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Autore: FRC Coazze    05/01/2012    12 recensioni
E se in una notte di fine ottobre 'qualcuno' fosse corso in aiuto ai Potter? E se questo qualcuno fosse riuscito a salvare la giovane Lily? E se sempre questo qualcuno fosse una persona innamorata da sempre di lei? E se Harry fosse scomparso?
Troverete risposta (forse) a queste domande nelle mia ff!
Dal primo capitolo: "Silente si era accostato ancora. La sagoma che giaceva accanto alle ginocchia della professoressa ora aveva un volto… e, per la miseria, anche un nome! Oh, Albus conosceva bene il colore di fuoco di quei lunghi capelli… conosceva bene i lineamenti freschi di quella giovane donna: Lily Evans giaceva lì, sul freddo pavimento, svenuta e con una sanguinante ferita sul petto… ma viva!"
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Principe della Notte'
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Capitolo 30
 

HARRY



Albus Silente sospirò profondamente. Si lasciò andare contro l’alto schienale della sedia, le mani appoggiate stancamente ai braccioli. Gettò un’occhiata stanca ai documenti sparsi sull’ampio ripiano della scrivania. Era inutile. Quella mattina non gli riusciva di fare nulla e sì che aveva così tanto lavoro arretrato riguardante la scuola…

Era inutile. Si tolse gli occhiali a mezzaluna con un gesto stanco, appoggiandoli poi sulla scrivania. Si passò una mano sul viso nel tentativo vano di pulirlo dai segni dell’angoscia che lo attanagliava dalla sera prima. Era stato così fiero del suo piano infallibile. Pensava davvero di poter ottenere il bambino rivelando a Voldemort poche, ma importanti informazioni… e invece il prezzo da pagare era stato molto più alto. Il vecchio Tom lo aveva messo nel sacco… di nuovo. Aveva tentato di balzare avanti a lui sicuro di riuscire a raggiungere lo scalino più alto di quella lunga scala e invece era miseramente ruzzolato a terra. Voldemort era stato più abile di lui. Chissà come se la rideva ora il caro, vecchio Tom!

Voldemort aveva battuto il grande Silente e aveva ottenuto ciò che voleva senza dare nulla in cambio. E lui, Albus Silente, che cosa aveva ottenuto? Aveva gongolato, sicuro di avere la vittoria in tasca, e invece aveva perso la stima dell’Ordine, li aveva messi in pericolo, aveva costretto Severus a una scelta orribile, l’aveva spinto a tornare tra i suoi incubi, l’aveva distrutto e perduto e per cosa? Per ottenere cosa? Niente. Bravo, Albus, fatti l’esame di coscienza.

Non voleva. Non voleva far del male a Severus. Gli aveva promesso che si sarebbe preso cura di lui, che sarebbe stato al sicuro, che avrebbe avuto l’occasione di liberarsi del suo passato… e poi lo aveva costretto a tornare nel buio da cui con tanto sforzo si era allontanato.

Si sentiva svuotato. Il freddo condottiero non c’era più, se n’era andato quella mattina insieme a Severus, insieme a un Severus che aveva perso in poche ore tutta la vita che era riuscito faticosamente a riacquistare in quasi un anno. Aveva tentato, non poteva dire di non averlo fatto, aveva tentato di fermarlo, di convincerlo a non consegnarsi a Voldemort, che era inutile: ormai era chiaro a tutti che era una trappola. Ma Severus non se ne andava perché credeva davvero di poter ottenere Harry, Severus se ne andava perché credeva di aver perso per sempre Lily. Perché aveva perso l’unico motivo per andare avanti. Perché non aveva più motivo di rimanere, non aveva più nulla da perdere. La rabbia di Lily gli aveva fatto capire che lui non sarebbe mai stato accettato in quella parte di mondo, non sarebbe mai stato accettato nel Regno della Luce. Lui apparteneva alle tenebre, ed era lì che doveva rimanere.

Albus aveva cercato di fargli capire che non era così, che Lily era solo profondamente scossa, che sicuramente lei avrebbe capito, non lo avrebbe allontanato. Ma era stato inutile. Severus se ne era andato.

Severus se n’era andato e Albus ora se ne stava seduto stancamente sul suo scranno, nel suo ufficio ad Hogwarts incapace di pensare ad altro se non a quel ragazzo che era andato via in silenzio, quando ancora il sole non era sorto, fuggendo anche la consolazione dei suoi raggi, fuggendo gli sguardi e gli addii.

Fanny guardava tristemente il suo padrone, gli occhi d’ambra scintillanti e imperturbabili, se non da leggeri veli di malinconia. Percepiva il dolore nell’animo del vecchio, vedeva lo scintillio delle lacrime in quegli occhi azzurri che conosceva tanto bene. Rimase a lungo a osservare quel vecchio curvo, seduto al posto del perspicace preside di Hogwarts, finché un tonfo proveniente dagli alloggi di Silente non la distrasse. Voltò il capo piumato in direzione delle scale, inclinandolo leggermente si lato, con fare curioso.

La fenice si agitò un poco, cercando di attirare l’attenzione di Silente. Questi le gettò un’occhiata interrogativa, allontanando bruscamente i suoi pensieri. Fece appena in tempo a voltarsi, seguendo lo sguardo di Fanny, che dal passaggio dietro il grande quadro di Hogwarts sbucò una rossa chioma ben conosciuta.

