potevate aiutarci!!!-

Un monaco, vestito solo del tipico abito, si avvicinò ai nuovi venuti -Buonasera stranieri. Sono Taia, monaco anziano di questo tempio. Cosa vi porta qui?-

-Questo.- Gin gli consegnò la missiva dello shogun.

-Oh, capisco… vi prego di seguirmi, ne discuteremo durate la cena.-

I viaggiatori si scambiarono uno sguardo d’assenso.

Il sole svanì in fretta, dietro le mura dell’otera, e tutti i monaci, una ventina in tutto, si riunirono nel refettorio, accompagnando gli stranieri. Taia, il più anziano, sedeva al centro del grande tavolo principale -Allora, ditemi…- iniziò mentre un suo fratello distribuiva la cena -lo Shogun è interessato a questo tempio per ciò che custodisce, vero?-

-Sì, signore.- rispose solerte Shinpachi.

Taia sorrise -Queste formalità non sia addicono a semplici uomini come noi, ragazzo… chiamami solo Taia.-

-Ah… va bene.-

-Una copia della divina spada Kusanagi è qui, dico bene?-

L’anziano e calvo bonzo si volse a Gin -Sì. La teniamo in una sala dell’ala est. È proibito avvicinarsi a chiunque non appartenga a questo sacro tempio Otera.-

-Noi dobbiamo, per il volere dello Shogun Tokugawa.-

-Il nobile Shogun è interessato alla spada originale, qui ne curiamo solo una riproduzione.-

Un misto di verdura, con prevalenza di fagioli di soia, venne versata nelle scodelle di ognuno.

Hijikata alzò un sopracciglio a dir poco scettico -E questa roba cos’è?!-

-Si chiama verdura, Hijikata. Fa bene anche a te che ti strafoghi di maionese!- lo pungolò Okita.

-Non lo sai Toshi, che i monaci non mangiano carne?- lo informò Kondo iniziano a mangiare.

-Ma la maionese non è carne!!!-

-È sempre buon punto da cui partire!-rispose Kagura a Taia.

-Siamo venuti qui con la speranza di trovare qualche informazione utile alle nostre ricerche.- spiegò il capo tuttofare.

Taia assentì con il capo -Capisco. Vedremo come possiamo aiutarvi.-

-Grazie.-

Shinpachi si voltò verso Gintoki -La prende molto sul serio questa faccenda…-

Considerando il lungo viaggio affrontato in monaci decisero che fosse più opportuno lasciar una notte di riposo ai loro ospiti e mostrar loro la divina arma l’indomani mattina. Per la tarda ora li condussero in due stanze che avevano preparato.

Non appena Kagura si sdraiò nel suo futon si addormentò di colpo: nemmeno le cannonate l’avrebbero svegliata.

-Aaaah! Un letto!!- Gintoki si tolse il kimono bianco e la bokuto posandoli accanto al futon e vi si sdraiò incrociando le mani dietro il capo.

Shinpachi si sedette accanto -Secondo te troveremo qualcosa?-

Chiuse gli occhi -Lo spero… comunque, ci penseremo domani mattina.-

-Mh, sì.- il giovane non era molto convinto, più che altro non voleva chiudere così in fretta la conversazione -Gin… va tutto bene?-

Il samurai aprì solo l’occhio destro, guardando l’altro -Eh? Sì, perché?-

-Perché sei strano.-

-Shinpachi ingenuo Shinpachi, io sono strano!- esclamò con un sorrisetto divertito.

-Sì, ma dico più del solito! Insomma, sei stranamente serio…-

-Davvero? Be’, voglio esser certo che al nostro ritorno a Edo avremo ancora le teste attaccate.-

-Tu credi alle parole di quella maga?- chiese d’un tratto, aspettando impaziente la reazione dell’altro.

-Ehi, io non credo a certe cose!!-

-Però.. quando ti ha fermato dicendo quella frase hai trasalito.-

-Solo perché non me l’aspettavo!! Mi ha colto di sorpresa, tutto qui!! E poi… si può considerare già avverata quella assurda profezia! Quella matta aveva detto che la voce nera avrebbe macchiato di sangue il bianco, no? Okita, vestito di nero, a ucciso quel serpente spaziale tutto bianco. Fine della profezia!- richiuse gli occhi -Non preoccuparti Shinpachi. Va tutto bene.-

Ancora meno convinto di prima il ragazzo annuì -Allora buonanotte Gintoki.- spense la luce e si sistemò nel futon.

