Estate italiana, estate d’amore!
Capitolo
1: La stupidità
umana…
Nonostante avesse gli
occhi chiusi una luce insopportabile la infastidiva, e non riusciva a rilassarsi
come avrebbe dovuto…nonostante tutto non avrebbe mai rinunciato a quel sole
stupendo, che le stava pian piano nascondendo l’orrenda carnagione tipica
inglese. Stava perfettamente, lì,
in Italia, finalmente, dopo tante avventure, dopo tanti esami era riuscita a
guadagnare il meritato riposo ed eccola là, con i suoi tre migliori amici, a
godersi quelle magnifiche vacanze italiane!. Stava riuscendo finalmente a
prendere sonno, coprendosi il volto col braccio innaturalmente caldo a causa
della recente scottatura, quando il gelo pervase il suo corpo contemporaneamente
ad un fastidiosissimo scroscio d’acqua.
-
Ronaaaaaaaaaald!- Hermione
era scattata in piedi. Cercando con lo sguardo ancora un po’ annebbiato
dall’improvviso contatto con la luce del sole
-
Si Herm?!- chiese Ron
facendo finta di niente e nascondendo il secchio ormai vuoto dietro la
schiena
-
Non fare finta di niente
lo so che sei stato tu, ora me la paghi!- Hermione scattò in avanti, ma
prontamente il rosso si scostò, facendo cadere Hermione in avanti con la testa
nell’acqua
-
Wow Hermione, non credevo
sapessi nuotare così bene, non ti spingere troppo a largo!- rise
sarcastico.
-
Ora ti piglio!- gridò
Hermione fiondandosi verso di Ron a braccia a perte e tese, come per
strozzarlo.
Ron questa volta non si
spostò, fece avvicinare Hermione, che come previsto gli strinse il collo, e in
tutta risposta il rosso prese in braccio la ragazza, ormai costretta, forse più
dalla paura, che dalle circostanze, ad aggrapparsi a quel collo solo leggermente
abbronzato e ad urlare come non mai.
-
Cosa stai facendo!!!!!!!!-
continuò
-
Tu oggi non hai fatto il
bagno- osservò Ron
-
No, ti prego Ronald, ho
fatto i capelli per bene, no, no, no Ro…- il suo urlo fu letteralmente sommerso
perché Ron l’aveva lanciata di pesò dentro l’acqua, facendola quasi affogare.
Hermione riemerse, i capelli stranamente lisci sugli occhi, ansimando come una
disperata.
-
IO- cercava di dire – TI-
andò di nuovo giù – UCCIDOOO!- esclamò, prima di lanciarsi su
Ron
-
Ma guarda tu questa! Non
mi ringrazi nemmeno, ti stavi ustionando!!!!- esclamò Ron appena in tempo,
perché Hermione gli si era aggrappata alle spalle possenti e l’aveva
affogato.
-
Va…bene…Tregua!- sibilò
Ron, esausto.
-
Tregua…- anche Hermione
respirava a fatica, per lo sforzo di buttare giù Ron.
-
Torniamo a riva!- disse
Ron, iniziando a nuotare in un perfetto stile libero
-
Si…ok..- rispose Hermione,
iniziando a nuotare anche lei a stile libero.
-
Ahhhh! Ronald, il
piede-
-
Cosa?! Cosa il
piede?!-
-
Ronald ho un crampo al
piede, aiutami a tornare a riva!- urlò Hermione.
-
Va bene!- Ronal la prese
di nuovo in braccio apprensivamente e la fece distendere sul telo che poco prima
aveva bagnato.
-
Dove ti fa male Herm?
Dove!-urlò, con una voce stranamente acuta, visto he Hermione si stava agitando
troppo per un semplice crampo
-
Non lo so, Ronald, è come
se nn riuscissi a muovere più il piede, aiutami!- le lacrime agli
occhi
-
Oh Herm, ma che hai fatto
al piede!?- il rosso guardò meglio il piede, era molto gonfio e più pallido del
resto del corpo…
-
Meglio andare in ospedale-
convenne Ron.
-
Presto chiama Harry!- gli
ricordò Hermione e Ronald, senza tanti scrupoli, iniziò ad urlare, ignaro di
dove fosse precisamente l’amico!
Una testa si sollevò
improvvisamente dalla superficie dell’acqua, come se fosse apparsa lì
all’improvviso. Ron iniziò ad agitare convulsamente le braccia, preso dal
panico, visto che l’amico non lo capiva. Harry capì immediatamente che qualcosa
non andava, così si immerse di nuovo e riemerse insieme a quella che
apparentemente semprava una chioma rossa galleggiante, che poi rivelò un volto
un po’ pallido cosparso di lentiggini. I due ragazzi tornarono a riva e
convennero con Ron che la cosa migliore era andare all’ospedale.