“Lily…?” Fece Silente, sorpreso, mentre la giovane entrava nell’ufficio. Si alzò in fretta, inforcando nuovamente i fedeli occhiali.

Lily si avvicinò con passo svelto, il maglione verde sporco di fuliggine. Aveva ancora gli occhi stanchi, segnati, notò Silente, ma nella loro profondità, Albus colse un luccichio di strana felicità.

“Che cosa è successo?” Chiese impaziente. Fanny sbirciava la ragazza con la medesima curiosità e irrequietezza nello sguardo ambrato.

Tuttavia, l’occhiata che il preside ricevette dalla ragazza non fu delle migliori. Albus sapeva di averla disillusa e ferita più volte, sapeva di meritare il suo sospetto e la sua rabbia. Lo sapeva.

Lily, da parte sua, non era venuta ad Hogwarts solo per riferire a Silente le parole di Narcissa. No. Voleva fare una chiacchierata col suddetto preside prima. C’erano cose che doveva sapere e Albus avrebbe dovuto darle delle risposte quella volta, volente o nolente.

“Lily?” Ripetè Silente mentre la giovane si avvicinava e girava intorno alla scrivania per poi piazzarsi innanzi ad essa a poca distanza dal trespolo di Fanny.

“Perché lo ha lasciato andare?” Domandò Lily, duramente, mentre sul suo viso avanzava un’ombra di malinconia.

Silente sospirò. A quanto pareva doveva ancora aspettare prima di sapere come mai Lily era lì.

“Suppongo che tu ti riferisca a Severus…” Fece Albus, tornando ad accomodarsi sullo scranno di legno.

“Perché non l’ha fermato?” domandò ancora Lily, gli occhi improvvisamente lucidi di lacrime richiamate da quel nome che lei non riusciva a pronunciare.

Silente prese un lungo respiro, poi disse: “Vedi, Lily, ho tentato di convincerlo a non andare.”

Lily lo ignorò: “E’ una trappola. E lei lo sa, non è vero?- Disse mentre sentiva la rabbia montare dentro di sé. –Lo ha sempre saputo e lo ha lasciato andare comunque.” La sua voce si alzò portata in alto dalla rabbia e dal dolore. Altre, nuove lacrime bollenti scesero a bruciarle la pelle del viso.

“Non lo sapevo. –Rispose tranquillamente Albus, gli occhi azzurri scintillanti, eppure toccati dal dolore della ragazza. –Ma lo immaginavo.” Ammise infine.

Lily rimase lì, in piedi, a guardarlo stordita. Lo immaginava… e lo diceva così?

“Ti giuro, Lily, non volevo che le cose andassero così.” Continuò Silente con amarezza.

“Ma era pronto a correre il rischio, vero?” Quasi gli urlò in faccia Lily, riscuotendo da quell’attimo di smarrimento. Le lacrime calde a rigarle il volto, la voce rotta dal dolore.

Silente non seppe cosa rispondere. Abbassò appena lo sguardo azzurro, incapace di sostenere il rancore bollente che covava negli occhi della ragazza. Nemmeno l’acqua fresca delle sue polle celesti riusciva a raffreddare quello sguardo, ed egli dovette per forza scostare gli occhi per evitare che la loro azzurra frescura evaporasse.

“Lei… -Disse Lily tra i singhiozzi. –Lei crede di poter giocare con le persone come fossero burattini! Lei crede che tutto possa essere sacrificabile di fronte ad un alto fine! Ma non è così!” Continuò la ragazza senza riuscire a trattenersi. Si era tenuta dentro tutte quelle cose per così tanto tempo… non le aveva esternate, le aveva ricacciate indietro ogni volta che premevano contro le sue labbra. Aveva continuato a dare altre possibilità a quel vecchio soltanto per il rispetto che provava nei suoi confronti, soltanto perché Severus si fidava di lui, ma ora basta. Silente aveva passato il limite e il fatto che avesse abbassato lo sguardo era segno che anche lui si rimproverava.

“Sapeva che Lui voleva Severus. –Continuò la giovane senza pietà. –Sapeva che Harry non era da lui. Lei lo sapeva! E ha comunque lasciato che Severus si sacrificasse per nulla! Non mi ha detto nulla della Profezia, ha permesso che me la prendessi con Severus ben sapendo che non era colpa sua!”

“Lily…” Sussurrò appena Silente.

“No!- Lo interruppe lei. –Lei non è diverso da Voldemort!”

Albus si sentì profondamente ferito da quelle parole. Era vero. Si era lasciato trasportare dal gioco, sempre più deciso a vincere la partita, incurante se il suo gioco fosse pulito o meno. Voldemort lo aveva sfidato e lui si era lasciato trascinare, voleva battere il Signore Oscuro sul suo stesso campo, e per fare ciò aveva perso di vista la liceità delle sue azioni. Sì, si era comportato esattamente come Voldemort, giocando d’inganno e menzogna anche con chi gli stava vicino, anche con chi amava.

“Ora cosa intende fare, eh?- Lo attaccò nuovamente Lily. –Lo lascerà nelle Sue mani? Ha un grandioso piano anche per Severus, come è stato per Harry?”