-Buonanotte.- si coprì fino al torace, ma non si addormentò subito. Restò in silenzio ad osservare il soffitto di travi in legno della spartana stanza appena in suo sguardo si abituò all’oscurità. Quell’oscurità che sentiva insinuarsi nella sua anima e che la rendeva pesante, così pesante che si sentiva le ossa a pezzi. Strinse tra le dita un lembo della coperta -… il demone sta dormendo…- si voltò su un fianco e chiuse gli occhi.

 

Tre figure vagavano nella notte senza luna di Nagoya. Come ombre silenziose attraversavano le strade della città, scomparendo al primo cenno luminoso e galleggiando rapide nel buio.

-È questo il posto?-

-Sì, siamo arrivati. Si stupiranno per questa visita notturna.- l’uomo a capo del terzetto pose una mano sul sugegasa di paglia che portava in testa; dall’ombra si mostrò un ghigno diabolico.

 

Hijikata Toshiro aprì di scatto gli occhi. Un tonfo sordo l’aveva destato. -Cos’era…?- si voltò per svegliare Kondo, ma come immaginava stava già prendendo la katana -Hai sentito anche tu?-

-Certo. Sveglia Okita.-

-Sogo, alzati!! Muoviti!- Hijikata lo scosse senza troppa delicatezza.

Il ragazzo si tolse la mascherina rossa dalla faccia -Mmh… cosa c’è?-

-Prendi la spada e seguici.-

Kondo aprì la porta scorrevole in carta di riso, controllando eventuali stranezze nel corridoio. Incrociò lo sguardo di Gintoki, uscito dalla stanza accanto seguito da Shinpachi e Kagura.

-Avete sentito anche voi.-

Gin annuì -Sta succedendo qualcosa.-

-Andiamo avanti noi, voi tre stateci dietro.- disse Kondo.

I tuttofare non obbiettarono e lasciarono la guida alla Shinsengumi. Arrivarono all’incrocio con un altro corridoio quando un giovane bonzo, preso da una folle corsa, andò a sbattere contro Okita.

-Ah, ehi!! Dove stai andando così di fretta?-

-Oh, una cosa terribile!! Terribile!!- sul volto del monaco era dipinto l’orrore puro -Tre uomini si sono introdotti nel tempio! Hanno… hanno ferito e ucciso alcuni miei fratelli!!- disse tra i fremiti della paura.

-Che cosa…?!- Shinpachi rimase esterrefatto.

-N-non sappiamo chi… siano, ma dobbiamo proteggere la leggendaria spada!-

-Sì, certo!-

-Portaci alla sala della Kusanagi!-

-Sì capitano. Seguitemi!-

Il gruppo riprese la frenetica corsa, attraverso l’intera ala ovest del tempio, oltrepassarono il refettorio e giunsero all’imboccatura dell’ala est.

-Ecco, ci siamo!-

Si fermarono davanti al portone decorato.

-La serratura è scardinata. È proprio saltata via.- esaminò Okita.

-Oh no! Sono già dentro!!- il piccolo bonzo riprese a tremare.

-Non muoverti da qui!- Kondo, imitato dai sottoposti, sguainò la spada -Noi facciamo irruzione; Gin, Shinpachi e Kagura, stateci dietro.-

Gintoki e Shinpachi impugnarono le loro spade, Kagura il suo ombrello -Sì.-

Con un calcio la porta si spalancò, riversando nella sala il gruppo armato -Che nessuno si muova! Shinsengumi!!- gridò Hijikata.

Lo spazio era scarsamente illuminato da sporadiche torce appese alle pareti. Al centro era ben visibile il piedistallo che reggeva l’arma millenaria, discesa dagli Dei. Giusto lì davanti un gruppo considerevole di monaci era inginocchiato sul pavimento, minacciato da una spada e una pistola che aveva già lasciato evidenti segni sul pavimento.

I tre loschi figuri erano coperti da un lungo mantello e due di loro indossavano anche un grande cappuccio che be impediva di scorgere i lineamenti del volto. Il terzo era alle spalle dei bonzi, intento a contemplare Kusanagi; era più in ombra degli altri e si faticava a vederlo.

I due incappucciati: quello di sinistra aveva una pistola, mentre quello di destra una katana, al grido del vicecomandante si voltarono verso i nuovi venuti, senza scomporsi.

-Oh, ma bene. Abbiamo visite.- disse il bandito di sinistra, la cui voce era chiaramente femminile.

-Sono solo un piccolo contrattempo.- disse l’altro.

