Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: real_chiareds    05/01/2012    12 recensioni
questa è la storia di un gruppo di ragazzi, amici, nemici, storie d'amore,intrighi ma oltre ai momenti tristi non mancheranno quelli divertenti.
Dal testo:
-Voglio venire a Londra con te mamma, sono stufa di questa vita, voglio tornare ad essere Cat, la piccola e innocente Cat.-
-preferiresti baciare il cane di un barbone piuttosto di me?-
-preferirei baciare Jackson O’Neil a te Harry- concluse indicando il secchione, imbranato, fissato con Star Wars che stava entrando con la sua solita spruzzetta per l’asma nell’istituto proprio ora
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10 - « When you will realize, baby, I’m not like the rest »

 

 
Il cielo stranamente non era nuvoloso quella sera anzi al contrario, il blu cobalto sopra le loro teste era trapuntato da miliardi di piccoli punti scintillanti che quasi sembravano stati dipinti e poi spolverati di porporina argentata.
La neve caduta i giorni precedenti iniziava a sciogliersi per mostrare nuovamente il manto verde smeraldo del parco. Su una panchina ai piedi di un grande albero, sotto ad un lampione nero dalla luce soffusa, non ancora accesa del tutto, due figure stavano parlando, ridendo e mangiando.
-Addirittura?- chiese la ragazza guardando sorpresa il biondo davanti a sé.
-Sono piuttosto possessivo quando si parla di cibo- si giustificò il ragazzo.
Chiara lo guardò ridendo divertita –quindi vuoi dire che se io tentassi di rubarti una patatina rischierei di perdere la mano?-
-Fidati tu non vuoi scoprirlo- le rispose con finto tono minaccioso Niall, tornando a finire le ultime che gli erano rimaste. Alzò lo sguardo guardandosi un attimo intorno mentre la ragazza ne afferrava una mangiandola.
-Ultima richiesta?- gli chiese lui guardandola con sguardo omicida.
-Si mangia la destra, che la sinistra mi serve per scrivere- le rispose divertita porgendogli la mano. Il ragazzo scosse la testa posando la scatolina di plastica bianca ormai vuota nel lato vuoto della panchina.
-per stasera ti risparmio la sofferenza, ma considerati avvisata- concluse ironico alzando un dito come a puntualizzare la frase.
-si signore- rispose lei con il solito tono ironico fingendo di aver ricevuto il messaggio come se il suo superiore le avesse appena dato l’ordine.
-Ma tu sei sicura che non ci chiudono qui dentro vero?- le domandò il biondo dopo essersi guardato intorno per l’ennesima volta come a tenere sotto controllo il parco mentre le luci dei lampioni diventavano sempre più forti.
-Sei mai stato al centro di questo parco alle nove?- le chiese lei con una luce negli occhi, era qualcosa che lei trovava magico quello che si svolgeva lì, o meglio, lo era per il suo punto di vista, per le sue passioni, non sapeva molto di quello che piaceva a Niall dopotutto, a parte la sua fissazione per il cibo.
-No perché?- le chiese lui non capendo cosa di così affascinante da farle brillare gli occhi ci fosse in un parco buio e vuoto la sera.
-Davvero?- rispose la ragazza sorpresa di quel fatto cioè chiunque sapeva di quella sottospecie di spettacolo che c’era nel centro del parco ogni sera o quasi, quello era l’unico di Londra a restare aperto anche la notte –Vieni ti faccio vedere- concluse afferrando la borsa e la mano del ragazzo per farlo alzare prima di portarlo verso il centro di quella struttura.
 
-Si, d’accordo, va bene signore, dopodomani alle undici nel cortile della scuola perfetto, ci vediamo là- Louis riagganciò con il telefono e tornò a buttarsi sul divano vicino all’amico.
-Chi era?- chiese Harry con la bocca piena di pop corn.
-Il coach- rispose con noncuranza l’altro mentre tornava a fare zapping sui vari canali.
-Ehi, mi interessava- si lamentò senza successo il ricciolo prima di aggiungere –che voleva comunque?-
-dopodomani alle undici di mattina partiamo per la trasferta- risposo sbadigliando il maggiore tra i due con fare annoiato.