“Lily… -Disse dolcemente Albus. –So di aver sbagliato. Ho creduto fino all’ultimo di poter volgere la situazione a nostro favore, ma la cosa mi è sfuggita di mano. Mi dispiace per Harry.”

“E’ rimasto a guardare. –Riprese Lily, senza dar segno di aver sentito le parole del preside. –Ha abbandonato Severus come ha abbandonato mio figlio. Non ha mosso un dito per Harry solo perché voleva dimostrare a Voldemort di essere più abile di lui. Lui gioca sporco e lei ha voluto dimostrare di essere più abile a barare, nient’altro. Non è migliore di lui.”

“Lily… io…” Sussurrò Silente, profondamente colpito dalle parole di Lily. La ragazza aveva ragione. Sapeva di averla delusa, sapeva di aver perso una grossa fetta della sua stima. Ed ora se ne stava lì, a subire gli attacchi di Lily, i suoi rimproveri che ben sapeva di meritarsi, senza sapere come rispondere. Lui, Albus Silente, che aveva sempre la risposta pronta, le cui parole non erano mai vane.

“Perché non ha contattato subito i Malfoy?- Chiese ancora Lily, riprendendo appena fiato, abbandonando per un attimo il tono alto della sua voce per uno più triste e malinconico. –Questa storia sarebbe finita da un pezzo se l’avesse fatto. Molte cose non sarebbero accadute… Severus ora non sarebbe nelle Sue mani. Sarebbe qui con noi.”

Albus abbassò appena lo sguardo sospirando. Non aveva contattato subito i Malfoy, perché? Perché credeva che il suo piano fosse perfetto. Rimase qualche istante con lo sguardo puntato a terra, pensieroso, poi, improvvisamente, qualcosa scattò nella sua mente. Alzò gli occhi azzurri verso Lily e si aggiustò gli occhiali sul naso. Una lieve scintilla di comprensione brillava in essi, i segugi blu si erano rizzati sulle zampe e annusavano affamati l’aria.

“Sono venuti, è così?- Disse Silente con un lieve sorriso ad increspargli i baffi bianchi. –Harry… Proprio come avevo previsto…” Mormorò poi tra sé e sé.

Lily sbattè le palpebre stupita. Di cosa diavolo borbottava il vecchio? Lo aveva previsto?

Si passò il dorso della mano sul viso a pulirlo dalle lacrime che si erano asciugate sulla pelle. Guardò il preside con un misto di irritazione e sorpresa negli splendenti occhi verdi, così a lungo martoriati dalle falci del pianto.

“Che cosa vuole dire?” Gli chiese cautamente, facendo un passo avanti.

Silente la guardò pensieroso per qualche secondo, poi si alzò in piedi facendo forza con le mani sui braccioli della sedia. Si allontanò di qualche passò dalla scrivania, le mani strette dietro la schiena.

“Il nome dei Malfoy è saltato fuori troppo spesso in questa storia. –Disse il vecchio mago prendendo a fare su e giù. –Dopo che tu e Severus siete tornati da Cokeworth con la lettera di Lucius, ho riflettuto attentamente ed ero arrivato alla conclusione che i Malfoy fossero direttamente collegati con il piccolo Harry. Anzi, e devo ammettere che l’idea era piuttosto folle, che nascondessero il bambino.”

Lily guardava Silente andare avanti e indietro, la lunga veste blu notte che frusciava appena nelle sue carezze al pavimento di pietra. Lo guardava incredula, incapace di credere a quelle parole. Silente sapeva tutto… aveva previsto tutto… e non aveva fatto niente. Sentì la rabbia montarle nuovamente in corpo mentre osservava le ampie spalle del mago, le mani rugose strette l’una all’altra dietro la schiena.

“Perché non è andato da loro, allora? Perché tutti questi intrighi, quando la soluzione era così semplice?” Chiese la ragazza.

Albus lanciò un’occhiata vaga verso il soffitto della stanza, accompagnata da un lieve sospiro.

“A volte si fanno cose sciocche credendo di vedere intricate matasse in un semplice filo.” Disse questi voltandosi lentamente verso la giovane che continuava a guardarlo incredula.

“Supponevo che uno dei due, Narcissa con molta probabilità, sarebbe venuto da me a chiedere aiuto. Se era vero che avevano Harry, non potevano sostenere a lungo la situazione. Mentire al Signore Oscuro è un terribile azzardo. Credevo che avrei potuto aspettare… invece gli eventi si sono accavallati troppo in fretta. Perdonami, Lily. So di aver sbagliato, e già l’ho detto.” Disse ancora.

Lily scosse il capo, incapace di credere a quelle parole. Quanti danni può fare una stupida convinzione. Sarebbe stato tutto così semplice: andare dai Malfoy, trovare Harry e tornare a casa. Era tutto così semplice, invece ora, perso il diretto, erano dovuti salire su un treno dal percorso tortuoso che li aveva condotti agli eventi della sera prima, a Voldemort e alla perdita di Severus.

“Narcissa è venuta.” Disse Lily tristemente, ormai arresa di fronte all’evidenza. Era inutile continuare a pensare a ‘ciò che sarebbe successo se’, ora erano lì e dovevano andare avanti lungo quel sentiero.