Shinpachi spostò ripetutamente lo sguardo su quei due -Eppure…-

-Ehi, Shinpachi!- Kagura richiamò la sua attenzione -Anche a te sembra di aver già sentito queste voci?!-

-… sì.-

-Cosa è venuta a fare la Shinsengumi in un posto come questo?- il terzo uomo si spostò lentamente davanti agli ostaggi -E sopprattutto… che ci fai qui, Gintoki?- si tolse il sugegasa lasciandolo cadere a terra.

Riconobbe subito la voce di quell’uomo, quante volte l’aveva sentito lanciare gridi di battaglia al suo fianco e quanti erano stati gli avversari falciati dalla sua lama. Appena si scoprì il volto non aveva più dubbi: corti capelli corvini, una benda bianca copriva l’occhio sinistro e quel perenne ghigno -Takasugi. Potrei farti la stessa domanda.- rispose senza perdere il controllo di sé.

-Takasugi Shinsuke!! Non è possibile!!- pure il vicecomandante rimase spiazzato.

-Allora se c’è Takasugi… significa che quelli sono…-

-I membri del Kiheitai!!- esclamò Kagura terminando la frase di Shinpachi.

-Merda!- imprecò Kondo.

Takasugi rise -Non ci vediamo da tanto, Gintoki. Da quando hai eliminato Nizo e Benizakura.-

Si ricordava bene quell’episodio. Dopo anni quella era stata la prima volta che la sua vita era seriamente in pericolo, e non solo la sua… la vita di chi voleva bene e dell’intera città in cui viveva.

-Credevamo che quella spada fosse imbattibile,- riprese Takasugi -ma a quanto pare… non hai perso i tuoi artigli.-

-Perché vuoi la Kusanagi?- domandò freddo.

-Mpf! Non sono tenuto a dirtelo.-

-Ragazzi…- Kondo parlò a bassa voce per farsi sentire solo da Toshi e Sogo, al suo fianco -non dobbiamo far prendere la Kusanagi a quei criminali!-

-Ovvio.-

-Ehi, piedi piatti!!- gridò Sajima Matako -Fate un passo e ammazzo questi pelati!!- fece esplodere due proiettili rossi dalla sua arma, generando gemiti di paura da parte di alcuni monaci.

-Ci mancavano solo gli ostaggi!- inveì Sogo.

-Cosa possiamo fare, Kondo?-

Il comandante strinse i denti dalla rabbia per non essere in grado di intervenire in alcun modo.

-Levati di mezzo!- disse Gin -Mi complichi il lavoro.-

-Oh, no. Tu sei in mezzo, come sempre.-

Gin strinse forte l’impugnatura della bokuto con entrambe le mani senza distogliere lo sguardo dal vecchio compagno di battaglia. Ciò che temeva era successo. Sapeva, sentiva che si sarebbe trovato di fronte ad un muro del suo passato e abbatterlo era praticamente impossibile. Gli venne quasi da ridere -Tsk.. la voce nera del passato tornerà a macchiare di sangue indelebile il bianco…- disse tra sé e sé.

Shinpachi lo guardò: ora gli era tutto chiaro. Ora riusciva a spiegarsi l’insolito disagio che aveva caratterizzato l’amico in quei giorni.

-Ti conosco bene, Gintoki. Tu sei troppo attaccato a questo mondo e non mi fermerai.-

-Non ti fermerò, dici? Allora non mi conosci affatto!- ribatté con un sorrisetto.

-Com’è possibile che quell’idiota conosca tutti i peggiori criminali!?!- si chiese Hijikata.

-Ahahah… no, non muoverai un dito, Gin. Come ho detto sei troppo attaccato a questo mondo- si fece dare la spada da Takechi Hanebata -e alle misere e schifose anime che lo popolano!!- con un colpo secco decapitò un monaco.

-Aah!!-

-Che fa!?!-

Restituì la spada al legittimo proprietario -Fai un passo e li ammazzo tutti. Tanto non avranno più nulla da difendere dopo questa notte, non credi anche tu che diventeranno inutili?!- concluse con una risata di scherno.

-Quello… non è umano!-

-Ci hai preso capitano, Takasugi è un demonio nero.- Gin volse il capo a Sogo -Hai il bazooka con te?-

-Come sempre!-

-Che vuoi fare Gin?- domandò Kagura.

-Fermare Takasugi.-

-Hanebata, tieniti pronto ad ucciderli. Sajima, tu tieni d’occhio i nostri amici.-

-Come vuoi Takasugi, anche se lo sai che non mi piace combattere in prima persona.-

-Certo Shinsuke!-

Takasugi aggirò il gruppo di ostaggi andando al piedistallo della leggendaria spada.