-come dopodomani? Io devo finire il compito di economia e devo finirlo entro la trasferta come faccio?- chiese in panico il più piccolo tra i due.
-Chiama Fede e dille che domani dovete lavorarci per forza?- gli suggerì Louis alzandosi e andando verso la cucina
-Hai visto il mio telefono?- gli domandò Harry iniziando a mettere a soqquadro il divano.
-Ehi! Fermo, fermo, fermo, è qui, piantala di distruggermi il soggiorno- glielo lanciò prima di ributtarsi sul divano con una lattina di birra in mano.
Harry lasciò la stanza andando verso le scale per raggiungere la propria camera.
-Guarda che se resti qui mica muori- lo canzonò il suo compagno di casa, ma il ricciolo non rispose chiudendosi la porta alle spalle. Si buttò sul letto prima di comporre il numero di Fede e aspettare che la ragazza rispondesse.
Dopo un paio di squilli la voce assonnata della ragazza raggiunse l’orecchio del ragazzo.
-Harry, che vuoi alle dieci di sera?- gli domandò con uno sbadiglio.
-Sei già a letto? Cavolo peggio delle galline sei- commentò lui mettendosi a guardare e studiare il soffitto.
-carino come sempre tu, che vuoi allora?- insistette la ragazza mettendosi a sedere a gambe incrociate sul proprio letto sbuffando allungandosi per accendere l’abat-jour.
-Domani dobbiamo finire il progetto- disse con tono che non accettava no.
-Calmino con i toni, come mai domani?- le chiese spiegazioni la ragazza riattivando il cervello quando lui si impose.
-perché poi parto per la trasferta e non vorrei più pensarci devo avere la mente libera per non perdere-
-ah si certo, la mente libera- si ripeté la ragazza.
-che c’è non mi credi?- gli domandò lui aspettandosi una risposta negativa del tipo ‘no non ti credo perché sei bugiardo e inaffidabile’ e invece ottenendo con sua sorpresa una risposta che era l’opposto.
-Si ti credo Harry, va bene passo domani mattina io, ok?- concluse lei sbadigliando un ultima volta.
-ok va bene a domani allora- concluse il ragazzo.
-a domani- gli rispose Fede prima di riagganciare e ributtarsi a letto.
Harry si alzò e tornò in salotto sorridente dove l’amico aveva fatto prendere il suo posto sul divano al cane.
-Mi ha detto che mi crede- disse sognante sedendosi per terra senza nemmeno trovare da ridire su quel fatto mentre Ted si divertiva a lavargli la faccia a forza di leccate.
 
Era una serata piuttosto tranquilla, Davis non sapeva cosa fare, viveva a Londra e le sue serata erano monotone, stava buttato sul divano a fare zapping in pigiama con un barattolo di nutella in mano che si divertiva a violare a cucchiate, quando il suo telefono iniziò a vibrare lo afferrò e lesse il messaggio, era di sua sorella che era rimasta bloccata alla stazione della metro e chiedeva il suo soccorso.
Sbuffò chiudendo il messaggio non aveva voglia di alzarsi, avrebbe chiamato qualcun altro. Dopo tre secondi però alla vibrazione seguì la suoneria persistente.
-Che c’è? Con tutte le sere proprio oggi dovevi venire a casa?- le chiese scocciato sbuffando.
-oh scusa se ho interrotto la tua serata nutella, pigiama e televisione, ma sono a piedi, ho sonno e voglio dormire nel mio letto- gli rispose lei a tono sedendosi su una delle panchine nere sul marciapiede lungo la strada.
-ok mi cambio e arrivo, non andartene però-
-dove vuoi che vado a piedi?- domandò la mora sbadigliando.
-già sei troppo pigra- concluse il fratello riagganciando e salendo in camera per mettersi addosso qualcosa che non fosse un pigiama.
Salì in auto e partì diretto a dove la sorella le aveva detto nel messaggio di trovarsi. Le strade erano deserte a parte un paio di macchine che sfrecciavano in direzione opposta.
Davis rallentò quando il semaforo divenne rosso e si fermò aspettando. Abbassò lo sguardo sullo stereo decidendo di accenderlo mentre alzava anche l’aria calda. Iniziò a tamburellare con le dita sul volante quando improvvisamente qualcosa lo colpì da dietro facendolo sbattere quasi contro di esso con la faccia.