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-
Niente di cui
preoccuparsi, signorina Granger, probabilmente è stata a contatto con qualcosa a
cui è allergica, magari un’alga, viste- e diede un’occhiata all’abbigliamento
della ragazza – le circostanze- continuò, per poi
allontanarsi.
-
Herm, ci hai fatto
preoccupare!- Ginny entrò velocemente, con i capelli che le svolazzavano ribelli
sulle spalle.
-
Non è niente, avete
visto?!- disse sorridendo e riprendendo gli ggetti che gli infermieri le avevano
rimesso sul comodino dopo averle svuotato le tasche.
-
Eih, Ron, tutto ok?- Ginny
si rivolgeva al fratello, incredibilemtne pallido, più del solito se
possibile
-
Si, emh, tutto ok…tu Herm,
tutto ok?- chiese Ron, volgendo il suo sguardo ancora un po’ scosso
all’amica
-
Certo, hai sentito, non
era niete, andiamo…ho una fame che non ci vedo!- esclamò Hermione e si alzò,
oltrepassando Ron e iniziando a bisbigliare con la sua migliore
amica.
-
Eih, Ron, ma che ti è
preso?- chiese Harry, sventolandogli una mano davanti agli occhi
azzurri
-
Niente, è che…Harry, tu lo
sai…tu sai del mio…problema, è stato davvero…come dire…- Ron parlava a frasi
sconnesse
-
Ho capito tutto…non ci
pensare, ora è tutto apposto, andiamo a mangiare!- Harry iniziò a camminare più
velocemente, seguito a ruota da un Ron ancora molto
scosso.
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Hermione uscì piano dal
bagno e si diresse verso il suo letto, cercando con lo sguardo i compagni di
stanza…non c’erano
-
Eih, ragazzi, dove siete?-
chiese Hermione
-
Hermy, vieni, siamo qui,
in balcone!- sentì la voce di Harry giungere da fuori la
finestra
-
Vengo- aggiunse, aprendo
la porta-finestra e guardandoli, avevano tutti i nasi all’insù e guardavano il
cielo.
-
Ottima idea Herm, venire
qui, a Reggio Calabria, guarda che cielo!- disse Ginny
-
Il cielo c’è ovunque!-
osservò Ron – Ed è sempre lo stesso-
-
Si ma Ronald, qui, a
differenza di molte altre città italiane, c’è molto meno smog, e il cielo è ben
visibile, perché la nostra vista non è intralciata da enormi nuvole di gas!-
rispose prontamente Hermione
-
Mi scusi, professoressa,
ma questo non toglie il fatto che…il cielo sia sempre lo stesso- Ron era
particolarmente suscettibile
-
Si ma…Ron, non capisci
proprio- Hermione tornò a guardare il cielo
-
Scusi, miss…se non sono
alla sua altezza- ormai tutti avevano abbassato lo sguardo e gli occhi di Harry
e Ginevra viaggiavano velocemente da Ron a Hermione
-
Si, esattamente, non puoi
capire-
-
Mi stai dicendo che sono
stupido?!- si scaldò Ron
-
L’hai detto tu mica io!-
Hermione era furiosa, a volte Ron faceva lo stupido
-
Ma l’hai lasciato
intendere!-
-
Senti Ronald, sei fai così
solo per uno stupido cielo stellato, bhè allora sei VERAMENTE stupido!- Hermione
aveva gli occhi colmi di lacrime, e non sbatteva nemmeno le palpebre, per
evitare che scendessero…non gliela voleva dare vinta!
-
Hai, visto?! Tu mi credi
stupido! Quello del cielo è solo un pretesto per dire ciò che
pensi!-
-
Sei uno stupido Ron, lo
vedi che non capisci?! Come potrei dare dello stupido a…a…a
te!-
-
Che intendi dire con
questo?!- La rabbia di Ron si stava trasformando in curiosità pura, a lui? Che
aveva di tanto particolare?
-
Lo vedi?! Non capisci
proprio niente!- Hermione scappò via piangendo
-
Uffa, Ron, ma dovevi
proprio rovinare tutto! Ha ragioine Hermione, non capisci proprio niente! O
forse non vuoi capire?- Ginny era corsa dietro Hermione
-
Le donne…- sospirò Ron,
cercando conforto da Harry
-
No, Ronald, questa volta
il problema non è Hermione, Ronald, devi proprio sforzarti di capire da solo
questa volta!- e anche Harry si era dileguato, probabilemente per non avere a
che fare con Ron…
- Ma io il fatto dello smog l’ho capito! Non sono stupido!- urlò Ron a…nessuno…non c’era nessuno – Non sono stupido!- aveva ripetuto, perdendo quel grido nell’oscurità, a quanto pare non capiva, era proprio stupido….