-Spero che le divinità ci perdonino per questo! Fuoco a volontà!!!-

All’ordine di Kondo Sogo e Kagura spararono colpi a ripetizione verso il soffitto.

-Che diavolo fanno!?!- Sajima non capiva.

I boati delle esplosioni fecero tremare l’intera struttura e nella vasta sala si riversarono detriti e polvere.

-Tsk, si sono mossi! Hanebata, ammazza i monaci!- gridò Shinsuke impugnando la Kusanagi.

Lo stratega mosse un fendente verso le teste di due ostaggi, ma la sua lama cozzò contro quella del vicecomandante che gli si era materializzato davanti all’improvviso -Cos…?! Da dove arrivi?!-

-Sarò come la tua ombra! Sei in arresto!!-

-Devo fare tutto io…- Takasugi non fece nemmeno in tempo a spostarsi, vide solo un’ombra calargli addosso. Alzò di scatto la testa e la spada che brandiva, giusto in tempo per attutire la steccata della bokuto di Gintoki.

Il samurai dai capelli argentati aveva approfittato del caos creato dalle esplosioni per avvicinarsi ai nemici; aveva saltato l’intero gruppo di bonzi atterrando, agitando la katana di legno, sul piedistallo vuoto, davanti a Takasugi.

-Sei un dannato, Gintoki! Non ti arrendi mai!!-

-Meno male che mi conosci!-

-Shinsuke!!- Sajima vide tutta la scena e immediatamente sfoderò la seconda pistola e le puntò entrambe vero Gin, ma prima che potesse sparare venne atterrata da un calcio volante -Aah! Chi è il bastardo!?-

-Io!! Ti ricordi di me, racchia?!- inveì Kagura, in piedi davanti a lei in posizione da combattimento.

-Okita, tu ed io pensiamo agli ostaggi!-

-Come vuoi, Kondo!-

Il comandante si volse alla sua sinistra -Shinpachi, tu aspetta il segnale di Gintoki!-

-Certo!- rispose più deciso che mai.

-Lascia quella spada!-

-Ripensaci Gin! Chi te lo fa fare, eh?! Per quale futile motivo combatti questa volta?! Unisciti a me e saremo imbattibili!! Insieme metteremo questo Paese in ginocchio!-

-Mi dispiace Takasugi, ma un verme come te non può mettere in ginocchio proprio niente!!- con decisione Gin diede un calcio alla Kusanagi che sfuggì dalle mani dell’altro roteando in aria.

-Cos..?!-

-Ora Shinpachi!! Ora!!!- gridò Gin.

-Arrivo!!!- il ragazzo scattò verso l’amico per poter salvare la spada.

-Aaah!!- rapido, Shinsuke estrasse dal fodero assicurato al fianco sinistro la sua katana vibrandola al torace di Gintoki. Questi, pronto di riflessi, inarcò il busto all’indietro evitando di poco il colpo, che strappò un lembo della stoffa del kimono. Takasugi diede un calcio al piedistallo, facendolo precipitare a terra assieme al samurai.

-Ugh!!-

Nel frattempo Kondo e Sogo riuscirono a far allontanare tutti i monaci mentre Hijikata intratteneva Hanebata, discreto spadaccino ma sapeva il fatto suo.

Sajima si era rialzata e fronteggiava abilmente la ragazza Yato -Ti illudi se credi di poter vincere contro di me!!-

-Tu parla troppo!-

-Aah!!- con un braccio bloccò a mezz’aria il calcio di Kagura, immobilizzandola -E ora dì addio al tuo capo!!- con un ghigno puntò una pistola dritta alla testa di Gin e caricò il cane.

-Ferma!!!- spostò tutto il peso sulla gamba a terra dandosi lo slancio, spostando il braccio di Sajima proprio mentre esplodeva il colpo. Il proiettile rosso colpì la Kusanagi, che stava precipitando, spedendola contro una parete e infine a terra -Dannata mocciosa!-

Shinpachi raggiunse la spada divina -Ce l’ho fatta!!-

-Dev’essere mia!!- Takasugi superò Gintoki correndo verso il ragazzo.

-Shinpachi, sta giù!!- Gin si alzò su un fianco lanciando la bokuto contro il criminale, ma questi si abbassò schivandola. La spada si schiantò contro la parete con un rumore sordo.

-Gin, l’ho pres… ah!!- appena Shinpachi si voltò Takasugi lo afferrò per il colletto facendogli picchiare la schiena contro il muro in legno.

-Dammi quella spada!-

-Mai!!- ringhiò Shimura.

