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Autore: Elisa Granger    06/01/2012    0 recensioni
Una ragazza di nome Helen, vagando per una villa abbandonata, entra in possesso di un antico diario appartenuto a dobby l'elfo domestico. Ma perchè il diario è lì? chi era veramente Dobby? Di chi è l'antica villa?
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Helen si svegliò nel bel mezzo della notte, si alzò, e decise di uscire di casa. Si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la casa di Andros. Era una serata nuvolosa e piena di vento. Le strade erano buie e silenziose, ma Helen avanzava sicura, guidata dal debole riflesso della luna. Ad un tratto, si accorse di essere arrivata, si guardò intorno e notò che le luci della stanza da letto del suo amico erano accese. Prese un sasso e lo tirò sul vetro, si sedette sopra un muretto, ed aspettò pazientemente. Dopo un po’, Andros si affacciò alla finestra:” Ehi, che ci fai qui a quest’ora?” Helen non rispose. “Non sarà ancora per quella storia della villa,vero?” Silenzio. “Oh,e va bene, mi metto un paio di jeans e scendo”, concluse Andros.  Helen sorrise, raggiante. Infine i due si incamminarono insieme, mano nella mano. Giunsero nei pressi della villa ed entrarono. Non c’era niente, almeno niente di particolarmente interessante. Era solo una casa in rovina,tutto qui. Eppure, talvolta, anche nelle cose più insignificanti si può trovare qualcosa di prezioso, qualcosa che cambierà per sempre la nostra esistenza. Nascosta in un angolo, sotto un cumulo di macerie, c’era una scatola ormai impolverata e segnata dallo scorrere del tempo. Era grande e opaca, con alcuni disegni sui bordi. Helen cominciò ad alzare le pietre che le sbarravano la strada, poi, piano piano, tolse anche le altre. “No,questo è troppo! Cosa hai intenzione di fare? Helen! Sto parlando con te!”. La ragazza non riusciva a dargli ascolto, non poteva lasciar perdere proprio ora. Così, decise di continuare a scavare, senza voltarsi. Tuttavia, il ragazzo non voleva arrendersi: quella, secondo lui, era senz’altro un follia. Si avvicinò senza fare rumore e, con un’aspettata violenza, spinse l’amica a terra. “Forza,andiamo via! Questo posto non mi piace.” Helen si rialzò barcollando e si aggrappò a una parete instabile. In un attimo si abbattè su di lui con molta ferocia. Gli diede un sonoro ceffone e guardandolo negli occhi disse” Tu! Sì,proprio tu! Vai, su, fuggi. Non ho bisogno di amici codardi, non ho bisogno di nessuno. Posso restare tranquillamente da sola, senza di te. E non guardarmi così! Avanti, cosa aspetti?” Rimasta sola, decise di continuare a scavare, ma dopo qualche passo inciampò e andò a sbettere contro qualcosa di incredibilmente duro. Sorpresa, posò lo sguardo al di là delle pietre, e scorse un oggetto misterioso. Si avvicinò e si accorse che vicino a lei c’era una scatola nera. Spinta dalla curiosità, l’aprì.  All’inizio non riuscì a vedere niente, poi  aguzzando la vista notò una piccola agenda blu. Possibile che un baule così grande contenesse un oggetto così piccolo e insignificante? Una luce accecante interruppe bruscamente i suoi pensieri. “Brutte bestiacce,ancora voi!” Una figura incappucciata avanzava verso di lei con un fucile in mano:” Così non si può andare avanti,io devo dormire!” Una piccola voce scacciò l’eco delle sue parole e il pungente suono delle sue imprecazioni:” Miriam sono io, Helen”. La vecchia inorridì il volto e adagiò l’arma su quello che una volta era stato un tappeto di lusso. “ Oh,sei tu! Mi spiace, ma non puoi stare qui, già mi danno tanti problemi quelle dannata cornacchie, non ti ci mettere anche tu.” Stava per aggiungere qualcos’altro, ma uno stormo di gufi planò proprio vicino a lei, facendola indietreggiare. “E’ un segnale,stanno tornando! Avanti,dammi quel diario e facciamola finita.” Miriam era fuori di sé. “Quale diario? Ma che diav…” Dopo un attimo di smarrimento, Helen capì e senza esitazioni afferrò il piccolo,interessante oggetto.  Corse a perdifiato per tutta la vallata e, una volta entrata in casa, si chiuse dentro, sconvolta. Si accomodò su una sedia e, con le mani tremanti, lo aprì.
  
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