-Cazzo!- esclamò aprendo lo sportello e scendendo e iniziando a urlare andando a vedere il danno subito.
-Ma che non ci vedi? Avevo pure gli stop accesi, Derek mi ammazzerà quando vedrà l’auto, dove cazzo avevi gli occhi?- continuò a imprecare contro lo sconosciuto che lo aveva appena tamponato, quando dal lato passeggero una ragazza, a prima vista sui diciannove anni scese. Era ubriaca ma nonostante tutto sembrava reggersi ancora bene su quei trampoli che le facevano raggiungere un metro e settanta e riusciva a nasconderlo ancora bene. Sorrise a Davis scusandosi anche se non c’era lei alla guida.
-scusa mia sorella è proprio negata alla guida- gli disse avvicinandosi fingendo di essere completamente sana e riuscendo nell’impresa se non fosse per il brilluccichio negli occhi.
-sono Josline- continuò allungando la mano –posso aiutare in qualche modo per risolvere il problema?- continuò senza togliersi quel sorriso da prendere a schiaffi dal viso.
-si mi servirebbero un paio di dati- rispose Davis ricambiando il sorriso della ragazza dimenticandosi completamente del danno subito dalla macchina.
Josline, così si chiamava la ragazza, si allontanò ritornando poco con in mano dei documenti –chiedi quello che vuoi-  
-dato che il nome lo so già, mi serve il tuo numero e sei libera domani sera?- le chiese il ragazzo sorridendo a sua volta finché una seconda figura non scese dal lato guida.
-Mi sta venendo da vomitare, sei così disperato da provarci con una che ha più alcol nelle vene che sangue?- domandò la seconda figura, era più bassa dell’altra ma forse a causa delle converse che portava sotto ai calzoni di una tuta e una felpa che la rendevano ancora più bassina. Aveva i lunghi capelli raccolti in una coda e un paio di occhiali.
-Io non sono ubriaca- rispose Josline.
-E allora perché diamine sono dovuta venire a prenderti? Va a casa da sola no?- concluse la seconda ragazza lanciandole le chiavi prima di allontanarsi senza preoccuparsi di chiudere lo sportello.
-Cas, Cas, CASEY!- urlò la stangona senza ottenere risposta dalla sorella che si stava allontanando a piedi per le strade di Londra.
La ragazza si incamminò da sola per le varie strade della città diretta a casa senza voltarsi, odiava il fatto che quella facile, figlia della sua matrigna, dovesse provarci con cani e porci sia da sobria che da ubriaca.
La sua vita era un po’ come quella di una moderna cenerentola che però non aveva ancora trovato il principe azzurro, al contrario di Josline che era stata la fata turchina di mezzo mondo visto che era riuscita a soddisfare i desideri più nascosti di tutti i ragazzi della città.
Si guardò intorno leggendo il nome della zona su un cartello della metro e sbadigliò, stava ancora ad un paio di isolati da casa. Notò una panchina, ma come si avvicinò vide che era già occupata da una ragazza.
-posso?- le domandò indicando il lato vuoto e la mora alzò lo sguardo annuendo spostando la borsa.
-è chiusa giusto?- chiese nuovamente indicando la metro alle loro spalle
-Fino a domani mattina purtroppo- rispose la sconosciuta accanto a lei sorridendole e prendendo una scatola di chewing-gum per poi offrirgliene una.
Casey scosse la testa, sapeva che non era prudente fidarsi degli sconosciuti
-Tranquilla non sono avvelenate, né drogate, non ho intenzione di rapirti o ucciderti e poi squartarti per spedire i tuoi resti ai tuoi genitori- tentò di rassicurarla sempre sorridendo.
-Oh mio padre resterà muto come una tomba e la mia matrigna li userebbe per sfamare il suo topo da compagnia- le rispose per poi afferrarne una e aggiungere –sono Casey- non sapeva perché ma quella ragazza mora le dava fiducia anche se era una perfetta sconosciuta.
-Cat- le rispose la mora porgendo la mano libera aspettando che venisse stretta.
-Dunque Casey come mai in giro a quest’ora- continuò la mora dopo aver ritirato la mano voltandosi interessata verso l’altra ragazza.