“Ha detto che Lucius ha trovato Harry la notte a Godric’s Hollow. –Riprese mentre Silente la osservava interessato, gli occhi splendenti scrutavano la ragazza come predatori affamati. –Non sapeva cosa fare e l’ha portato a casa. Narcissa ha detto di averlo convinto a nascondere Harry, e si incolpa per questo. Lucius ha continuato a tenere nascosta la verità a Voldemort, ma non si può mentire a lungo a Lui. Ha paura per la sua famiglia, per suo marito e suo figlio, ed è venuta a chiedere protezione.”

“Protezione che non le sarà negata.” Disse Albus risoluto avvicinandosi alla giovane. Lily lo guardò, stupita di quell’improvvisa presa di posizione.

“Dunque avevo ragione. –Mormorò poi il preside, perdendosi di nuovo nei suoi pensieri mentre riprendeva il su e giù. –Ti ha detto qualcosa su Severus?” Chiese poi a Lily.

Lei scosse il capo, desolata.

“No.- Rispose. –Non sapeva neanche che Severus se n’era già andato. Voleva avvertirlo della trappola… se solo fosse arrivata prima…”

“Non serve pensare a cosa sarebbe successo. –Disse Silente dolcemente, fermandosi e posando una mano sulla spalla della ragazza. –Ti chiedo di concedermi ancora po’ di fiducia, Lily. So di non meritarla, ma dobbiamo unire le forze per salvare Severus.”

Lily alzò lo sguardo su di lui, felice, nel profondo di sentirlo pronunciare quelle parole. Il suo comportamento era stato deplorevole, sì, e lei era disposta a riporre ancora un po’ di fiducia in lui?

“Se lo faccio –Disse. –Lo faccio per Severus, non per lei.”

Gli occhi di Albus scintillarono a quelle parole. Potevano sembrare fredde e dure, ma custodivano in sé un calore immenso che traspariva dalla voce e dagli occhi di Lily. Silente vide la decisione di Lily di salvare Severus, la percepì, nonostante fosse uno schiaffo per lui, v’era, in quelle parole, la carezza di un amore latente in cui Albus aveva sempre creduto e sperato.

“Credevo fossi arrabbiata con lui.” Le disse con un mezzo sorriso, deciso a farle confessare ciò che custodiva nel suo cuore e che la spingeva ad agire in quel modo. A riporre la sua fiducia in un vecchio che l’aveva ferita e ingannata solo per poter salvare Severus.

Lily lo guardò tranquillamente, seppur lievemente irritata per quella frase.

“Ero arrabbiata con lui, sì. –Disse lei, abbassando appena gli occhi. –E così cieca da non capire come lui si sentisse, da non vedere il bisogno che lui aveva di me. Ora so. E non ho la benché minima intenzione di abbandonarlo di nuovo.”

Silente sorrise dolcemente a quelle parole.

“Sai, Lily, c’è un motivo per cui ho sempre insistito perché rimaneste insieme. Perché quando lui era ferito e incosciente ho voluto che tu gli rimanessi accanto. Tu significhi molto per lui. –Disse il preside pacatamente. –Sei l’unica cosa che gli dà la forza di andare avanti. E, nel profondo, ho sempre sperato che tu potessi offrirgli ciò di cui più aveva bisogno, l’affetto che non ha mai ricevuto. Io ho fatto tutto ciò che ho potuto per lui, davvero, ma non ho mai potuto dargli l’amore di cui necessitava. Quello puoi darglielo solo tu.”

Fece una breve pausa e Lily vide le lacrime brillare nei suoi occhi azzurri, le steli poderose che si ergevano nel loro cielo, lentamente fondersi al calore del sole.

“Lui ti ama. –Sussurrò Silente. –Ti ha sempre amato. Non avrebbe mai voluto farti male, né avrebbe voluto metterti in pericolo.”

“Lo so.” Rispose semplicemente Lily.

“Se n’è andato perché credeva di averti perso per sempre. Può sembrare strano sentirlo dire da me, ma voglio davvero bene a Severus. Fidati di me. Non lo abbandonerò.” Disse Silente.

Lily lo guardò accorata. Il sorriso sul volto del vecchio era sincero, e questo era un punto a suo favore. Sì, forse poteva confidare in lui ancora una volta. Insieme a Silente poteva salvare Severus, ne era certa. Era stata disposta ad andare da sola a Villa Riddle pur di portarlo via dagli artigli di Voldemort, ma se il vecchio preside era disposto ad agire in fretta, beh, avrebbe potuto stringere una nuova alleanza.

Guardò Silente con intensità, cercando di capire se davvero fosse deciso a muoversi in fretta. Il tempo correva e non potevano permettersi di perderne, ogni istante che passava era una nuova condanna sul capo di Severus.

E poi dovevano trovare Harry. Voleva rivedere suo figlio, abbracciarlo dopo tutti quei giorni passati nell’angoscia. Narcissa era stata svelta ad informarla su quando avrebbe potuto vedere Harry. Non si aspettava un suo gufo tanto presto, dopo appena un’ora.

Silente pareva pensieroso, eppure, nel fondo blu dei suoi occhi si scuoteva uno scintillio, un balenio, il guizzo malizioso di un piccolo pesce d’argento.

