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Autore: Djali    22/08/2006    1 recensioni
I Malandrini, le sorelle Black, Lily, Lucius e Severus vissero un anno speciale a Hogwarts, e perché il suo ricordo non sbiadisca ci racconteranno, uno per uno, quello che provarono nei più intensi e magici giorni della loro adolescenza...
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, I Malandrini, Lily Evans, Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando io, Lily e i nostri compagni del quinto anno entrammo nella Sala Grande per il pranzo di ritorno dalle serre trovammo il resto della scuola immerso in mormorii più fitti e più eccitati del solito. Guardai Lily, chiedendole cosa potesse essere successo, ma lei alzò le spalle, con un'espressione interrogativa almeno quanto doveva esserlo la mia.

-Ma cosa è successo?- chiese lei preoccupata a una ragazzina del primo o del secondo anno che correva di qua e di là eccitatissima. Lei si voltò a guardarla con gli occhi spalancati, come se fosse un alieno.

-Ma come!- esclamò scioccata: -Possibile che non hai sentito tutto il fracasso di stamattina?

-No, eravamo alle serre e non l'ho sentito- rispose lei, che iniziava ad innervosirsi -Allora, me lo dici cos'è successo o...-

-C'è stata una lite, al quarto piano. Ma una lite di quelle grosse, dicono che erano in sei, tre Grifondoro e tre Serpeverde, e che hanno...

-CHI?!- strillai. Ero certa di conoscere già la risposta.

-Mah, non li conosco. So che una è quella ragazza- disse indicando chi era appena entrato. Come volevasi dimostrare, la ragazza indicata era mia sorella Bellatrix. Avanzava sfoggiando il sorriso compiaciuto di chi stia ricevendo le lodi del suo buon lavoro mentre tutti le chiedevano di raccontare i dettagli, eppure aveva l'aria di chi stesse mascherando la propria rabbia.

-Grazie, ho capito tutto- dissi alla piccola. Mi lanciai attraverso la Sala, seguita da Lily, in direzione di Bella. Fra loro due non scorreva buon sangue, viste le origini babbane della mia migliore amica. Ma in fin dei conti, Bella faticava a sopportare me, figuriamoci i miei amici mezzosangue.

-Bella! Ehi, Bella!- la chiamai a gran voce. Lei si voltò verso di me e mi rivolse il tipico sguardo che riservava solo a me. Qualcosa che assomigliava terribilmente a: "dannazione, guardate chi sono costretta a frequentare". Mi feriva da pazzi vedere quell'espressione sul viso di mia sorella.

-Stai bene? Cos'è successo? Anche Sirius...-

-Sì, anche il tuo caro cugino. E sappi che se quello stupido vecchio di Silente non fosse intervenuto lo avrei conciato per le feste- terminò con aria estremamente fiera di sè. Poi mi sfilò davanti con il petto in fuori e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde, dove continuò ad essere assillata da alunni giovani e meno giovani. Notai che si sedette accanto a Lucius, Narcissa e Severus. Non mi ero accorta che fossero già lì. Anche attorno a loro si era raccolto un piccolo sciame di ragazzi vocianti. Sentii altre voci entusiaste provenire dal tavolo dei Grifondoro e capii che anche mio cugino e i suoi amici dovevano essere arrivati.

-Andiamo, chiediamo a Sirius come sono andate le cose- esclamai rivolta a Lily. La vidi pietrificarsi e arrossire lievemente nel sentire la mia proposta. Sapevo che odiava Sirius, James Potter e Peter Minus perché li considerava dei bulli, a differenza di Remus Lupin, che era prefetto come noi e conoscevamo abbastanza bene per reputarlo un bravo ragazzo. Eppure la reazione di Lily mi parve eccessiva.

-Dài, muoviti!- la esortai iniziando a correre verso di loro. Giungemmo accanto al tavolo proprio mentre i quattro si sedevano. Neppure loro sembravano troppo dispiaciuti. Mi feci largo tra la folla riuscendo infine a sedermi accanto a mio cugino, che mi sorrise radioso.

-Ciao, cugina! Prendi esempio da questo fior di cugino che ti ritrovi e concia per le feste ogni Serpeverde che incroci il tuo cammino!- mi escalmò gioioso. Io gli rivolsi uno sguardo dubbioso. Notai con la coda dell'occhio la chioma fiammeggiante di Lily passare oltre una fila di teste. Non sembrava troppo interessata ad avvicinarsi. Presi mentalmente nota di rimproverarla per la testardaggine con cui si ostinava a disprezzare Sirius e i suoi amici.

-Sì, bravissimo. Cerca però di non ammazzarmi una sorella- Lui mi rivolse uno sguardo fra l'offeso e il furibondo -E poi, potresti dirmi com'è andata, una volta per tutte?-

-E' andata bene- si intromise James Potter, un ragazzo occhialuto ma carino, anche se un po' arrogante, che si era seduto sul bordo del tavolo. Quando si era accorto di me aveva per un attimo smesso di decantare le proprie eroiche gesta al pubblico festante che circondava il tavolo, abbastanza a voce alta perché lo sentisse anche chi era all'altro capo della Sala.