-Shinpachi!- Gintoki scattò appena vide l’amico in pericolo.

-Dammela o sarà peggio per te!- Shinsuke vibrò un fendente al braccio destro del giovane, poi con la stessa mano con cui impugnava la propria spada tentò di avvicinare a sé la lama della Kusanagi.

-No, mai!!- insistesse lui, resistendo al dolore.

-Ti ho detto di.. ugh!!- un braccio si strinse al collo di Takasugi, quasi a togliergli il fiato.

-Allontanati, o ti spezzo il collo.-

-Gin!!-

-Ahahah… Gintoki, tieni così tanto a questo ragazzino?! Allora morirete assieme!!- con un rapido movimento del braccio lo ferì al fianco destro con la lama della katana.

Per il colpo improvviso Gin arretrò, trascinandosi Takasugi, che non era per nulla deciso a lasciarsi scappare la lama della leggendaria Kusanagi, la quale si staccò di netto dall’elsa stretta forte da Shinpachi. -No…!!-

-Si… si è rotta…- Shinpachi non riusciva a credere ai suoi stessi occhi: gli era rimasta in mano soltanto l’elsa.

Gintoki non perse tempo; si sfilò dal fianco la spada del nemico e lo spinse via. Takasugi si spostò dai due di qualche passo, senza staccare lo sguardo dalla lama spezzata.

-Si è spezzata come nulla… dannazione ora servirà a ben…- la pupilla nera fu attirata da un leggero particolare, quasi impercettibile. Un sorrisetto gli si dipinse in volto -Interessante… Sajima!! Hanebata!! Andiamocene!!-

-… cosa?!- si stupì Gintoki.

-Cosa?! Come ce ne andiamo?!- obbiettò Sajima

-Abbiamo ciò che ci serve!! Non abbiamo motivo di stare qui!-

-Come vuoi, Shinsuke. Mi dispiace ragazzina, ti ucciderò la prossima volta!- spinse via Kagura e raggiunse il capo del Kiheitai.

-Tu non vai da nessuna parte, invece!!- inveì Hijikata trattenendo lo stratega

-Sei un buon samurai, ma non ho altro tempo da dedicarti.- lo allontanò con un fendente e andò dagli altri.

-Aspetta Takasugi!!!-

Rivolse a Gin un sorrisetto divertito -Ho l’impressione che ci incontreremo ancora Gintoki, chissà.-

Una nuvola di fumo invase la stanza costringendo i presenti a coprirsi gli occhi e le vie respiratorie

-Ach… non si vede più nulla!!-

-Che successo…?!-

-È stato Takasugi… di sicuro sarà già fuggito!-

Appena il fumo si diradò di Takasugi e il Kiheitai non v’era traccia, proprio come aveva previsto Gintoki.

Tutti riposero le proprie armi, restando a contemplare il vuoto e il silenzio di quella sacra stanza profanata da una violenta battaglia. Taia, il bonzo più anziano entrò, guardando tutti i presenti. -È finita?-

Hijikata gli si avvicinò -Sì, se ne sono andati. Ci dispiace per il caos creato e… per il soffitto.-

Scosse il capo -Non importa, volevate proteggere la Kusanagi. A proposito, dov’è?-

Il vicecomandante si volse a Gin, che a sua volta, tenendo una mano sulla ferita al fianco, guardò Shinpachi. Il ragazzo si sistemò per bene gli occhiali sul naso e con decisione camminò fin davanti al monaco, porgendogli l’unica parte che erano riusciti a salvare -L’elsa di Kusanagi.-

Taia se la girò tra le ossute e tremanti dita, contemplandola. Dallo sguardo non si riusciva a capire se era incredulo per averne in mano solo metà, o se era sollevato perché quei criminali non erano riusciti a prenderla intera -Solo l’elsa… meglio che niente…- disse infine -Infondo, era solo una copia… non è nulla di troppo… grave.- disse, restituendola a Shimura, anche se la voce tradiva la sua convinzione.

-Ci dispiace per tutto.- il ragazzo si inchinò con rispetto, imitato da tutti.

-Non importa… ora dobbiamo costruire delle pire per i nostri fratelli morti.-

-Via aiuteremo con la legna.- si offrì Kondo, come se quel semplice gesto potesse rimediare almeno in parte alle vicende che si erano appena concluse.

-La ringrazio, capitano.- senza aggiungere altro il vecchio monaco Taia uscì dalla stanza, raggiungendo i suoi fratelli.

to be continued...
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gintama / Vai alla pagina dell'autore: Samurai Riku