“Cosa ha intenzione di fare?” Chiese all’anziano professore.

“Uh?” Silente, riportato improvvisamente alla realtà dalle parole di Lily.

 “Oh, prima di tutto penso che dovremo andare a Villa Malfoy, non credi?” Rispose poi, ancora sovrappensiero.

“Narcissa ha detto che avrebbe inviato un gufo.- Gli disse allora Lily. –Non sapeva se Lucius sarebbe arrivato prima di-” Non riuscì a terminare ché Silente la interruppe bruscamente.

“Non c’è tempo.” Disse il preside. Superò la giovane con un balzo e raggiunse la scrivania. Lily lo guardava scombussolata e così la fulgida fenice che guardava Silente con il capo leggermente piegato sulla destra, curiosa. Certo, non si poteva dire che Albus Silente fosse un uomo semplice da capire, prima perdeva tempo rischiando di farli ammazzare tutti e poi diceva di non avere tempo.

“Andiamo subito a Villa Malfoy, che Lucius ci sia oppure no. Anzi, spero proprio di trovarlo, perché fargli qualche domanda e poi –Disse gettando uno sguardo a Lily. –Immagino tu voglia riabbracciare tuo figlio.”

Lily gli sorrise. Sì, voleva riabbracciare suo figlio. Voleva Harry. Il suo cuore si scaldò tanto da infiammare i suoi occhi verdi, tingendone le foglie con la luce vermiglia di un tramonto. Harry. Stavano per andare da Harry. Era troppo felice per portare ancora rancore per Silente. Che importava? Avrebbe riavuto suo figlio, Silente l’avrebbe portata subito da lui e poi avrebbero in qualche modo salvato Severus.

Silente alzò le sopracciglia mostrando ancora di più il blu frizzante delle sue iridi, mentre il sorriso sornione si tendeva sul suo viso dando nuova luce alla barba bianca. Sapeva di aver ottenuto solo una breve tregua con Lily, ma non gli importava, al momento ciò che era importante era trovare Harry e salvare Severus. E lui era sicuro che i due erano in un qualche modo collegati nei piani dell’Oscuro Signore. Ne era certo. Prima bisognava andare dai Malfoy, Lucius faceva parte dell’entourage più stretto di Voldemort e doveva quindi sapere qualcosa su Severus, per questo voleva incontrarlo.

“Narcissa non sarà felice di vederci comparire senza preavviso a casa sua.” Commentò Lily.

“Beh, il fatto di chiamarti Albus Silente ti permette di essere sfacciato di tanto in tanto.” Disse Silente, strizzando l’occhio alla ragazza. Accarezzò distrattamente il capo piumato di Fanny esortando la fenice a chiudere gli occhi appagata.

“Sarà meglio avvertire Minerva prima di andare, non vorrei incorrere nuovamente nelle sue ire.” Disse poi sovrappensiero. Lily continuava a guardarlo, in attesa.

Silente si voltò lentamente verso di lei, la mano poggiata alle piume vermiglie della fenice.

“Lily, -disse con voce seria, lo spirito del condottiero tornato ad impadronirsi del suo corpo, scacciando il vecchio stanco. –Devo chiederti un favore.”

“Mi dica.” Disse Lily, allora, invitandolo a proseguire.

“Non so ancora quale sia la situazione dei Malfoy esattamente, ma credo che avrò bisogno di qualcuno che rimanga presso di loro per proteggerli. Credevo di poterti chiedere di assumere questo ruolo, insieme ad almeno altri due membri dell’Ordine.” Spiegò allora Silente.

“Va bene.” Acconsentì la ragazza. “Ma vorrei che gli altri due membri dell’Ordine siano Sirius e-”

“Remus. –Concluse Silente con un sorriso. –Lo immaginavo. Così sia.”

Lily sorrise. Se Silente avesse dato a vedere di volersi immergere in un altro dei suoi bagni di inganni e tergiversazioni, due Malandrini sarebbero stati gli alleati ideali per prendere in mano la situazione e... cacciarsi nei guai. Per un attimo, ma solo per un istante, non seppe come mai, ma le tornò in mente la profezia. Il suo volto si fece improvvisamente pensieroso. Metà della profezia si era ormai avverata, c’era ancora il mistero del ladro e della lama fatale da svelare. Per un istante sentì l’impulso di parlarne a Silente, ma poi ci ripensò. Forse avrebbe dovuto dirglielo, Severus era di quel parere, ma l'astio che provava verso il vecchio preside la frenava, soprattutto dopo quello che aveva fatto la sera prima.

Silente notò l’improvviso farsi pensierosa di Lily e aggrottò le sopracciglia con fare interrogativo.

“Lily.” La chiamò, riscuotendola dai suoi pensieri. Lei lo guardò, aspettando di sapere cosa avesse da dire.

“C’è qualcosa che desideri dirmi?” le domandò allora Albus.

“No.- Rispose Lily. –Niente.”

Silente, tuttavia, la spiò da sopra gli occhiali, con occhi sospettosi.