-Sto cercando di andare a casa, ho piantato mia sorella con un mongolo disperato che cercava di rimorchiarla sebbene lei è così ubriaca da darla persino ad un palo volendo, e ora devo camminare per altri due isolati- spiegò in fretta prima di alzarsi e aggiungere –e forse è meglio che mi sbrigo sennò non arrivo più-
-No aspetta, ti diamo un passaggio noi, mio fratello sta per arrivare a prendermi, almeno non devi farti due isolati a piedi in piena notte- la fermò Cat alzandosi nel preciso istante in cui un auto si fermò davanti a loro e Davis ne scese.
-Muoviti dai andiamo che non ho voglia- tuonò andando verso la sorella che sbuffò. Casey riconobbe la voce del disperato di poco prima e si voltò riconoscendolo.
-Questo è tuo fratello?- le chiese sbarrando gli occhi. Il ragazzo da parte sua rimase sorpreso allo stesso modo –conosci questa squilibrata?- domandò tirando lontano Cat.
-Piantala mongolo è una ragazza simpatica e le serve un passaggio a casa-
-no tranquilla vado a piedi te l’ho detto, ormai sono arrivata, è stato un piacere, Cat, disperato- li salutò prima di allontanarsi.
La mora si voltò scoppiando a ridere a guardare Davis –ti prego dimmi che non ci hai provato con l’ubriacona-
-in mia difesa dico che non si notava- si difese lui
-sei un caso disperato Dave- concluse salendo in macchina e aspettando che il fratello facesse lo stesso.
 
Memi e baby-sitter andavano d’accordo come acqua e gatto, o gatto e topo, o cane e gatto, ma doveva contribuire alle spese ed essendo ancora studentessa non poteva fare lavori troppo impegnativi. Aveva iniziato quasi per scherzo a fare la baby-sitter per i vicini e adesso si ritrovava dalla parte opposta della città a dover lavorare per una famiglia dallo strano nome, Malik, bah!
Raggiunse l’indirizzo e lo controllò più volte per essere sicura che fosse quello giusto poi suonò, mentre aspettava nella sua testolina continuava a ripetersi
-magari ti va bene come la settimana scorsa e la bambina ha un fratello maggiore arrappante-
L’idea che fosse così però la entusiasmò ancora per poco, infatti i suoi sogni si infransero quando una bambina mora di sei anni venne ad aprire e le sorrise
-Ciao!- esclamò prendendola per mano trascinandola dentro quando tutto quello che voleva fare era scappare da quella casa, la bambina alla porta era Ayshaa, la sorellina di Zayn.
-Mamma è arrivata la baby-sitter- disse la piccola trascinandola verso la cucina, dove una signora mora stava finendo di sistemare le ultime cose per la cena. Lasciò un paio di raccomandazioni a Memi e la informò che sarebbe rientrata per le undici e mezza o mezzanotte massimo poi salutò la piccola e si chiuse la porta alle spalle.
Memi fece cenare Ayshaa, si spinse fino a giocare con lei, dopotutto quella bambina non era male, non urlava, non piangeva, non sporcava era un angelo, quasi non sembrava paragonabile al fratello.
Verso le dieci poi le disse di andare a mettere il pigiama mentre lei finiva di sistemare e poi l’avrebbe raggiunta, ma in quel preciso istante la porta di casa si aprì e una voce maschile, che Memi associò subito a Zayn parlò
-Sono a casa!- urlò mentre dai rumori sembrava buttare una sacca a terra, la piccola corse verso l’ingresso
-Zayn, Zayn- lo chiamò per poi saltargli in braccio –ho una nuova tata- gli spiegò per poi aggiungere –è bella e tu la conosci anche, ma io non ho detto niente a mamma- concluse facendogli un smorfia prima di sorridere per poi concludere tenendoci a precisare la cosa –ma stasera e mia!-
-frena, frena, frena puffa che non ho capito niente- la fermò lui facendola scendere mentre Ayshaa gli afferrava la mano trascinandolo verso il salotto. Il ragazzo capì a chi si stava riferendo quando vide Memi in ginocchio vicino al tavolino a sistemare le carte.