-Peccato che Silente ci abbia interrotti sul più bello. Ah, e ci ha anche messi in punizione- continuò, sempre più sorridente. Notai che mi guardava come se mi mancasse qualcosa e si aspettasse di vedermela spuntare da dietro la schiena da un momento all'altro. Intuì quello che stavo pensando, arrossì lievemente e tornò alla platea vociante che esigeva altri dettagli.

-Non voglio ascoltare i suoi poemi- dissi a Sirius lanciando un'occhiata di traverso a James -Dimmi solo cos'è successo-

Lui mi raccontò in poche parole di come fosse iniziato il litigio fra James e Lucius e di come alla fine si fossero trovati tutti coinvolti, volendo intendere, con "tutti", i suoi amici, gli amici di Lucius, una decina di armature e di statue ora ammaccate e decapitate. Una volta terminato il suo racconto mi sporsi sul tavolo richiamando l'attenzione di Remus, che sedeva proprio di fronte a noi e stava in silenzio, insieme all'altro ragazzo, Peter, ad ascoltare James, sorridendo per le sue esagerazioni.

-Remus, davvero hai contribuito a scardinare una porta?- chiesi con gli occhi sbarrati per l'incredulità.

-Oh no!- rispose lui offeso -Quando sono arrivato io era già a terra. Io ho solo fatto volare un elmo oltre le rampe di scale. Ah, è ho staccato il braccio di una Strega Zoppa di marmo. Ora, oltre a essere zoppa è anche monca. Ehi, non è vero! Sono stato io a colpire Piton sulla gamba!- si rivolse improvvisamente a James, che aveva appena finito di descrivere con quale mira eccezionale avesse centrato in pieno il ginocchio di Severus. Lui agitò una mano, come per dire che era lo stesso, e continuò la sua emozionante narrazione. Mi voltai di nuovo verso Sirius, ma ormai si era anche lui lanciato in un racconto ricco di mimica e di gestualità, e sembrava così fiero di sè mentre imitava Lucius che barcollava e poi si gettava a terra strillando come un disperato che non me la sentii di interromperlo. Scivolai di nuovo fra gli studenti, questa volta intenzionata ad allontanarmi. Non appena riuscii nella mia impresa cercai con lo sguardo Lily, e, quando i miei occhi furono catturati dal fiammeggiare dei suoi capelli, mi diressi verso di lei, che si era seduta al tavolo dei Grifondoro, lontana diversi metri dai Malandrini e dai loro spettatori, con la schiena rivolta al tavolo. Sembrava imbronciata e pensierosa, ma vidi che aveva le guance un po' rosse. Era talmente immersa nei suoi pensieri che si accorse di me solo quando mi sedetti accanto a lei, facendola sobbalzare.

-Lily! Ma mi vuoi spiegare perché ce l'hai con Sirius e i suoi amici?- le chiesi con tono autoritario.

-Io non ce l'ho nè con lui nè coi suoi amici. Forse non te ne sei accorta, ma vado davvero molto d'accordo con Remus. E gli altri...- lanciò un'occhiata a James e Sirius. Ora erano entrambi in piedi sulla panca ed erano intenti nella goffa imitazione di quello che doveva essere uno scontro corpo a corpo. Attorno alcune ragazzine strillavano e ridacchiavano, mentre alcuni ragazzi li aizzavano -Gli altri sono dei dementi- completò arrossendo appena. Non potei darle torto.

-C'è un fondo di verità in quel che dici- mi voltai con aria compassionevole verso i due, che ora erano coricati sul pavimento in quella che doveva essere l'imitazione di Lucius e Severus che si contorcevano dal dolore. Avevo sempre reputato mio cugino e i suoi amici un branco caratterizzato dalla instabilità mentale, però li avevo sempre trovati simpatici. Ma ora mi sentivo solo lievemente imbarazzata mentre una dozzina di ragazze ridacchiavano attorno a mio cugino che, coricato sul pavimento, si agitava come se fosse pieno di formiche rosse.

-Ragazzi, cos'è questa confusione? Ogni casa al proprio tavolo, è ora di pranzo- trillò all'improvviso la professoressa McGranitt, di ritono dall'ufficio del preside, con il quale probabilmente aveva discusso fino ad allora sul perché avesse dato ai litiganti della mattina una punizione così leggera.

-Vado al tavolo del Corvonero, ci vediamo dopo- dissi a Lily. Lei mi rispose con un cenno affermativo, sollevò le gambe e roteò sulla panca, in modo da essere rivolta verso il tavolo. La vidi guardare con un'espressione indecifrabile mio cugino e James mentre si rialzavano e si inchinavano ripetutamente agli applausi di quelli più giovani, che sembravano aver creduto a ogni parola che avevano detto e sembravno pieni di ammirazione. Voltai le spalle a quella vista, che era abbastanza sconvolgente, e corsi diretta al mio tavolo, sul quale iniziavano a luccicare vassoi colmi di prelibatezze. Avevo una fame da lupi.

   
 
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