***
 

“Allora? Che cosa ci fate qui?!” Narcissa Malfoy non poteva essere più indignata. Guardava i due ospiti indesiderati che erano comparsi con un pop all’ingresso del maniero dei Malfoy. Gli elfi domestici che si curavano del giardino li avevano subito condotti da lei e lei… no, non poteva crederci. Aveva detto alla Evans di aspettare, che avrebbe mandato un gufo. Ma, a quanto pareva, la Nata Babbana doveva essere dura d’orecchi. E ora come faceva se Lucius tornava prima del tempo e si ritrovava Albus Silente, con un ridicolo fez viola, comodamente sprofondato sulla sua poltrona preferita e una Nata Babbana che gli ficcanasava in casa?

“Mia cara Narcissa. –Fece Silente con un sorriso sornione mentre sorseggiava il tè gentilmente offerto dall’elfa domestica Iris. –Mi sono permesso di venire subito, dopotutto, che cosa accadrebbe se Voldemort già sapesse del bambino?”

L’indignazione nello sguardo azzurro di Narcissa venne immediatamente sostituita da una vampata di orrore. Un pensiero orribile era appena nato nella sua mente, come un cucciolo deforme ferito dalle schegge del guscio del suo stesso uovo.

“Lui… -Balbettò. –Lui non sa niente, vero?”

Silente le sorrise caldamente mentre molleggiava sul comodo cuscino verde smeraldo della poltrona, ma non rispose. Si guardò intorno con aria assente, gettando fredde occhiate alle pareti rivestite di pannelli di legno, alle tende verde scuro che coprivano alte vetrate nascondendo alla vista lo splendido e curatissimo giardino inglese. Tutto in quella sala rifletteva l’eleganza e la ricchezza della famiglia Malfoy, dal tavolino in legno di noce al centro, poggiato con eleganza su un tappeto dai motivi floreali, al camino sovrastato dall’arme della famiglia Malfoy, con il grande serpente d’argento ondeggiante in palo, lo scudo sostenuto da due viverne dagli occhi di fuoco. Narcissa guardava Silente con un’espressione terrorizzata, la sua alterigia di poco prima misteriosamente scomparsa. Lo guardava col fiato sospeso mentre Silente passava distrattamente sul capo liscio e scuro della serpe di mogano, che decorava il bracciolo della preziosa poltrona, come se stesse accarezzando la testa morbida di un gatto.

“Questo non lo so. –Disse infine, alzando appena gli occhi sulla padrona di casa. –Meglio non aspettare che lo venga a sapere, ne convieni?” Chiese poi.

Narcissa fece un lieve cenno di assenso col capo.

Lily si guardava intorno distrattamente, affascinata dall’eleganza di quel salotto, dall’atmosfera cupa e, non l’avrebbe mai detto, confortevole che regnava in esso. Ma lei pensava soprattutto a Harry. Harry che era lì, in quella casa, a poca distanza da lei. E l’avrebbe presto riabbracciato… Harry… non riusciva neanche ancora a crederlo. Eppure la sua felicità era oppressa dal peso di un altro nome. Severus… Non poteva essere pienamente felice quando pensava a quello che il Signore Oscuro probabilmente stava facendo al ragazzo. Non riusciva neanche ad immaginarlo. L’avrebbe torturato, umiliato, spezzato… Scosse la testa cercando di scacciare l’immagine di Severus rantolante ai piedi dell’Oscuro Signore con il suo sorriso mellifluo. Non doveva pensarci. Harry, Lily. Sii felice per Harry.

“Credo che la signorina Evans desideri vedere suo figlio.” Disse la voce di Silente, rombando nella testa di Lily come una carica di cavalleria. Alzò lo sguardo su Albus, gli occhi azzurri brillavano dietro le lenti a mezzaluna.

“Sì. –Rispose rigidamente Narcissa. –Sì.”

“Lei potrà stare con Harry, mentre noi discutiamo di… ehm… affari? Possiamo definirli cosi?” Disse Silente con tono imperioso.

“Certamente.” Acconsentì Narcissa. Quindi si voltò verso l’elfa che se ne stava in disparte in attesa di direttive.

“Iris, -Disse con voce perentoria. –Accompagna la signorina Evans da suo figlio.” L’elfa balzellò verso Lily, quindi fece un lieve inchino invitandola con un ampio gesto del braccio ossuto.

“Da questa parte.” Disse gentilmente.

Lily la notò Narcissa lanciare un’occhiata svelta al professor Silente prima di seguire la creatura zoppicante.

Narcissa aspettò con impazienza che entrambe avessero lasciato il salotto. Ciò che le premeva, in quel momento, era parlare con Silente. Poco le importava del bambino e di sua madre, lei voleva che la sua famiglia fosse al sicuro. Voleva parlare con Silente da sola, senza l’impiccio di una Nata Babbana che ascoltava le sue parola guardandosi intorno come una stupida. Un conto era avere solo lei con cui parlare, un altro era poter scegliere tra lei ed Albus Silente; e la scelta, in questo caso, era ovvia.

“Bene, allora. –Disse freddamente, appena la porta si fu richiusa alle spalle di Lily. –Posso contare sul suo aiuto?” Si avvicinò di qualche passò, sedendosi poi con un movimento elegante sulla poltrona dirimpetto a quella su cui era seduto il preside. Il tavolino scuro, su cui era adagiato il vassoio d’argento con cui l’elfa aveva servito il tè, a fare da muto arbitro tra loro due.