-vado a mettere il pigiama- esclamò la piccola scappando, non dando il tempo a nessuno di ribattere sparendo verso la sua cameretta.
-ok arrivo- rispose Memi alzandosi per trovarsi Zayn davanti e indietreggiare per mantenere una certa distanza.
-Zayn- disse sorpresa anche se alla fine non avrebbe dovuto esserlo, quella era casa sua dopotutto.
-Memi- rispose lui con il solito tono buttandosi sul divano a peso morto prima di aggiungere riferito alla sorella –dalle dieci minuti è sempre stata piuttosto lenta nel cambiarsi.-
Guardò verso la mora ancora in piedi davanti a sé –puoi sederti, non mordo mica- le disse indicando il divano accanto a sé mentre afferrava il telecomando.
-su questo ho dei dubbi- rispose lei guardando poco tranquilla il posto libero accanto al ragazzo tornando a fissarlo mentre era intento a guardare lo schermo della televisione ancora spento.
Nella mente della ragazza era un turbine di pensieri tra i quali
non che mi dispiaccia essere morsa da te ’ o ‘mordimi quando vuoi, dove vuoi, come vuoi’
Per fortuna la voce della piccola la distrasse da se stessa richiamando la sua attenzione
-infondo al corridoio a sinistra- le disse Zayn come se si aspettasse quella domanda con un sorriso naturale sul volto indicandole dove si trovava la camera della sorella.
Memi sparì in quella direzione per ritornare dieci minuti dopo, il salotto era deserto, lei che sperava di ritrovarci il ragazzo arrappante di poco prima, ne rimase un poco delusa anche se era brava a non dare a vedere certe cose. Guardò l’orologio erano le dieci e venti, aveva ancora più di un ora da stare lì doveva trovare il modo di ingannare il tempo, afferrò il telecomando iniziando a fare zapping.
Improvvisamente si accese una luce su delle scale e la figura di Zayn apparve nuovamente, portava i calzoni di una tuta grigi e una felpa sul marroncino chiaro, beige scuro aperta che mostrava il suo fisico perfetto, inutile dire che quando Memi alzò lo sguardo la prima idea che si fece fu quella di prenderlo e sbatterlo al muro, ma poi tentò di contenersi
-rischi di consumarmi sai?- le disse beffardo il ragazzo con un sorrisetto mentre si dirigeva verso la cucina facendola riprendere.
-non credo proprio- rispose lei indifferente tornando alla televisione e sospirando maledicendosi per aver avuto certi pensieri su un ragazzo come lui ma non potendo fare niente per evitare di averli.
-oh io credo di si invece- disse nuovamente la voce calda e seduttrice di Zayn all’orecchio della ragazza facendola sobbalzare.
-ma sei scemo o cosa?- gli chiese portandosi una mano sul cuore –mi vuoi far prendere un infarto?-
-scusa non era mia intenzione- rispose lui con un mezzo sorrisetto allungandole la scatola dei biscotti –vuoi uno?-
Memi voltò lo sguardo verso il ragazzo e senza bisogno di parlare lo vide ritirare la mano con la scatola prima di tornare a parlare con fare disinvolto guardando il televisore –mia sorella dorme?-
-si- rispose la mora cambiando nuovamente canale
-bene allora adesso puoi mettere a letto me- disse ironico lui con un mezzo sorrisetto
-sei proprio senza speranza- concluse lei alzandosi mentre nella sua mente quei strani pensieri che era meglio tenere segreti tornavano a farsi strada ‘ti faccio vedere io come ti metto a letto bel bambinone’
Zayn si alzò a sua volta bloccandole la fuga –dai stavo scherzando Memi, perché sei così fredda e distaccata con me?- le chiese fermandosi davanti a lei.
-Perché ripudio i puttanieri che ci provano con qualsiasi cosa abbia un buco e perché sto lavorando- gli rispose con un sorrisetto zittendolo prima di sorpassarlo.
In quel preciso istante la porta si aprì e la voce della madre di Zayn risuonò
-Zayn Jawaad Malik quante volte ti ho detto che non voglio le tue sacche nell’ingresso sono pericolose per chi entra, sembri un bambino a volte- iniziò a riprendere il figlio per poi dopo averlo visto non troppo lontano da Memi aggiungere –oh vedo che hai conosciuto anche l’altro mio figlio, ti ha molestato in qualche modo? No perché conosco bene i miei polli-
-Mamma- la riprese Zayn sentendosi offeso della poca fiducia datagli.