Silente la guardò furbo. Sorseggiò tranquillamente il suo tè prima di schiarirsi la gola con fare autoritario.

“Assolutamente sì.” La rassicurò.

Narcissa si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Il peso quasi insostenibile della tensione che aveva portato sulle spalle fino a quel momento, si alleggerì alle parole di Silente.

“Cosa intende fare?” Domandò a Silente.

“Beh, temo che tuo marito dovrà sopportare la presenza di alcuni membri dell’Ordine in casa sua.” Rispose Silente con nonchalance, sorbendo il fondo della tazza prima di posarla sul tavolino.

“Può farlo?” Chiese poi alzando gli occhi su Narcissa.

“Immagino di sì, se lei mi assicura che è l’unico modo.” Disse la donna.

“Bene.” Fece Silente con un sorriso mentre si appoggiava allo schienale imbottito della poltrona. Si spinse gli occhiali a mezzaluna più in su, sul naso, arcuato con un dito, quindi intrecciò le mani in grembo.

“Intanto direi che Lily può rimanere qui. –Disse. –E’ un valido membro dell’Ordine e, inoltre, potrà rimanere con suo figlio. E poi, credo che Sirius Black e Remus Lupin saranno ben felice di spalleggiarla.” Concluse ricordando la richiesta, alquanto preoccupante, si disse, di Lily.

Narcissa lo guardò contrariata per un attimo. Oh sì, Lucius sarebbe stato entusiasta: un lupo mannaro, una Nata Babbana e un traditore del sangue che vagavano per casa.

“Va bene la Evans, ma perché Black e Lupin, se è lecito chiederlo?” Osò domandare la signora Malfoy.

Silente allargò il suo irritante sorrisetto e abbassò appena il capo per spiare la donna da sopra gli occhiali a mezzaluna.

“Perché sono ottimi amici di Lily. Sono sicuro ci sarà un certo affiatamento tra i tre e la cosa non può che giovare alla nostra causa.” Disse, sebbene Narcissa colse uno strano guizzo nei suoi occhi azzurri, come se quella non fosse la pura verità, tuttavia  non se ne curò più di tanto.

“Un’altra cosa. –Fece Silente d’improvviso, -Desidererei che facesse parte della squadra anche il mio elfo domestico, Brix.”

Narcissa allargò gli occhi stupita. Magnifico, anche un elfo domestico, ora, ci mancava.

“Perché?” Domandò.

“Potrebbe unirsi ai vostri elfi. Un asso nella manica, mi capisci?, nel caso qualcuno vi attaccasse.” Spiegò allora Silente. E lui avrebbe potuto contare su qualcuno che controllasse i tre ragazzi, e soprattutto Lily, perchè non facessero sciocchezze.

“D’accordo. –Acconsentì forzatamente Narcissa. –D’accordo. Lucius mi tirerà il collo quando rientrarà.”

“A proposito di Lucius! –Esclamò improvvisamente Silente. –Vorrei fargli alcune domande. Non disturbo, vero, se lo aspetto qui?” Fece poi con aria furba.

Narcissa nascose un ringhio irritato dietro un sospiro e si forzò di sorridere. Beh, forse Silente avrebbe potuto spiegare la situazione a Lucius e magari sarebbe anche riuscito a fargliela accettare. E poi, non poteva permettersi di mandare via il vecchio, c’era la sua famiglia di mezzo.

“No, certo.” Rispose.

***
 

La piccola elfa condusse Lily verso la grande scalinata dell’ingresso, bianca e fredda come ghiaccio. Salirono in silenzio lo scalone, i loro passi che battevano sul marmo rimbombando nell’ampia sala vuota. Lily non poteva evitare di gettarsi occhiate intorno. Non era mai stata in una villa nobiliare, tutto lì sembrava trasudare la grandezza e l’alterigia della famiglia Malfoy. Se il salotto mostrava il lato familiare e caldo della famiglia, l’ingresso e la sua scalinata era fatti per impressionare gli ospiti, per mostrare loro la storia e la potenza che il marmo trasudava come stille di secoli. Nessuno, poi, poteva sfuggire allo sguardo astuto del serpente che imperava nel grande stemma d’argento brunito al centro dello scalone, tutti vedeva e tutti lo vedevano imprimendosi quell’immagine a fuoco nella mente.

Lily seguì la creatura zoppicante lungo un ampio corridoio, che imboccarono sulla sinistra appena giunte in cima allo scalone. Le alte finestre lasciavano entrare la luce fredda del giorno, indurita dalle nuvole che coprivano il cielo, era una marea gelida che sommergeva il corridoio con acque bianche che tremavano appena quando venivano sfiorate dallo straccio che copriva il corpo ossuto dell’elfa. Fredde increspature che, come vecchi mendicanti ingobbiti, tendevano le loro mani ad accarezzare, come in cerca di elemosina, quasi supplicanti, la sua pelle scura e rugosa.

Iris si fermò davanti ad una robusta porta di legno scuro che risaltava tra le pareti bianche. Gettò un’occhiata fredda a Lily, quindi abbassò la maniglia d’ottone ed aprì la porta facendo pochi passi all’interno della stanza per mettere a Lily di seguirla. Era un piccolo salotto che collegava le varie camere da letto.