-No tutto apposto, sono stati tutti e due tranquilli, Ayshaa dorme già, quindi io andrei- rispose Memi con un sorriso guardando la signora Malik davanti a sé che dopo averla pagata l’accompagnò alla porta.
-buonanotte a tutti- salutò la mora prima di chiudersi la porta alle spalle.
 
-Non sapevo cantassi così bene- disse Chiara ancora sorpresa guardando il biondo che camminava verso l’uscita del parco affianco a lei.
-Beh adesso non esageriamo- rispose lui con un cenno della mano, non pensava di essere così fenomenale come veniva descritto.
-Stai scherzando spero? No dico ti sei sentito?- insistette la ragazza fermandosi davanti a Niall guardandolo fisso in quelle grandi palle blu.
-Tutte le volte che sono solo- annuì lui sempre più convinto di quello che diceva –e non sono questo gran…- ma non riuscì a finire la frase che Chiara gli tappò la bocca con la mano.
-ok chiaramente stai delirando, quindi fingerò di non aver sentito niente- concluse mentre si lasciavano quella struttura verde, denominata parco, alle spalle.
Lasciarono cadere il discorso delle doti canore di Niall e si incamminarono per le strade di Londra, sembravano venire da mondi opposti, un sacco di cose che la ragazza conosceva di quella città erano sconosciute al ragazzo e viceversa, e questo sottolineava solo maggiormente una cosa, quanto quella città fosse piena di segreti.
Parlarono ancora del più e del meno fino a raggiungere la parte di città che si estendeva dal lato opposto del fiume rispetto dove abitava il ragazzo.
-Quindi tu abiti qui?- chiese il biondo indicando un piccola casetta con le luci natalizie a illuminare il portico e un abete mezzo secco addobbato nel centro del giardino ai lati del vialetto.
-già- rispose la ragazza con un sorriso –ecco la mia umile dimora- disse indicandola prima di avviarsi verso il portico, ormai la neve con la giornata si era sciolta completamente a parte qualche lastra di ghiaccio qua e là ma niente di pericoloso.
Il ragazzo la seguì fino a raggiungere il portico insieme a lei.
-Allora grazie per la cena e la serata- gli disse Chiara con un sorriso.
-è stato un piacere- rispose il biondo. Per un momento cadde il silenzio –beh mi conviene muovermi se non voglio arrivare a casa dopodomani- aggiunse con un sorriso avvicinandosi alla ragazza che ricambiò il sorriso.
Niall si piegò verso di lei avvicinandosi al suo volto incrociando il suo sguardo. Chiara rimase a fissare quegli occhi perfetti che avevano il potere di stregare chiunque, ma subito dopo vedendolo avvicinarsi fu presa dai suoi soliti mille pensieri razionali, dalla sua solita insicurezza dovuta in gran parte alla sua timidezza e poco prima che le loro labbra si toccassero abbassò lo sguardo.
Il biondo rimase un attimo fermo a quella distanza minima, il gesto lo aveva piuttosto sorpreso doveva ammettere, ma decise di non insistere, dopotutto poteva essere comprensibile dato che fino a circa cinque ore prima erano quasi completi sconosciuti, e si limitò a darle un bacio sulla guancia. Dopo di che si rimise dritto e dopo averle augurato la buonanotte si avviò verso casa.
Chiara rimase ad osservarlo finché non voltò l’angolo sparendo nel buio, prese un respiro e si voltò entrando in casa, si chiuse la porta alle spalle quando un coro di voci esordì con un
-cogliona!-
 
La mattina dopo come deciso, Fede si alzò, si preparò poi aprì l’armadio ed afferrò la giacca della divisa da calcio di Harry mettendola nella borsa, gli sarebbe servita per la trasferta quindi forse era l’ora di ridargliela anche se non le andava a genio come cosa. Si era affezionata a quell’indumento e ora non voleva doverlo abbandonare.