Non appena la ragazza varcò la soglia, il suo cuore esplose. Seduto su un caldo tappeto, al centro della piccola sala, che allungava le manine per cercare di afferrare un boccino che svolazzava intorno a lui, c’era Harry. Il suo piccolo Harry.

Lily si sentì sciogliere a quella vista, dentro di lei un calore che non avrebbe mai creduto di poter trovare. Sentì le lacrime scivolarle lungo le guance, ma non erano stille acuminate di dolore quelle, no, erano lacrime di gioia, di una gioia che le avvolgeva il cuore in un abbraccio profondo.

“Harry…” Mormorò. Avrebbe voluto gridare il suo nome, ma la sua stessa voce era troppo felice per poter parlare. Avrebbe voluto correre da lui e abbracciarlo stretto, e invece se ne rimaneva lì, immobile sulla porta, a guardare, attraverso il caldo velo delle lacrime, suo figlio che rideva cercando di agguantare la riproduzione tintinnante del Boccino d’Oro.

Seduta su una sedia, poco lontana dal bambino, c’era un’altra elfa domestica, ingobbita dal lavoro e dall’età, che vegliava sul piccolo. Lily nemmeno si era accorta di lei, gli occhi invasi dall’immagine di Harry che rideva. La creatura ossuta balzò giù dalla sedia e si diresse saltellando verso la porta, gettò soltanto una lesta occhiata alla ragazza con i capelli rossi che se ne stava immobile sulla soglie, e uscì nel corridoio.

“Vi lascio.” Disse la vocetta roca di Iris. Poi, Lily sentì la porta richiudersi alle sue spalle e rimase lì, da sola insieme con suo figlio, con il suo piccolo Harry scomparso.

“Harry!” Lo chiamò, finalmente ritrovando il suono della sua voce.

Il bimbo allontanò per un attimo l’attenzione dall’inafferrabile boccino e si voltò verso di lei. Bastò poco perché i suoi occhietti verdi si illuminassero e la bocca morbida si aprisse in un sorriso pieno di riso. Tese le manine verso la sua mamma, aprendo e chiudendo le dita a pugno come nel tentativo di afferrarla e portarla verso di lui.

Lily fece qualche passo verso di lui, così piena di gioia che le pareva di esplodere. Vide il suo bambino cercare di alzarsi goffamente da terra per poi perdere l’equilibrio e cadere in avanti, appoggiandosi alle manine tozze. Lily non poté evitare di ridere nel vederlo cercare con non poco sforzo di alzarsi sulle gambette.

Si inginocchiò a pochi passi da lui mentre Harry cercava inutilmente di restare in equilibrio sulle gambe. Il bimbo alzò lo sguardo umido verso di lei e sorrise gonfiando le gote rubiconde, poi, seppur con andatura incerta e ondeggiante, riuscì a compiere un primo passetto verso la sua mamma, poi un secondo, un terzo, un quarto fino a gettarsi a peso morto tra le braccia accoglienti della ragazza.

Lily lo strinse forte a sé, scompigliandogli un poco i capelli neri sparati da tutte le parti. Harry premette il visino paffuto contro il suo petto, felice di poter sentire di nuovo il calore e il profumo della su mamma.

“Oh, Harry…” Mormorò la ragazza tra le lacrime stringendo forte il bambino. Gli stampò un bacio leggero sui capelli spettinati e poggiò la sua guancia sul capino morbido.

Chiuse gli occhi, godendo del calore di quel corpicino che si stringeva a lei. Cominciò a cullarlo lentamente ondeggiando avanti e indietro. Non poteva ancora crederci… Harry… Harry di nuovo lì con lei, erano di nuovo insieme e non si sarebbero mai più separati, non avrebbe potuto perderlo un’altra volta.

“Harry…” Mormorò ancora, come se ripetendo a sé stessa quel nome riuscisse a convincersi che quello non era solo un bellissimo sogno, era la realtà. Una bella realtà tra tanto dolore, un raggio di sole nella tenebra.

“Mamma…” Disse la vocina incerta del bimbo che stringeva a sé, e il cuore di Lily esplose, andò in mille pezzi, mille colorati frammenti che si spansero in lei come un fiume di farfalle multicolore.

“Oh, mio piccolo Harry. –Disse Lily. –Siamo insieme. Di nuovo insieme.”
 

*******


Eccomi. Sono un po’ ritardo, scusatemi.

Non ho nulla da dire su questo capitolo. Forse solo che tutta la prima parte con Silente non era prevista, al suo posto avrebbe dovuto esserci Severus, ma… spero non vi dispiaccia più di tanto. Prometto che Sev ci sarà nel prossimo capitolo.

Spero di aver fatto un buon lavoro con la parte di Lily ed Harry, perchè è stata molto difficile da descrivere.

La frase di Silente “C’è qualcosa che desideri dirmi?” mi piaceva troppo per non metterla. Ho sempre adorato quella frase. E poi è un ulteriore legame tra Harry e Lily.

Come al solito, aspetto i vostri commenti e vi do appuntamento al prossimo capitolo, di cui non dico niente altrimenti rovino la sorpresa… beh, posso dirvi che si scoprirà chi è il ladro della profezia.

Ciao a tutti!
 
 
 
 
 
  
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