Scese le scale e raggiunse la porta, salutò velocemente i suoi e uscì di casa. Afferrò l’IPod e selezionò la playlist con le sue canzoni preferite, mise le cuffie e si avviò verso casa di Harry.
La raggiunse come al solito in circa venti minuti data la sua camminata da bradipo. Salì quei tre o quattro scalini prima di arrivare alla porta e suonare il campanello.
-Arrivo- urlò la voce di Harry e infatti dopo tre secondi la testa piena di ricci del ragazzo apparve da dietro la foto, il ragazzo sbarrò gli occhi portando una mano davanti alla bocca per coprire lo sbadiglio prima di tornare a parlare –Fede? Pensavo passassi più tardi- disse sempre con la porta mezza aperta
-sono arrivata in un cattivo momento?- gli domandò la ragazza sorridendo
-No, no vieni entra- rispose il ragazzo aprendo la porta, la casa era un disastro e Louis stava rincorrendo il cane nero urlandogli dietro.
-Vieni qui mostro! Ted muoviti ti devo lavare, Ted vieni qui, non puoi scappare a vita!- continuava a seguirlo intorno al tavolo mentre il cane tranquillo scodinzolava anche.
-Scusali, è sempre critico il giorno del bagno- si scusò il ricciolo alzando gli occhi al cielo mentre Fede rideva divertita.
-TI HO PRESO!- esclamò alla fine Louis trascinando il cane fuori dalla stanza verso il bagno –Andiam andiam andiamoci a lavar!- canticchiava mentre lasciava il salotto senza nemmeno essersi accorto della presenza della ragazza.
Non appena ricadde il silenzio Fede afferrò la felpa dalla borsa e la passò a Harry.
-tieni te l’ho riportata, devi andare in trasferta ho pensato che ti sarebbe servita- gli disse, ma lui scosse la testa non accettandola.
-no tienila tu e mettila durante la partita almeno sarai il mio portafortuna- disse lui fissandola con il suo sguardo profondo. Fede rimase rapita per qualche istante prima di distaccare lo sguardo e dargli una spinta al braccio.
-non dire scemate Styles, i portafortuna si portano sempre dietro non si abbandonano a casa-
-ma io non ti sto abbandonando- continuò lui rialzando lo sguardo della ragazza verso il suo, che non aveva modo così di sfuggirlo. Lo sguardo del ricciolo era piuttosto penetrante e Fede sentiva il battito aumentare e un leggero calore salirle fino alle guance probabilmente stava arrossendo, balbettò qualche parola senza senso sentendosi la bocca impastata prima di riuscire a dire.
-no ma io non intendevo quello, volevo dire che non vale come portafortuna se qualcosa non te lo porti dietro-
-sarai il mio portafortuna a distanza allora- continuò lui accarezzandole una guancia e piegandosi verso di lei che continuava a rimanere a ferma incatenata al suo sguardo. Il ricciolo era sempre più vicino, le sue labbra erano sempre più vicine quando una voce urlò
-TED TOMLINSON TORNA QUA!- e un cane fradicio piombò addosso a Harry infradiciandolo e facendolo cadere a terra, Fede uscita dalla trans si ritrasse guardando la scena e non appena il ragazzo fu libero da Ted tuonò.
-LOUIS IO TI SOPPRIMO IL CANE MI HAI CAPITO!!!- 


---------------------
Here I am:
ok di solito la mia parte la scrivo in corsivo ma stasera non vanno i tasti e non so perchè quindi beccatevela così come è allora non ho molto da dire;
come prima cosa scusate il ritardo, spero ne valga la pena, a me è piace abbastanza quindi dal mio punto di vista ne vale la pena, come seconda cosa, la canzone scelta è Give your Heart a break su consiglio di shesfede un applauso al mio oracolo grazie tesoro che mi salvi sempre, sappi che se divorzi dalla gif io ti aspetto qui.
Come ultima cosa avete visto l'entrata del personaggio di Casey, beh lei è un personaggio che entrerà, non ho ancora bene in mente il suo volto ma appena lo avrò scelto ve lo mostrerò sto ancora indecisa, e sto elaborando anche quello di altre come Shantel e Cat.
Come ultima cosa così per curiosità cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? E che canzone vi piacerebbe nel titolo? 
un bacio
chìa x.
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: real_chiareds